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Autore: Sagitta90    01/02/2013    0 recensioni
[Tiny Toons]
"Era ora che le cose tornassero normali, come erano sempre state. Perchè Godzilla con la frangetta era svampita, tra le nuvole e magari un tantino pericolosa, ma era sua. E non importava che adesso lei la pensasse diversamente: era una cosa che non sarebbe mai cambiata!"
[MontyXElmyra]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: I Tiny Toons non mi appartengono ma appartengono alla Warner Bros, li sfrutto non a scopo di lucro quindi sono in regola. Zan zan!
 


RETURN TIME AT ACME LOO


Capitolo 1: “Piacere Monty, sono il tuo cuore!”

 
Ad Acme Acres le luci erano spente già da un pezzo; nelle loro case i Tiny Toons riposavano, facendo placidi sogni.
Babs sognava le luci della ribalta in un mondo popolato da orecchie azzurre, Plucky sognava la gloria del primo attore (che tardava insopportabilmente e si concentrava invece sul proprietario delle suddette orecchie azzurre).
La Acme Loo era scura, la sua forma indistinta nel buio della notte, quasi fosse fusa nel paesaggio circostante. Ed era calma, con le alte statue di Bugs Bunny e Daffy Duck che torreggiavano ai lati dell'imponente scalinata.
Weenie Burger, il club Attitude, il cinema, la foresta…tutto era immobile e silenzioso, tutto era esattamente come era sempre stato.
O per essere precisi…quasi tutto.
Perché quella notte c’era almeno una persona che non si sentiva la stessa del giorno prima. No, proprio per niente!
E quella persona si girava e rigirava da almeno due ore nel suo letto a baldacchino, con il materasso imbottito di piume d’oca e banconote da mille dollari.
Max si tirò a sedere. Occhi rossi, occhiaie nere, e una stizza inferocita che poteva solo aumentare.
<<-ROB!!!!>> - L’autista dei Montana entrò trafelato nella stanza del rampollo. Solitamente lui si occupava soltanto della limousine del Signore e della Signora, ma quel giorno la sua normale routine era stata stravolta: Mrs Montana gli aveva ordinato di essere a disposizione del giovane Max, e lui aveva obbedito, accompagnando il padroncino e la sua amica dove gli era stato indicato.
Non prestava mai particolare attenzione a quello che succedeva sul sedile posteriore ma la sua curiosità si era destata verso le 22.30; quando Max era rientrato in macchina con un’espressione stralunata e labbra imbrattate da qualcosa che somigliava molto a rossetto.
<<-Signorino ma che cos’ha sulla faccia?>> - Da quel momento non aveva avuto un attimo di pace perché il ragazzo si era ripreso, annunciando che -dal momento che lui era stato complice di sua madre nel fargli passare un giornata d’inferno- avrebbe fatto la notte in bianco al posto del suo maggiordomo.
<<-Sì signorino?>>
<<-PORTAMI DEL LATTE!!!>> - Mentre il pover’uomo correva giù per le scale -la nappina del cappello da notte che sventolava dietro di lui- Max gli gridò dietro:
<<-E CHE SIA CALDO!!!!!>> - Guardò imbestialito la porta dalla quale l’autista era scomparso e incrociò le braccia sul petto, aspettando. E cercando di non pensare al pomeriggio.
Era stata une delle esperienze più mortificanti della sua vita: essere costretto a mostrarsi in pubblico con…che orrore solo a pensarci…Elmyra Duff!
Farsi deridere a causa del suo stupidissimo Happy Baby Puppy Face Meal, ascoltare quella canzoncina idiota a cui lo stupido galletto aveva dato il via…ma peggio di qualsiasi cosa…
Max arrossì. Non poté evitarlo e la cosa gli rimescolò qualcosa nello stomaco.
Lo aveva baciato. Godzilla con la frangetta aveva avuto il coraggio di baciarlo!!! Su una strada, all’aperto, dove chiunque avrebbe potuto assistere alla sua umiliazione!
Quelle labbra attaccaticce di lucidalabbra si erano incollate alle sue e gli avevano staccato un bacio che per poco non lo aveva fatto ansimare per la mancanza di aria. Poi lei lo aveva mollato li, congelato come un lago d'inverno, e se ne era andata ancheggiando in quel suo stupido vestito verde acido che le stava malissimo.
Aveva i brividi solo a ripensarci. Li sentiva scendere giù nella spina dorsale, impedendogli di addormentarsi!
Si sentiva le labbra formicolare ed il sapore della fragola…c’era ancora! Aveva usato un intero tubetto di dentifricio per mandarlo via, ma quel maledetto sapore di fragola -dolce e aspro al tempo stesso- c’era ancora!!!
Senza volerlo si portò una mano alle labbra, poi si guardò le dita, quasi aspettandosi di trovarle di nuovo macchiate di quel rosso scuro che faceva pendant con la sua faccia congestionata dalla vergogna.
E dall’emozione.
Perché, volente o nolente, era costretto ad ammetterlo: c’era stato un istante, subito dopo che lei era rientrata in casa, in cui aveva sentito la bocca sfrigolare e il cuore battere come un tamburo. E quel suo cuore -un cuore di bambino non troppo avvezzo a romanticherie- aveva riconosciuto in quel gesto un sentimento reale, sincero. Quel gesto era stato diverso dal solito modo in cui Elmyra Duff interagiva con lui: abbracci stritolatori e soprannomi ridicoli. E per un secondo -un secondo solo- aveva pensato che non fosse stato male.
Era rientrato in macchina come uno zombie.
“Credo di essere innamorato.” Ma nel momento in cui quella frase gli era rimbombata nel cervello lui aveva sgranato gli occhi per lo choc e per buona misura aveva tirato una testata al mobile bar.
Ne era uscito con un bernoccolo viola, ma molto più lucido!
Robb rientrò in quel momento e lui gli strappò via il bicchiere dalle mani, buttando giù il latte in un unico lungo sorso.
Il liquido bollente gli scottò la lingua ed il palato ma lui non se ne curò e tornò a coprirsi con le lenzuola di seta, congedando il suo servitore notturno con uno “Smamma!”.
La mattina successiva sarebbe arrivata tra meno di sei ore. Che cosa aveva intenzione di fare quella pazza color carota? Forse dire a tutti che adesso stavano insieme? Forse…baciarlo di nuovo?!
Max strinse gli occhi per scacciare quei pensieri e alla fine -vuoi per la stanchezza, vuoi per il latte- si addormentò. 
 

