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Autore: elyxyz    25/08/2007    40 recensioni
(Storia ambientata durante la Guerra di Ishbar).
“La vedi, quella?” e indicò quell’angolino. “Scopati lei, e ti darò tutti i soldi che vorrai.” Rilanciò, improvvisamente serio.
“LEI?!” la sua voce risultò di un’ottava più alta del solito, e lievemente sconvolta.
L’Alchimista Scarlatto annuì semplicemente, indurendo lo sguardo sprezzante.
“Riza - Iron Maiden – Hawkeye! Tu sei matto, Kimblee, te lo dico io!! Quella mi impallina il culo prima che riesca a slacciarle il reggiseno!”

(...) “Fattela, Roy Mustang. E sarai un dio.”
Genere: Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riza ironmaden hawkeye

 

Note: Questa storia contiene un linguaggio lievemente più volgare dei miei soliti standard, ma non credo possa offendere la sensibilità di qualcuno. Se tuttavia ciò accadesse, me ne scuso. Non era mia intenzione.

La fic è ambientata durante la Guerra di Ishbar. Non ho ancora letto il vol. 15 né visto le scans. Ma non credo di aver inserito involontariamente alcuno spoiler. In caso, avvisatemi.
Infine: non credo sia Royai. (Ma non sono una grande esperta… e nemmeno voglio diventarlo! ^__=) Ciò nondimeno, avvertitemi, e aggiungerò il pair.

Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic.

 

 

Dedicato a chi ha commentato ‘Le Bugie...’
FullmetalQUEEN, Envy_Love, Grieve, Yuki, Lisachan, Desy, Setry_USui, The_Dark_Side, Sephi, Vocedelsilenzio, Miyuk, Kira7, Shatzy, Fedar, Nemesi06, Faccina soddisfatta, Aduah, Tao, Maggiore_Bagnato, Shinji, Setsuka, Kayra e Dimea.

Siete stati una piacevole, graditissima sorpresa!
Con immensa gratitudine.

 

 

Golden Bet

 

(Scommessa Dorata)

 

 

by elyxyz

 

 

 

 

 

Mustang si lasciò cadere pesantemente sulla pietra accanto a quella dove era seduto Zolf J. Kimblee.

“Ho vinto! Mi devi pagare.” Biascicò, stiracchiandosi pigramente.

 

L’altro parve far finta di non averlo udito, perché continuava a fissare testardamente il sole che lento tramontava all’orizzonte, in un sanguinolento rosso cremisi che avvampava di riflesso sulle loro facce.

“Mi piace questo colore. Sa di esplosione… sa di sangue.” Replicò.

 

“Smettila di essere macabro, e sgancia la grana. Lo ammonì l’Alchimista di Fuoco, allungando una mano come chiaro segno di riscossione.

 

“Prima voglio le prove.” Rispose, sputando il mozzicone di sigaretta a terra.

 

Roy sollevò gli occhi al cielo, in un moto d’impazienza: “Ohhh, ma come siamo diffidenti…” e prese a rovistare nella tasca interna della tuta mimetica. “Toh, ecco la prova.” E gli lasciò tra le mani un paio di slip color crema, stropicciati senza riguardo.

 

Zolf se li portò alla fronte, annusandoli senza ritegno.

“Potrebbero essere quelli di tua sorella.

 

Il sopracciglio destro di Roy scattò verso l’alto. Sì, tua nonna!... mentre un’ironica espressione gli si dipingeva sul volto.

“Io non ho sorelle.”

 

“A quanto stiamo?” temporeggiò il compagno, infilandosi con noncuranza l’indumento in tasca.

 

“Con questa? Mmm… fammi controllare…” levò un piccolo taccuino dai pantaloni, aprendo con sicurezza ad una pagina consunta. “Archer 19, Kimblee 25, Hughes 0… - quel benedetto ragazzo deve smetterla di gingillarsi leggendo le lettere che gli manda la fidanzata! – e… Mustang 29. Oh!, no. Da stasera, 30!” puntualizzò saccente, facendogli pesare la sua superiorità.

