Libri > Le Cronache di Narnia
Segui la storia  |       
Autore: MeiyoMakoto    05/02/2013    1 recensioni
Clive Staples Lewis ha quindici anni e un'unica ossessione: Narnia.
Per anni si è sentito raccontare storie di animali parlanti, fauni, ed eroiche imprese.
Per anni ha avuto la certezza di non appartenere completamente al nostro mondo.
Per anni ha cercato di lasciarlo.
Adesso può.
Ma Narnia non è come ha sempre immaginato.
Fra alleati imprevisti e nemici inaspettati, Clive dovrà farsi strada in un mondo diverso da quello che si legge nei suoi libri; un mondo dove la linea fra buono e cattivo è decisamente più sottile.
---
DAL PRIMO CAPITOLO
E se…?
Non riuscì a trattenersi: gettò uno sguardo alla porta per assicurarsi che Peter non fosse nei paraggi, poi strappò con foga la carta velina e aprì il pacco. Adagiati con cura su uno spesso strato di ovatta, c’erano due anelli, uno verde e uno giallo.
Un biglietto di sola andata per Narnia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

‘Che nuove porti, Cletus?’, domandò un usciere dall’aria diffidente. ‘Sua Maestà aspettava con ansia il tuo ritorno.’

‘Ho avuto un contrattempo.’, spiegò il Fauno indicando Clive con un’occhiata eloquente.

‘Gli estranei non sono ammessi a palazzo senza preavviso.’, lo avvertì l’usciere con una smorfia irritata.

‘Neanche i figli di re?’, ribatté Cletus. ‘Guardalo bene, Aaron: è o non è la copia sputata di re Caspian?’

L’altro alzò un sopracciglio.

‘Cosa intendi?’

‘Non dirmi che non hai mai sentito parlare del figlio perduto del re, scomparso assieme alla regina Susan molti anni or sono!’

‘Leggende e vecchie voci di palazzo, nulla di più.’

‘Vuoi che chiami Sua Maestà in persona, Aaron?’, continuò freddamente Cletus. ‘Non credo che gli farà piacere sapere che il suo primogenito è stato cacciato in malo modo da Cair Paravel. Avanti, apri questa dannata porta, garantisco io per lui.’

La minaccia aveva sortito il suo effetto: borbottando fra sé e sé, Aaron diede l’ordine di aprire il pesante portone. In men che non si dica, Cletus e Clive si ritrovarono tutti gli occhi addosso.

‘È lui?’, sentiva mormorare ogni tanto il ragazzo. ‘Ma cos’è saltato in mente a Cletus? Portare un estraneo nel castello, con i tempi che corrono…’ ‘Ma se fosse davvero lui…’

Cletus sembrava del tutto ignaro di essere al centro dell’attenzione, o almeno questo era quello dava a vedere; doveva essere il risultato di anni e anni di vita di corte, rifletté Clive.

‘Il principe Rilian dovrebbe essere in cortile per la lezione di scherma.’, disse il Fauno. ‘Vi presenterò a lui per prima cosa, non avendo il privilegio di avvicinare vostro padre se non dietro specifica richiesta. Il principe, d’altro canto, potrà condurvi da Sua Altezza.’

Raggiunsero il cortile tra i mormorii generali. Clive tentò di assumere un’aria sicura di sé, testa alta e portamento fiero, ma un piccolo cenno della testa del suo accompagnatore lo avvertì che con il principe quell’atteggiamento non sarebbe stato appropriato. Al centro del cortile, un ragazzo che poteva avere all’incirca l’età di Clive era intento a duellare con il suo istruttore con una spada dalla punta arrotondata.

‘Mio principe.’, chiamò Cletus.

‘Dove siete stato, maestro?’, rispose Rilian senza voltarsi. ‘Avete saltato la lezione di oggi.’

‘Me ne scuso, altezza, ma ho incontrato un imprevisto; c’è una persona che vorrei presentarvi.’

Rilian abbassò la spada con riluttanza e congedò il maestro di scherma con un gesto della mano.

‘Ebbene?’

Per tutta risposta, Cletus fece un piccolo inchino e indicò Clive con un ampio gesto del braccio. Il ragazzo ebbe la prontezza di spirito di i inchinarsi anche lui, ma il principe scoppiò a ridere.

