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Autore: Bibusic    08/02/2013    0 recensioni
E' un Teen Drama. Una storia raccontata a modo di Telefilm.
Damian ha diciannove anni e dopo tre anni a Detroit ritorna nella piccola cittadina dov'è nato Florence nell'Oregon.
Tutto è cambiato, ma lui resiste alla tentazione di scappare di nuovo dal passato, rimanendo in città.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A NAME FOR THIS STORY.
PILOT: Gocce di passato in un mare di presente.
 
Damian era seduto vicino al finestrino del piccolo e rumoroso pullman che l’avrebbe riportato a casa.
L’I-pod al massimo e l’agitazione che non voleva passare. Era felice di rivedere sua madre e la sua piccola sorellina Annie, che da quando se n’era andato si era ostinata a mandargli una cartolina ogni due settimane. Damian le aveva conservate tutte in una confezione di scarpe non usata che, in un giorno di noia e raggi splendenti, aveva decorato con delle foto di loro due insieme. Amava quella piccola peste dagli occhi azzurri cielo e capelli che potevano far concorrenza ai più belli raggi del sole, non vedeva l’ora di abbracciarla a se e non lasciarla più.
La giornata era calda, tipico del Oregon durante i mesi estivi, le coste si riempivano di turisti dalle grandi città in cerca di relax e tutto gli sembrava troppo affollato.
Il ragazzo era così impegnato a guardare il paesaggio fuori dal finestrino sporco che quasi perse la fermata di Florence.

DAMIAN.

Primo gradino, secondo gradino e poi terra.
La mia città, era bello poggiare i piedi nel paese in cui sei nato e vissuto per la gran parte della tua vita. D’un tratto l’agitazione era calata e a me non rimaneva altro che la gioia del ritorno in patria.
Alzai la testa e a qualche metro da me c’era parcheggiata la Jeep di mia madre, con lei sorridente appoggiata alla portiera. Il suo viso si era illuminato e i suoi occhi cioccolato emanavano quel calore materno che mi è mancato tanto. Corse verso di me e mi abbracciò, la strinsi a me con euforia. Mi sentii di nuovo piccolo, quando quel ragnetto della mia Annie tossì per attirare l’attenzione su di se. Mi guardò contrariata e poi mi saltò addosso.
Rischiai di stritolarla!

DAMIAN: Annie, ma quanto sei cresciuta!
ANNIE: Sei tu che diventi sempre più piccolo…
DAMIAN: Giusto, hai ragione. In fondo un metro e novanta non è niente!
ANNIE: Oh smettila di vantarti tanto, sei noioso.
Cercò di svincolarsi dalla mia presa, ma i sforzi erano inutili, le diedi un leggero bacio sulla testa e poi  la appoggiai nel sedile posteriore della macchina.
ANNIE: Mamma?
MARYAN: Dimmi cara.
ANNIE: Adesso che Damian è tornato non potrò più sedermi davanti?
DAMIAN: No sorellina, i posti davanti sono per i grandi!
ANNIE: Mamma! Damian è tornato da dieci minuti e già rompe le scatole!
MARYAN: Smettetela, o vi caccio fuori tutti e due.
ANNIE/ DAMIAN: Sì capo.

Il resto del viaggio fu silenzioso, in sottofondo c’era solo una stupida canzone di Miley Cyrus che scoprì piacesse molto ad Annie e quindi resistetti dal cambiar canale.
 
La macchina si fermò nel vialetto davanti alla casa.
Il giardino era curato e le rose rosse, di fianco alla vecchia altalena scricchiolante, sembravano voler toccare il cielo.
Damian era stanco dal lungo viaggio e voleva solamente tuffarsi nel suo letto, sperava che la sua camera fosse rimasta senza alcun cambiamento, come tutte le volte.
Lui partiva e la camera rimaneva esattamente com’era, Maryan non aveva il coraggio di cambiare niente, sarebbe stato come cancellare qualcosa di Damian e questo non le sarebbe mai andato giù.
Appena entrato, il ragazzo, fu catturato però dall’odore della torta alle mele, la sua preferita in assoluto.

DAMIAN.

Sul tavolo della cucina mi aspettava in bella vista la miglior torta alle mele di sempre e io non potevo fare altro che sedermi a tavola e aspettare che mia madre me ne tagliasse un pezzo.

DAMIAN: Mamma, non dovevi!

Lei non rispose, prese un piattino e me lo mise davanti insieme ad una gran fetta di quella meraviglia.

MARYAN: Da come la stai sbranando direi che i tuoi gusti non sono ancora cambiati! Basta basta che non ti strozzi.                                                                                                                   
DAMIAN: Non la shto sbrnando!

