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Autore: I would give you the moon    06/02/2013    9 recensioni
Si ameranno azzerando il per sempre, e costruendone uno, che finira' solamente quando il loro mondo, viaggera' fra le onde del mare piu' profondo e volera' nei cieli piu' celesti. Si amaranno nelle loro diversita' anche quando il per sempre, per loro, non sara' nemmeno piu' un'unita di misura. Anche quando oramai, l'infinito, per loro, sara' poco.
-Larry Stylinson
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Alla mia migliore amica.

A una persona importante che mi ha ispirato.

A mia mamma, a mia padre.

A voi, che mi seguite.

Pezzi di noi.


Il mondo. E' grande, e' bello. Il mondo sa essere stupido, pericoloso. E' pieno di vita.

Il mondo, e' formato da persone. Da gesti, pensieri. Da cose, che possono essere frasi, parole, lettere. Credenze, sentimenti e attimi.

Fino a che punto il mondo puo' essere diverso?

Louis, se lo e' sempre chiesto. Se lo chiede da quanto all'asilo, vide per la prima volta un bambino di colore. E continua a chiederselo anche adesso, che e' in un bar.

Cosa guarda? Louis sta guardando due ragazze. Una, e' vestita in modo normale. Stivaletti, maglione e jeans. L'altra, e' vestita di nero. Con borchie e croci ovunque.

Eppure, sono sedute vicine e scherzano. Si tengono per mano e mangiano quel gelato al cioccolato, che si ritrovano davanti. Si imboccano a vicenda, dolcemente.

Loro stanno bene. Eppure - ricorda Louis- sono cosi' diverse.

Che la diversita' aiuti i rapporti? Che siano d'amicizia, d'amore..

Louis non lo sa. Non ne ha idea veramente. Si alza' velocemente e esce dal bar.

**

Cos'e' il limite? Perche' esiste?

Se c'e' limite, vuol dire che a ogni cosa, c'e' fine no? Arrivi al limite della pazienza, della rabbia, dall'amore. Cosa succede quando vai oltre al limite?

Cadi e ti fai male?

Chi ha detto, che tutto ha fine? Ma sopratutto, perche' dovrebbe avere fine?

Se una cosa e' bella, non dovrebbe avere fine. Una vita, per esempio, non dovrebbe finire.

"Perche' la gente e' convinta che tutto abbia una fine?" chiede Harold.

Anne, non risponde. Non risponde perche' non sa che dire.

"Mamma, rispondimi per favore.."

Eppure Anne, sta zitta. Non risponde perche' non sa che dire al figlio. Non risponde perche' sa che non e' normale che un ragazzo di 16 anni, faccia domande del genere. Insomma, i ragazzi di 16 anni, pensano alle ragazze, a divertirsi. Al bere, a come diventare piu' bravi nel baciare, a come rimorchiare. Non pensano ai perche' della vita. Non li menzionano minimamente, o almeno non tutti.

Harold, nerovoso, guarda la madre.

"Non lo so Harry, io non lo so.."

"Si, nessuno lo sa mamma, ma se nessuno se lo chiede.."

"Ok Harry, tutto ha una fine. E' provato. Tutto, arriva ad un punto in cui, finisce." lo interrompe Anne.

"Si, ma perche'? Perche' il sempre non esiste?"

"Harry, e' tardi, devi andare a scuola.." afferma la donna.

Harry, scocciato, saluta, prendo la zaino e esce. Mette il piede fuori casa consapevole del fatto, che quel giorno, non sarebbe andato a scuola.

Prende il telefono e le cuffiette. Ascolta la musica, e' su le note della sua canzone preferita, si avvia verso parco vicino casa.

**

Louis sta canticchiando quando nota un ragazzo seduto sull'ultima panchina presente in quel parco - sempre deserto - che per anni, era stato il suo rifugio. Lo guarda, ma quando si accorge della curiosita del ragazzo, distoglie lo sguardo quasi meccanicamente. Continua a canticchiare e si avvicina alla fontanella: deve bere. Harry, lo osserva senza ritegno. Trova in quel ragazzo qualcosa di interessante. Un qualcosa che gli ricorda se stesso. E non e' la sfacciatagine con la quale cammina, nemmeno la sicurezza che ha.

Louis si china per bere. Un sorso quasi ghiacciato. Poi un'altro e un'altro ancora. Poi si scansa e, non sa nemmeno lui per quale motivo, si mette proprio sulla panchina accanto a quella del misterioso ragazzo. Quest'ultimo, velocemente, guarda il suo quaderno a righe, il suo quaderno dei pensieri - come lo chiama lui - e scarabbocchia qualcosa qua e la', indifferente. D'altro canto, Louis, prende il telefono in mano e ci gioca, cercando di ingannare il tempo.

