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Autore: Gia August    24/08/2007    12 recensioni
Quando il confine tra illusione e realtà viene superato, il desiderio di un amore diviene ossessione e pone le vite di Bo e Luke in pericolo. Laura Dawson per possederne uno, deve impedire all'altro di mettersi tra lei e l'oggetto dei suoi desideri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bo Duke, Luke Duke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Con immensa gioia vi regalo il primo capitolo di una nuova long-fiction che sta pian piano prendendo vita dalla geniale penna di Gia August. Questa storia si colloca nella stessa linea temporale di “A shot in the dark” ponendosi come suo naturale seguito. Mi auguro di ritrovare le mie affezionate commentatrici e di poterne salutare delle nuove.

Anche questa storia fa parte dell'immenso Fanfiction.net, qui di seguito vi lascio il link alla versione originale: http://www.fanfiction.net/s/3663730/1/The_Object_Of_Her_Affection

Vi auguro una buona lettura.

 

The Object of Her Affection

By Gia August

Traduzione di Lella Duke

 

Capitolo uno: amore a prima vista

 

Se la gente di Hazzard l’avesse conosciuta bene, avrebbe potuto pensare che Laura Dawson era una ragazza strana. Infatti, nonostante avesse vissuto in periferia per tutta la vita, i suoi concittadini l’avevano vista di sfuggita soltanto poche volte. E questo perché Laura era migliore di loro. I suoi genitori le avevano inculcato quella convinzione sin da quando era una bambina e si erano assicurati che tenesse le debite distanze dagli altri abitanti di Hazzard. Lei era al sicuro solo tra le mura domestiche del loro vecchio palazzo, unico superstite della grande piantagione di famiglia. Il cancello di ferro battuto, alto e con le estremità appuntite, li aiutava a tener fuori intrusioni esterne.

Laura aveva accettato le limitazioni dei genitori senza mai fare domande, ma le cose erano cambiate. Erano morti lasciandola sola con uno stato d’animo a metà tra lo sconcerto e l’eccitazione per la sua nuova improvvisa indipendenza. Il vecchio palazzo appartenuto alla sua famiglia da generazioni, ora era esclusivamente suo. Per la prima volta, era libera di prendere le sue decisioni. Non c’era più nessuno che la controllasse. Lei aveva il controllo. Non aveva più alcun desiderio di rimanere isolata. Aveva bisogno di conoscere il mondo al di fuori del cancello. Hazzard era un posto sicuro dove iniziare la sua nuova vita.

Il dolore per la perdita dei genitori, fu presto rimpiazzato da un senso di potere. Aveva assunto finalmente il controllo della sua vita. Non le occorse molto per guadagnare anche la libertà. Era pronta per iniziare la sua nuova vita. Riuscì ad ottenere un lavoro nella banca locale di proprietà di J.D. Hogg. Boss fu sorpreso che una ragazza del suo rango volesse lavorare per lui e la accolse nella sua banca con la muta speranza di poter entrare nelle grazie della sua famiglia. I Dawson erano dei ricchi possidenti. Lungi da lui giudicarne l’eccentricità. Rimase molto sorpreso dalle capacità organizzative di Laura. Non era di certo quella che si definisce una ragazza appariscente, ma andava più che bene considerando il livello degli abituali clienti della sua banca.

Era trascorso quasi un mese da quando Laura aveva iniziato il suo lavoro. Arrivava sempre presto. I suoi rituali mattutini erano sempre gli stessi. Dopo aver scelto con cura quale completo indossare, rimaneva sempre di fronte al vecchio specchio della sua camera da letto, meravigliandosi ogni volta per quella donna che ricambiava il suo stesso sguardo. C’erano stati così tanti cambiamenti per lei in un breve lasso di tempo. Si sarebbe aspettata anche una metamorfosi fisica, ma invece era sempre uguale. Osservò attentamente quel riflesso che le rimandava lo specchio e notò qualche ciocca dei suoi capelli castani libera dall’abbraccio dello chignon che aveva alla base del collo. Si sistemò con cura i capelli e li riannodò facendo attenzione a non farsene più sfuggire. Si mise in ordine la gonna grigia che le ricadeva al di sotto delle ginocchia. Si abbottonò al collo la camicetta bianca. Era pronta.

Mentre continuava a studiare il suo riflesso nello specchio, Laura si rese conto che nessuno l’avrebbe mai considerata carina. ‘Semplice’ era la parola che aveva udito per tutta la sua vita riferita alla sua persona. Si infilò gli occhiali spessi e si rimirò di nuovo soffermandosi sui suoi occhi azzurri e compiacendosi per ciò che stava vedendo. Non c’era niente di male nell’essere semplici. L’uomo giusto l’avrebbe apprezzata per quel che era.

