No need to say goodbye.
Xiao lo osservò dal
suo metro e sessantadue scarso, sentendo le ginocchia ossute sbatacchiare al
ritmo di un tremore che, un tempo, non avrebbe mai creduto potesse
appartenerle.
Si morsicò il labbro
inferiore guardando Jin nei suoi sottili occhi neri, desiderava lasciarsi
stringere dal giovane in quel momento più che mai, sentire la sua voce
arrochita dal silenzio pronunciare qualche frase di conforto così stonata
per uno come lui, ma che avrebbe avuto il potere di calmarla.
«Non
dovresti essere qui», le disse invece
senza staccare gli occhi dai suoi: erano di un nero caloroso quelli di Xiao,
chiunque ci si sarebbe smarrito, una volta venutoci a contatto.
Qualche grida li
distrasse, Jin decise di farsi più vicino.
«Nemmeno
tu», sussurrò Xiao
alzando una mano per toccargli il viso, sentendo sotto i propri polpastrelli un
leggero filo di barba ispido e fastidioso.
Si sollevò sulle punte
e posò un bacio leggero sulla sua guancia, prima di spingerlo con le mani
contro al suo petto lontano da lei.
«Vattene
prima che ti prendano».
«Non
vuoi fermarmi?»
Xiao sbatté le ciglia,
piegando le labbra in un sorriso mesto. «Non
ti sto dicendo addio».
Sul viso di Jin nacque
l’ombra di un ghigno: non un ghigno cattivo, crudele o sarcastico, un ghigno
dolce che le serrò lo stomaco per poi liberarlo in uno sfarfallio. Farfalle
nello stomaco.
«Ci…»
«…vediamo
presto, lo so».
Sarebbero passati
mesi, entrambi ne erano consapevoli, forse anni, ma Jin tirò piano un suo
codino e Xiao non avrebbe mai abbandonato la speranza.
Non si erano detti
addio, non si erano detti nulla, non era ancora la fine quella.
274 parole, Xiao/Jin.
N/a:
qualcosa dovevo scrivere. Ripescare vecchi fandom che ormai pensavo di aver
abbandonato, faccio spesso cose del genere. In realtà io ora ho sviluppato una
tendenza verso Hwo/Xiao, ma questi due rimarranno sempre il mio unico vero
amore di Tekken. Non avete bisogno che specifichi l’ambientazione, vero?
Dedicata a Mana.