"Belle scarpe.." pensa osservandole. Sono semplici All Star bianche basse e sporche. Harry velocemente, strappa la pagina sul quale stava disegnando. Ha sempre avuto il vizio di descrivere le cose. E su quella pagina - dove aveva iniziato a disegnare - era finito nel descrivere la camminata del ragazzo tanto misterioso.

Harry ama i dettagli, secondo lui, sono tutto. La vita - secondo Harry - senza dettagli, fa schifo. I dettagli, sono quelle cose che rendono una stupidagine qualcosa di grandioso. Tutto, senza dettagli, in realta', e' il nulla. Una bicicletta, puo' essere bella, ma senza dettagli, rimarra' sempre e comunque una stupida bicicletta. Sono i dettagli in realta' che la differenziano dalle altre. Anche un sorriso. Un sorriso, senza dettagli, cos'e'? Nulla. Dai dettagli, si puo' capire se il sorriso e' vero o falso. Dai dettagli, si puo' conoscere la persona che sorride, si puo' imparare a studiarla. Ed e' proprio per colpa di un sorriso, che Harry, strappa per la seconda volta una pagina. Louis, involontariamente, guardando lo schermo del telefono, ha sorriso. E immancabilmente, Harry, lo ha descritto.

**

Louis, sta osservando, ridacchiando sotto i baffi, il ragazzo davanti a se'. Scrive, scrive e poi, immancabilmente, butta il foglio a terra, con una smorfia. Cosa potrebbe mai rendere cosi' deluso quel ragazzo? Quale delusione? E cosi', quando l'ennesimo pezzo di carta bianca vola, Louis si alza e lo raggiunge.

"Hai intenzione di inquinare ancora per tanto?" chiede. Harry, alza la testa spaventato.

"Non sto inquinando.." dice sicuro di se', chiudendo il quaderno.

"No, infatti, il parco, non e' pieno di fogli..e' solamente una mia illusione ottica.."

"Esatto, dovresti farti una visita secondo me..per essere cosi' giovane, e' strano che tu abbia gia' problemi di vista.." lo prende in giro Harry.

"Non ho bisogno di visite, porto gia' le lenti a contatto.." risponde lu e poi si mette seduto vicino a lui. Harry, imbarazzato, si gratta il ginocchio. E' un po' spaventato. Un po' perche', non si sarebbe mai aspettato che quel ragazzo - che tanto aveva descritto - si sarebbe messo seduto vicino a lui e un po' perche' non sa che intenzioni ha. Eppure, nei suoi occhi, non vede cattiveria. Vede il suo riflesso, perche' sono occhi cosi' chiari, che rifletterebbero anche il nulla. Vede curiosita'. Ma la mamma, fin da piccolo, gli ha sempre insegnato di non fidarsi, gli ha sempre detto ci andare oltre le apparenze. Che dietro quegli occhi chiari e quel sorriso garbato, ci possa essere uno schizzato?

"Perche'?" continua Louis.

"Perche' cosa?"

"Perche' scrivi, strappi e butti?" chiede incuriosito, mentre Harry, guarda altrove.

"Perche' non sono felice di quello che scrivo..o meglio, butto, perche' non dovrei scrivere cose del genere.." afferma e si sistema i capelli velocemente, passando le dita nella sua folta chioma scura e riccia. Louis, lo contempla.

"E cosa scrivi?" chiede guardando la copertina del quaderno. Harry, graffia la superficie dei suoi jeans e poi, con arroganza risponde: " Cose che non ti riguardano" Ma Louis, non si arrende, quel pizzico di arroganza nella voce, non lo ferma. Anzi, lo spinge ancora di piu' a conoscerlo.

"Ok Harry, ok. E allora, per quale motivo inquini anche il mio mondo? Questo mi riguarda, posso chiedertelo.." dice. Harry, si gira di scatto. Perche' sa il suo nome?

"Che ne sai del mio nome tu? Mi segui? Mi spii eh!?" chiede infuriato e si alza spaventato. Louis ride. "Cosa ti ridi? Oh mio Dio, me lo sento, adesso mi uccidi! Ma cavolo, non farlo, almeno lasciami salutate mia mamma..ti prego!" urla e in quel momento, capisce che gli occhi tanto belli, in realta' nascondevano un mondo. Louis si alza e lo raggiunge.

"Non ti avvicinare! Non mi toccare, sono minorenne!" dice. "Ah, sei minorenne? Sembri piu' grande.." dice. Louis, sta ridendo come una iena. Harry e' agitato, si sta avvicinando all'uscita quando Louis lo prende per il braccio.

