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Autore: Disdain_    23/08/2007    1 recensioni
Il mio primo racconto, si può dire... Tema "particolare", coppia non molto "approfondita" nel telefilm, diciamo che ho immaginato la storia tra Cindy e Diamond :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggi le pagine ancora bianche, di una lettera che ti ha scritto. Cerchi di definire i contorni delle parole con le tue dita, ma non sono tridimensionali. Non una sbavatura d’inchiostro, non un’eccessiva quantità dello stesso su ogni parola. Ogni sua emozione era stampata su quel documento in modo perfetto. Devi rassegnarti solo a poterle ancora leggere, non serve tastare con mano la prova della sua femminile sensibilità. Un maschiaccio? Lei? Cercava di comportarsi così, come tutte le donne che provano un qualcosa per un’altra. Ma non ci riusciva, ed è normale. Sorrideva quando faceva la testa calda, quando litigava con il primo che le lanciava un’occhiata per strada. Non parliamo poi, se l’occhiata la rivolgevano alla sua ragazza di sempre, Cindy.

Lei la guardava infuriarsi, e stava bene, le stringeva un braccio e le sussurrava scherzosamente “Non preoccuparti, amo solo te…”. La rabbia passava, e tornava un sorriso tra le labbra delle due giovani donne, ancora così inesperte. Un nuovo mondo di sensazioni da scoprire, da definire e da dar nome.

Non si accorsero subito che l’amore una per l’altra circolava nel loro sangue. Diamond, anche da piccola, si era sempre invaghita del gentil sesso. E come un principe difende la sua principessa, lei soccorreva le sue amiche in caso di aiuto. Ma la paura dominava, quando non seppe dirsi da sola cosa era lei. Ed allora taceva quell’amore così coltivato, vedendo trasformare la bambina in donna, sempre più femminile, soffrendo guardandosi allo specchio, diventando un’adolescente. Capelli molto corti, mai truccata, unghia corte e non curate. Vestita come un ragazzo. Faceva a botte con loro, si divertiva e li capiva quando cominciavano i primi commenti sulle compagne di scuola. Ma non poteva partecipare a quel gioco di piccoli uomini che cominciavano ad eccitarsi, guardando i seni e i sederi delle proprie “colleghe di lavoro” crescere ogni giorno di più. Tutti fiorivano, tranne lei, le sembrava. Eppure, ogni cosa germogliava nel suo corpo e nella mente. Ma di una rosa non curata noti solo le spine.

Finalmente, più in là con il tempo, riesce ad entrare nel mondo fino ad oggi per lei sconosciuto delle donne. Ed era come una magia, le capiva nei loro discorsi, dava consigli sul mondo dell’uomo, che era riuscita a fare suo. Quando prese una cotta per una sua compagna di classe…fu più sofferenza che altro. La vedeva abbracciare le altre, e la pensava. La vedeva parlare, muovere le labbra ritmicamente, per scandire le parole e non dava attenzione a ciò che diceva, la desiderava. Inutile nasconderlo, i ragazzi e le ragazze, arrivati alla pubertà cominciano a pensare di possedere fisicamente la persona del sesso opposto. Per lei era tutto diverso, come al solito. Desiderava quella compagna di classe che era diventata sua amica, era invasa dal calore che le emanava solo con la sua presenza. E vedeva crescere il loro rapporto. Best Friends, amiche del cuore, come stupida definizione per loro due. Cercava di non pensarci, Diamond. Cercava di non pensarci mentre sfogliava le pagine dei libri di scuola provando a studiare. Ma inevitabilmente, la testa andava lì, in sogni d’amore proibiti con la sua migliore amica. Si faceva ribrezzo. Sto pensando alla mia amica come un oggetto di piacere. Le stringeva la mano quando stava male. Ma non sapeva, lei, che Diamond, la sua amica, stava male a causa sua. Comunque continuavano a sorridersi, fino a quando lei s’innamorò di un uomo. Da lì, la certezza che Uomo+Donna=Amore&Futuro, mentre Donna+Donna= Sofferenza. Non poteva concepire l’amore Vero tra due donne, le voleva solo fisicamente, fino a quel tempo. Perversa voglia di dominare un corpo come il suo. E si faceva più schifo ancora, appena alzata scacciava le sue fantasie con una doccia fredda.

Non finì la scuola, stava impazzendo per quella ragazza. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, il proverbio non sbaglia. E così, si arruola nell’esercito, la fine migliore per una come lei. Impugnare le armi come solo un uomo sa fare, combattere e sopportare le lunghe torture del campo di guerra costruito per allenare giovani promesse militari. Incrociò due occhi di donna, sotto un berretto della marina militare. Non portava i capelli corti come lei, aveva le unghie curate, truccata e molto bella, accendeva la voglia dei soldati. Ma lei non ci faceva caso, anzi. Nei giorni seguenti imparò i gesti della nuova donna. Spaccava il c**o ad ogni militare che ci provava.
Nella stessa camerata, fecero amicizia. Amicizia con occhi diversi. Diamond la osservava, ogni sera, mentre lei si curava le mani, spalmava creme per renderle più lisce, e prendeva un oggetto simile ad un coltellino svizzero per limarsi quegli artigli che aveva attaccati alle dita. Tecniche sconosciute, oggetti misteriosi, tra le mani di quella donna che aveva appena fatto come lei, una giornata da cui a stento si riesce a continuare a respirare. Ed era calma, tranquilla, fresca come se non avesse fatto niente per tutto il giorno. Diamond non resistette, e con una risata esordì.
"Ehy, per quelle ti ci vuole il porto d’armi…"
Cindy la guardò e spense il sorriso di Diamond tra le labbra.