Parlavo con la bocca piena, beccandomi un’occhiataccia da mia madre, l’ha sempre odiato. Lo riteneva un gesto maleducato e stupido.
Dopo essermi abbuffato per bene cercai mia sorella con lo sguardo, fallì miseramente. Chissà dove si era cacciata quella piccola peste.

DAMIAN: Annie dove sei?
Silenzio.

DAMIAN: Annie!
ANNIE: sono al piano di sopra!

Corsi su per le scale trovandola davanti alla porta di camera mia.

ANNIE: Ti ho fatto una sorpresa…
DAMIAN: Ah davvero? Fammi vedere.

Mia sorella aprì la porta della mia camera.
Dalla stanza si sentì solo un coro di ‘’Ben tornatooo!’’ i miei tre migliori amici erano seduti sul mio letto sorridenti. Grazie della sorpresina Annie.
Lucas, Wade e Dean non ci misero molto a saltarmi addosso facendomi cadere per terra.

LUCAS: lo sai che tua sorella adesso ha anche il cellullare?
DEAN: Con tutti i nostri numeri poi!
WADE: Credo che abbia una cotta per Lucas…
LUCAS: Guarda che i pasticcini  dell’altro giorno erano per te.
DAMIAN: Ehi, ehi, ehi ragazzi! Mia sorella non ha la cotta per nessuno di voi idioti!

Gli guardai stizzito e mi rimisi in piedi. Era mai possibile che non fossero cambiati di una virgola? Sempre i soliti bambini troppo cresciuti.
 
I tre ragazzi parlarono dell’ultimo anno al liceo, delle ragazze conquistate, delle stupidaggini fatte e Damian man mano si sentiva sempre più fuori dal discorso. Come sei lui non facesse veramente più parte di quel quartetto unito fin da sempre.
Tre anni fa avrebbe fatto i complimenti ad ognuno di essi per ogni bravata combinata, adesso si tratteneva per non fargli una ramanzina.
Tre anni fa starebbe ridendo sentendosi a suo agio, ora gli stava salendo nuovamente l’agitazione. Lui non aveva molto da raccontare su di se, la sua vita era fatta di allenamenti, partite, scuola e il poco tempo libero che gli rimaneva lo passava con Jenna. La sua ragazza che da un giorno all’altro si trovava a chilometri e chilometri lontano da lui.
Il suo rimurginare fu interrotto da Dean.

DEAN: Senti Dam, l’hai più sentita Rose?

Nella stanza calò il silenzio, la faccia di Damian sembrava di pietra, mentre Lucas cercò subito di cambiare argomento.

LUCAS: Dai Dean! Cosa sono questi argomenti pesanti eh?...Damian sta sera c’è una festa in spiaggia vieni vero?
DAMIAN: No…
LUCAS: Come non vieni? Amico, ci sarà da divertirsi!
DAMIAN: No, non l’ho più sentita.
LUCAS: Davvero? Abbiamo intenzione di parlare di Rose? Oggi. Festa. Alcool. Ragazze. Non Rose!
WADE: Lucas, se non ti conoscessi penserei che stai cercando di cambiare argomento!

Lucas sorrise falsamente, era nervoso.

DAMIAN: No, ha ragione non parliamone e comunque sì vengo alla festa in spiaggia. Adesso smammate di qui che sono davvero stanco e ho bisogno di dormire.

I tre ragazzi salutarono Damian ed uscirono dalla stanza.
Damian era seduto sul letto a guardarsi attorno, forse era ora di ridipingere le pareti, l’azzurro che un tempo era vivace e ricordava il cielo, adesso era sbiadito.
Il ragazzo si ripromise di farlo nei giorni seguenti.
Si alzò e piano di avvicinò all’armadio.
Lo aprì con esitazione, quasi avesse paura di quello che c’era dentro. Sullo sportello destro, una foto un po’ sciupata copriva la parte dove lo specchio era rotto.
Lui e Rose che si abbracciavano sorridenti.
C’era anche una scritta fatta con l’indelebile ‘’Io coprirò tutte le tue parti rotte. Ti amo, Rose.’’
Damian accarezzò dolcemente la foto, il suo viso era triste, molto tormentato. Volse lo sguardo sui quattro vestiti che erano rimasti lì, tirò fuori un pigiama e sbattè con forza gli sportelli.
Si cambiò e cercò di addormentarsi.

LUCAS.

Salii nella mia macchina diretto verso casa di Rose.
Dovevamo parlare, stava andando tutto sbagliato! Perché Damian aveva deciso di tornare per così tanto tempo? Di solito le sue visite non duravano più di due giorni e in quelle poche ore si possono nascondere molte cose. In tre mesi non si può nascondere più nulla.
Misi in moto e accelerai.
 
Il ragazzo era nervoso, cercò di canticchiare qualcosa nel tragitto per rilassarsi, ma niente sembrava aiutarlo.
In pochi minuti si trovò davanti alla casa della ragazza, suonò il campanello e lei gli aprì subito.