Laura aveva atteso tanto per vivere la sua vita in quella cittadina e l’aveva più volte immaginata da dietro la recinzione del suo palazzo. Sperava che avrebbe avuto la possibilità di farsi amici anche se per lei non era mai stato facile. In realtà non ne aveva mai avuti considerati i suoi contatti limitati con le persone fino ad allora. Ma si impose di cambiare. Era sicura che a breve avrebbe incontrato l’uomo dei suoi sogni. Credeva nel destino.

L’orologio sulla mensola annunciava le otto e Laura si guardò un’ultima volta allo specchio. Soddisfatta di ciò che vedeva, corse via diretta verso la banca.

 

 

Laura stava dietro al bancone intenta ad organizzare il suo giorno di lavoro. Come solito era tutto in perfetto ordine. L’ordine era importante. Alle nove in punto si avviò verso l’entrata. Quando aprì la porta però, si ritrovò a sobbalzare per lo spavento. Si ritrovò faccia a faccia con un uomo dall’altra parte della porta aggrappato alla maniglia.

“Mi perdoni signorina. Non volevo spaventarla.” Si scusò Bo Duke regalandole un sorriso.

Laura si ricompose in fretta. Rispose: “non mi ha spaventata.”

Aprì completamente la porta per permettere a Bo di entrare. Non appena le passò di fronte, non poté fare a meno di notare quanto fosse bello quel ragazzo biondo. Bo si accorse di essere osservato, ma non ne fu sorpreso. Era abituato a certi sguardi da parte delle donne. Sapeva per esperienza che apprezzavano quel che vedevano.

Bo si arrestò per permettere a Laura di passare. Sorrise in modo radioso e disse: “buongiorno, deve essere nuova vero?”

Laura annuì bruscamente, era troppo indaffarata: “si, per favore si avvicini.”

Bo si accostò al bancone mentre la ragazza riguadagnava la sua postazione. Fu preso alla sprovvista quando lei non ricambiò il suo sorriso.

“Come posso aiutarla?” Chiese Laura in maniera formale. Il suo tono piatto stupì Bo. Si aspettava l’inizio di un flirt come sempre accadeva con tutte le ragazze di Hazzard. E invece sembrava proprio che Laura fosse troppo occupata per accorgesi di lui.

“Sono Bo Duke e dovrei prelevare del denaro dal nostro conto di famiglia. Venti dollari per favore.”

Bo sorrise di nuovo cercando di stabilire una sorta di connessione con Laura, la quale però non se ne accorse. Esaminò attentamente l’assegno che le aveva consegnato il giovane prima di iniziare la pratica. Portò il libro mastro sul bancone per annotare l’operazione. Quando sentì la porta aprirsi e richiudersi, distolse lo sguardo dal suo lavoro. Smise di scrivere e osservò l’uomo che si stava avvicinando.

“Hey Bo, non hai ancora finito qui? Io sono stato già all’ufficio postale.” Disse Luke Duke con un sorriso compiaciuto stampato in volto e ponendosi di fianco al giovane.

“Lo vedi che non ho finito, cugino. Miss Tizdale deve aver aperto prima del solito perché sono solo passati un paio di minuti dalle nove.” Rispose Bo guardando l’orologio. “Non avresti dovuto ritirare la posta tanto in fretta.”

Luke sorrise trionfante: “già, Miss Tizdale ha aperto l’ufficio non appena si è accorta che stavo aspettando di fuori. E’ andata contro tutte le regole e mi ha fatto entrare un paio di minuti prima. Naturalmente ho dovuto prendere il numero e ho dovuto mostrarle la mia carta d’identità, ma credo che in realtà non sappia resistere al mio fascino. Ha detto che sono come zio Jesse.”

“Il suo comportamento non ha niente a che fare con te, Luke. Miss Tizdale è carina con te solo perché vuole far colpo su zio Jesse.” Continuò Bo tentando di nascondere la stizza che gli aveva procurato il cugino.

Luke scrollò le spalle: “se la pensi così! Quanto ti manca? Dobbiamo ancora mettere mano alla lista della spesa che ci ha dato zio Jesse. Non possiamo farlo aspettare.”

“Ho quasi finito, Luke.” Concluse Bo mostrando il suo disappunto. “Non faremo tardi.”

