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Autore: Mushroom    02/02/2013    3 recensioni
La ragazza si chiama Maka, ha davvero gli occhi verdi e la brutta abitudine di essere violenta. Non è l'associale patetica che Soul si è immaginato il primo giorno – parla molto, qualche volta sorride, ma tende a lanciare libri in testa, soprattutto ai maschi. La testa di Soul sembra essere la sua preferita, forse perché sono compagni di banco. Nonostante questo, Maka rimane una fanatica dello studio.
[Oneshot/Raccolta/AU]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A kiss with a fist
Scemenza dal titolo demenziale, ma dedicata con amore a Mimi18

 

16. Sole
Il sole picchia forte quando c'è la cerimonia di apertura. La Shibusen è una di quelle scuole con troppi studenti e un'aula magna così piccola che, in piena primavera, quando il caldo inizia a trasformarsi in umido e le magliette ad attaccarsi alla pelle, la cerimonia di apertura avviene all'aperto.
Soul pensa che sia una tortura. Il colore della sua camicia è passato da bianco, a bagnato, a grigio-di-sudore, al – peggiore – qualcuno mi aiuti devo fare una doccia. Questo, sommato al problema di trasudazione e puzza che accomuna tutti gli adolescenti, non rende il primo giorno di scuola la giornata più bella della sua vita.
Manca poco, però. Il preside, uno strano tizio vestito di nero con una maschera bianca, batte le mani e annuncia qualcosa come la secchiona di turno, la migliore studentessa tra le matricole.
Che palle, pensa, la fronte corrugata e le mani in tasca.
Arriva sul palco una ragazzetta bassa come un tappetto, con le codette color topo e degli occhi verdi. Soul crede che siano verdi. Da quella distanza lo sembrano. Ha un libro tra le mani e il mento sollevato. Deve fare un discorso. Un noiosissimo e sicuramente prolisso discorso.
«Benvenuti» dice, quasi aggredendo il microfono. «Sono qui per studiare» continua, e Soul pensa che sì, adesso inizia la pappardella su quanto lo studio sia bello e utile e su come risolva la fame nel mondo «Mi auguro che facciate altrettanto». Soul sbuffa. Vuole andarsene. «In caso contrario, fatti vostri»  poi la ragazza gira i tacchi – il più letteralmente possibile – facendo ondeggiare le codette orrende e scende dal palco.
C'è silenzio.
Soul ha gli occhi spalancati.

25. Verde
La ragazza si chiama Maka, ha davvero gli occhi verdi e la brutta abitudine di essere violenta. Non è l'associale patetica che Soul si è immaginato il primo giorno – parla molto, qualche volta sorride, ma tende a lanciare libri in testa, soprattutto ai maschi. La testa di Soul sembra essere la sua preferita, forse perché sono compagni di banco. Nonostante questo, Maka rimane una fanatica dello studio.
Arriva spesso in classe con occhiaie da panda, che la rendono sciupata e scarna; consuma quaderni come se fossero tavolette di cioccolato, scrivendoci, scrivendoci e scrivendoci. Una volta Soul ne ha sbirciato uno: il suo ordine maniacale lo faceva sembrare un libro di testo.
«Sei pazza» le dice un giorno, durante un ora qualsiasi di letteratura giapponese.
«Tu sei pazzo» ribatte, accigliandosi ma continuando a muovere la penna sul quaderno.
Soul sbuffa «Dove sei, all'asilo? Ma che risposta è?»
«Quella di una persona che vuole seguire la lezione».
Soul si scompiglia i capelli e butta la testa all'indietro. Sono all'ultimo banco dell'ultima fila. Lui è vicino alla finestra, lei nel banco accanto. «Come vuoi» risponde, astioso. Non vuole un altro libro in testa, che diamine.
Il professore dice qualcosa di poco interessante su qualcos'altro che riguarda delle rime. Soul non ascolta, ma si limita a fissare il vuoto finché non si annoia troppo «Quindi dopo scuola vieni a mangiare qualcosa?»
«Devo studiare, dopo scuola»
Maka non alza gli occhi dal libro; Soul gli rotea verso l'alto.
«Ma vengo comunque» aggiunge, lasciandosi scappare un sorriso.