 

“Per forza che hai vinto!” protestò Zolf, riaccendendosi un’altra sigaretta e offrendogli il pacchetto che accettò di buon grado. Ma non attese l’accendino. Un veloce schiocco, e la sua cenere brillava per prima. “Ti sei scelto quella troietta facile che la dà a tutti…”

 

“A te non l’ha data!” lo contraddisse, tronfio.

 

L’altro non negò. Preferì semplicemente far uscire una lenta, profonda boccata di fumo.
“Te ne serve una tosta, credi a me… una che metta un po’ di pepe alle nostre scommesse… non c’è un cazzo da fare, finché non ci rimandano al fronte…”

 

“Una tosta? Ma a me piacciono le gattine in calore, John!”

 

“Non chiamarmi ‘John’, Mustang!” ringhiò Kimblee, sputandogli addosso un’improvvisa rabbia e un po’ di saliva.

 

Il Flame Alchemist sollevò in alto le mani in segno di resa. “Ok, ok... però datti una calmata!”

 

Ma il suo interlocutore non lo badava già più. Il sole era morto, dietro le dune di sabbia. Ishbar era solo un puntolino lontano. E l’accampamento sembrava una grossa bestia insonnolita.

In lontananza si sentivano le marmitte cozzare nel tendone delle cucine, diversi commilitoni chiacchieravano animatamente, altri fumavano in silenzio.
Qualcuno, semplicemente, si godeva la prima brezza della sera di quella giornata arroventata.

In un angolino del campo, un soldato puliva con meticolosa precisione la propria arma.

 

“La vedi, quella?” e indicò quell’angolino. “Scopati lei, e ti darò tutti i soldi che vorrai. Rilanciò, improvvisamente serio.

 

“LEI?!” la sua voce risultò di un’ottava più alta del solito, e lievemente sconvolta.

 

L’Alchimista Scarlatto annuì semplicemente, indurendo lo sguardo sprezzante.

 

Riza - Iron MaidenHawkeye! Tu sei matto, Kimblee, te lo dico io!! Quella mi impallina il culo prima che riesca a slacciarle il reggiseno!”

 

“E allora?! Che cazzo te ne fai della tua minchiosissima fama di playboy, se poi te la fai sotto?
E’ una donna, per la miseria, non il Maggiore Armstrong!”

 

Un brivido freddo corse lungo la schiena di Roy, assieme ad un’immagine spaventosa che la sua mente preferì non immagazzinare.

 

“Fattela, Roy Mustang. E sarai un dio.”

 

“Un dio?!” sghignazzò, divertito. “Io ci tengo ai gioielli di famiglia! Sai quante ragazze piangerebbero disperate, se quella pazza mi sforacchia l’armamentario?!

 

Zolf sventolò distrattamente una mano a mezz’aria. “Indiremo Lutto Nazionale…”

 

“Vaffanculo!” rispose, indignato. “Anche tu mi stai antipatico, Kimblee, ma non ti augurerei mai di morire così!”

 

“Mi deludi, Maggiore, non ti credevo talmente codardo. Sei bravo a parole... ma poi... a chi non farebbe piacere fare un giro in giostra con quella verginella?”

 

Tsé!, come no?! E poi magari si fa strani voli, e si aspetta la fede al dito…” ribatté, sprezzante.

 

“Giusto!” e si chinò a raccattare una modesta pietra che fece esplodere ai suoi piedi, con quel sorriso gioioso dei bambini che si dilettano nel loro gioco preferito, e una luce crudele negli occhi.

 

“Che fai?”

 

“Aspetta e taci.”

 

Raccolse un sassolino tra quelli del ciottolo scoppiato, ed era diventato giallo, un piccolo anellino perfetto, una piccola pietra incastonata sopra, una scheggia di diamante.

 

“Ma… ma come…?” balbettò Roy, esterrefatto.

 

“Alchimia di ricostruzione.” Spiegò brevemente. “Ma tu sai che a me piace di più fare kaboom!” e rise, divertito, guardando il gioiellino. “Carbone e un altro paio di minerali…”

 

“Ma è illegale creare l’oro, lo sai!”

