Film > Megamind
Segui la storia  |       
Autore: Kiarachu    03/02/2013    2 recensioni
AU: e se Megamind, Minion e Wayne fossero fuggiti dai loro pianeti, per trovarsi a Londra nell'epoca Vittoriana?
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I due alieni andarono di sopra, in soffitta, per guardare che c’era d’interessante.
Dato che Gordon aveva accordato loro il permesso di guardare negli armadi e nei bauli, Eiyuu aprì un semplice armadio di legno e guardò cosa c’era dentro.
 
“Oooh…guarda Meen-yawn! Adesso sono troppo piccolo perché possa indossare questi vestiti, ma mi piacciono molto come stile. Pensi che sia facile modificarli per adattarli alla mia corporatura?” Eiyuu chiese al suo amico acquatico, indicando dei pantaloni a sigaretta di colore scuro, e delle giacche lunghe blu e marrone.
 
Il pesce nella tenuta robotica estrasse dall’armadio quei completi, e li guardò bene, per poi sorridere e dichiarare, “Ma certamente, Signore. E penso che starebbe bene con vestiti simili. Sono molto eleganti, e pratici.”
 
L’ittioide continuò a estrarre dall’armadio tutti i pantaloni e giacche, lasciando stare le camicie, perché erano troppo attillate, e con colletti troppo ampi, decidendo di confezionarle su misura per il suo protetto.
 
Eiyuu intanto stava guardando dentro un altro armadio, e rimase perplesso quando vide dei vestiti femminili, decidendo di chiedere al direttore di chi fossero.
Dallo stile parevano molto vecchi, e pensò che, probabilmente, fossero appartenuti alla madre di Gordon.
 
Poi guardò nei piccoli cassetti e vide, con meraviglia, che erano pieni di gioielli femminili.
C’erano diversi cammei, in rosso, bianco e nero, orecchini finemente lavorati, collane e anelli.
 
“Meen-yawn, mi fai il favore di vedere che c’è in quei cassettini nell’armadio?” il giovane alieno chiese al suo guardiano, rimettendo un cammeo di corallo rosso nel cassettino.
 
Il pesce ubbidì, e rimase colpito dai gioielli da uomo che c’erano nel cassettino.
 
“Signore, ci sono degli anelli e dei gemelli bellissimi qua dentro, venga a vedere”, Meen-yawn dichiarò, dopo che fu uscito dallo stato di stupore.
 
Eiyuu andò lì, e guardò i gioielli, pensando poi di chiedere al direttore se erano suoi o di suo padre.
Lo stile era più antico rispetto a quell’epoca, probabilmente risalente ai primi dell’ottocento, e quindi era sicuro che fossero appartenuti al suo genitore.
 
Poi i due andarono a frugare in un baule, e lì trovarono dei vestiti un po’ più moderni, e della giusta taglia per Eiyuu.
 
“Questi sono i vestiti del direttore Baker, quando era giovane, guarda! Ci sono anche dei pigiami!” l’alieno blu disse, indicando una camicia da notte bianca e a righe nere.
Ce n’erano anche a righe blu e verdi, ed erano i tipici pigiami dell’epoca.
 
Estrassero un po’ di vestiti, che erano abbastanza simili allo stile scelto da Eiyuu, e Meen-yawn dichiarò che sarebbe stato facile modificarli.
Presero dei pantaloni alla zuava di velluto a coste marrone, blu e nero, e dei gilè grigi, blu scuro e nero, fatti in varie fogge, con orlo dritto o a punta.
 
Misero questi vestiti nel primo armadio aperto, e poi entrarono nella soffitta polverosa della loro futura casa.
Meen-yawn guardò con occhio critico tutta quella sporcizia, pensando che avrebbe avuto molto da fare.
 
Nella soffitta c’erano alcuni mobili, come armadi e tavolini, e i due alieni aprirono le portine e i cassetti, non trovandoci nulla dentro.
 
“Beh, è abbastanza logico, no? Con molta probabilità il direttore ha già preso tutto quello che gli interessava, portandolo nella sua casa”, ipotizzò il giovane genio.
 
Scesero le scale e aprirono la porta, arrivando al secondo piano dell’abitazione, notando che era effettivamente molto simile all’appartamento del direttore.
Aprirono alcune porte, guardando le stanze, ed Eiyuu fu felice di costatare che c’era anche una stanza adibita a libreria, con delle vetrine molto simili a quelle della casa di Gordon.
 
Osservò bene la scala, e i mobili, notando che solo la scala era tarlata e da sostituire.
 
“Meen-yawn, registra: sostituire scala biblioteca, spolverare mobili e casa. Avremo molto da lavorare, ma sarà divertente!” il giovane alieno disse al suo guardiano/amico, sapendo che aveva un registratore di suoni incorporato nella tenuta robotica.
 