30. Bianco
«Sei albino?» glielo chiede durante la pausa pranzo. Hanno unito i banchi a quelli di Liz Thompson e Death The Kid. Maka punta le bacchette contro i cappelli, poi verso i suoi occhi e lo guarda con curiosità. È il terzo mese di scuola e stanno per iniziare le sessioni di esami, così le occhiaie di Maka sono peggiori del solito.
«Non ne ho idea» risponde, mettendo del riso in bocca. Maka fa schioccare le bacchette, aprendole e chiudendole. «Come sarebbe a dire che non ne hai idea?» sembra stupita «Hai i cappelli bianchi e gli occhi rossi e non ti è mai venuto il dubbio?».
Soul alza le spalle. Se non è venuto ai suoi genitori, perché sarebbe dovuto venire a lui? E poi nessuno bada mai a queste cose, nei manga, così gli sembra stupido porsi il problema nella vita reale.
«No» dice, sinceramente. Afferra un uovo con le bacchette.
«Sei stupido» ribatte Maka, dondolando le codette.
«Hey! Senopiatto, io ci penserei due volte prima di...»
E un libro – comparso non si sa bene da dove – finisce in testa a Soul. Ormai è sempre più convinto che la vita da studente faccia schifo.

20. Tempesta

Giugno è entrato da poco tempo nella vita degli studenti giapponesi e piove già come se il cielo non fosse capace di fare altro. Le gocce di pioggia di appiccicano ai vetri della finestra e Soul le osserva per tutte le ore di lezione, finché non ha gli occhi troppo stanchi. Si addormenta sul banco tra la seconda e la terza ora e si risveglia solo durante la pausa pranzo, quando Black*Star gli frantuma un timpano. «Che poi, voglio dire» sproloquia Black*Star. È quel genere di persona in grado di trattenerti ore e ore con un monologo del tutto inconcludente su qualcosa di altamente stupido. Nessuno l'ascolta davvero, anche se è famoso in tutta la scuola per la sua parlantina e la sua tendenza a cacciarsi nei guai «Come ha osato quel vile opporsi a un Big come me?» e indica la faccia, sorridente, piena di lividi. Soul stira le labbra e si passa una mano sul viso.

Si riaddormenta e si risveglia una seconda volta. Il cielo è più scuro e piove fitto fitto. Sente il rumore scrosciante della pioggia e pensa che tornare a casa sarà difficile, ma che per fortuna ha con se l'ombrello, quindi forse riuscirà a sopravvivere.
Si alza stiracchiandosi, spingendo la sedia all'indietro e facendo rumore.
La scuola è vuota. Non del tutto, in realtà. Ci sono le aule dei club scolastici che sono piene; sussurri e echi di studenti che sono ancora lì. Soul li ignora e scende le scale fino agli armadietti delle scarpe. È lì che trova Maka sulla soglia della scuola, gli occhi verso il cielo. Forse anche lei svolge qualche attività nel doposcuola.
«Hey, senzat...» si morde la lingua «Maka». Lei si volta. La sua perplessità si trasforma in fretta in irritazione «Come mi stavi per chiamare?» sillaba, facendo schioccare la lingua sul palato.
Soul sorride «Maka» dice, annuendo convinto.
Maka sbuffa, ma lascia perdere.
«Scommetto che hai dimenticato l'ombrello»
Maka annuisce. Soul si dondola sui piedi.
«Puoi prendere il mio, se vuoi; o possiamo andare insieme» alza le spalle.
«No» ribatte, facendo quella cosa che fa sempre quando parla con un ragazzo. Anche se con Soul non lo fa mai ed è per questo che ne è un po' ferito. Si mostra indifferente, però, ignora quel lampo di improvviso odio che riempie gli occhi di Maka. «Vado da sola. Dispetto a quanto crede la gente, non mi sciolgo se prendo un po' d'acqua» e scappa via nel mezzo di un temporale.

19. Nuvole
Il giorno dopo è relativamente sereno, anche se brutte nuvole popolano ancora il cielo.
«Odio gli uomini» Maka lo dice durante l'ora di matematica, quella in cui non parla mai (ma proprio Mai) e Soul sgrana gli occhi e apre la bocca e vorrebbe prenderla in giro sul miracolo della secchiona che gli parla mentre il prof spiega. «Mi fanno ribrezzo. Sono vili e stupidi e crudeli»
Soul alza un sopracciglio. Vorrebbe parlare ma viene interrotto di nuovo. «Quindi scusa per ieri. È un riflesso. Il rifiuto, dico». Poi riprende a scrivere sui suoi quaderni perfetti. Soul non sa più cosa pensare di quella strana ragazza.

