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Autore: Rurue    07/02/2013    2 recensioni
Ricordo quando mia madre mi disse "resta qui, io torno subito".
Ancora non sapevo che sarei stata io a non tornare più.
Un pensiero suscitato dal Giorno della Memoria e che ho deciso di mettere su carta. Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali, Olocausto
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Ricordo quando mia madre mi guardò affettuosamente e mi disse "resta qui, io torno subito". Aveva un'espressione sicura di sé, quindi le credetti e rimasi ferma mentre la vedevo allontanarsi insieme ad una massa di donne. Quando non riuscii più a distinguerla decisi di guardarmi intorno. Mi resi conto di essere insieme a tanti altri bambini, molti erano piccoli. Una signora ci urlò contro e io mi spaventai perché prima non l'avevo vista. Non capivo cosa mi stesse dicendo, c'era troppo chiasso intorno, ma forse urlava proprio perché c'era confusione.  Un ragazzino si avvicinò a me: doveva essere più grande di un anno al massimo. Mi salutò in silenzio e io gli sorrisi.
<< Sai che ci facciamo qui? >> mi chiese a bassa voce. Lo sentii solo perché era vicino a me.
Scossi la testa dispiaciuta << No, non lo so. Ci hanno portate qui all'improvviso. >>
<< Ci? >> chiese confuso il ragazzino guardando vicino a me.
<< Parlo di me e della mamma. >> chiarii intuendo il perché della sua confusione. Lui scrollò le spalle, poi sembrò venirgli un'idea.
<< Forse ci hanno riuniti per fare un censimento.. >>
Lo guardai incuriosita << Cos'è un censimento? >>
<< È quando contano le persone di un posto, però non ho capito molto bene come funziona. Me lo ha detto a scuola la maestra durante l'ora di religione. I miei però dicono che non devo crederle perché è di una religione diversa. >>
Feci cenno di aver capito <<  Anche la mia mamma lo dice, anche se non ho capito tanto la differenza. >> poi gli chiesi ancora << Ma che sta dicendo quella signora? >>
<< Non lo so, proviamo a chiedere. >> propose. Ma lei si avvicinò minacciosa e mi prese per un braccio, strattonandomi. Mi lamentai, perché mi aveva fatto male.
<< Seguitemi >> disse con un'aria arrabbiata. Non riuscivo a capire perché fosse arrabbiata, non le avevo detto nulla.
Le risposi con tono dispiaciuto, perché io ero dispiaciuta veramente << Signora io non posso venire con lei, ho promesso alla mamma che l'avrei aspettata qui. >>
<< Tua madre non tornerà, non la aspettare. >> rispose lei con una faccia divertita, chissà perché si stava divertendo. Lasciò la presa sul mio braccio e ordinò a noi bambini di seguirla. All'inizio rimasi ferma, ma poi il bambino con cui stavo parlando mi disse che forse avremmo fatto meglio a seguirla. Sospirai rassegnata e mi unii agli altri, la mamma si sarebbe senz'altro arrabbiata al mio ritorno.
La signora ci fece entrare in una stanza dicendoci di toglierci gli oggetti di valore, se ne avessimo avuti ma la gran parte la guardò riluttante.
Lei insisté strattonando ancora un bambino alla sua sinistra, gli fece male perché lui scoppiò in lacrime quasi subito e pensai che quella donna fosse violenta perché aveva fatto male anche a me, prima. Alla fine chi non si era tolto nulla venne perquisito e costretto con la forza dalla signora e da un'altra che era arrivata nel frattempo. Poi ci portarono in una stanza grigia, senza finestre e piena di docce spente, mi aggrappai al braccio del ragazzino con cui avevo parlato prima perché ero intimorita e confusa, non capivo perché ci volessero fare la doccia se eravamo vestiti.
I ragazzi più grandi erano terrorizzati e invece di tranquillizzare noi più piccoli parlottavano atterriti tra loro. Lui ricambiò la stretta posando la sua mano sulla mia, aggrappata a lui
<< Tranquilla, ora ti faranno tornare da tua madre. >> mi rassicurò senza guardarmi.
Passarono pochi minuti e poi cominciarono le docce vennero messe in funzione aumentando ancora di più la mia confusione nel vedere uscire dalle bocchette non acqua bensì gas. Ci volle poco a che a tutti quanti mancasse aria, vedevo i gli altri contorcersi intorno a me in cerca di ossigeno non solo con i polmoni ma con tutto il corpo.
 Mi chiesi se anche io fossi così raccapricciante e il mio ultimo pensiero andò alla mamma: doveva essere davvero preoccupata!
  
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