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Autore: RiccRoss    03/02/2013    3 recensioni
E sì, perché c’è una routine anche per le giornate libere, ma a voi, alla fine, non importa: vi basta passare un pomeriggio insieme - solo voi due - come tutte le coppie felici.
Noi, però, non eravamo una coppia felice.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Le automobili in doppia fila, la fila alle macchinette, le pile fin troppo ordinate di moduli da riempire. E poi? E poi arriva la domenica, quel giorno un po’ bastardo troppo lontano dal lunedì e allo stesso tempo fin troppo vicino. La domenica, al posto della sveglia, sul comodino metti il cervello perché si deve riposare, perché non ti serve. Vi proponete di fare qualcosa di nuovo anche se sapete già in partenza che sarà il solito buco nell’acqua. E sì, perché c’è una routine anche per le giornate libere, ma a voi, alla fine, non importa: vi basta passare un pomeriggio insieme - solo voi due - come tutte le coppie felici. Noi, però, non eravamo una coppia felice.

Chiusi con forza la portiera del passeggero, con lo sguardo fisso verso la Tana.
“Mi uccideranno per quello che sto per fare” pensai tristemente.
Il sonoro schioccare delle nocche di Ron mi fece sobbalzare.
- Ron, ti ho detto mille volte che mi da fastidio!
- Scusa, amore, perché se così suscettibile oggi?
Umpf, aveva ragione. Per tutta la durata del pranzo alla Tana non avevo fatto altro che guardare male la saliera imprecando di tanto in tanto contro una Ginny troppo rumorosa.
- Ho solo un po’ di mal di testa. E’ tutto OK
“Da quando in qua mentire mi riesce così naturale?!”
Ron mi guardò per un po’, poi si riscosse.
- Allora, che facciamo oggi pomeriggio?
- Andiamo all’Ikea? E’ da un mesetto che non ci facciamo un giro lì
Ron annuì e accese il motore dell’auto.
No, noi non eravamo una coppia felice o almeno io non mi sentivo così. Avevo intenzione di dirglielo anche se con le parole non ero mai stata brava. All’Ikea si trovano gli antipodi di una relazione: le coppie felici che progettano la loro casa dei sogni e quelle infelici che vorrebbero comprare un letto matrimoniale, ma che si accorgono di essere partiti in motorino.