63. Crescita
Spirit è quel tipo di uomo che non ti aspetteresti mai essere padre di una come Maka. Non che Maka sembri sopportarlo, ma è lui ad aprire alla porta quando Soul suona. Lo guarda dall'alto in basso, stringendo gli occhi e facendo una smorfia al suono delle parole di Soul.
«Sono, uhm, un compagno di classe di Maka» si presenta, schiarendosi la gola «Sono qui per studiare. Matematica. Maka è la migliore della classe».
Spirit sbuffa dal naso, dilatando le narici. Poi gli punta un dito contro «Non so chi tu sia, ragazzino» esordisce. Soul vorrebbe dire che si è appena presentato, che sa benissimo chi è; vorrebbe aggiungere anche che è tardi, e lui ha davvero bisogno che Maka gli spieghi matematica se vuole passare il primo test e non finire ai corsi di recupero. Nonostante questo, si morde la lingua e lascia che l'uomo continui «Ma se provi ad alzare un solo dito sulla mia bambina» lo sguardo di Spirit si incupisce. Poi si sente una corsa giù per le scale, e Maka compare dietro al padre.
«Soul!» esclama, sorridendo. Lo tira dentro, lasciando il padre sulla soglia di casa. «Ignoralo, fa sempre così»

98. Tema Libero (Pantaloni)
Non è che Soul abbia mai preso in considerazione Maka come ragazza, è che chiunque si girerebbe a guardarle il sedere con quei pantaloni lì. È la prima volta che la vede fuori dalla divisa scolastica, senza la gonna a scacchi e la camicetta bianca, e rimane sopreso in modo imbarrazzante da tutte le occhiate che lancia al suo posteriore. Spera solo che Maka non se ne accorga: sarebbe un colpo troppo duro per l'orgoglio di Soul; e per il suo cranio (non vuole ricevere un altro libro in testa, non di nuovo)
Distoglie lo sguardo e pensa ad altro. Si aggirano per il centro di Tokyo un po' alla rinfusa, a una distanza imbarazzante e lanciando qua e là frasi cariche di imbarazzo. È anche la prima volta che escono da soli – e no, non è affatto un appuntamento, anche se Black*Star e Death The Kid si sono divertiti un mondo a prenderlo in giro. È solo un modo per ringraziare Maka di tutte le ripetizioni di matematica: è solo merito suo se Soul a passato il test.
Così camminano finché non trovano il caffè giusto.
Soul le apre la porta e la fa entrare. Si mangerebbe il cappello piuttosto che ammettere che l'ha fatto per guardarle il posteriore (ancora, maledizione! E si tratta di Maka, per dio). Tutta colpa di quei pantaloni.


39. Estate
Succede che finisce l'estate e Soul inizia a passare di fronte a casa di Maka per andare a scuola. Succede che si incrontrano fuori dalla porta, e allora iniziano ad andare insieme, ma solo per inezia. Succede che a Soul inizia a piacere Maka, anche se è piatta e senza tette e non è affatto il suo tipo. Vorrebbe uccidersi per questo. La disperazione verso i suoi sentimenti stupidi e masochisti per quella ragazza quasi non lo fa dormire la notte – deve essere un idiota, perché ci vuole un idiota per prendersi una cotta per la secchiona violenta della classe.


63. Crescita
Soul sta crescendo, anche se non se ne rende conto. Diventa sempre più alto; i lineamenti paffuti da bambino iniziano a scomparire, il volto a diventare più ritto, più geometrico. Ha dei bei zigomi, e quelle tracce di acne – che prima sembravano una maledizione – scompaiono nel nulla. Diventa più altro di Maka nel giro di un quadrimestre. La sua figura di è slanciata, anche, e deve farsi la barba più di frequente.
Suoi fratello ride e dice che è normale, dandogli una pacca sulla spalla – Weiss ci è passato prima di lui, molto tempo fa. E quando di tanto in tanto passa a casa, una o due volte al mese, non smette di ricordaglielo. Cerca di compensare la freddezza passata con un interesse morboso che Soul trova solo tristemente opprimente.
Poi un giorno arriva a scuola – verso Dicembre – e si trova delle lettere rosa con i cuoricini dentro l'armadietto. Lettere d'amore. Anche se non vorrebbe, inizia un po' a montarsi la testa.

