Fanfic su artisti musicali > Oasis
Ricorda la storia  |       
Autore: Nagem    05/02/2013    2 recensioni
Rockfield Studios, Maggio 1995.
E se dopo il famoso litigio tra i due fratelli durante la lavorazione di "(What's the story) Morning Glory?" Liam - e non Noel per una volta - avesse deciso di mollare tutto? Che ne sarebbe stato di lui? E di Noel? Gli Oasis avrebbero avuto lo stesso successo?
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
Questi personaggi non mi appartengono.
 
Capitolo 1.
 
“Non ho capito”, disse Liam.
“Che cazzo c’è da capire? Devi solo scegliere. Vuoi cantare Don’t look back in anger o Wonderwall?” rispose Noel, impaziente, il tono di voce che iniziava a salire.
“Ma perché cazzo devo scegliere?” Liam guardava il fratello con gli occhi spalancati, sembrava che gli stesse parlando in codice. Noel cantava solo qualche B-sides e le due canzoni appena nominate non lo erano. Le avrebbe cantate lui entrambe, no?

E invece pareva proprio di no. Noel alzò gli occhi al soffitto e riprese a parlare: ”Una la canterò io, sbrigati a scegliere altrimenti me le prendo tutte e due! ”. Liam chiuse gli occhi mentre sentiva montare dentro la rabbia, la sentì  ribollire in mezzo al petto e poi su, nella testa. Che cazzo aveva in mente quell’idiota di suo fratello? Perché voleva rubargli la scena? Era lui il cantante, spettava a lui cantare, cos’era quella storia? Con una profonda inspirazione riuscì a ingoiare il fuoco che gli stava salendo in gola. “Wonderwall. Scelgo Wonderwall ” sputò fuori riaprendo gli occhi e fissando il fratello.

Noel emise un impercettibile sospiro di frustrazione. Perché quando c’erano di mezzo i sentimenti doveva essere così contorto? Non sarebbe stato più semplice dire: ”Senti, ho scritto Wonderwall pensando a Meg, è per lei, sono innamorato, voglio cantarla per lei”. Tanto Liam l’aveva capito, per questo l’aveva scelta, glielo aveva letto negli occhi quel lampo di sfida rabbiosa. Non disse niente però, solo uno spento: “Ok”.

Owen Morris, il produttore, riprese a respirare. La tensione tra i due fratelli era spesso palpabile e ogni volta bastava una piccola scintilla per far divampare l’incendio, ma quella sera no, per quella sera l’avevano scampata. Owen lanciò uno sguardo furtivo verso Liam e solo guardandolo si rese conto che la tempesta doveva essere comunque vicina.

Liam incise così il cantato di Wonderwall, non ci mise molto, non ci metteva mai molto, era quasi sempre buona la prima con lui, almeno finchè la voce reggeva. Liam non si rendeva pienamente conto di cosa significava essere un cantante, la sua voce non era uno strumento che si poteva accordare, aggiustare o, alle brutte, sostituire. La sua voce era un dono da custodire gelosamente, da coccolare, da accudire. Lui invece se ne fregava e lo prendeva a schiaffi quel suo dono così prezioso e fragile. Ci rovesciava sopra litri e litri di alcol, lo impolverava di cocaina, fumo e pilloline varie, lo maltrattava con il troppo urlare e le nottate in bianco. Si sentiva invincibile quando stava dietro un microfono, non riusciva proprio a capire che la sua voce non poteva reggere i ritmi e gli stravizi che lui le imponeva.

Dopo Wonderwall avrebbe dovuto incidere Champagne Supernova, ma dopo solo pochi giorni di lavoro, non riusciva già più a raggiungere le note più alte. La band si mise allora a lavorare su Don’t look back in anger, tanto canta Noel, così puoi riposarti un po’ Liam. “Riposarmi? Io non mi devo riposare per un cazzo! – urlò mentalmente Liam – Io devo cantare!”. Scuro in volto, le sopracciglia aggrottate, i pugni stretti dentro le tasche, Liam uscì sbattendo la porta, diretto nel suo paradiso personale, il pub più vicino.

Finito di registrare, la band e il produttore tornarono nella casa in cui erano alloggiati  e … sorpresa! Vi trovarono decine e decine di ragazzi che festeggiavano, tutti ubriachi persi. Rimasero inebetiti sulla soglia a guardare quella sorta di follia collettiva. Dopo un attimo di sconcerto, Noel fece un rapido giro delle stanze finchè trovò quello che cercava, o meglio, chi cercava. Si fece largo a spintoni tra i corpi sudati e urlanti senza togliere un attimo gli occhi dal responsabile di quel casino che se ne stava beatamente in un angolo con una birra in mano a farsi baciare da una ragazza più nuda che vestita. Noel prese la ragazza per un braccio e la spinse in malo modo da una parte, sibilando:”Vattene”. Liam fece un mezzo sorriso, non aspettava altro che il fischio d’inizio. “Come cazzo ti permetti stronzo?” urlò infatti. “Come cazzo ti permetti tu di fare una cosa del genere, imbecille che non sei altro! Siamo qui per lavorare!”, “Ah sì? Beh, a me non sembra che dovessi lavorare oggi! Che cazzo dovrei fare mentre tu canti? Spazzare il pavimento? Lucidarti le scarpe? Eh?”, replicò Liam continuando a urlare.

