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Autore: shelters    03/02/2013    6 recensioni
"you tell me about your past, thinking your future was me."
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ad Emma, alla sua canzone preferita e alla splendida donna che ha scritto questo testo.

cause I remember it all too well. 

 

Sbattè la porta e il calore della sua abitazione la avvolse.
Stretta in quell'abito rosa antico, Emma si sentiva estremamente fuori posto, di troppo.
E conosceva esattamente il perchè.
Se lo ricordava ancora quel Mercoledì pomeriggio, quel bar in periferia, quella sensazione di essere al centro del mondo, sotto gli occhi di tutti.
Lui era arrivato, aveva fatto strisciare la vecchia sedia sulle tegole di legno del pub- che le ricordava tremendamente uno scenario del far west- e aveva posto sul tavolo alla francese una scatola blu notte perfettamente infiocchettata.
Le aveva detto di indossarlo in primavera, solo quando le foglie fossero tornate ad adornare gli alberi e il sole avesse cominciato ad accarezzare la sua pelle olivastra.
"Si intona con i tuoi occhi" aveva detto ridendo e l'aveva salutata con un bacio sulla fronte, uscendo dalla porta con la velocità con cui era entrato.
E lei, a distanza di mesi, aveva indossato quel vestito.
Quel rosa antico, così femminile e stereotipato, adornato di un san gallo bianco e fitto, le fasciava il corpo snello -tanto odiato da lei- come una poesia; le sfiorava la metà dei polpacci come le dita sfiorano dolcemente le corde di una chitarra.
Buttò le chiavi sul piccolo cassone e alzò lo sguardo, incrociando i suoi stessi occhi verdi nello specchio dorato.
Sorrise lievemente vedendo ancora le impronte lasciate dalle sue dita lunghe e affusolate, nei momenti in cui si rassettava i ricci e toglieva granelli di inesistente polvere dal vetro.
Abbassò lo sguardo sul piccolo foglio piegato in quattro e gettato lì, tra chiavi e occhiali da sole, e si sedette per terra, sfiorando la parete con la spina dorsale.
La sua calligrafia sghemba le si presentò sotto agli occhi e, come un caleidoscopio di ricordi, la avvolse e la riportò a quel periodo così idealmente lontano, ma fisicamente vicino.

I walked through the door with you, the air was cold 
But something about it felt like home somehow 
And I left my scarf there at your sister's house 
And you still got it in your drawer, even now 

Faceva freddo quel Sabato, esageratamente, per un inizio di Novembre.
"Emma, entra. E' semplicemente casa mia, quella in cui sono cresciuto" mi disse e io, terribilmente timida, non volevo.
Ero pronta ad affrontare la decantata famiglia?
Prima che potessi articolare una risposta, la porta fu aperta e il gelo m'invase.
Mi mostrò la casa, quasi fredda, disabitata.
La mia sciarpa rosso vermiglio, quella comprata a Berlino, si sfilò nel tragitto e ricordo una macchia rossa sul parquet bianco della camera della sorella Gemma.
Come la confessione che, nei mesi successivi, quello sprazzo rosso era nel cassetto di una mensola della tua camera.
"Sa di te" aveva commentato, facendomi arrossire.
Come quella sciarpa.
Oh, your sweet disposition and my wide-eyed gaze 
We're singing in the car getting lost upstate

Stretta tra quelle braccia malamente tatuate, potevo quasi sentire un odore dolce nell'aria.
Era così, negli ultimi mesi: quella gentilezza, quella predisposizione alla dolcezza, all'amore, mi avevano fatta cadere in un limbo di dipendenza.
Ma non lo faceva volontariamente, era spontaneamente così: era riuscito a darmi quello che tutti mi avevano sempre negato, a farmi quello in cui tutti avevano sempre fallito.
Era divertente imbambolarsi ad osservarlo, perchè coglievi sempre nuovi tratti.
Come la Monnalisa, dall'espressione diversa ad ogni sguardo; lui cambiava dopo un battito di ciglia.
Quelle ciglia lunghe e arcuate, che io non riuscivo ad imitare nemmeno con l'aiuto di mascara e piegaciglia; quegli occhi grandi e luminosi, sempre aperti per scrutare il mondo.
Quel naso un po' sporgente, adatto nel suo frangente e, a concludere quell'opera Donatelliana, due labbra rosse e un po' gonfie, un piccolo cuore che lui si divertita ad inumidire con la lingua in pieno inverno perchè, almeno così sosteneva, il Labello non era da duri.
"Se continui a fissarmi mi sciuperò, Emma" ridacchiava dalla sua postazione di guidatore e, mentre sfrecciavamo per strade sconosciute quanto deserte e raggiungevamo posti ignoti, perdendoci, cantavamo canzoni vecchie che l'emittente trasmetteva dalle 16.00 alle 17.45 delle Domeniche pomeriggio.
Lui, con quella voce melodiosa e io, con quel tono gracchiante, e giuravamo di fare faville.
Autumn leaves falling down like pieces into place 
And I can picture it after all these days

