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Autore: Dahmer    03/02/2013    1 recensioni
-Mamma, papà! Mi hanno presa! Mi hanno presa!- esultò esaltata.
Rylee era figlia di una graziosa coppietta di Canton, Ohio. La madre era casalinga e il padre un piccolo commerciante. Aveva due fratelli. Il più grande, Derek, impegnato nell’esercito americano da due anni e l’altro Jeremy all’università. Lei era l’unica rimasta con i genitori. Era una ragazza modestamente alta e magra, dalla pelle olivastra che faceva risaltare gli occhi verde smeraldo attorniati da lunghe ciglia nere. I lineamenti del viso erano delicati, il naso era leggermente alla francese e le labbra moderatamente carnose e sul labbro inferiore sfoggiava un piccolo anellino d’argento. Aveva i capelli mossi lunghi fino alle ultime costole e il loro colore noce accentuava gli zigomi alti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-New model-
 

Rylee aprì la mail, ormai convinta di un esito negativo.
 

Da: Drop Dead Clothing
A: Rylee Jackson
Gentilissima signorina Jackson abbiamo esaminato attentamente le foto da lei mandate e le scriviamo per comunicarle che è stata scelta come nuova modella della compagnia. La aspettiamo per un primo incontro martedì 15 giugno presso la nostra sede a Sheffield. Arrivederci.

 
Iniziò a iperventilare. Non ci poteva credere: era stata scelta! Scese velocemente le scale della modesta casetta azzurra in cui abitava. Si precipitò in salotto, saltando gli ultimi tre gradini della scalinata.

-Mamma, papà! Mi hanno presa! Mi hanno presa!- esultò esaltata.

Rylee era figlia di una graziosa coppietta di Canton, Ohio. La madre era casalinga e il padre un piccolo commerciante. Aveva due fratelli. Il più grande, Derek, impegnato nell’esercito americano da due anni e l’altro Jeremy all’università.  Lei era l’unica rimasta con i genitori. Era una ragazza modestamente alta e magra, dalla pelle olivastra che faceva risaltare gli occhi verde smeraldo attorniati da lunghe ciglia nere. I lineamenti del viso erano delicati, il naso era leggermente alla francese e le labbra moderatamente carnose e sul labbro inferiore sfoggiava un piccolo anellino d’argento. Aveva i capelli mossi lunghi fino alle ultime costole e il loro colore noce accentuava gli zigomi alti.

-Davvero?- domandò quasi sorpresa la madre, facendo rischiarare il proprio viso da un’espressione orgogliosa e raggiante.

-Si! Sono felicissima! Devo andare al primo incontro il 15 giugno in Inghilterra!- gridò in preda alla gioia la diciassettenne –Papà, mi accompagnerai vero?- domandò poi, rivolgendosi alla figura ormai fusa con il divano e completamente nascosta da un immenso quotidiano.
Il padre, Aaron, le lanciò un’occhiata di approvazione. Aveva l’abitudine di viziare Rylee, sua unica figlia femmina. La vedeva sempre come una bambina, quindi tra le due figure autoritarie in casa lui era certamente la più permissiva.

-Grazie, grazie, grazie!- lo abbracciò elettrizzata la ragazza.

Tornò in camera per avvisare le amiche, Kate e Isabel, due ragazze poco popolari ma molto simpatiche e affidabili. La prima figlia unica di un’avvocatessa e di un ricco imprenditore, concentrato più sul lavoro che sulla famiglia e la seconda figlia di una casalinga e di un architetto.
Accese il computer e salì su Skype. Le due ragazze risposero subito al suo tentativo di conversazione. I capelli rosso vivo di Kate s’illuminarono sotto la luce fioca della stanza in cui si trovavano e il pallore di Isabel le fece brillare il viso circondato da lunghi capelli biondi.

-Ry!- esordirono all’unisono le due figure sullo schermo.

-Ciao ragazze! Ho una notizia meravigliosa!- annunciò Rylee esibendo un sorriso a 32 denti.

-ODDIO TI HANNO PRESA!- strillarono le amiche alzandosi dalle rispettive sedie e cominciando a saltare per la stanza.

-Perché mi dovete rovinare le sorprese?- domandò lei sorridente –Comunque si! Il 15 giugno andrò a Sheffield!-

-Sheffield? In Inghilterra?- chiese curiosa Isabel.

-Esatto! Mi accompagnerà mio padre!-

-Lo vorrei anch’io un padre come il tuo!- affermò con tono colmo d’invidia Kate.

L’ultima asserzione fece scoppiare Rylee in una sonora risata, alimentata dall’emozione di essere stata accettata dalla Drop Dead. Qualcosa però calmò Kate.

-Aspettare, il 15 giugno non è tra tre giorni?-

Un momento di silenzio velò la stanza.