***

 
La sua sveglia a forma di coniglio segnava le 7.30. Elmyra ebbe la possibilità di darle un ultimo sguardo prima che sua madre la facesse finire nello scatolone con il resto delle sue cose. La bambina tirò su con il naso mentre sentiva altre lacrime scendere lungo le guance che si erano asciugate da poco. Alle 8.00 cominciava la scuola, ma quella mattina lei non ci sarebbe stata; non avrebbe seguito le lezioni del professor Fudd, non avrebbe cercato di portare a casa i coniglietti, e non avrebbe visto Monty.
Già…Monty…
Guardò la marionetta tra le sue mani: era quella che aveva trovato nel suo Happy Meal il giorno precedente, quando Monty era ancora il suo principe. Irritabile, scontroso, ma sostanzialmente buono. O almeno…questo era quello che aveva creduto fino a poco prima.
La situazione che aveva trovato al suo risveglio non era stata minimamente prevista. Era stato come risvegliarsi da un brutto sogno e scoprire che ogni particolare dell’incubo era ancora lì, vivo e pronto a creare quel particolare misto di dolore e paura.
Si era disperata quella mattina, aveva chiesto scusa nel pianto ai suoi genitori, nel momento in cui si era resa conto di essere andata troppo oltre.
Di avere osato troppo con la sola persona di Acme Acres con la quale non si poteva osare affatto.
E adesso si sentiva come se avesse perso tutto. Strinse la bambola tra le braccia, incapace di gettarla, di lasciarla andare, e di lasciare andare con lei anche i suoi sentimenti: quelli che la facevano essere stupidina e sempre tra le nuvole, ma piena di allegria e affetto.
Sua madre si sedette accanto a lei sul tappeto.
<<-Elmyra…tesoro smetti di piangere.>> – Lei guardò la donna che sedeva al suo fianco sul pavimento.
<<-Mi dispiace tanto.>>
<<-Cara non è colpa tua. So che qui tu hai tanti amici…ma potrai fartene degli altri! Andrà tutto bene, te lo prometto.>> - Lei annuì, appena rassicurata.
<<-Posso salutare…i coniglietti?>> - Sua madre le rivolse un sorriso triste: sapeva che non era a Babs e Buster Bunny che sua figlia aveva pensato, ma al giovane Montana; ma, sebbene Elmyra fosse una bambina un po’ ingenua e molto insistente, si era resa conto della situazione; e rivolgere un ultimo cenno di affetto alla persona che li stava spingendo via da Acme Acres era qualcosa che nemmeno lei riusciva a concepire.
In tutta quella orribile situazione Emily Duff pensò che almeno sua figlia non sarebbe stata costretta a crescere accanto a quel ragazzo.
<<-Dobbiamo partire il prima possibile cara.>> - Elmyra abbassò lo sguardo sulla sua gonna a pieghe.
<<-Va bene.>> - La voce del padre di Elmyra le raggiunse nella stanza; dicendo di essere pronto. Emily si alzò e portò via la scatola, lasciando la bambina un ultima volta da sola nella sua stanza.
Elmyra si alzò a sua volta. La sua cameretta era spoglia ormai, priva di tutto. I suoi pupazzi, i suoi giochi, era stato tutto imballato e portato sul camion. Sua madre si affacciò sulla soglia.
<<-Andiamo?>> - Lei la seguì fuori; lasciando la marionetta su una mensola. Magari un'altra bambina ci avrebbe potuto giocare; lei non poteva più. Aveva imparato dal suo errore.
 

