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Autore: DarkYuna    03/02/2013    3 recensioni
"Sono io che non posso fidarmi di te. Tu hai innalzato un muro attorno a te… non per proteggerti dal mondo esterno, ma per vedere chi avesse abbastanza forza da scavalcarlo e raggiungerti. Io ci ho provato, giuro che l’ho fatto perché… ma ogni giorno che passa tu alzi quel muro e non mi permetti di starti vicina come vorrei.".
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*And love said NO!!!*








Le onde scure del mare s’infrangevano dolci sugli scogli, avvicinandosi di qualche centimetro alle mie scarpe e tornando indietro.
 
 
Accarezzai i granelli freschi di sabbia, disegnando ghirigori immaginari sulla rena umida che restava attaccata ai miei polpastrelli.
Fissai distratto le stelle luminose che puntellavano l’astro corvino, deglutii e chiusi gli occhi per godere del profumo di salsedine e del suono della natura.
 
 
<< Ville. >>, sussurrò la dolce voce di Emily, poggiando una mano calda sulla mia spalla.
 
 
La guardai in tutta la sua bellezza di donna, mentre si accomodava elegante sulla sabbia, incrociando le gambe e sorridendomi carezzevole.
Il vento le lambì i lunghi capelli castani e le sue iridi color di cioccolato mi scaldarono il cuore, proprio come avevano iniziato a fare quel giorno di qualche anno fa.
 
 
<< Cosa ci fai qui tutto solo? Organizziamo una festa per il tuo compleanno e tu scompari come se nulla fosse. >>.
Il suono della sua voce era musica per le mie orecchie e sarei rimasto ad ascoltarla per il resto della mia vita. Nessuna melodia poteva eguagliarla.
 
 
Scrollai le spalle e portai le ginocchia sotto il mento.
<< Sai che non mi piace la confusione… preferisco stare solo con i miei pensieri, lontano da tutti. >>.
 
 
<< Lo so. >>, mormorò lei mesta, e poi sospirò. << Hai pensato a quello che ti ho detto ieri notte? >>.
Il groppo tornò insistente a spingere nella mia gola e fallii nel tentativo di ingoiarlo.
 
 
Annuii soltanto e non proferii parola: non garantivo che la mia voce non avrebbe traballato per il dolore.
Il cuore pulsava frenetico e a ogni battito un suo pezzo si staccava, lasciando che io morissi per il dispiacere. L’ombra della voragine sulla mia anima era pronta per spalancarsi di nuovo e inghiottirmi in modo definitivo.
 
 
<< Ville… per favore guardami. >>, insisté lei, spingendo il mio mento con l’indice. << Non voglio che tu soffra. >>.
 
 
La fissai con lo sguardo pieno di odio e le lacrime che traboccarono sul mio volto.
<< Io sto soffrendo! Mi avevi fatto tante promesse… avevi promesso che non mi avresti lasciato solo… avevi promesso che ci saresti stata per me, che di te potevo fidarmi… >>.
 
 
<< Tu mi hai mentito! >>, strepitò Emily, sommersa dalle mie accuse. << Sono io che non posso fidarmi di te. Tu hai innalzato un muro attorno a te… non per proteggerti dal mondo esterno, ma per vedere chi avesse abbastanza forza da scavalcarlo e raggiungerti. Io ci ho provato, giuro che l’ho fatto perché… ma ogni giorno che passa tu alzi quel muro e non mi permetti di starti vicina come vorrei. >>.
 
 
I suoi occhi si riempirono di lucciconi e singhiozzò più volte.
 
 
<< Io non posso continuare così, Ville. Ti prego, lasciami andare e mettiamo fine a questo supplizio… non facciamo altro che farci del male per ripicca e questo non va bene. Il nostro è un amore malsano e che ferisce ed io non voglio questo. Non è questa la mia idea di amore… tu vivi ogni cosa con troppo tormento e intensità. >>.
 