“Ma non è necessario che lei pulisca, lasci tutto a me, Signore”, l’ittioide replicò, sapendo che il giovane genio si sarebbe stancato a fare lavori così pesanti, mentre lui, nel corpo robotico, non avrebbe avuto questo tipo di problema.
 
Eiyuu si accigliò, e dichiarò, “Non dire sciocchezze, amico mio! Lo sai quanto mi piaccia fare lavori di questo genere! Domani cominceremo a pulire come si deve, intanto continuiamo a guardare la casa, per vedere se ci sono mobili da sostituire.”
 
Il pescioide sapeva che quando Eiyuu si metteva qualcosa in testa, non c’era verso di fargli cambiare idea, così sospirò e disse, “Va bene, Signore, se le aggrada…in ogni caso son stupito del fatto che questi mobili siano ancora in buonissimo stato! È una fortuna per noi, vero?”
 
Il giovane alieno sorrise e annuì, e andarono nelle altre stanze, prendendo nota di quali mobili potevano tenere, e quali sostituire.
Poi scesero le scale per andare al piano terra, entrando in cucina, e Meen-yawn osservò che era meno moderna di quella del direttore, ma c’erano tutte le suppellettili che servivano per cucinare.
 
Il guardiano provò a far funzionare il lavandino, che invece che avere il rubinetto, aveva ancora la pompa per l’acqua.
Eiyuu lo fermò, prima che potesse usare la leva, tirò fuori una lattina di olio spray dalla pochette e oliò la leva.
 
“Eco, così penso che vada”, l’alieno geniale disse al suo amico.
 
Meen-yawn allora prese la leva, quasi aspettandosi che si staccasse, e pompò su e giù.
Con sua meraviglia, non solo la barra non si ruppe, ma dell’acqua rossa dalla ruggine cominciò a uscire dal becco, nel lavandino.
 
“Wow…son meravigliato. Ma credo che sia meglio chiedere al direttore di collegarlo con il moderno impianto dell’acqua, che ne dice, Signore?” Meen-yawn dichiarò al suo protetto.
 
Eiyuu annuì, e disse, “Meglio…così potremmo anche lavare meglio la casa. Per scaldare l’acqua penso che potremmo usare la mia pistola, settata su “destroy”, però prima devo fare delle prove. E poi dovrò pensare a inventare qualcosa di più ecologico per riscaldare l’acqua”, finì, pensando ai dati presi dai robocervelli sull’inquinamento di Londra dato dall’uso intensivo del carbone e dei caminetti per scaldare l’acqua.
 
Usciti dalla cucina, guardarono le altre stanze, una toilette con tanto di WC, un salotto e una stanza da letto simile a quella dove avevano dormito a casa del direttore.
Anche in quelle stanze c’era il mobilio solo molto impolverato, ma ancora usabile.
 
“Ok, domani dovremo cominciare a pulire bene questa casa, cominciando da quella camera, dove dormirò io. Poi la toilette e la cucina, la libreria, e poi il resto delle stanze. Sarà un lavoro lungo e sporco ma divertente. Mi sembra incredibile la fortuna che abbiamo avuto, vero Meen-yawn? Ed anche il direttore Baker! Ora torniamo a casa sua, così posso cominciare a leggere il libro di Darwin”, Eiyuu disse al suo guardiano.
 
Così tornarono nell’altra casa, il giovane alieno si lavò le mani nel bagno del direttore, e poi salirono in biblioteca, Eiyuu a leggere “L’Origine della Specie”, mentre Meen-yawn guardava per qualche libro di ricette, avendo deciso di imparare a cucinare per il suo amico.
 
Guardando l’orologio a pendolo, Eiyuu si accorse che erano già le tre del pomeriggio, e decise che, verso le quattro, avrebbe fatto uno spuntino.
Fortunatamente la pendola era una di quelle che suonava allo scoccare dell’ora, così mangiò del cibo disidratato che si era portato dietro nella pochette.
 
I due alieni continuarono a leggere i loro libri, e verso le sei Eiyuu aveva finito di leggere il suo, e si apprestava a cercarne un altro, salendo sulla scala.
Si accigliò quando sentì un rumore come di porta che viene aperta, provenire dal primo piano.
 
Non era un rumore di scasso, e ragionò che sarebbe stato estremamente stupido cercare di entrare con la forza nella casa del direttore della prigione.
Però era troppo presto perché fosse lui, così fece segno a Meen-yawn di seguirlo di sopra, stando zitto.
 
Raggiunta la soffitta, il piccolo alieno sussurrò al suo amico acquatico, “Scusa…ma non volevo rischiare di essere visto. Secondo te chi può essere? Il direttore dovrebbe arrivare tra un’ora e mezza, non può essere lui. D’altro canto potrebbe anche essere che se ne sia andato via prima, ma a giudicare dal suo carattere, non credo.”
 