 

L’uomo ammiccò nella sua direzione. “Ma lo sappiamo solo io e te. Sarà il nostro piccolo segretuccio…” gli porse l’anello. “Voglio vederglielo al dito. Sarà la prova.”

 

“Potrei semplicemente regalarglielo!” obiettò, ragionevolmente.

 

“Tu non conosci Riza Hawkeye. Se sarà disposta ad accettarlo, potrai avere da lei tutto ciò che vorrai.

 

Ma lui non era del suo stesso avviso. Forse poteva cavarsela con poco, dopotutto.

“Affare fatto!” concluse allegro, stringendogli la mano.

 

“Avrai due giorni!” precisò Zolf, rafforzando la stretta.

 

L’Alchimista di Fuoco insorse, improvvisamente arrabbiato.

“Due giorni, ma è una pazzia!”

 

Tuttavia l’altro se ne stava già andando.

“E’ tardi per recriminare! Il patto è siglato. Buona fortuna.”

 

Roy sospirò desolato.

Accidenti a lui, e alla sua mania di scommettere!

Cercò le proprie sigarette, e se ne accese una; poi guardò nuovamente la ragazza che non aveva smesso un istante di curare il proprio fucile.

Un po’ gli dispiaceva, per lei. Ma non poteva perdere.

Ne andava del suo onore. E Roy Mustang non perdeva mai!

 

Assottigliò lo sguardo.

“Mia cara Riza, a noi due!”

Per averti pagherei
un milione o anche più

Lasciò cadere a terra il mozzicone incandescente e lo calpestò col tacco dell’anfibio.

“Giuro che questa è l’ultima cicca, fino a che non sarai mia!” borbottò tra sé.

anche l’ultima Malboro darei
oh, perché tu sei…
oh, oro oro oro

S’incamminò indolente verso la sua direzione e si stupì di come i capelli di lei sembrassero quasi fili d’oro, sotto la luce del lampione.

un diamante per un sì
oro oro oro
per averti così
distesa, pura…


L’anellino tintinnò nella sua tasca, a contatto con il suo taccuino delle vittorie.
Un senso d’aspettativa lo colse, come l’immagine di lei indifesa ed eccitata sotto il tuo tocco sapiente, e il privilegio di renderla finalmente donna…

 

“Salve, Riza!”

 

Lei sollevò di colpo la testa, distogliendo gli occhi dal suo scrupoloso impegno.

“Buonasera, Maggiore Mustang.” Replicò, riprendendo il suo lavoro.

 

Ma Roy non si diede per vinto.

“Suvvia, Sottotenente! Non essere così formale!” la canzonò, cercando di ingraziarsela.

 

Ma la donna non si diede pena di rialzare nuovamente il capo.
“Sa meglio di me, signore, che il regolamento vieta di familiarizzare con i superiori. E personalmente approvo pienamente questa direttiva. Strofinò il mirino, che brillava quasi di luce propria. Poi si degnò di prestargli attenzione.

“Desidera qualcosa da me, signore?” gli domandò, riponendo il materiale per la manutenzione.

 

Raramente Roy Mustang si trovava ad avere a che fare con donne così dirette.

“Io… vorrei…”

 

“…Venire a letto con me?” lo precedette, chiudendo con un colpo secco la custodia del fucile.

 

Il Flame Alchemist deglutì a vuoto.

 

Ok. Per me va bene.” Concluse sbrigativa, come se la cosa non la riguardasse.

ma tu ci stai
perché accetti
e ci stai?


“Ma Sottotenente, io…”
Il suo piccolo sillogismo su Riza – inespugnabile – Hawkeye era miseramente crollato, senza neppure il minimo sforzo.
Semplice. Sembrava fin troppo semplice.
Dov’era finito il gusto della caccia? Il corteggiamento? L’arresa… la vittoria?

e così tu cadi giù
io non ti voglio già più
inaccessibile non sei
non con gli dei
tu sei senza dei

“Non… non ti crea problemi?” si ritrovò a chiedere, stupito.

“No. Perché dovrebbe?” lei scosse le spalle, con indifferenza. “Cos’ha da offrirmi?”

oh oro oro oro
quanto oro ti darei
oro oro oro
per averti così
distesa pura
ma tu ci stai…
perché accetti
e ci stai?