Miss Tizdale poteva anche essere una persona mattiniera, ma di sicuro non era immune al fascino di Luke. Bo non poteva vantarsi dello stesso successo con le donne quella mattina. Si era sempre considerato una calamita per le fanciulle molto più di quanto lo fosse Luke, ma la nuova impiegata della banca non la pensava allo stesso modo. Non si era neanche accorta di lui. Decise di non farne parola col cugino e di non dargli quindi altri motivi per prenderlo in giro. Almeno non aveva mostrato interesse neanche per Luke.

Mentre i due giovani stavano parlando, Laura cercava di guardare Luke senza dare nell’occhio. Quando ricambiò un suo sguardo catturandole gli occhi, lui le sorrise. Il suo volto si accese rivelando delle piccole fossette. Laura si sentì lusingata. Rivolse di nuovo la sua attenzione al lavoro sul bancone per cercare di nascondere il rossore che le aveva invaso le gote. Si sentì come avvolta da un’ondata di calore. Doveva concentrarsi e terminare la sua operazione. Non riusciva a credere a quel che era appena accaduto. Consegnò il denaro a Bo con mano tremolante e sperò che nessuno dei due se ne fosse accorto.

Bo afferrò le banconote e le ripose nel portafogli: “grazie signorina. Buona giornata.” Ma non ricevette risposta.

Luke sorrise di nuovo a Laura. La giovane distolse immediatamente lo sguardo. “Ci vediamo.” Le disse.

Bo afferrò Luke per un braccio: “andiamo cugino. Abbiamo altre commissioni. Zio Jesse non vuole che perdiamo tempo quando ha bisogno di qualcosa.”

“Non sto perdendo tempo.” Protestò Luke sottovoce seguendo Bo alla porta.

Quando furono abbastanza lontani da Laura, Luke sussurrò: “deve essere timida, non trovi?”

“Direi che è ‘strana’ soprattutto.” Rispose Bo. “Di sicuro non aveva molto da dirmi.”

Luke rise: “ed è questo che la rende strana? Perché non ti ha considerato?”

“Sto solo dicendo che non è una persona socievole.”

“Rallegrati, Bo. Quella forse è l’unica ragazza di Hazzard sulla quale il tuo irresistibile fascino non ha alcun potere. Dimenticala, ne hai tante altre.” Disse Luke sogghignando e scivolando al posto di guida del Generale Lee.

“Mi hai distratto per poter guidare, Lukas.”

“Tutto è lecito…” Rispose Luke ridacchiando mentre Bo raggiungeva l’altro lato della vettura.

Mentre il Generale si allontanava, Bo restituì il sorriso al cugino: “mi hai battuto. Vorrà dire che stavolta mi gusterò la corsa.”

Laura osservò i due giovani uscire dalla banca, incapace di togliere gli occhi di dosso a Luke. Quando la porta si chiuse alle loro spalle, finalmente sospirò. Li guardò saltare dentro una macchina arancione parcheggiata su strada. Mentre lasciavano la sosta, corse verso la finestra per vederli scomparire dietro l’angolo. Si sentì sopraffatta. Aveva bisogno di ricomporsi. Sapeva che la sua vita era cambiata nel momento stesso in cui Luke Duke l’aveva guardata negli occhi e le aveva sorriso. Si era creato subito un buon feeling tra loro due.

Laura si sedette sullo sgabello posto dietro al bancone e iniziò a pensare a Luke. Riusciva a vedere chiaramente ogni dettaglio del suo volto proprio come se lo avesse avuto ancora di fronte. Il contrasto tra i suoi occhi azzurri e il castano scuro dei suoi ondulati capelli, rendeva ancora più profondo il suo sguardo. Il suo volto si illuminava quando sorrideva. La sua voce era dolce e gentile. Laura era sopraffatta da quei nuovi sentimenti che si stavano impadronendo di lei. Sapeva che esisteva qualcosa chiamato amore a prima vista e non poteva credere che fosse capitato proprio a lei. E soprattutto sapeva che lui la ricambiava. Aveva potuto leggerlo nei suoi occhi e nel suo sorriso. Il messaggio che le aveva rivolto era stato chiaro.  Le aveva detto che voleva rivederla. Sapeva che in realtà stava tentando di dirle qualche altra cosa però: si era innamorato di lei. Era destino che si amassero.

Bo Duke lo aveva chiamato “Luke”. Luke Duke. A Laura piaceva il suono del suo nome. Le sarebbe piaciuto diventare la signora Duke. Avevano perfino le stesse iniziali. Non aveva alcun dubbio che Luke fosse l’uomo giusto. Lei lo amava. Lui la ricambiava.

E si sarebbero amati finché la morte non li avesse separati.

 

To be continued…

  
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