‘Che buffi vestiti! E s’inchina come se gli fosse venuto il colpo della strega. Mi avete portato un giullare?’

Clive arrossì.

‘Sono vostro fratello, sire.’, mormorò. ‘Il figlio della regina Susan.’

Rilian smise all’istante di sorridere.

‘Quanti anni hai?’, chiese a bruciapelo, dopo averlo squadrato da capo a piedi.

‘Quindici.’, rispose Clive.

‘Quindici…’, ripeté l’altro con una smorfia quasi impercettibile. ‘Come ti chiami?’

‘Clive Staples Lewis.’

‘Come sei arrivato a Narnia?’

‘Ho usato l’anello di Digory Kirke.’

‘E tua madre? È viva?’

‘Sì. Abita sulla Terra.’

Il principe ponderò le risposte, poi si voltò verso Cletus, inviperito.

‘Cos’è questa storia, maestro?’

‘Ve la raccontai tempo fa, ma non mi credeste.’

‘Mi raccontaste una leggenda di un matrimonio segreto fra la regina Susan e mio padre, ma non me la dipingeste come verità!’

‘Il mio compito era raccontarvi dei grandi re della storia di Narnia, ma questa non era che una voce di corridoio. Non avevo prove della sua attendibilità.’

‘Una voce di corridoio che minaccia il trono! Costui mi è maggiore di due anni, ed essendo la regina Susan ancora viva e vegeta, il matrimonio dei miei genitori non può considerarsi valido. Mi avete portato un principe giullare, Cletus!’

‘Altezza, io non so come si siano svolti i fatti di trent’anni fa, non più di quanto li conosca Clive. Solo vostro padre potrà illuminarvi.’

‘E allora andiamo da lui.’

Gettò la spada e marciò via, tallonato dagli altri due. Ignorando le deboli proteste delle guardie, spalancò la porta della sala del trono, interrompendo una riunione.

‘Padre!’, chiamò. ‘Devo parlarvi!’

Clive fece per entrare, ma Cletus lo bloccò posandogli una mano sulla spalla.

‘Rilian, che modi sono?’, disse Caspian dall’interno in tono scandalizzato.

‘È estremamente urgente.’, rispose suo figlio.

Il re sospirò e mormorò qualcosa ai suoi consiglieri, che si dileguarono senza una parola.

‘Ebbene?’, domandò severo.

‘Potete entrare.’, chiamò il principe.

Clive e il Fauno obbedirono. Per la prima volta, il ragazzo poté vedere di persona suo padre. Caspian era un uomo sui quarant’anni dall’aspetto robusto, vestito riccamente. Sedeva su un immenso trono, la schiena ritta e il cipiglio fiero.

‘Questo è vostro figlio.’, disse Rilian brevemente. ‘O almeno, così sostiene.’

Il re si alzò dal trono e si avvicinò a Clive con un balzo.

‘È vero?’, domandò guardandolo dritto negli occhi. ‘Dici di essere il figlio di Susan?’

Il ragazzo non poté fare altro che annuire. Caspian lo scrutò attentamente.

‘Somigli come una goccia d’acqua a Rilian… e a me.’, constatò. ‘Hai qualcosa del portamento di Peter, e quegli occhi… Non c’è dubbio; quelli sono gli occhi di Edmund.’

All’improvviso, strinse Clive in un abbraccio.

‘Allora era vero…’, mormorò. ‘Susan era incinta. Figlio mio…’

‘Ma padre!’, intervenne Rilian. ‘Come può essere? La regina Susan è stata a Narnia per l’ultima volta quasi trent’anni fa, e costui non ne ha più di quindici!’

‘Il tempo a Narnia scorre diversamente da quanto faccia sulla Terra.’, spiegò il re distrattamente. ‘Dimmi, figlio, come ti chiami? Come sei giunto qui?’

‘Sono Clive. Ho usato l’anello di Digory Kirke.’

‘Ne deduco che tua madre ti ha istruito a dovere su quello che riguarda la nostra terra.’

‘Oh, sì, da quando sono nato! E mi ha parlato molto di voi.’

‘Ah, sì, eh?’