“Vuoi che ti paghi?!”

Riza sorrise, un sorriso di bambina. Ne rimase quasi stregato, tanto i suoi denti bianchi brillavano nel buio. E quelle labbra arricciate in modo sbarazzino.

perché non ti elevi
su di noi
e resti lì
celeste così?

Possibile che una creatura così pura fosse semplicemente una femmina, calcolatrice e senza scrupoli, come le altre?
Dove aveva imparato a nascondere, dietro ad un’aurea d’intoccabile santità, la sua vera natura?

io ti vorrei
immune da sesso
perché ti daresti anche adesso
oro

Con quanti uomini era stata? Si sorprese a chiedersi. Scoprendosi assurdamente geloso di un pensiero così.
Doveva essere il primo.
E invece si ritrovava l’ultimo di una immensa fila...

Per averti pagherei
un milione o anche più
anche l’ultima Malboro darei
oh perché tu sei
oh oro oro oro

La donna si scompigliò distrattamente i capelli, che raccoglievano i riflessi della lampada ad olio che aveva acceso.

“Quanto avevate convenuto, lei e il Maggiore Kimblee?”

 

Roy si riscosse dai propri pensieri, osservandola stordito.

Maledizione!, mai – come in quel momento – aveva desiderato avere la bocca occupata da una sigaretta e un pretesto per starsene zitto. Ma ormai aveva giurato…

 

quanto oro ti darei
oro oro oro
per averti così
distesa pura
ma tu ci stai
perché accetti
e ci stai?

“Ma tu… tu come…”

 

Il suo sorriso si allargò un po’ di più. Ed era così raro.
Lei, sempre così severa. Così seria.
“Ho un discreto mirino, e so leggere il labiale.

 

Ok. Chiaramente era lei a dettare le regole di quel gioco.

“Puoi avere tutto quello che vuoi.” Capitolò.

oro oro oro
distesa pura
ma tu ci stai…
perché accetti
e ci stai?

“Voglio vendetta.” Sussurrò Riza, assottigliando lo sguardo.

 

“Eh?!”

 

“Io non sono una poco di buono, Maggiore Mustang. Non sarò mai una nuova tacca sul suo fucile. L’ennesimo trofeo delle sue battute di caccia! Se vuole andare a divertirsi, si trovi un’altra sgualdrinella. Lo freddò. “Tuttavia, voglio la mia piccola rivincita su quel porco di Zolf Kimblee.

 

Il militare cercò invano di raccapezzarsi.

“Ci capisco meno di prima…” ammise, attendendo chiarimenti.

 

Lei sbuffò, come se avesse a che fare con un bimbo scemo. Ma si trattenne e reindossò quella distaccata compostezza e fiera determinazione che la contraddistinguevano. Il suo sorriso era un ricordo lontano. Forse Roy si era sbagliato, se lo era solo immaginato.

“L’Alchimista Scarlatto ha tentato di mettermi le mani addosso, qualche giorno fa, e ha fatto amicizia con la canna del mio fucile. Non credo ci riproverà mai più. Ma ora vorrei togliermi una piccola soddisfazione personale: a lei la gloria, a me il piacere di vedere la sua faccia, mentre glielo dirà. Dov’è l’anello?”

 

Quella non era una donna… era una strega!

 

“Non oso nemmeno chiederti come tu faccia a…”

 

“Sono giorni che lo tengo sotto controllo. Attendevo solo il momento buono.” Tagliò corto. “L’anello.” Ripropose, quasi spazientita.

 

Mustang lo estrasse, lievemente a disagio. E glielo consegnò.

 

“Benissimo. Due giorni, se non erro; no?” non attese replica. “Lo porterò all’anulare da domani mattina, e solo per un giorno. Precisò. “E’ troppo scomodo e appariscente, per i miei gusti.

 

“Ma di realizzare la scommessa… non se ne parla proprio?” s’azzardò a chiedere, tanto ormai non aveva nulla da perdere.

 

Lei si sistemò meglio la fondina della pistola sul fianco destro.