Il primo vestito, il primo bacio, il primo ballo e la prima canzone; pezzi di certezze che cadono come le foglie in autunno, quelle foglie che facevano da sfondo all'inizio di un amore storico.
Ed è buffo, quasi imbarazzante, come ricordi scene e frasi, espressioni e rumori con una tale nitidezza, nonostante il tempo trascorso.
And I know it's long gone
And there's nothing else I could do
And I forget about you long enough
To forget why I needed to

 

Le copertine del "The Sun", "Daily News", "US Magazine" sembrano quasi reclamarmi, paparazzi e persone normali mi fermano per chiedermi come sto, come prosegue la mia vita.
Reclamano me, il nostro amore, noi due insieme.
Anche se sono passati mesi.
Anche se la magia è svanita da quelli che sembrano secoli.
Io rispondo che sto bene, che sono andata avanti.
Ma potrebbe non essere la verità.
D'altronde, sei tu che mi hai insegnato a dichiarare quello che i giornali vogliono sentirsi dire.

'Cause there we are again, on that little town street 
You almost ran the red 'cause you were looking over me 
Wind in my hair, I was there, I remember it all too well


Stessa radio, Domenica diversa, auto differente.
Avevi questa passione smodata per le auto e, Dicembre o no, insistevi per la decappottabile.
E così fu.
La cittadina che stavamo attraversando era l'ennesimo posto sperduto che, come un casello, era un luogo di passaggio verso la meta più grande.
Ti avevo urlato, appena intempo, di frenare al semaforo rosso.
"Ti stavo osservando e non mi sono accorto" ti sei giustificato e, con un alzata di spalle e un sorriso malandrino, hai aggiustato tutto.
L'emittente trasmetteva Heroes, una vecchia canzone di David Bowie e noi, ancora freschi dei ricordi di "The Perks Of Being A Wallflower" abbiamo alzato il volume contemporaneamente e, con il vento tra i capelli e la sensazione di libertà incondizionata, abbiamo regalato a quelle strade di campagna una delle nostre esibizioni più memorabili.
Ero lì, con te, e lo ricordo ancora troppo bene.
Come se fossi seduta ancora su quel sedile di pelle beige.

Photo album on the counter, your cheeks were turning red 
You used to be a little kid with glasses in a twin-size bed

La seconda volta che avevo varcato la soglia della modesta casa di periferia che ti aveva visto crescere, il gelo era scomparso.
Il chiacchiericcio regnava sovrano e la tua famiglia era lì, ad accoglierci con un sorriso.
E mi avevano poggiato, appena eri salito in camera tua, un album fotografico sulle ginocchia e ti riconoscevo in ogni foto.
Ne rubai anche una, ma a tua insaputa: un piccolo bambino dal taglio di capelli a scodella sedeva come un re su un letto matrimoniale.
E i capelli spettinati, le guance rosse e gli occhiali sproporionatamente grandi mi suggerirono che avevi lottato per guadagnarti quel ruolo.

Your mother's telling stories about you on the tee ball team 
You tell me about your past, thinking your future was me 

Tua madre che, devo ammettere, a questo punto quasi mi manca, mi raccontò dei tuoi giorni gloriosi nel tee ball team e, al mio sguardo interrogativo su cosa esattamente fosse, ridacchiò, dicendo che avevo proprio il vocabolario americano.
Perdemmo ore a rivivere il tuo passato, tra storie, foto, filmini e coppe.
"Devi sapere cosa c'è stato prima per vivere nel dopo" avevi concluso quella giornata, quel tuffo in ciò che eri stato e ciò che eri diventato.
E io mi ero sentita la prescelta, colei che avrebbe potuto ricordare, in un futuro con te, sprazzi di passato non condivisi fisicamente.

And I know it's long gone 
And there's nothing else I could do 
And I forget about you long enough 
To forget why I needed to 

Sapevo, quando anche l'ultima traccia del tuo profumo ha abbandonato queste sale, che avrei dovuto dimenticarti; per il semplice fatto che non avrei potuto fare altro.
Ed è stata una battaglia così ardua, così dura, che rileggendo questo testo mi chiedo perchè l'abbia dovuto fare davvero.

'Cause there we are again, in the middle of the night 
We're dancing around the kitchen in the refrigerator light 
Down the stairs, I was there, I remember it all to well 

Le notti insonni passate tra casa mia e casa tua, quando ci scovavamo, ad ore impensabili, in cucina a piluccare qualcosa.
Il frigo rimaneva aperto e ci stringevamo tra le braccia, ballando melodie impresse nella nostra testa.
E tu mi facevi girare a perdifiato, fino a perdere il senso della realtà.
E quando volevi guardarmi negli occhi, mi facevi salire su un gradino in fondo alle scale e mi stringevi tra le tue braccia.
"Alla luce al neon del frigorifero brillano anche di più" sussurravi tra le risate e io ci credevo, perchè anche i tuoi assumevano la sfumatura argentea che, da alcuni mesi a questa parte, cerco in ogni sguardo che incontro.
Perchè sento ancora i tuoi grandi piedi che fanno scricchiolare le tegole di legno alla fine delle scale.
Ero lì, con te, e lo ricordo ancora troppo bene.