Anche Maka trova delle lettere nel suo armadietto. E anche se le nasconde, Soul le trova comunque, perché capisce sempre quando Maka ha qualcosa che non va. Sono lettere di minaccia, firmate da quelle stesse persone che hanno scritto le lettere d'amore – stagli lontana, dicono, e Soul si sente improvvisamente arrabbiato con il mondo. Strappa le lettere e chiede a Maka se vuole tornare a casa con lui.

83. Errore

Ci ha riflettuto e ha deciso che non può' continuare a mettere Maka in imbarazzo o, peggio, a renderla vittima di stupidi scherzi di ragazze ignote. Così, tanto per deviare le attenzioni, si mette con la sempai Blair, del terzo anno, che ha un corpo da capogiro e una libido demenziale. Lei è proprio il suo tipo: ha tutto ciò che una ragazza dovrebbe avere e le piacciono quelli più piccoli, quindi non ha nessun problema ad avvicinarla.
Escono insieme un paio di volte, e poi la terza Blair lo invita ad entrare nel suo appartamento. Soul la segue sapendo di star facendo una cosa sbagliata, del tutto contro corrente, ma Blair è così bella e così semplice da gestire, che non si deve preoccupare di niente. Quella è la prima volta di Soul.
Il giorno dopo, quando arriva in classe, Maka lo guarda con quello che sembra disgusto, come se sapesse qualcosa che in realtà non puo' sapere.
La cosa positiva è che nessuno ha più importunato Maka, e di questo Soul è più che felice.

84. Rimpianto
Con il nuovo semestre, i posti cambiano. Soul si ritrova nella fila attaccata alla parete, al quarto banco di sinistra. Maka rimane nella fila vicina alla finestra e capita in quel primo banco che ha tanto agognato mentre stava all'ultimo.
Durante la pausa pranzo, torna a sedersi vicino a lei. Deglutisce e gli sudano le mani – a uno cool come lui non dovrebbero mai, mai sudare le mani. Posa il proprio bentou sul banco e sorride, pronto ad afferrare un gamberetto.
«Ho sentito che stai con la sempai Blair».
Il gamberetto gli va quasi di traverso. Beh, sì, ovvio che Maka lo sappia. Perché non dovrebbe? Mica è un segreto. Avrebbe dovuto esserlo? Soul si trova a pensare che avrebbe veramente voluto che Maka non lo sapesse, ma è comunque naturale che lo sappia.
Prende un piccolo respiro «Sì» dice «Insomma, chi non starebbe con una come lei?» continua, prendendo con le bacchette un po' di riso «Con quelle tette!». Davvero, non sa perché lo dice, ma lo dice. Vorrebbe maledirsi, strozzarsi e rimangiarsi le parole, invece si mostra orgoglioso come un bambino.
Maka rotea gli occhi verso l'altro «Porco» sbotta, e un po' fa male. «Uomini. Siete tutti uguali. Fate schifo».

98. Tema libero (Evitare)

Maka ha iniziato ad evitarlo. Non la trova più a casa – e quindi si becca le occhiatacce di Spirit a vuoto – e pranza sempre con delle amiche di altre sezioni. Quando sono in classe, lei è inavvicinabile. Poi si è iscritta al club di letteratura, quindi non tornano neanche a casa insieme.
Soul sbuffa. È stufo di quella situazione. È stufo marcio: stufo di essersi innamorato di lei, stufo di stare con un altra perché non ha le palle di dirglielo e stufo di non poterle parlare perché sennò qualche stronza se la prende con lui. Stufo. Decisamente stufo.
(E poi, aggiunge mentalmente, anche se glielo dicessi, cosa cambierebbe? La disgusto)
Ed è in mezzo a tutti questi pensieri che Blair si avvicina, cogliendolo alla spalle, strusciandosi sulla sua schiena in modo felino.
«Hey, Soul» bisbiglia. Addosso ha solo una camicia larga «Quando pensi di fare qualcosa?».
Soul si gira e non capisce. «Cosa?» chiede, sinceramente confuso.
«Con quella ragazza a cui guardi sempre il sedere, intendo» scuote la testa e Soul diventa color porpora «Com'è che si chiama? M... Maka? Quella senza un briciolo di seno di cui sei così innamorato – hai presente? Anche se sei tipo che si taglierebbe le braccia, più che dirlo alla diretta interessata».
Soul apre e chiude la bocca. Non sa cosa dire. Poi capisce: Blair sa. L'ha appena detto, dopotutto. Scuote la testa «Mi dispiace» mormora semplicemente.
Blair sorride. Quel giorno si lasciano.