 
<< Ti amo! >>, gemetti, con la speranza di convincerla, afferrando la sua mano per stringerla tra le mie.
Volevo imprimere nella mia mente cosa stavo provando adesso ad avere il suo calore sulla mia pelle, il suo profumo solleticarmi le narici, la sua voce allietarmi l’anima e poter ricorrere a questi ricordi nelle lunghe, fredde e malinconiche notti invernali, in cui sarei stato solo.
<< Sono sincero, Emily. Perdonami! Non lasciarmi anche tu. Ti amo da morire e non voglio guardare al futuro senza di te… sei la mia vita. Sei tutto per me e senza di te, io morirei. >>.
 
 
Lei scosse la testa e si asciugò le lacrime.
<< Basta, Ville. Io ho deciso… non credo più a nulla di quel che dici. Mi hai mentito troppe volte e le tue reazioni sono esagerate… non ce la faccio… il tuo essere melodrammatico, non lo sopporto. >>.
Si liberò dalla mia presa e si alzò in piedi, scuotendosi i pantaloni dalla sabbia bagnata.
 
 
Capii che il momento tanto temuto era giunto e che l’amore della mia vita stava imboccando un’altra strada che l’avrebbe portata per sempre via da me.
Il mio cuore si frantumò in milione schegge affilate che squarciarono via la mia anima, facendo riaprire l’immane voragine nel mio petto. A malapena riuscivo a respirare e le lacrime galopparono leste sulle mie gote.
 
 
<< Ti prego… Emily… ti supplico… resta con me… io ti amo. Sto male senza di te. >>, dissi con intensità.
Avrei voluto che lei potesse sentire l’enorme strazio che mi stava divorando senza pietà.
Le bastava annullare la distanza tra me e lei… abbracciarmi e tenere stretti tra le sue braccia i pezzi di me che stavano cadendo.
Volevo una sola possibilità e che mi aiutasse ad amarla come desiderava.
Avrei fatto qualsiasi cosa, purché non mi negasse il suo amore e ogni piccolo frammento di lei.
 
 
<< Non continuare a dirlo… smetti di dire che mi ami, Ville. Stai rendendo solo le cose più difficili e ti stai rendendo ridicolo, come fai di solito. >>, replicò fredda e cattiva. Le sue parole mi pugnalarono e mi spezzarono via il fiato.
Solo lei riusciva a farmi davvero male in quel modo.
 
 
Mi fissò con quegli occhi innamorati in cui non trovai più la voglia di rendere meno opprimente la mia vita.
 
 
<< Facevo bene a non crederti quando mi dicevi che anche tu mi amavi!!! Volevi che io mi fidassi di te, quando io non mi sono mai fidato di nessuno. Avevo bisogno di tempo e tu lo sapevi! E quando ho iniziato a farlo… a dirti ogni cosa di me, anche la più segreta… tu hai trovato la falla per uccidermi. E ti chiedi il perché io ti abbia mentito? Ti ho dato il mio cuore e tu lo hai sbriciolato tra le tue mani. >>, dissi furioso, vicino a perdere il controllo.
 
 
Emily mi lanciò un’occhiata addolorata, coprendosi la bocca per fermare i singhiozzi.
 
 
<< Io ho scelto te, lo capisci? Tra tutte… io ho scelto te, come compagna delle mie gioie e dei miei dolori… tra tanto male, io ho trovato te. Hai reso la mia vita meno triste solo con un sorriso… con te, tutto è cambiato… tutto ha preso colore… passare il resto dei miei giorni con te è quello che desidero di più al mondo... morire nello stesso momento in cui anche tu lascerai questo mondo è quello che spero... passare il resto dell'eternità con te è quello che voglio… non andartene, Emily. >>.
 
 
<< Ville… >>, fremette, sconvolta dalle mie parole. Altri lucciconi le rigarono il viso di porcellana sottile. << È finita. >>.
Mi diede le spalle e senza pietà si allontanò nella notte.
 
 
Non ebbi la forza di fermarla.
A cosa sarebbe servito poi, se lei non desiderava più stare al mio fianco?
Continuai a piangere in silenzio, con il cuore che pesava come un macigno insostenibile. Ondate di disperazione mi affondarono e mi portarono nei meandri più oscuri del mio essere.
 
 
<< Ti amo, Emily >>, sussurrai, sedendomi sulla sabbia e affidando le mie parole al mare. 
 
 
Di nuovo ferito dall’amore.
 
Di nuovo impreparato ad affrontate il dolore.
 
Di nuovo solo con me stesso.
  
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