Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Salice_    05/02/2013    3 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Zakuro quella sera tornò a casa a piedi, mentre il sole calava sulla splendida Tokyo. Ripensava ai recenti avvenimenti: alla storia del suo abbandono della squadra Mew Mew, allo scontro con Minto e a come fosse divenuta più forte in combattimento, a come erano riuscite ancora una volta a sventare i loschi piani degli alieni. Ma, soprattutto, ripensava alla conversazione che aveva avuto con Kisshu, suo nemico giurato, dopo che si erano teletrasportati fuori dalla cattedrale.
 
- Avanti Kisshu, dimmi che cosa vuoi da me. – disse Zakuro senza troppi giri di parole.
Il giovane alieno le rivolse un ghigno. – Vedo che arrivi subito al nocciolo della questione, Zakuro!-

Per tutta risposta, la ragazza lo fissò gelidamente con i suoi occhi blu, senza mai abbassare lo sguardo. In quel momento Kisshu si rese conto di quanta fierezza e determinazione dimorassero in quegli occhi gelidi.
L’alieno si vide quindi costretto a continuare. – Come ho già detto, non seguo più i piani del mio capo, Deep Blue. Diciamo che ora come ora me ne vado per la mia strada. –
- Oppure diciamo che sei stato, in un qualche modo, bandito?- lo interruppe a bruciapelo Zakuro.
Kisshu sgranò gli occhi, ma la sua sorpresa non durò che qualche secondo: quella ragazza era tutt’altro che ingenua.
- Ti dirò una cosa: quando una persona è considerata scomoda perché troppo astuta, spesso viene allontanata da chi impartisce gli ordini. I superiori vivono con il terrore che chi sottostà a loro possa pensare con la propria testa. -
- Quindi sei stato, come dire, “lasciato in libertà” dal tuo capo e non prendi più parte ai suoi piani di conquista, è esatto? – riassunse Zakuro con calma, incrociando le braccia al petto e guardando il suo interlocutore negli occhi dorati.
Il volto dell’alieno era sempre distorto nel suo tipico ghigno quando egli fece un segno di assenso con la testa. – E’ esatto. – confermò.
Kisshu vide una piccola ruga formarsi sulla fronte della modella; segno evidente che non si fidava di lui e cercava di capire dove volesse andare a parare con il suo discorso.
La ragazza diede voce alla sua domanda inespressa. – E perché mi stai dicendo questo? Che cosa vorresti? –
- Una tregua. – rispose Kisshu. L’espressione di Zakuro era indecifrabile e lui interpretò il suo silenzio come un chiaro invito a continuare. – Non voglio più combattere contro di voi. Voglio solo impedire che l’Acqua Mew cada nelle mani di quei due idioti di Pie e Taruto. Non voglio che venga consegnata a Deep Blue. -
- E perché mai? Non sei venuto qui sulla Terra con l’intento di combattere per il tuo popolo? Ti tiri indietro? O c’è dell’altro dietro? – proruppe Zakuro fissandolo con interesse. Ormai sembrava ben disposta ad ascoltare tutto ciò che l’alieno aveva da dirle.
Kisshu si lasciò andare ad una risatina. – Sei una persona molto acuta. Per risponderti, posso solamente dirti che credo ci siano altri modi per aiutare la mia gente senza dover dipendere dal mio ex leader. Ora però devo andare, grazie per aver accettato di parlare con me. –
Detto questo l’alieno voltò le spalle alla bella Mew, già pronto a teletrasportarsi, ma la voce di lei lo raggiunse, tagliente come un rasoio. – Nessuno ha detto che potrà esserci questa tregua. Come ben sai, non sono io la leader delle Mew Mew. –
Kisshu sorrise. – Avremo modo di riparlarne. Buona serata Zakuro. – Dopodiché sparì.
Zakuro si trasformò e saltò giù dal tetto del palazzo sul quale si trovava, dirigendosi poi verso casa.
 
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, Zakuro appoggiò la borsa sul grande divano che si trovava nel salone della sua villa, per poi dirigersi al piano superiore con l’intento di farsi un bel bagno rigenerante. Entrò in camera e si tolse il cappotto, riponendolo poi con cura in un immenso armadio stracolmo di vestiti. Mentre cominciava a sbottonarsi la camicetta bianca, però, una voce la fece sobbalzare.
- Ciao Zakuro. -   

   
 
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