"Sai, la prossima volta, se non vuoi che degli sconosciuti sappiano il tuo nome, evita di scriverlo in caratteri cubitali sulla copertina del quaderno..ti eviteresti tante paranoie e agitazioni...fidati.." dice e gli fa cenno di tranquillizzarsi. Harry imbarazzato, guarda il quaderno e vede il suo nome scritto in caratteri cubitali e pergiunta in rosso proprio nel centro. "Cretino" si dice. "Sei un cagasotto.."

"Scusami" sussurra a Louis, che per tranquilizzarlo, gli accarezza il braccio. "Tranquillo, io, non avrei reagito cosi'..ma mi sarei spaventato anche io!" dice e lo fa ridere. "Facciamo una passeggiata?" si ritrova a chiedere Harry a Louis. Quest'ultimo, sorrise e fa strada.

"E cosi', ti chiami Harry e hai 16 anni.." conclude Louis sorseggiando il suo caffe'. Harry annuisce. "Ti piace scrivere e non sei figlio unico.." il piu' piccolo continua ad annuire. "Come si chiama tua sorella?" Harry risponde con un filo di voce. "Gemma, ma e' gia' fidanzata.." Louis posa la tazzina sul bancone. "Ahahah, cretino. Volevo solo sapere come si chiama.." dice e scuote la testa velocemente imbarazzato.

"Sai, sarebbe bello leggere il tuo nome da qualche parte, ma sfortunatamente, non hai ne' libri ne' quaderni con te.." afferma Harry. "Quindi, dovrei chiederti il tuo nome in maniera meno originale.." Louis annuisce.

"Io sono un ragazzo originale, non potrai mai arrivare ai miei livelli..ragazzino."

"Punto primo: Non sei modesto. Punto secondo: Trovero' un modo carino per chiederti come ti chiami. E punto terzo: Non chiamarmi ragazzino.." dice Harry, poi, beve il suo succo alla mela verde. "Sto aspettando.."

"Dammi tempo, devo trovare una maniera originale..." dice. Poi lo osserva. Osserva la sua maglietta nera con delle scritte bianche. Guarda i suoi occhi, che lo scrutano.

"Come ti chiami?"chiede Harry, Louis e' sorpreso. "Menomale che doveva essere un modo originale.." Harry sorride.

"Sei completamente originale quando scegli la tua naturale predisposizione di vita.Ascolta il tuo cuore." dice e guarda Louis.

"E' tua?" Harry fa cenno di no con le testa.

"E' di Stephen Littleword..ma l'ho fatta mia. Ho ascoltato il mio cuore e il mio cuore mi ha detto di chiedertelo in quel modo.." spiega. Louis, e' sorpreso. Oserebbe dire che nessuno - e ripete -nessuno, lo abbia mai interessato cosi' tanto. Vorrebbe conoscere tutto di Harry, solo per avere la soddisfazione di dire: Io conosciuto una delle persone piu' interessanti di questo stupido mondo..

"Credo che citare uno scrittore solo per chiedere un nome, sia una delle cose piu' originali che una persona possa fare Harry..credimi." Harry, sorride imbarazzato.

"Mi chiamo Louis" dice e gli porge la mano. "Piacere Louis, piacere.." risponde Harry e gli stringe calorosamente la mano. I due parlano, parlano per tutta la mattina. Vanno a pranzo fuori, si fanno un giro per tutta Londra. Passano varie volte davanti casa di Harry, passano di nuovo per il parco. Mangiano per tutto il pomeriggio.

**

Harry e' accanto a Louis che sta bevendo della Coca-cola.

"Posso farti una domanda?"

"Certo Harry..dimmi pure."

"Non sei costretto a rispondere eh! Sia chiaro." lo rassicura, ma Louis, sa benissimo che avrebbe risposto a prescindere.

"Credi nel famoso per sempre..?" chiede. Louis continua a camminare in silenzio. Louis, non crede nel per sempre. O meglio, non ha prove della sua esistenza. Perche'? Perche' non c'e' nulla che rimanga per sempre e anche lui, come Harry, si e' sempre chiesto il perche'. Cosi', quando Harry, gli rivolge questa domanda, Louis, non fa altro che aprirsi con lui, perche' sa, sa che di lui si puo' fidare. Louis si lascia studiare. Lascia che Harry conosca la sua parte piu' segreta, la parte che quasi nessuno conosce. Lascia che un pezzo della sua vita, del suo credo, vada a finire nella mani del piu' piccolo. Lascia che quest'ultimo, possa prendere questo pezzo e farne quello che vuole. Dona una parte di se' ad Harry, che sicuramente ricambiera'.