-Ma cosa dici?! Non è tra … Oddio … E’ TRA TRE GIORNI!- fece Rylee spalancando gli occhi –Devo subito preparare la valigia! E prendere i biglietti! E dirlo a papà! Scusate- commentò poi quasi tra sé prima di alzarsi dal letto spegnendo velocemente il computer, mentre dall’altro capo le amiche si divertivano allietate dalla sua reazione.

Rylee afferrò dall’armadio tre magliette e i pantaloni, biancheria intima e un paio di scarpe da ginnastica e li mise in un piccolo borsone rosso.

-Cosa manca?- si chiese.

-Ah giusto! Una felpa!- s’illuminò. Si fermò nuovamente –PAPA’, IL 15 GIUGNO E’ TRA TRE GIORNI!- sbraitò.

-Lo so- si sentì rispondere dal piano inferiore.

-E perché non me lo hai detto?-

-Pensavo lo sapessi. Stai preparando la valigia?-

-Si! E tu?-

-L’ho già pronta!- replicò fiero di sé Aaron.

-E i biglietti?- Continuò a incalzarlo la figlia.

-Ho chiamato poco fa l’aeroporto- Rispose pronto lui.

-Papà ti adoro!- esclamò Ry.

-Lo so!-  

Rylee riprese i preparativi per il viaggio. Prese il suo beauty-case zebrato dall’armadio e vi infilò dentro i trucchi, i dischetti struccanti, lo spazzolino, il dentifricio, la spazzola, svariate creme e shampoo.

Decise poi di farsi un bagno rilassante, pieno di schiuma e con le candele profumate che ornavano la vasca. Accese lo stereo in camera sua. La radio dava una canzone dei Bring Me The Horizon, che lei conosceva molto bene, anche se non era il suo gruppo preferito. Si immerse fino al collo nell’acqua calda. Si lasciò completamente andare alla pace e alla tranquillità di quel piccolo bagno moderno con le piastrelle bianche e nere. Dall’acqua usciva una lunga scia di vapore mescolato al profumo di fragola del bagnoschiuma e a piccole bolle di sapone. Si mise a cantare Home Sweet Hole riuscendo a tener testa anche allo scream del cantante. Iniziò a pensare che tra soli tre giorni lo avrebbe conosciuto. Sarebbe stato un onore, ma c’era un problema. Con chi non conosceva Rylee era una stronza, non in senso negativo, amava giocare e scherzare, lo psicologo della scuola le aveva detto che era una sorta di meccanismo di difesa che utilizzava quando provava sensazioni forti o si sentiva in imbarazzo e con Oliver si sarebbe sentita davvero molto in imbarazzo. Affondò la testa tra la schiuma, ci avrebbe pensato quando sarebbe stato il momento.

Uscì avvolta da un morbido asciugamano bianco. Una fitta nebbia di vapore si diffuse nella camera da letto. Spalancò la finestra per fare uscire la nube che si dissolse rapidamente. Si tolse l’asciugamano dalla vita e se lo arrotolò sui capelli.

Si vestì velocemente, indossando un paio di pantaloncini di jeans chiari e una maglietta grigia che le lasciava scoperta una spalla, quella che riportava un tatuaggio sulla clavicola:

Il Ricordo unisce ciò che la vita separa.

Frase significativa di Anton Vanligt che lei aveva voluto dedicare alle due persone più importanti della sua vita, i fratelli, quando se ne erano andati di casa per vivere la loro vita. Il tatuaggio era accompagnato dai nomi dei due ragazzi e tre piccoli cuori incatenati a fare da sfondo alle ultime parole della citazione.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta della camera.

-Chi è?- chiese, mentre si asciugava i capelli con l’asciugamano.

-Max- rispose la voce dall’altra parte della porta.

Rylee si precipitò ad aprire.

-Max!- esultò allegramente abbracciandolo, cogliendolo impreparato a quella dimostrazione di affetto che lo fece barcollare. Max era il suo migliore amico in assoluto. Un ragazzo di un anno più grande, popolare ma non presuntuoso. Era un bel ragazzo, alto circa un metro e ottanta. Aveva gli occhi azzurri e i capelli neri lunghi fino alle spalle. Aveva due piercing, uno sulla lingua e l’altro sul sopracciglio sinistro e molti tatuaggi che gli decoravano il corpo. La maggior parte sulle braccia e uno, davvero impressionante, che gli attraversava il collo, un serpente.

-Ry, ho saputo della Drop Dead!- le comunicò.

-Come lo hai saputo?- domandò incuriosita lei.

-Si è già sparsa la voce, sai com’è Isabel …-

I due risero contemporaneamente, in effetti Isabel non sapeva tenere un segreto nemmeno se fosse stata pagata per farlo.

