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Autore: hinata 92    06/02/2013    11 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Non c'è trucco, non c'è inganno, questa è magia!

 

 

Prestigiatore… o mago?

 

« Ehi, piccole! Dai, belle, che ho la pappa per voi! »

Tutte le colombe bianche all’interno della gabbia iniziarono a sbattere le ali.

Kaito sorrise: « Sembra che vi lasci digiune da mesi… cos’è tutta questa agitazione? »

Come ogni giorno, di ritorno da scuola, Kaito dava il becchime alle sue adorate colombe, indispensabili compagne di tante giochi di prestigio. Le trattava con molto rispetto e amore e loro lo ringraziavano aiutandolo in mille modi durante le sue piccole esibizioni.

« No, sul serio, non vi ho mai visto così agitate… cosa succede? »

Kaito si guardò intorno, alla ricerca del fattore di disturbo che stava facendo agitare le sue colombe. Sul davanzale della finestra, in effetti, vide qualcosa d’inusuale.

« Un gufo? Ah, adesso capisco, abbiamo compagnia… »

Il ragazzo si avvicinò divertito: « Ehi, bello, se cerchi becchime caschi male, qui ne ho solo per le mie ragazze… »

Kaito continuò a guardarlo incuriosito. Si era aspettato che il volatile scappasse non appena avesse fatto un passo nella sua direzione, invece il gufo dalle piume marroni e grigie aveva continuato a guardarlo fisso negli occhi, come se lo stesse aspettando. Il ragazzo provò persino ad allungare una mano per accarezzarlo, e sorprendentemente glielo lasciò fare.

« Ma guarda… siamo dei coccoloni, eh? E a quanto pare siamo anche addestrati, visto che non hai la minima paura di me… »

Fu allora che la notò, appesa a una zampa.

« … così addestrati da portare messaggi? Ehi, avevo sentito parlare dei piccioni viaggiatori, ma i gufi mi mancavano! È per me? »

Provò a prendere la busta, aspettandosi una beccata sulla mano. Il gufo non reagì.

« Devo prenderlo come un sì? »

Con un po’ di titubanza, Kaito staccò la busta dalla zampa.

« , chi tace acconsente… »

Ormai divorato dalla curiosità, il ragazzo aprì la busta senza nemmeno guardarne il destinatario o il mittente.

« Uhm… “Gentile Kaito Kuroba… ehi, gufetto, pare proprio che tu abbia azzeccato l’indirizzo! Dunque, dicevamo…Gentile Kaito Kuroba, con questa lettera la informiamo che lei ha diritto a un posto… »

Convinto di aver letto male, Kaito si strofinò gli occhi un paio di volte.

« … alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts ? Ma cos’è, uno scherzo? Non ho mai sentito di una scuola per prestigiatori con questo nome… »

Le colombe alle sue spalle iniziarono a tubare ancora più forte di prima. Kaito fece loro segno di tacere senza nemmeno alzare lo sguardo dal foglio.

« Un attimo di silenzio, per favore! Sto cercando di capire… »

Invece che calmarsi, gli uccelli si agitarono ancora di più.

« Ma insomma, cosa c’è? È entrato un altro gufo? »

« Veramente credo di essere io la causa della loro agitazione… »

Kaito si voltò. Alle sue spalle c’era qualcosa di decisamente più grosso di un gufo, ovvero un uomo alto, molto anziano, con un paio di occhiali posati sul naso aquilino e una lunga barba bianchissima, che emanava una aura di rispetto e magnificenza.

« E lei come ha fatto a entrare? Chi è? »

« Tu devi essere Kaito Kuroba, non è vero? Perdona la mia intrusione, il mio nome è Albus Silente, e sono il preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. »

Il ragazzo abbassò velocemente lo sguardo sulla lettera. Era lo stesso nome riportato nello strano invito.