“Ah, ok, è questo – pensò Noel – gioca a fare la diva offesa. Benissimo.” Gli puntò il dito indice contro, ricominciando ad urlare: “Senti, se non te ne fossi accorto, sono io che compongo. Quelle sono le MIE canzoni, decido IO chi canta, e se voglio farlo io, lo faccio e basta, non devo certo chiedere il permesso a te, chiaro? Tu non sei niente, non sei assolutamente niente, cazzo! Hai solo la fortuna di essere intonato, di avere una bella faccia e un fratello che sa scrivere canzoni, tutto qui. E sì, dovresti lucidarmi le mie fottute scarpe per quello che ti ho regalato, coglione! E ricorda che posso toglierti tutto quando voglio, io non ho bisogno di te, tu sì, eccome”. Chiuse la bocca, il petto si alzava e abbassava velocemente per il gran urlare e sul viso gli si disegnò una specie di ghigno: non gli era sfuggito il cambio d’espressione di Liam sulla frase Tu non sei niente, non sei assolutamente niente e poi come era impallidito su Posso toglierti tutto quando voglio. “Manca poco e si mette a piangere, l’imbecille” sorrise malignamente fra sé e sé Noel.

Ed effettivamente i grandi occhi azzurri del fratello diventarono lucidi, ma non stava per piangere, oh no, no davvero. Liam stava per esplodere. La rabbia del giorno prima che, ingoiata a fatica, si era trasformata in un rivolo ghiacciato entratogli  in circolo, riacquistò di colpo tutto il calore e la potenza della lava che erutta da un vulcano e Liam non si trattene più. Si girò e tirò la bottiglia sulla parete con tutta la forza che aveva facendola fracassare in mille pezzi e poi iniziò a distruggere tutto quello che lo circondava, scaraventò via tavoli, sedie, chitarre, bottiglie, tutto. Le persone, pur avvolte dai fumi dell’alcol e della droga si resero conto di quello che stava succedendo e cominciarono ad assieparsi verso la porta per mettersi in salvo.

Noel rimase sorpreso, non si aspettava una reazione così violenta e suo malgrado si fece contagiare dalla follia ubriaca del fratello. Liam girando per le stanze come un uragano si ritrovò faccia a faccia con il fratello maggiore e fece per tirargli un pugno in faccia, ma era troppo ubriaco e lo mancò, Noel afferrò una mazza da cricket abbandonata vicino a uno scaffale e cominciò a picchiarlo con quella, sempre più forte e sempre più violentemente. Liam cercò di ripararsi il viso con le braccia, ma un colpo più forte degli altri gli spezzò il polso destro, il dolore fu tale che dalla bocca aperta non uscì nessun suono, solo un gemito soffocato, si accasciò per terra piegandosi in avanti e stringendo al petto il polso fratturato con la mano sinistra, offrendo involontariamente a Noel la schiena indifesa. Noel diede qualche altro colpo, come se fosse incapace di fermarsi, poi gettò forte la mazza sul pavimento che rotolò verso le gambe di Liam con un rumore metallico. Rannicchiato per terra con il polso stretto sul petto, con il respiro affannoso e scosso da violente scariche di dolore, Liam guardò il fratello uscire velocemente dalla porta. I suoi occhi erano di nuovo asciutti.
 
“C’è una bella frattura qui, sì – disse il medico del Pronto Soccorso visionando le radiografie di Liam – come hai detto che te la sei procurata, ragazzino?”. Liam stava seduto su un lettino, gli occhi bassi a fissare l’ingessatura bianca che gli copriva il polso e una parte della mano destra. “Ero ubriaco, ho inciampato e sono caduto per le scale”. Il medico si girò verso quel ragazzo dall’aria così triste, guardò un’altra volta l’occhio nero e i lividi che si intravedevano dalla maglietta e scosse la testa. “Sono sicuro che fossi ubriaco, ma diciamo che sei inciampato su una ragazza e poi sei caduto sul pugno del fidanzato”. Il medico sorrise, paterno. “Ho indovinato?”. Liam sorrise di rimando, pensando:” Eh, come no, ci sei andato lontano solo milioni di chilometri”, “Più o meno”, rispose invece. Quel dottore aveva la faccia buona, gli sarebbe piaciuto avere un padre così, riflettè Liam, anzi, gli sarebbe piaciuto avere un padre. E basta. “Dai, ci siamo passati tutti – continuò il medico – poi trovi la ragazza giusta e passa tutto. Fra una quarantina di giorni vai in un qualsiasi ospedale per farti togliere il gesso, ok? Aspetta che ti vado a fare la richiesta per la visita ortopedica, tu non sei di qui, vero?”, “No, sono di Manchester”, “Sì, l’avevo capito dall’accento. Torno subito”. Il dottor Swaiss entrò nella stanza vicina, scrisse velocemente su un blocco prestampato, diede un’occhiata al calendario – che giorno è oggi? – 17 maggio 1995, timbro, firma. “Com’è che ti chiami ragazzino?”, urlò. Nessuna risposta. Sospirando il medico tornò nella stanza delle visite con gli occhi sul foglio che aveva appena compilato. “Come ti chiami? Prima il cognome e poi il nome, per favore”. Di nuovo nessuna risposta. Il dottore sollevò lo sguardo. Nessuno. Nella stanza non c’era più nessuno.
 
 
Allora… ciao a tutti! Questa è la mia prima fan fiction, in testa ho tutta l’ossatura della storia ma mi sono resa conto che metterla per iscritto è difficiiiiiiiiiiiile! Perciò sono ben accetti suggerimenti e critiche!
Il titolo è un verso di “My big mouth”, pubblicata su Be here now.
La descrizione del litigio è ripresa da “Fuori di testa!”, di Paolo Hewitt. Qui le radiografie di Liam : http://beware-of-daftcunts.tumblr.com/post/37135326615/rocknrollstarr-rayos-x-de-la-mano-de-liam
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Oasis / Vai alla pagina dell'autore: Nagem