-Vieni dentro, è una vita che non parliamo- lo invitò a sedersi sul letto, dove un tempo si divertivano a scherzare, confidarsi e commentare le loro canzoni preferite. Ry, infatti aveva saputo dell’esistenza dei Bring Me The Horizon grazie a lui, ed era stato sempre lui ad insegnarle lo scream, finché l’alunna non aveva superato il maestro. Il ragazzo si accomodò sul materasso coperto da vivaci lenzuola verde pastello e azzurre. Guardò l’amica. Era davvero tantissimo che non passavano più del tempo insieme.

-Ti spiace se intanto mi asciugo i capelli?- chiese cortesemente lei.

-Fai pure- le sorrise lui.

La ragazza si armò di phon e spazzola e cominciò ad asciugare quella chioma diventata indomabile a causa del contatto con l’acqua.

-Ti rendi conto che conoscerai i Bring Me The Horizon? Ti invidio tantissimo!- le confessò poi mentre la osservava pettinarsi quel cumulo di capelli. Il tono della sua voce si alzò notevolmente facendolo assomigliare a una ragazzina fan sfegatata del gruppo.

-Sapevo che mi nascondevi qualcosa!- lo derise lei.

-C-Come?- domandò stupito Max tornando alla sua solita voce.

-Ti piace Oliver eh?! Lo sapevo che eri gay! L’ho sempre sospettato!- fece contenta Rylee.

-Un momento … ?! … Io non sono gay!- si difese stranito l’amico.

-Oh! Bella figura di merda!- commentò lei tornando a concentrarsi sull’acconciatura.

-Davvero pensavi che fossi …- iniziò lui.

-No! Volevo vedere come reagivi!- ammise.

Il ragazzo sospirò, visibilmente confortato. Non era gay! Anzi quando aveva conosciuto Rylee aveva avuto per più di un anno una cotta per lei, ma, ai suoi occhi, la ragazza lo aveva sempre visto come un amico, quindi si era accontentato di quel ruolo.

-Beh, e tu che mi dici? Farai la ragazza per bene o sarai l’animale che sei stata all’inizio (e sei tutt’ora) con me?- proseguì. Smascherata. I primi mesi di conoscenza Ry era stata stronza con lui, il perché?! Beh, perché gli piaceva.

-Non sono un animale! Amo farti scherzi!- mentì lei –Comunque darò a Oliver ciò che si meriterà- asserì con un pizzico di malizia.

-Sei consapevole che detta così questa frase suona malissimo?!-

Seguì un’allegra risata, Max non aveva tutti i torti, quella frase era il culmine del doppio senso. Rylee mise il phon in valigia e si sistemò accanto all’amico.

-Ti mancherò almeno un po’?-  gli domandò.

-Per quanto starai via?-

-Non lo so, ma ti mancherò?-

-Mmmm … No, non credo-

La ragazza afferrò un cuscino e glielo tirò sul viso, facendolo sobbalzare. Iniziò una lunga lotta a cuscinate che vide l’amica vincitrice. Rimasero tutto il pomeriggio rannicchiati sul letto a parlare di tutto ciò che gli veniva in mente, ma poi arrivò la sera e Max dovette andarsene. Ci fu un lungo abbraccio prima che questo uscì dall’abitazione. Si erano allontanati molto nell’ultimo periodo poiché Ry aveva iniziato a frequentare la palestra e questo le aveva fatto ignorare la loro amicizia. La visita di Max aveva salvato il loro rapporto.

-Scrivimi quando arrivi e tienimi aggiornato- le raccomandò dandole un bacio sulla fronte.

-Senz’altro- lo rassicurò lei guardandolo dal basso verso l’alto. 

Era finalmente arrivata l’ora di dormire, entro tre giorni avrebbe realizzato il suo sogno di diventare modella. Uscì sul balcone e si sedette su un piccolo divano bianco senza schienale, appoggiato al muro della casa. Alzò lo sguardo, contemplando le stelle. Il cielo era una meraviglia quella notte. Era mezzanotte. La calda mezzanotte di inizio estate e Ry era davvero felice. C’era una quiete assordante. L’unico suono che si poteva sentire era il flebile cantare dei grilli. Tutto stava andando per il meglio.

Prese la tazza di the che poco prima aveva posato su un tavolino in vetro e ne bevve un sorso. I genitori la ritenevano pazza, solo lei beveva il the caldo a giugno, ma la ragazza continuava a dire che la rilassava.

 
Ciao! Di nuovo io e di nuovo con una FF sui BMTH! Volevo precisare una piccolissima cosa: in questo capitolo alcune frasi sono state molto significative per me, poiché ho voluto inserire il fatto che il fratello di Rylee fosse nell’esercito perché il mio migliore amico poco tempo fa si è arruolato e lui è come un fratello per me. Per fortuna è riuscito a ritirarsi dall’addestramento, dato che non voleva farlo, ma l’angoscia di salutarlo prima che partisse è una cosa che non dimenticherò mai. *Black Devil*  
  
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