Il giorno seguente, dopo lo stesso allenamento, Cindy aspettò che ritornasse la sua compagna di camerata, mentre sistemava sotto il cuscino un regalo. Era Natale. Diamond arrivò stanca, salutò la compagna, tolse le ruvide lenzuola e la coperta di lana con l’intenzione di cadere nella pace dei sensi. Dormire.

"Ehy…" "Cosa c’è?" "E’ Natale." "Lo so. Dormiamo." "Guarda sotto il cuscino…"

Un dialogo apparentemente freddo, ma carico di emozioni per chi riesce a leggere due sguardi che hanno voglia di innamorarsi.
Trovò il set per la manicure, e qualche crema. Bastarono poche ore a Cindy per insegnare a Diamond la femminilità. Cominciò a truccarsi, a farsi crescere un po’ i capelli, ed ogni sera a limare le unghie con l’amica. Mentre Diamond le mostrava la corretta posizione delle braccia per impugnare una pistola. Ognuna prendeva un po’ dell’altra, per conservarla nella propria valigia delle Esperienze.

Quella sera, fu diverso. La luna brillava nel cielo come sempre, anche dietro le minacciose nuvole della pioggia, che batteva sul ferraccio vecchio che avevano sopra la testa ed impediva di dormire anche al più stanco dei soldati. Tic, Tic, anche qualche Toc, se la goccia era più grossa delle altre.

E sotto quel suono, capirono di amarsi, profondamente, non più solo fisicamente. Diamond, con la paura nel cuore, si abbandonò tra le braccia di Cindy, che tremava della stessa emozione. Cos’era quel sentimento, non riusciva a spiegarselo. Ma quando il cuore detta i gesti, inutile opporsi.

Una carezza sul viso di Diamond che si era staccata dal caldo corpo dell’amica. fissava ancora a terra, non avendo forza di guardarla negli occhi. Ma prendendola per il mento e spingendole la testa su, si scorse un luccichio negli occhi, ormai annegati da lacrime d’Amore che non volevano scendere. E con la voce strozzata dal pianto, -Ti amo Cindy- . Era finita, era finita, era finita, non mi parlerà più, mai più. Sono morta, devo abbandonare l’esercito, ma troverò un altro lavoro? Non ho finito la scuola, non mi prenderanno da nessuna parte. La casa, prima devo pensare a quella, non posso dormire su una panc…

Si chiamò Amore, con un bacio. Le labbra cantavano appiccicate l’un l’altra, le lingue danzavano in armonia di minuto in minuto. La saliva, come una marea che cresce, risucchiata dalla forza delle onde da una parte, dall’altra. Come il mare con il suo eterno avanti ed indietro, senza fermarsi mai. Due mani che si posano su un viso sudato, i pollici dell’altra che asciugano le lacrime ormai cadute sulle guance. Un immagine confusa, quella di due donne alle prime armi con il loro stesso corpo.

Una mano che lentamente sposta la T-shirt bianco panna in dotazione a tutti i cadetti, che fruga nella spalla della donna trovando una spallina che piano piano scende, lentamente, causando il piccolo solletico dell’altra, misto ad eccitazione per la continua scoperta di mille emozioni del loro modo peccaminoso di Amare. Una giacca mimetica che cade a terra, mentre le labbra continuano a ballare un passo a due. Due corpi nudi, sotto la luce della luna, che invidiosa, si fa spazio in quella stanza piena di curiosità.
Due figure in piedi, l’una davanti all’altra, incuranti dell’essere al centro del mirino, svestite e piene di vergogna, se per sbaglio il cervello voleva parteciparvi etichettando l’emozione come un forte imbarazzo. La pioggia continuava a ticchettare il soffitto mal costruito, mentre una delle due donne, la più forte, riesce a prendere l’altra per la vita e portarla delicatamente sopra il letto, tra le lenzuola ruvide e fredde di quel viaggio militare. Ed una sopra l’altra, con gli occhi chiusi, assaporavano i gusti dell’altra. Quando furono richiamate alla realtà da un fulmine smisero di danzare voracemente, e si guardarono negli occhi, vedendo ognuna tra le labbra dell’altra, giochi maliziosi e pieni d’amore nel sorriso. La luna proseguiva ad illuminare la scena, curiosamente spiando e spostandosi verso il centro della finestra, mentre le ragazze continuavano a scoprire i misteri della Donna, del loro stesso corpo. Quei sussurri risparmiati per un anno prendevano forma in un suono dolcissimo bisbigliato nell’orecchio. Mentre lei si faceva guidare nell’universo da loro creato, senza proferir parola, perché faceva parlare le sue mani e le sue labbra. Unite nel piacere, quando la luna aveva ormai soddisfatto la sua curiosità e se n’era andata, cominciarono a cantare l’Amore, come se stessero seguendo veramente delle note.

A questo punto sazie, rimasero abbracciate per tutto quello che ne restava della notte ormai passata, con le dolci luci dell’albore che illuminavano i loro volti e la figura scultorea di loro due, donne, unite sopra ad un letto. Quella notte, rimase impressa nel cielo, ogni volta che una delle due guardava la luna. Ma rimase anche nella carta, marchiata dall’inchiostro d’emozioni delle due innamorate unite per sempre, nonostante tutto.

  
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