Il pescioide pensò per un attimo, e poi dichiarò, “Non potrebbe essere la domestica? Il rumore pareva quello di chiavi.”
 
Eiyuu annuì, e rispose, “Potrebbe essere, ma il direttore ci ha detto che doveva rientrare solo domani. Oh…sento che sta arrivando quassù!”, li finì, sentendo dei passi avvicinarsi alle scale.
 
I due alieni andarono in punta d piedi verso la loro casa, entrando nel passaggio di collegamento.
Quando sentirono il pavimento della soffitta scricchiolare, Eiyuu accostò l’orecchio alla porta, per sentire, ed ebbe un moto di panico, quando sentì la persona avvicinarsi a dove erano.
 
Poi spalancò gli occhi quando sentì che, chiunque fosse dall’altra parte, stava chiudendo a chiave la serratura della porta del passaggio.
 
“Ma che diamine! Tutti gli uomini son uguali! Si dimenticano sempre di chiudere le porte a chiave! Rabbrividisco al pensiero di qualche ratto che potrebbe entrare dalla vecchia casa attraverso questa porta!”, la donna dichiarò.
 
Eiyuu e Meen-yawn seppero che era quasi sicuramente la domestica, e l’alieno blu rimase perplesso dall’accento della signora.
Parlava bene l’inglese, ma pareva molto rozza, no…no rozza…qualcos’altro…ma poi pensò che magari parlava così perché veniva dalla campagna.
 
I due alieni aspettarono che la domestica andasse via dalla stanza, sperando che non controllasse nell’armadio dove avevano messo i vestiti.
Poi Eiyuu fece un segno a Meen-yawn di seguirlo, e scesero nel piano sottostante.
 
“Che scocciatura…adesso dobbiamo aspettare che arrivi il direttore. Circa un’ora e mezza…speriamo che arrivi presto”, dichiarò il piccolo genio al suo amico acquatico.
Nel frattempo esplorarono ancora un pochino la casa, decidendo come mettere i mobili, e usando la pistola su alcuni, settata su distruggere.
 
Facendo così, l’ora e mezzo passò velocemente, e poi i due aspettarono.
Nel frattempo il direttore era tornato a casa, e si era accigliato un po’, vedendo che la porta non era chiusa a chiave.
 
“Signor Baker! Bentornato a casa! Sono arrivata prima, è contento?” chiese la domestica, sentendo la porta aprirsi.
 
“Hanna! Non mi aspettavo che lei tornasse così presto! Se posso chiederlo, come mai?” chiese Gordon, nascondendo la sua preoccupazione per i suoi particolari ospiti.
 
La donna di colore rispose, “Ho finito le mie faccende, ed ho trovato un treno che arrivava qua entro la serata. So quanto ha bisogno del mio aiuto, ed ero preoccupata anche dalle sue abitudini alimentari! E non mi dica che ha mangiato in maniera salutare, perché SO che lei mangia poco e cose non salutari, quando manco!” lei finì, agitando il dito davanti alla faccia del curatore della prigione.
 
A differenza d’altre domestiche di colore, o governanti in generale, Hanna era trattata alla pari da Gordon, e avevano un rapporto molto aperto, così la donna sapeva che poteva permettersi di redarguire l’uomo in quella maniera.
 
Il direttore rise, e disse, “Touché! Ha ragione. Vorrei farle una domanda: ha…mh…notato qualcosa di strano? Di fuori posto?” lui chiese, pensando ai due alieni.
 
Hanna sorrise, e replicò, “Beh, c’era un libro di ricette in biblioteca che era fuori posto, e poi son salita in soffitta, per chiudere a chiave il passaggio nell’altra casa, per evitare che i topi entrassero.”
 
Gordon pensò che i suoi ospiti fossero andati nell’altra casa a nascondersi, così disse, “Venga con me, ho da farle vedere qualcosa.”
 
Salirono fino in soffitta, e poi il direttore riaprì la porta del passaggio, dicendo, “Ragazzi? Siete lì?”
 
Eiyuu e Meen-yawn erano saliti in soffitta, e il piccolo alieno rispose, “Sì, direttore Baker, siamo qui. Possiamo venire?”
 
“Aspettate un attimo. Hanna, ti pregerei di non urlare, vedendo i nostri due ospiti. Mi hanno salvato la vita, ed ho deciso non solo di ospitarli qui, ma anche di dare loro la casa abbandonata. Come posso dire…non sono di questa terra”, Gordon disse seriamente alla sua governante.
 
La donna si accigliò, ma aveva fiducia nel suo datore di lavoro, così rispose, “La casa è sua, e può invitare chi vuole. Dopo il suo discorso sono curiosa di vedere questi enigmatici ospiti!”
 
Così Gordon aprì la porta, per rivelare chi c’era dietro. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Megamind / Vai alla pagina dell'autore: Kiarachu