ROSE.
Lucas, stava incominciando a farmi paura, camminava avanti e indietro per tutto il soggiorno non riuscendo a formulare una frase compiuta.

ROSE: Lucas, mi vuoi per piacere spiegare cosa diavolo sta succedendo?
LUCAS: E’ tornato.
ROSE: Chi è tornato?
LUCAS: Damian!

No, no, no. Non era possibile! Dai resterà qua una manciata di giorni e poi se ne andrà di sicuro. Il mio cuore aveva cominciato a martellare forte e le mie mani cominciarono a sudare.

ROSE: Come? Per quanto tempo?
LUCAS: Tre..
ROSE: Tre giorni?
LUCAS: No, tre mesi.
ROSE: COSA?!
LUCAS: Sono scioccato almeno quanto te. Come faremo? Mi ucciderà Rose!
ROSE: Senti è stato lui ad andarsene senza nemmeno darmi un ultimo addio, così dal nulla. Dopo tutto quel tempo insieme. Non può comparire adesso e fare scenate, non ne ha il diritto!
LUCAS: Ma io vado a letto con la ex del mio migliore amico da un anno e lui non ne ha la più pallida idea!
ROSE: Questi sono affari suoi. Anche lui si è trovato una ragazza, Lucas andrà tutto bene.
Gli presi il viso tra le mani, appoggiai la mia fronte alla sua.
Poggiai le mie labbra sulle sue e ci lasciammo andare ad un lungo bacio.
ROSE: andrà tutto bene.

Sussurai ancora.
 
Maryan stava camminando nel corridoio della University of Arts Eugene diretta nell’aula degli insegnanti.
Era tardi ed anche i corsi pomeridiani erano finiti, voleva solamente prendere le sue cose e tornare a casa.
Un uomo la prese per il braccio e la attirò a se.

MARYAN: Peter! Mi hai fatto prendere un colpo.
PETER: Scusami, volevo solo sapere com’è andata oggi…
MARYAN: O volevi sapere se ho detto a Damian di noi due.
PETER: Entrambi.
MARYAN: No, Peter io non so nemmeno come cominciare. Mi dispiace così tanto!

La donna era sconvolta, avrebbe voluto dire al figlio della sua nuova relazione, ma la paura di non essere accettata non le dava pace.
Ha sempre saputo che il divorzio con suo ex marito è stato un colpo basso per Damian e che è stato uno dei moventi della partenza del ragazzo.
Avrebbe voluto che le cose fossero più facili.

PETER: Tranquilla, troveremo il modo. Sono sicuro che lo accetterà.
 
DAMIAN.

La musica rimbombava nelle mie orecchie e dei ragazzini ubriachi mi sbattevano addosso cercando di ballare.
I miei amici erano scomparsi nella folla attirati da qualche biondina formosa lasciandomi solo, decisi quindi di farmi una passeggiata lungo la spiaggia, allontanandomi così dal quel rumore assordante.
Quando oramai ero lontano il mio telefono prese a squillare, era Jenna.

DAMIAN: Ehi amore…
JENNA: Ciao, come stai?
DAMIAN: Mi manchi, credo di voler tornare indietro, non è stata una buona idea venire a casa. E’ cambiato tutto.
JENNA: Allora ritorna da me. Lascia stare il passato, io sono il tuo presente Dam.
DAMIAN: Hai ragione, domani ti chiamo e ti di faccio sapere.
JENNA: Va bene, salutami Maryan. Ti amo.
DAMIAN: Okay. Ti amo anch’io.

 
Attaccai il telefono con la convinzione di voler tornare a Detroit, da quella donna che ha segnato la mia vita e mi ha aiutato a rialzarmi.
Ormai non appartenevo più a Florence.
Camminai guardando la sabbia sotto i miei piedi, fino a quando non andai a sbattere contro qualcuno.

DAMIAN: Oh scusam…Rose?

La ragazza mi guardava perplessa, quasi davanti a lei ci fosse un fantasma.

ROSE: Damian…come stai?
DAMIAN: Bene, io…io sono felice di vederti.
ROSE: Oh beh visto che resti per tre mesi ci vedremo spesso, Florence è una città piccola!
DAMIAN: Beh in realtà…
ROSE: cosa?
DAMIAN: Niente. Solo, saranno tre mesi davvero interessanti!

To be continued.

Angolo autrice: Ciao ragazzi! Ho deciso di scrivere questa storia un po' di tempo fa, ci sono molto dialoghi e questo primo capito/puntata è un po' corta. La prossima volta si spiegheranno molte cose.
So che mancano le descrizioni dei personaggi. Volevo mettere delle foto come se recitassero dei veri attori, ma non me le fa mettere. Per la prossima volta vedo di provvedere!
Baci e spero che vi piaccia :)
  
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