And maybe we got lost in translation, maybe I asked for too much 
But maybe this thing was a masterpiece 'til you tore it all up 
Running scared, I was there, I remember it all too well
 
Alle volte ancora mi interrogo su come esattamente siamo arrivati alla fine.
Punto di solito sulla tua fama, sul mio essere nessuno.
Poi svio sul mio pretendere tanto quanto davo, non ricordandomi che, alle volte, le tue priorità erano altre; ed era giusto che lo fossero.
Forse, come riportavano siti e giornali, quello che avevamo costruito insieme era un capolavoro che tu hai distrutto.
Nello stesso modo in cui hai distrutto me.
E sei scappato spaventato, hai imboccato la porta e sei corso il più lontano possibile; ero lì, con te, e lo ricordo ancora troppo bene.

And you call me up again just to break me like a promise 
So casually cruel in the name of being honest 
I'm a crumpled up piece of paper lying here 
'Cause I remember it all, all, all too well 

A questo punto ti starai chiedendo come mai sto rileggendo il teso che ho buttato giù mesi fa.
Il tuo numero è comparso sul mio display, dopo mesi che non lo sfiorava nemmeno.
E mi sono sentita spezzata come tu hai spezzato la promessa che mi avevi fatto.
Mi hai chiamata per sentirti apposto con la coscienza, per passare dalla parte della ragione.
Ma sei solo affondato ancor di più nei tuoi peccati.
E ora, tremando, mi sento come il pezzo di carta che sto reggendo tra le mani.
Piccolo, chiaro, indifeso e facile da spezzare.
Perchè ricordo tutto ancora troppo bene.

Time won't fly, it's like I'm paralyzed by it 
I'd like to be my old self again, but I'm still trying to find it 
After plaid shirt days and nights when you made me your own 
Now you mail back my things and I walk home alone
 
Credo davvero che ricomincerò a vivere quando sarai un ricordo lontano.
Magari tornerò la vecchia Emma, quella ingenua che vede bontà in tutto, quella che ride con la lingua tra i denti e che fa, irrimediabilmente, sorridere tutti.
Ma, dopo mesi secoli vissuti con magliette oversize indosso e le mani nei tuoi capelli, quando mi dicevi che ero tua, che saremmo rimasti sempre uniti, l'uno per l'altro, è quasi stano ritrovare la vecchia me.
E questi pacchi di cose mie, di cose nostre, che alle volte ancora trovo sulla porta di casa, non aiutano di certo.
Sono bloccata a cavallo tra due secoli, come tra il Medioevo e l'Illuminismo: da una parte l'arretratezza e l'infelicità e il male di vivere, dall'altro ragione che conquista, felicità, portare a compimento obiettivi grandi.
Bloccata nel momento, nei sentimenti, nei ricordi e nelle sensazioni.

But you keep my old scarf from that very first week 
'Cause it reminds you of innocence and it smells like me 
You can't get rid of it 'cause you remember it all too well, yeah 

L'ultima cosa che mi hai detto, l'ultima volta che la tua voce si è diffusa tra le pareti e mi ha fatta tremare, erano 6 parole, e niente simile ad uno scusami, io davvero ti amo ancora.
"Ho ancora la tua sciarpa rossa" e ho trovato, nel tuo tono, un'avvisaglia del fatto che, quella sciarpa, non l'avrei più rivista.
E sapevo, perchè me l'avevi detto in passato, che l'avresti annusata ogni volta che ti mancavo; perchè sapeva di me, trasudava della mia innocenza.
E lo so ancora perchè ricordo tutto ancora troppo bene.

 

Wind in my hair, you were there, you remember it all 
Down the stairs, you were there, you remember it all 
It was rare, I was there, I remember it all too well


Ricordo quando mulinavo i capelli nel vento della liberta, e tu eri lì. E sono certa che, alcune volte, mentre solchi palchi e viaggi in bus, senti ancora quel senso di infinito.
Ricordo quando, nel buio della notte, scendevo lentamente le scale, e tu eri lì. E sono certa che, alcune volte, mentre scendi le scale della casa della tua nuova conquista, senti ancora le travi cigolare.
E' stato un amore raro, e io ero lì per viverlo.
E ricordo tutto ancora troppo bene, Harry.

__________________________
booyaa!
devo dire che è stato abbastanza complicato come progetto: è partito dal fatto che ho letto la traduzione non letterare di All Too Well, canzone che io adoro (almeno quanto adoro la donna che l'ha scritta), e sapendo che è la preferita della mia amica Emma e che lei ha questo amore platonico per Harry, ho deciso di dedicarle una storia.
La ragazza immaginatevela voi, io l'ho immaginata come la mia amica (che per altro è davvero bellissima, ma rispetto la privacy e non metto la foto), quiindi immedesimatevi se volete nel personaggio.
il ragazzo, si scopre alla fine, è Harry (capitan ovvio!)
quiindi vi saluto, grazie per essere passati :33

un bacio, Viola ♥

 

 

 
  
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