L’uomo continuò: « Mi scuso fin da ora se il mio giapponese non è molto fluente, l’ho imparato tanti anni fa ma non ho più avuto occasione di metterlo in pratica e credo che la pronuncia ne abbia sofferto… »

Kaito rimase senza parole. Una parte di lui avrebbe voluto tempestarlo di domande su chi fosse, come fosse entrato e cosa c’entrasse lui con questa scuola. Tuttavia l’uomo gli trasmetteva una sensazione di serenità e tranquillità che non riusciva a spiegare a parole. Non era lì per fargli del male, non sapeva perché, ma ne era sicuro.

« Se… se preferisce parlare inglese, non c’è problema, lo conosco benissimo… basta che mi spieghi qualcosa! Piomba qui dal nulla con questo gufetto e questa strana lettera e… »

Silente sorrise: « Mi avevano detto che eri sveglio, e non mi avevano informato male. Ti è bastato pochissimo per capire che sono inglese! »

Kaito arrossì, senza saperne neppure lui il motivo. Quel vecchio lo metteva in tremenda soggezione.

Silente si pulì gli occhiali e continuò a parlare nella sua lingua madre: « Dunque, stavamo dicendo… che sono il preside di Hogwarts e che, come hai potuto leggere, nella mia scuola c’è un posto anche per te. »

« Perdoni la mia sfacciataggine, ma non credo di aver bisogno di una scuola di prestigiatori, ho imparato tutto quello che mi serve da mio padre. »

L’uomo rise: « Prestidigitazione? Oh no, ragazzo, credo ci sia un equivoco! Qui parliamo di magia, magia vera! »

Kaito sospirò: « Ma per favore, la magia vera non esiste, e se lo lasci dire da qualcuno che lavora nel settore! , non esattamente, in effetti una ragazza che conosco è una strega, ma lei è un caso a parte! »

« Ne sei sicuro, Kaito? Potresti essere della stessa pasta e non saperlo neppure! »

« Io non ho mai evocato il diavolo! »

L’uomo si portò una mano al mento: « Uhm… a quanto pare la tua amica dev’essere specializzata in Arti Oscure… ma quella non è certo l’unico tipo di magia esistente! »

L’anziano estrasse un bastoncino di legno e con un movimento elegante la puntò verso un mobile della stanza, che si sollevò da terra. Kaito, per nulla impressionato, iniziò a girare intorno all’armadio, guardandolo attentamente sopra, sotto e ai lati.

« Uhm… fili non ce ne sono, però è anche vero che è un trucco vecchiotto e superato… calamite non sembrano esserci… »

Silente ridacchiò. Con un altro gesto, l’armadio si contrasse fino a diventare un micetto nero. Kaito sbarrò gli occhi, sorpreso.

« Cavolo, questa mi mancava… »

Il gattino gli saltò fra le braccia miagolando. Il ragazzo l’accarezzò.

« E il mobile dov’è finito? »

Silente sorrise: « Ce l’hai fra le braccia… anzi, ti consiglio caldamente di posarlo a terra! »

Kaito ebbe a malapena il tempo di lasciare il gattino che questo cambiò forma, fino a tornare l’armadio di prima. Il ragazzo fissò il mobile ancora per un po’, poi, con un po’ di titubanza, ne aprì le ante aspettandosi di trovare il gattino, ma questo sembrava scomparso nel nulla. Non contento, entrò dentro il mobile, cercando disperatamente un trucco, un’accortezza, una qualsiasi cosa che potesse spiegargli il fenomeno. Non c’era nient’altro che i suoi soliti oggetti.

