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Autore: _joy    05/02/2013    7 recensioni
«E di me ti fidi?»
«Posso fidarmi?» rispondo «Dimmelo tu» 
«Sì» risponde senza esitazione. 
 
Gin/Ben
[Serie "Forever" - capitolo IV]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forever'
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Prendo fiato, incredula.
 
Raramente mi succede di sentirmi così.
Così come se i miei occhi non bastassero a raccogliere tutta questa bellezza.
Come se il mio cuore non potesse contenere la meraviglia.
 
Sono frastornata.
E non dipende dalle migliaia di persone che mi sciamano intorno.
 
Muovo un passo, esitante, e mi sento urtare.
«Sorry» mi dice seccato un tizio in completo scuro, che ha l’aria di sottintendere che sono un’idiota e la colpa è mia perché mi muovo come un elefante.
Vorrei scusarmi, ma ci metto un attimo a ricordarmi come si fa a parlare.
 
Sento due mani prendermi delicatamente per la vita e tirarmi indietro.
«Ehi, piccola. Attenzione»
 
Mi appoggio con la schiena al petto di Ben e sento le sue braccia circondarmi subito.
Sospiro, felice.
«C’è tantissima gente. Un po’ mi disorienta»
«Lo so» mi bisbiglia lui all’orecchio, prima di baciarmi delicatamente la tempia.
«È…meraviglioso»
 
Non lo guardo, ma lo sento sorridere.
Mi stringe più forte.
«Davvero? Ti piace?»
Sorrido e mi volto tra le sue braccia, senza allontanarmi.
 
Alzo la mano e sollevo i suoi Rayban a goccia.
E incrocio quello sguardo scuro e appassionato che mi ha fatta innamorare.
Ben sorride – uno di quei sorrisi che solo lui sa fare – e arriccia il naso.
Lo fisso per un attimo infinito, assaporando ogni dettaglio del suo viso perfetto.
Poi mi alzo sulle punte dei piedi per rubargli un bacio.
Sento le sue mani infilarsi tra i miei capelli e imprigionarmi.
Non che io intenda spostarmi di qui.
Allaccio le mani dietro il suo collo e mi perdo nel suo bacio.
 
A questo punto, potrebbero passarci sopra con un carro armato e probabilmente noi non ce ne accorgeremmo.
Solo che Ben riesce ad essere molto più razionale di me, come sempre.
All’ennesimo spintone che prendiamo, stacca le labbra dalle mie malgrado io mugugni disapprovando e mi prende le mani per tirarmi via dalla scalinata di accesso della National Gallery.
 
Stavo ammirando Trafalgar Square, ai miei piedi.
Prima di perdermi nel mio passatempo preferito, che è ammirare Ben.
In fondo, Londra c’è da secoli.
Lui è molto più magico.
 
Sono andata via di testa, ormai è una certezza.
 
 
Ben mi prende per mano e mi porta di nuovo nelle sale interne.
Malgrado il via vai di innumerevoli persone, io trovo questo posto rilassante.
Ci sediamo su una panchina e io mi accoccolo tra le braccia del mio ragazzo, felice.
Assurdamente felice.
Sono nella città più bella del mondo.
E sono insieme a lui.
Chiudo gli occhi e sospiro.
Lo sento baciarmi dolcemente i capelli.
«Cosa vuoi fare adesso?» mi chiede.
«Vedere la galleria dove ci sono le opere di Tiziano, per favore. Poi vorrei andare sul London Eye, mangiare un hamburger, passare a prendere la cena e fiondarmi a casa con te e non uscire più per due giorni. Anzi, no. L’hamburger appena usciti di qui»
Lui ride.
Un suono che mi scalda il cuore.
«Non sei stanca di farmi fare il turista?» borbotta, scherzoso «Insomma, io sono un  Londoner, dopotutto»
Ma io sorrido.
«La tua ragazza però è una neofita, no?»
Lui arriccia il naso.
«Neo…? Ma non eravamo d’accordo che ora che siamo a Londra ti tocca parlare in inglese?»
«Ehm…ma tu sei taaaanto più bravo di me con le lingue, amore…»
«Gin» ecco, lo sapevo. Non lo frego «Mi sembra di ricordare che una certa ragazza di mia conoscenza avesse detto che deve migliorare nella lingua per cercarsi un lavoro. Ti dice qualcosa?»
«Hum…no?»
Tento un sorriso conciliatore, ma Ben ha l’aria dei momenti seri.
Sbuffo.
«Uffa. Tu parli benissimo l’italiano e io faccio schifo con l’inglese. È imbarazzante»
«Non è imbarazzante» dice, paziente «Fai finta che io sia il tuo teacher»
«Tu sei il mio ragazzo! Non riesco a far finta che non sia così. È più imbarazzante fare figuracce con te che con un estraneo!»
Lui scuote il capo.
«Amore, se devi iniziare a lavorare come pensi di cavartela? Dai, almeno un po’… Hai me. Puoi esercitarti quando vuoi…»
 
Ok.
Non doveva dirlo.
Peggio per lui.
 
Chino il capo per baciargli il collo, quel lungo collo stupendo ed elegante di cui madre natura lo ha dotato.
Lo sento ridacchiare.
«Non stavo suggerendo di essere a disposizione per questo…»
Sorrido con le labbra sulla sua pelle e poi gli mordo delicatamente la gola.
Lo sento trattenere il fiato.
Apro appena gli occhi per guardarmi attorno, ma nessuno bada a noi.
Benissimo.
Con la punta della lingua sfioro la sua pelle profumata, lentamente.
Lui sobbalza.
Io gli bacio dolcemente il pomo d’adamo, che va su e giù, quasi impazzito.
E Ben mi stringe tra le braccia e mi tira in piedi insieme a lui, con decisione, in un unico movimento.
«Scherzavo. Sono  sempre  a disposizione, per questo»
Afferra la mia mano e mi trascina fuori.
E, mentre corriamo verso la fermata degli autobus, mano nella mano, non posso fare a meno di ridere, felice.
 
Ginny 1 – Ben 0.
 
 

   
 
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