“Ovviamente no.” Rispose, serafica e granitica al contempo. “Lei potrà raccontare tutte le prodezze del suo repertorio, ingigantendole a dismisura, se vuole. In fondo, è ciò che fate sempre voi uomini. Si sollevò dal giaciglio senza salutarlo, e si incamminò - silenziosa e letale come una pantera -, verso il proprio alloggio.

 

“Aspetta!” la richiamò Roy, sorpreso. “Ma non ti importa della tua reputazione?”

 

“La mia reputazione?” ripeté lei, facendo spallucce. “Io ho la giusta considerazione di me stessa. La mia reputazione non mi interessa.” E stavolta se ne andò davvero, senza attendere risposta.

 

 

 

 

§§§




“Non ci posso credere!
Dannazione!, ma come ci sei riuscito?!” esclamò Kimblee, colto alla sprovvista e seccato. Si accese una sigaretta per nascondere il nervosismo. Quando gliene aveva offerta una, Roy aveva declinato, affermando che aveva smesso la sera precedente.

Sedevano nuovamente sulla pietra del giorno prima.
Anche da quella notevole distanza, si poteva benissimo osservare il piccolo diamante che brillava sulla mano affusolata di Riza Hawkeye. Era anche lei al medesimo posto, nuovamente intenta a lustrare un’arma già perfetta e traslucida di suo.

 

“Eh, sì. Non è da tutti portarsi a letto la pulzella di Amestris… e prima dello scadere del tempo!” gli fece notare, presuntuoso.

 

L’Alchimista Scarlatto strinse i pugni per contenere l’ira.
In realtà non pensava proprio che quell’idiota ce l’avrebbe fatta.
Lui ci aveva provato, e aveva rimediato una gragnola di colpi, e per poco non ci restava secco.

E invece quell’imbecille di Mustang era andato a segno al primo colpo! Quella sporca puttanella

“Scommetto che portava la cintura di castità…” malignò di proposito, “avrà fatto la preziosa per un po’, ma poi avrà miagolato come tutte…” ipotizzò, per denigrarla.

 

Roy non rispose. Un proiettile secco e letale lo fece per lui.

Entrambi scattarono in piedi, allarmati.

 

Il Sottotenente sembrava intenzionata a raggiungerli, marciando a passo sostenuto.

“Che diavolo…!” esordì Zolf, quando fu loro davanti.

 

Lei fece il saluto militare, quindi rispose, indicando dove poco prima i due stavano seduti.

Un piccolo e pericolosissimo crotalo giaceva morto, la testa recisa di netto dalla pallottola.

“Ho temuto che la sua vita fosse in pericolo, signore. E non ho avuto altro modo per avvertirla. Chiarì, prima di congedarsi.

 

Roy avrebbe giurato che quella fosse la vera soddisfazione che il Sottotenente andava cercando: la faccia terrorizzata di Kimblee era semplicemente impagabile.
Mai avere quella bella biondina come nemica.

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia. Così pure, per la canzone riportata: è ‘Oro’ di Mango e dei rispettivi proprietari.


Note: E’ da parecchi mesi che questa canzone mi torna in mente. In origine, doveva essere una RoyEd, ma non ce lo vedo proprio Roy che fuma, ai giorni attuali. Sembra sciocco, ma questo mi è bastato per dissuadermi. La scelta ha sfiorato una HavocRiza, ma il Tenente non è tipo da cedere così facilmente… e allora mi son detta: ma nel passato? E’ buffo che tutto parta da una sigaretta. Ma mi piace pensare che Roy abbia smesso proprio per mantenere la sua promessa.

Il crotalo è detto anche serpente a sonagli. Corpo tozzo, coda piccola, testa triangolare. Il suo morso è letale.

Non so quale sia il secondo nome di Kimblee, poiché ho trovato ovunque Zolf J., quindi ho scelto io.

Grazie di cuore ai lettori affezionati e a quelli nuovi, per le vostre adorabili recensioni.
Come avrete notato, sto anch’io - piano piano - rimettendomi in pari, leggendo e commentando le vostre storie. Ma sono circa 300, su vari fandom. Abbiate pazienza.^^’

Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

   
 
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