In quel momento, dalla porta fece capolino una figura aggraziata. Clive trattenne il respiro: quella era la donna più bella che avesse mai visto, persino più bella di Jadis. Lunghi riccioli dorati le ricadevano morbidi sulle vesti verde foglia; la pelle era tanto candida, e il corpo tanto sottile, che con quegli abiti la donna ricordava un giunco selvatico. Gli occhi, di un azzurro quasi brillante, erano indecifrabili.

‘Dunque è vero.’, disse semplicemente la donna, gettando un’occhiata prima a Clive poi a Caspian. ‘Il castello è tutto in fermento.’

Clive si sentì in dovere d’inchinarsi, anche se sapeva di non essere capace di fare un inchino degno di questo nome. Altrettanto fece, Cletus, e persino Rilian abbassò il capo, ma lei tenne lo sguardo fisso su Clive.

‘Molto bene.’, disse. ‘Vedo che tua madre ti ha insegnato le buone maniere; sarai un cortigiano impeccabile.’

Le labbra del principe Rilian si incresparono in un sorriso vittorioso, ma Caspian scosse la testa.

‘Clive avrà il posto che gli spetta, luce dei miei occhi.’, annunciò. ‘Rilian dovrà abituarsi all’idea di avere un fratello.’

La donna non fece una piega.

‘Non si tratta di un bastardo, ne deduco.’, disse. ‘Voi siete dunque il consorte di Susan la Dolce, e non di Elladora, figlia di Ramandu. È nostro figlio, che poche ore fa era il solo legittimo erede al trono, ad essere il bastardo, e il nostro matrimonio nullo.’

Il re le si avvicinò e le prese la mano.

‘Io vi amo.’, le disse. ‘E Rilian è il figlio migliore che possa desiderare. Ma non posso trattare il mio primogenito come un semplice bastardo.’

‘Rilian è il vostro primogenito.’

‘Non è così; Clive è più vecchio di due anni, nel suo mondo.’

‘O così sostiene.’

‘È vero, madre.’, intervenne il principe. ‘Non conosceva la mia età quando l’ho interrogato; a onor del vero, devo confessare che ha detto la verità.’

Elladora gli accarezzò la guancia.

‘Onesto e leale.’, commentò. ‘Un vero figlio di re.’

E con queste parole, la regina uscì fiera dalla stanza.

Caspian sospirò.

‘Immagino che tu sia stanco, figlio mio.’, disse posando una mano sulla spalla di Clive. ‘Cletus, mostragli la Camera della Fenice; da oggi saranno i suoi alloggi. Rilian, resta, ho da parlarti.’

Cletus fece un piccolo inchino e obbedì.

‘Allora?’, chiese a Clive quando ebbe chiuso la porta. ‘Che ve ne pare di vostro padre?’

Clive esitò.

‘È come mi sono sempre immaginato il principe Caspian.’, disse lentamente.

‘Ma…?’, incalzò il Fauno.

‘Ma non come mi sono sempre immaginato un padre.’

‘È pur sempre un re, non può sbilanciarsi in lodi e parole affettuose in pubblico; specialmente non con il principe e la regina nei paraggi, in questo caso.’

‘Non penso di essere molto bene accetto da loro.’

‘Vostro fratello è un buon ragazzo, e la regina… Beh, lei è figlia di una stella. Sono solo un po’ frastornati, ecco tutto.’

‘Sarà…’

‘Non vi preoccupate, altezza. Buonanotte.’

‘Buonanotte, Cletus.’

Il mattino prima, Clive si era svegliato sotto le sue lenzuola di cotone e le sue coperte di lana, e la sua maggiore preoccupazione era l’algebra. Adesso si coricava in un letto di piume d’oca dal baldacchino intagliato con scene di caccia, improvvisamente erede al trono di una terra che conosceva da un giorno. Tutti i racconti e le annotazioni che aveva accuratamente custodito in anni e anni di ricerche non l’avevano certo preparato a questa piega degli eventi -senza contare la strega che per colpa sua era di nuovo a piede libero. Si infilò sotto le coperte di velluto ricamato con l’orribile sensazione che la vita fosse diventata improvvisamente molto, molto complicata. 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: MeiyoMakoto