***

 
Non si era alzato presto. Non prima del solito. E se lo aveva fatto era stato unicamente per contare i soldi delle sue recenti entrate!
E non si era fatto accompagnare a scuola senza fare colazione, e non si era seduto prima degli altri, e non stava assolutamente aspettando qualcuno!
Erano quasi al completo: erano arrivati i conigli, i paperi, il maiale, la puzzola, e tutti quegli altri elementi non troppo degni di nota che ogni tanto comparivano nei dintorni della sua magione. La prima ora di lezione della mattinata si sarebbe svolta con il coniglio grigio, il capo della gang del loro corpo docenti. Max non sopportava quel coniglio tanto quanto non sopportava la sua copia in miniatura: avevano entrambi quella personalità che li portava a cavarsela in ogni possibile situazione senza perdere mai la calma. Lui preferiva di gran lunga chi utilizzava tutte le armi a sua disposizione, che fossero legali o meno, che fossero sicure o pericolose, come faceva il professor Yosemite.
Ma quella mattina ci fu una curiosa sorpresa: quando la lezione cominciò i professori entrarono in classe tutti insieme. Tutti quanti, al gran completo: Bugs Bunny, Daffy Duck, Elmer Fudd, Yosemite Sam, Sylvester, Wile E. CoyotE, Runner...
Tutti avevano un'espressione sconsolata ed afflitta, ed era qualcosa che non preannunciava niente di positivo.
<<-Buongiorno ragazzi. Prima di cominciare questa lezione dovremmo fare un annuncio.>> - Il tono di Bugs era pesante, e nemmeno Daffy, che era notoriamente una persona che buttava sempre tutto sullo scherzo, ebbe da controbattere.
<<-Come avrete notato la signorina Duff questa mattina non è presente.>> - Lui lo aveva notato benissimo! Quella svampitella gli avrebbe pagato anche questa! Umiliato, quasi soffocato e anche ignorato!!!
<<-Il fatto è che la famiglia Duff si è dovuta trasferire. E’ stata una cosa improvvisa ma necessaria…>> - La voce di Babs interruppe il professore.
<<-Perché non ci ha detto niente? Potevamo aiutarla con il trasloco!>> - La voce di Plucky si fece udire dalla seconda fila.
<<-E scappare a trasloco concluso!>> - Shirley gli diede uno scappellotto che risuonò con un sonoro “tonk” nella classe. Alcuni ridacchiarono.
Bugs sembrò non sapere cosa dire. Duffy gli mise una mano sulla spalla, come per consolarlo e poi si rivolse ai ragazzi.
<<-Vedi Babs…il trasloco dei Duff è stato immediato; dovevano partire il prima possibile. Probabilmente anche Elmyra lo ha saputo questa mattina, proprio come voi.>> - Un lieve mormorio di comprensione cominciò a diffondersi nell’aria.
<<-Partire? - Era stata Fifi a parlare – ma je ne comprends pas…Elmyra…lei non è più ici, in Acme Acres?>> - Buster si alzò in piedi, i palmi delle mani sul banco.
<<-Se non è più qui dove si è trasferita?>> - Tutti i loro professori guardarono Elmer Fudd. Lui era l’insegnante preferito di Elmyra, ed Elmyra la sua studentessa prediletta: se c’era qualcuno che sapesse dove fosse la loro caotica compagna di classe non poteva che essere lui.