Impiegammo un’ora per arrivare all’Ikea. L’avrei trovata un’uscita molto divertente se non fosse per il fatto che stessi per lasciare Ron. La pancia mi tremava e forse avevo un sorriso troppo tirato in viso. Cercavo un luogo adeguato, ma mi ero preposta di dirglielo prima che arrivassimo alle camere da letto. Arrivammo alle cucine e ormai avevo l’impressione di star per vomitare, ma mi feci coraggio.
- Ron, ti ricordi quando ci siamo conosciuti ad Hogwarts?
- Oh, sì, eri una piccola saccente.
Risi, si fa per dire, appoggiandomi allo schienale di una sedia.
- Neanche tu eri da meno, ma quando siamo diventati veri amici è stata davvero una grande sorpresa, anche se i nostri litigi non hanno mai avuto fine. Però … però può darsi che, insomma, siano stati un segno, quei litigi …
Ron mi guardò con gli occhi sgranati
- Cosa intendi dire?
- Intendo dire che noi forse non siamo fatti per stare insieme come fidanzati, ecco, ma solo come amici
“Adesso vomito, adesso vomito”
L’espressione di Ron cambiò sotto il mio sguardo preoccupato: da frastornata era diventò vagamente furiosa.
- Ron? Dì qualcosa!
- E che ti posso dire! Niente! Mi hai ingannato mentre io pensavo che fossimo felici insieme …
- No, Ron, no. Io non ti ho mai ingannato! Io …
- A no? Pensavo fossimo una coppia e adesso mi vieni a dire che forse è meglio se restiamo amici! Non sono nato ieri e capisco se questo è un modo per scaricarmi!
Ron alzò il tono di voce, facendo voltare parecchi clienti.
- Ron, non mi permetterei mai di illuderti. Io provavo qualcosa per te, ma avevo solo 18 anni. Il tempo passa e io sono cambiata.
- Quindi, sono stato solo un tappa buchi per te?!
Restai di stucco, come poteva pensare certe cose di me quando eravamo amici da più di 10 anni?
Rimasi interdetta, non trovando le parole adeguate per rispondere.
- Si dice che chi tace acconsente, perciò il mio posto non è più questo.
Ron afferrò la sua giacca, girò i tacchi è sparì nel corridoio precedente. Non si voltò, né prestò attenzione alle mie proteste.
“Come ha potuto! Come può pensare che io l’abbia ingannato! Semplicemente non possiamo stare insieme, ma non vedo il motivo di lasciarmi qui …” Il panico si fece strada dentro di me. “Mi ha lasciato qui. Ha preso la sua roba e mi ha lasciato qui. E adesso come torno a casa?!”
Presi a ticchettare convulsamente le dita sullo schienale della sedia, guardandomi intorno come se la soluzione potesse scendere dal cielo.
“Sono fottuta” era l’unico pensiero che mi passava per la testa.
Di chiamare Ron era fuori discussione, non dopo tutto quello che aveva supposto su di me. Anzi, ripensandoci, la sua reazione era a dir poco esagerata e in verità aveva fatto tutto lui. Prima aveva ipotizzato che lo avessi ingannato e poi che lo avessi sfruttato. Un dubbio si insinuò in me: e se anche lui avesse voluto lasciarmi e avesse colto al volo la palla, facendomi sentire, peraltro, in colpa? Essere una strega nel mondo babbano non mi agevolava di certo. Per quanto ne sapevo nessuno dei miei amici conosceva l’Ikea, né a maggior ragione dove si trovasse.
“E adesso cosa faccio?”
Mi guardai intorno e l’unica cosa che mi venne in mente era quella di continuare a passeggiare su e giù per l’Ikea con la speranza di trovare qualche concittadino che conoscevo. Era una speranza così debole che quasi mi scoppia a ridere in faccia da sola, ma era il mio unico appiglio.
Mi sentivo così terribilmente fuori posto. Non sono fatto per andare in un luogo senza un motivo e il mio stomaco si contorceva per la preoccupazione. Mi incamminai lentamente verso il reparto dei bambini seguendo le frecce indicatrici sul pavimento. Girovagai un pochino osservando i peluche, che erano sempre stati il mio debole. Ne vidi uno a forma di gufo e lo presi senza remore, mi ricordava Hogwarts e i suoi bei tempi. Non feci in tempo a esaminarlo per bene per trovare possibili scuciture, che un corpicino morbido mi cadde letteralmente addosso. Era una bambina bionda con gli occhi scuri, come i miei carichi di preoccupazione. Ansimava velocemente.
- Bimba, cos’è successo?
- Io … io non trovo più il mio papà
Disse lei scoppiando in un pianto
- No, non piangere. Lo cerchiamo insieme, va bene?
Le consegnai senza pensarci il gufo di peluche (perdendo tutte le speranze di riaverlo indietro) e la presi in braccio. Aveva su per giù 5 anni ed era molto leggera. I suoi capelli profumavano di camomilla.
- Allora bimba, com’è il tuo papà?
- Io non mi chiamo Bimba. Mi chiamo Kate, e tu?
- Ehm, io mi chiamo Hermione.
Presi un fazzolettino e le asciugai le lacrime mentre Kate mi descriveva il suo papà.
- Ha i capelli come i miei e gli occhi grigi. Ed è alto e magro.
Premettendo che l’area bimbi dell’Ikea è qualcosa di enorme e spazia dalle camere da letto alla zona giochi, mi misi subito a cercare la suddetta persona. Nessuno però aveva l’aria di aver appena perso una bimba. Un po’ giù di morale mi avvicinai a un letto a soppalco, quando Kate mi urlò in un orecchio.
- Papà, Hermione è papà!
- Dove?
Kate mi indicò un uomo affaccendato vicino a uno stand di peluche, dove alcuni bambini giocavano.
- Sei sicura, Kate?
- Sì, sì.
Corsi con la bambina in braccio che gesticolava e gridava ‘Papà’
L’uomo mingherlino indicatomi da Kate si voltò e da ansiosa, la sua espressione mutò in sollevata.
Mi avvicinai sorridendo, poi il mio cuore perse un battito.

CONFESSIONI DELL'AUTRICE
Siamo tutti sopravvissuti alla fine del mondo, yay!
Nuova fic, ma non vi prometto niente perchè le mie idee sono passeggere e se perdo il priscio addio ...
Che fine a effetto vero?
Lettori: tanto lo sappiamo tutti che l'uomo è D ...
Shhhhhhhhhhhh
Recensite in tanti perchè sappiatelo, vi lovvo
Vi zaluto, RiccRoss
  
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