"Non lo so. So che non esiste perche' tutto ha una fine, ma non capisco perche' tutto debba avere una fine.." dice e non puo' che non notare il sorriso che sul viso di Harry si apre in un secondo. Mostrando delle fosssette profonde e dolci. Harry, non sa che dire. Sa solo che quel ragazzo, pian piano, sta lasciando una traccia nella sua anima, sa solo che adesso, nel suo cuore, e' inciso il suo nome: Louis. Sa solo che quel ragazzo dagli occhi chiari, non uscira' velocemente dalla sua vita. "Insomma, nulla dovrebbe avere fine? Perche' deve avere fine?" continua Louis, alimentando il sorriso di Harry. Il piu' grande, continua a camminare, continua a parlare del per sempre.

"La penso esattamente come te Louis, e' incredibile, ma e' cosi'.." ammette Harry mordendosi il labbro inferiore. Louis gli sorride. "Non siamo cosi' diversi allora.." ammette successivamente.Harry ride di gusto. Louis pensa. Alla fin fine, nella differenza, c'e' sempre qualcosa di uguale. E viceversa. L'essere umano, e' nato per essere differente. Ma la differenza spesso aiuta. Louis ripensa alle due ragazze al bar. Erano tanto differenti, eppure, una cosa uguale c'era. Si volevano bene. Dov'e' l'uguaglianza? Nei sentimenti che provavano l'una per l'altra. Sentimenti che potevano essere d'amicizia o d'amore. E Louis, trova la risposta al suo perche'. La diversita', non aiuta i rapporti, bensi' lo forma. Come c'e' arrivato? C'e' arrivato grazie ad Harry, che se ne sta accanto a lui che cammina. Louis, ha capito finalmente. Ha capito che il mondo e' vivo. Ha capito che e' fatto di pezzi, di persone. Di cose. E' fatto da differenze che in realta', legano tutto. Dando vita ai rapporti, dando vita all'amore.

"Tu credi nella diversita' Harry?" chiede Louis.

"Certo che ci credo, la diversita' esiste.." dice Harry e poi continuano a camminare. E parlano di loro, delle passioni. Dei sogni che hanno e delle loro speranze. Louis vorrebbe diventare attore, Harry non lo sa. Ma Louis, gli consiglia di diventare scrittore. Scherzano e si predono in giro.

**

"Louis, e' tardi, io devo andare a casa.." dice Harry durante la camminata. E i due, tornano indietro. Tornano nel parco e si salutano. Con una piccola stretta di mano, leggera. Per l'ennesima volta si guardano, si studiano. E si lasciano andare. Harry, lascia un pezzo di se' a Louis, e Louis fa lo stesso. Poi il piu' piccolo esce dal parco. Mette le cuffiette e torna a casa.

"Sono tornato..e no, senza che tu chieda: Non sono andato a scuola." Anne si alza dal tavolo preoccupata. "Non mi interessa della scuola Harry! Sei stato fuori tutto il giorno! Dove sei stato?" chiede la donna abbracciandolo.

"Ho pensato e scritto. Ti devo dire una cosa mamma.."

"Dimmi..."

"Si mamma, lo so."

"Sai cosa?" chiede Anne.

"So perche' tutto ha una fine.." dice. Anne lo guarda speranzosa, e' fiera di suo figlio.

"Tutto ha una fine, ma la verita', e' che siamo noi a decidere.." e posa lo zaino a terra. Anne, non capisce, ma non chiede spiegazioni.

"Siamo noi a decidere da che parte vedere la fine mamma..siamo noi." spiega e Anne lo abbraccia. Lo abbraccia perche' sa che Harry, e' forte, sa che ci sarebbe arrivato. Sa che lui - il suo bambino - ha trovato la risposta ai suoi perche' e ne e' fiera.


 

I due ragazzi, si incontreranno durante l'estate. Si conosceranno meglio. Louis lavorera' con la mamma ma studiera' recitazione, Harry, lavorera' nel bar della scuola e studiera' letteratura. Diventeranno migliori amici e poi, fidanzati. Costruiranno il loro per sempre. Si arricchiranno ognuno delle proprie diversita', e andranno contro all'inifinito. Si ameranno azzerando il per sempre, e costruendone uno, che finira' solamente quando il loro mondo, viaggera' fra le onde del mare piu' profondo e volera' nei cieli piu' celesti. Si amaranno nelle loro diversita' anche quando il per sempre, per loro, non sara' nemmeno piu' un'unita di misura. Anche quando oramai, l'infinito, per loro, sara' poco.

 

Salve ragazze..questa, e' una OS speciale. In realta', e' un tema. La mia prof, mi ha dato una traccia..ed e' uscito fuori questo. Ho deciso di pubblicarlo, perche' voglio donarvi anche questo lato di me. Ditemi cosa ne pensate, davvero.

Martina.

  
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