Ma Elmer esalò, con un fiato tremolante di dispiacere.
<<-Non lo sappiamo. I Duff non hanno detto dove sarebbero andati, e non hanno lasciato nuovi recapiti.>> - Pochi istanti di silenzio. Poi si scatenò la baraonda.
<<-Non ci credo che Elmyra non ci abbia nemmeno salutati!!!>>
<<-Babsy calmati, la troveremo!>>
<<-Ma oui, bien seur che la troveremo!>>
<<-Posso raggiungere la dimensione spirituale e cercare di rintracciare la sua aura!>>
<<-Perchè non la raggiungiamo insieme la dimensione spirituale?>> - Il rumore che seguì somigliava molto a quello di un ceffone, e venne rapidamente seguito dalla voce di Plucky, che affermava:
<<-Volevo dire che dobbiamo fare qualcosa tutti quanti!>> - In tutto quel caos nessuno si accorse del ragazzo che si alzò ed uscì dalla stanza.
Max ficcò le mani nelle tasche e si diresse lentamente verso l’uscita: tanto era sicuro che quella mattina nessuno avrebbe pensato a fare lezione.
E cosi la strega se ne era andata. Bene, benissimo! A chi importava? A lui no di certo! Lui non era uno di quei sempliciotti che per anni avevano sperato che Elmyra la piantasse di tediarli e adesso sbraitavano disperati di volerla riportare indietro! Lui era felicissimo di essersene liberato!
Non ci sarebbero stati più agguati, più soprannomi stupidi, più tentativi di trascinarlo a questo o a quel ballo. I suoi genitori non lo avrebbero più costretto a portarla fuori, ma soprattutto: non avrebbe più dovuto ascoltare quella vocetta querula che gli sviolinava parole d’amore ogni due minuti!
Era praticamente la realizzazione di un sogno!
Da quel momento non avrebbe avuto riserve; sarebbe stato libero di fare tutto quello che voleva. Ora che non c’era più nessuno che credesse in lui…che lo ritenesse migliore di quanto fosse veramente…che lo rendesse appena meno vuoto…appena meno solo
Senza nemmeno rendersene conto arrivò alla villa dei Montana a piedi. Salì nella stanza dalla quale era uscito solo un paio di ore prima, destabilizzando la servitù che non lo senti urlare, inveire o mugugnare come al solito, e si lasciò cadere sul letto. Si sentiva stranamente stanco.
Ma era sicuro che sarebbe passato. Sarebbe passato tutto, anche il dolore al petto che sembrava soffocarlo.








Note dell'autrice:
Salve a tutti! Dopo un periodo di lunga indecisione ho deciso di postare la mia vecchia storia sui Tiny Toons! Sebbene non sia mai stata una grande amante di Elmyra -in quanto grandissima amante degli animali- ho sempre pensato che lei e Max fossero una bella coppia.
La storia si colloca subito dopo l' episodio "My Dinner With Elmyra". Se vi interessa tornare bambini per un pò e cercarlo, senza dubbio sarà ancora in circolo sul web!
Lasciatemi un commentino se vi va, per farmi sapere se avete apprezzato oppure no! Commenti e consigli sono sempre ben accetti!
  
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