95. Scelte
È la cerimonia di chiusura dell'anno scolastico e Soul non puo' permettersi di fare ritardo. Corre giù per le scale e, quasi inciampando sui suoi piedi, tira fuori le chiavi della suo nuovo motorino. È arancione e almeno di terza mano, ma è fighissimo comunque.
Arriva a scuola prima di tutti, prima che il cortile si riempia e che inizi a essere tutto rumoroso.
Sa che Maka è lì solo perché Maka è sempre lì, sempre, durante i giorni di scuola. Fa le scale e raggiunge il terzo piano. L'aula del club di lettura. Infila la testa e Maka sta chiudendo un libro (enorme) e alzandosi dalla seria.
«Buongiorno, secchiona!» trilla, allargando un sorriso che non puo' proprio trattenere. Maka si gira e lo guarda con degli occhi pieni di ironia: puo' leggerci uno o due insulti che Maka non dice, più un “che diavolo ci fai qui a quest'ora?” abbastanza sorpreso.
«Non. Chiamarmi. Secchiona.» sibila, scuotendo la testa e i suoi codini.
Soul annuisce e l'entusiasmo non si spegne. Avanza nell'aula. Maka continua a tenere gli occhi su di lui.
«Devo dirti una cosa» inizia. Maka accarezza il dorso del libro che ha in mano e Soul rabbrividisce «Però promettimi che non mi picchierai, okay? Per favore».
Maka sbuffa «Okay» promette «A meno che tu non dica qualcosa di veramente, veramente stupido, e allora dovrò picchiarti per forza»
Forse questo è il meglio che puo' ottenere – e in fondo basta. Perché Maka gli manca, e salutarla e basta in classe non è sufficiente; gli mancano anche i libri in testa, e questo sta a significare che Soul ha problemi, problemi grossi.
«La prima cosa, è che sono veramente cool» inizia. Maka afferra il libro e fa una smorfia. Si massaggia gli occhi. Soul inizia a sentirsi a disagio, ma se non lo fa adesso non lo farà mai più «E che anche le persone cool si comportano da idioti, e io sono stato un idiota» continua. Non aveva mai pensato che delle parole potessero essere così difficili da dire «E mi sono innamorato di te, anche se non hai le tette e sei violenta»

C'è silenzio. Un tombale, catastrofico silenzio, in cui qualcosa dentro la testa si Soul esplode e si ricompone e che cazzo gli è saltato in mente di dire una cosa del genere?.
Prima ancora di poter vedere la reazione di Maka, Soul vede un libro. Uno di quelli grossi. Riesce quasi a leggerne il titolo prima che questo lo colpisca dritto dritto sulla fronte.
«Idiota» Maka si avvicina. Raccoglie il libro. Glielo da di nuovo in testa «Stronzo» altro colpo «Cretino» altro colpo. Si ferma e ha il respiro pesante.
Soul si massaggia il capo, con ormai dei bernoccoli che rimarranno lì per settimane. «Non puoi dire queste cose» afferma, coprendosi il viso con le mani e prendendo qualche respiro. Ha il tono rotto. Deglutisce, poi si ricompone e indietreggia «Non puoi» sibila.
E Soul alza gli occhi al cielo. Quella parte vorrebbe tanto evitarla. Va bene respingerlo. Va bene picchiarlo. Va bene anche insultarlo, ecco, ma non rigirare il coltello nella piaga.
«Okay... io... » balbetta «È solo che... ».
Maka ringhia qualcosa a denti stetti. Soul si aspetta di venir picchiato di nuovo, invece sente solo le labbra di Maka premute sulle sue.
Non la capirà mai, davvero.

 

Note: E' un secolo che non scrivo su questo fandom :) Mi rendo conto di quanto demenziale e scema sia questa oneshot, quindi su, prendetela come la cosa poco impegnata che è e fatevi due risate. I numeri affianco a "titoletti" di ogni piccola parte della shot indicano solo il numero del prompt del one hundred prompt challenge.

   
 
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