Sempre con la testa nell’armadio, Kaito commentò: « Se voleva stupirmi, le comunico che c’è riuscito! Diamine, questo gioco non l’avevo visto neanche da mio padre, e non riesco nemmeno a spiegarmelo, soprattutto visto che non ha potuto prepararlo prima… è disposto a fare uno scambio di trucchi? »

Silente gli sorrise: « Non c’è trucco e non c’è inganno… questa si chiama Trasfigurazione, ed è un tipo di magia che permette di trasformare un oggetto in qualcos’altro. È una delle tante cose che insegniamo a Hogwarts. »

Kaito uscì dall’armadio, e lo richiuse: « Ok. Fingiamo per un attimo che io creda a tutta questa storia della magia vera… perché proprio io? »

« Perché ce l’hai nel sangue, Kaito! Maghi non si diventa, si nasce! Ci sono persone che provengono da antiche famiglie di maghi, che hanno la magia che gli scorre nel sangue da generazioni e generazioni; altre che non hanno alcun potere magico, e che noi chiamiamo Babbani, che nulla sanno di noi e che nulla dovranno mai sapere. A volte ci sono unioni fra Maghi e Babbani, anche se non frequenti, e i loro figli possono essere dell’una o dell’altra categoria; altre volte capita che la magia nasca all’improvviso nel frutto d’amore fra due Babbani. »

Il ragazzo sospirò: « Da questo discorsone deduco che secondo lei io apparterrei all’ultima categoria… »

« Non è importante come nasca la magia, Kaito, l’importante è che questa esiste e che non può essere ignorata! Per questo esistono scuole come Hogwarts, che insegnano alle giovane generazioni a controllare la propria magia, prima che questa scateni fenomeni imprevedibili! È possibile che qualche volta sia già successo… »

« Si sbaglia, non ricordo nulla di simile! »

Silente sorrise intenerito: « Da quanto tempo fai trucchi di prestigio? »

La domanda spiazzò il ragazzo: « Bho… non saprei… mio padre ha iniziato a insegnarmeli quand’ero piccolissimo… »

Il preside si avvicinò al ragazzo, fissandolo con i suoi occhi azzurri e penetranti: « E tu sei sicuro, Kaito, sei pronto a giurarmi con assoluta certezza che fra mille magie finte non ne sia mai sfuggita una vera, per errore? Rispondimi sinceramente! »

Al ragazzo si seccò improvvisamente la bocca. Per un attimo gli erano tornati alla mente vecchi ricordi, di quando ancora poteva giocare con la sua mamma e il suo papà, e di quando mille e mille volte suo padre stesso gli aveva detto che era talmente bravo da sembrare un mago vero. Aveva pensato che fosse uno scherzo, un gioco, ma quante volte gli era stata ripetuta nel tempo quella frase, anche da prestigiatori professionisti, colpiti dalla sua abilità a una così giovane età?

« La prova è nella lettera che hai fra le mani… nessun Babbano ne ha mai ricevuta una, te l’assicuro! Anche se sembra che tu comunque sia vittima di un disguido nella consegna… »

Kaito tirò un sospiro di sollievo: « Ah, mi sembrava un po’ strano! Quindi non sono un mago! »

« No, no, tu sei sicuramente un mago! No, l’errore riguarda l’età… solitamente la busta arriva al compimento degli undici anni, e a quanto mi risulta tu ne hai sedici… »

« Infatti. »

« Ogni paese ha una propria scuola di magia, ma pare che attualmente in quella giapponese ci siano dei problemi… e dato che devo un favore al preside Nabe mi sono offerto di occuparmi della tua istruzione! »

Kaito scosse la testa: « No, adesso basta, quando è troppo è troppo! Guardi, la ringrazio per la gentile offerta, ma declino l’invito. E adesso, se vuole scusarmi, dovrei dare da mangiare alle mie colombe! »

« Non puoi rifiutare. Nel nostro mondo, come in quello magico, c’è l’obbligo d’istruzione. »

« Non mi interessano le regole di un mondo in cui non credo l’esistenza. »

« Oh, lo so benissimo che sei un po’ allergico alle regole… ma ti avverto fin d’ora che certi comportamenti come furti o scippi a Hogwarts non saranno tollerati, nemmeno se restituisci la refurtiva subito dopo! E Akzaban, la prigione del mondo magico, non è nemmeno paragonabile a quella babbana… non pensare di fuggire con qualche tecnica alla Arsenio Lupin, anche se ne sei considerato la versione giapponese! »

