Ho scritto questa
one-shot di getto. Senza neanche pensarci tanto, in realtà.
Infatti è anche
molto breve.
Spero vi piaccia.
Recensite!!!
o:p>
La notte mi copriva,
mi nascondeva.
Nessuno mi avrebbe
seguito, come al solito.
Ero silenzioso.
Ero la notte e il
silenzio stesso.
E se qualcuno mi
avesse sentito e seguito, avrebbe pagato con la vita.
Odiavo uccidere, ma
sarebbe stato solo per proteggerla: avevo troppi nemici cui non
mostrare i miei
punti deboli. Se l’avessi messa in pericolo, non me lo sarei
mai potuto
perdonare.
Quando avevo
abbandonato il villaggio della Foglia, era stato difficile lasciarla.
L’avevo
sempre amata, ma avevo una missione da compiere. Io ero un vendicatore.
Uccidere Itachi era per me l’unica ragione di vita. Vivevo
solo per questo.
Mi ero allontanato
da lei, sperando di poterla dimenticare.
L’avevo messa
da
parte, ma quando, dopo tre anni, mi si parò di nuovo
innanzi, capii che non
potevo farne a meno.
Ad ogni novilunio,
mi recavo a Konoha. Andavo da lei, che non mi aveva mai abbandonato,
mai
dimenticato, mai messo da parte, nonostante l’avessi fatta
soffrire.
Ricordo la prima
volta che entrai nella sua camera buia.
Dormiva tranquilla,
avvolta tra le lenzuola.
Sembrava un angelo,
anche se sapevo bene che non lo era. Sorrisi, ricordando i pugni, gli
schiaffi
e gli insulti che indirizzava a Naruto.
Ad un tratto la
figura nel letto scomparve in una nuvola di fumo. Un
kage-bushin?
- S-Sasuke…-
quella
vera era alle mie spalle.
Mi voltai a
guardarla. Il kunai le cadde dalla mano.
- S-Sasuke…-
- Si, sono io-
Mi avvicinai.
Mi fissava immobile,
a bocca aperta.
L’abbracciai.
Era da tempo che
desideravo farlo, ma avevo sempre avuto paura, perché sapevo
che, prima o poi,
sarei dovuto partire. E allora, lei sarebbe stata ancora peggio.
Invece, allora,
eravamo entrambi più maturi. Avrebbe compreso le mie
ragioni.
Sakura, avvolta tra
le mie braccia, cominciò a piangere.
-
Tu…bastardo! Non
sai neanche quanto ci sei mancato. Quanto mi sei
mancato-
La strinsi ancora
più forte.
Era meglio mettere
subito le cose in chiaro.
- Non sono venuto
per restare. Non posso rimanere e sai il perché. Sono venuto
qui solo per te -
Lei allora mi
guardò
negli occhi, allibita. Poi sorrise, ricominciando a piangere.
-Shhh!- le dissi
premendo il mio dito sulle sue labbra – Nessuno deve sapere
che sono venuto, o
saresti in pericolo-
Quella volta
stipulammo un patto: una notte al mese. Solo noi due.
Ero finalmente
arrivato. La finestra era aperta, nonostante fosse inverno.
Entrai e la chiusi.
Sakura mi cinse da
dietro.
Quella notte, non
servivano le parole. Quelle sarebbero arrivate dopo.
Mi voltai a
guardarla. Sorrideva. Le sue labbra, tese, erano bellissime. Mi chinai
sul suo
volto e la baciai dolcemente.
Eravamo due ninja.
Vivevamo di violenza.
Avevamo bisogno di
quella dolcezza.
Poco dopo la mia
mano scorreva lentamente sul suo corpo nudo, accaldato, che tremava al
mio
tocco.
Si avvicinò e
mi
baciò il collo, per poi risalire piano fino alle labbra.
Avevo trovato
qualcosa che mi facesse venire i brividi. I suoi baci risvegliavano in
me la
voglia che avevo di lei.
Sapevamo che le
difficoltà sarebbero state ancora tante, ma sapevamo anche
che sarebbero
finite. Allora saremmo potuti essere felici. Veramente felici.
In quelle notti,
quando ero in lei, mi chiedevo come facessi a stare, un mese intero,
senza i
suoi sospiri, i suoi gemiti, i suoi baci, i suoi morsi, le sue carezze.
Poi, prima
dell’alba, partivo comunque.
Lei, ormai, non
soffriva più, perché era certa che sarei tornato.
Era solo preoccupata:
temeva che presto sarebbe arrivato il mio scontro con Itachi.
Ora avevo un motivo in
più per ucciderlo. Non mi sarei fatto battere.
Volevo la
felicità,
quella che, ormai da mesi, assaporavo con Sakura.
Sapevo che
l’avrei
potuta ottenere solo uccidendolo.
Ero pronto per
continuare il mio viaggio.
Lo facevo per lei.
Lo facevo per noi.