Kaito impallidì: « Non… non credo di aver compreso bene… »

Silente sospirò: « Hai capito benissimo, signor Kaito Kid. Sono certo che hai i tuoi buoni motivi per comportarti così, e non sono qui per discuterne ora… »

« … ma immagino che se non le darò ascolto, lei andrà alla polizia a denunciarmi, giusto? »

L’uomo lo guardò con occhi severi: « Questo è ciò che credi tu. »

« Non so come chiami lei questa cosa, nel mondo “babbano” la chiamiamo ricatto! »

« Non sono un ricattatore, ti ho solo detto quello che so. La scelta è tua. »

Kaito sospirò: « E va bene, anche se non so spiegarle l’esatto motivo, lei mi ispira fiducia e ho deciso di concederle una possibilità, una sola! Ha una possibilità per convincermi dell’esistenza di questo mondo magico. Se ci riuscirà, io verrò a Hogwarts senza fare storie, altrimenti amici come prima, e se vorrà di tanto in tanto tornare qui a bersi un tè e a discutere di trucchi magici non le chiuderò la porta in faccia. Affare fatto? »

Albus guardò divertito la mano che il ragazzo stava porgendogli: « Affare fatto! Ecco qui! »

Kaito si ritrovò in mano un biglietto aereo per l’Inghilterra.

« Appuntamento fra due giorni all’aeroporto, dove un mio fidato collaboratore ti porterà a comprare il materiale necessario per poter frequentare le lezioni. Credo che il modo migliore per convincerti sia farti immergere direttamente nel mondo magico, e Diagon Alley è il posto migliore per farlo! »

Kaito sorrise: « , una gita pagata non si rifiuta mai! E poi amo il rischio, dovrebbe saperlo! »

« Lo so. Hagrid ti aspetterà all’aeroporto. Non credo avrai problemi a riconoscerlo, è un tipo che si fa notare abbastanza facilmente! E ti consiglio di portarti dietro un po’ di yen da cambiare per le spese. »

« Dà già per scontato che verrò alla sua scuola, vero? »

Silente sorrise in modo quasi paterno: « Sì, Kaito, ne sono praticamente certo. »

Il preside guardò l’orologio: « Oh, mi spiace, ma si è fatto tardi! Ci vediamo a Hogwarts il primo di settembre, ok? A presto, Kaito Kuroba! »

Il ragazzo cercò di fermarlo o di aggiungere ancora qualcosa, ma l’uomo fece una giravolta su se stesso e scomparve nel nulla. Kaito rimase fermo, incapace di pensare nulla di veramente concreto e ragionevole. Poi lo sguardo cadde sul biglietto aereo.

« Ma guarda tu in che razza di situazione mi sono cacciato… »

Poco lontano da lì, Silente sorrise intenerito nel vedere le reazioni del ragazzo. Era perfettamente normale e comprensibile che Kaito avesse fatto molta più resistenza degli altri, dopotutto i normali studenti ricevevano la notizia a undici anni, mentre lui ne aveva sedici, ed era già pienamente integrato nel mondo babbano. Era una situazione più che anomala, ma non aveva avuto altra scelta, visto il Voto Infrangibile che aveva stretto tanto tempo prima.

« Da una parte avrei voluto che questo momento non giungesse mai, Kaito Kuroba… ma non posso negare di essere contento di averti rivisto! »

E, con un altro giro su se stesso, si smaterializzò nuovamente.

 

 

Ciao a tutti! Questa è la mia prima fan fiction in questo fandom, e ho voluto cimentarmi con questa piccola follia! Le idee non mi mancano, e i colpi di scena saranno tantissimi, ve l’assicuro! La mia specialità è stupire il lettore, e spero di riuscirci anche questa volta!

Che dire, spero che l’idea v’incuriosisca e che abbiate voglia di farmi sapere cosa ne pensate! Vi aspetto al prossimo capitolo… Kaito e Hagrid in giro per Diagon Alley!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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