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Autore: Dzoro    29/08/2007    6 recensioni
L'unico modo che la de Atena avrà per evitare uno strip tease davanti a tutti gli dei dell'olimpo, è che i cavalieri badino per una settimana al pestifero figlio di Zeus. E dovranno farlo travestiti da donne.
La fanfiction contiene sentimento, amicizia, robot giganti, cuochi accorati, guardie neonaziste e critici d'arte imbufaliti.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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soloxstravolta

Capitolo 1: La scommessa

 

Sull'Olimpo la vita scorreva magnificamente bene e per una volta Atena era riuscita ad andare a trovare i vari fratelli e cugini lasciando i cavalieri in ferie pagate per un po' di tempo. Il primo a cui fece visita fu il fratello Apollo, con cui si era rappacificata dopo il loro ultimo scontro nel quale l'adorato fratellino aveva tentato di ucciderla. Ora stavano prendendo il the sulla veranda con vista su Atene dove le gru del cantiere stavano restaurando le dodici case rovinate dai vari atti eroici di quei cinque imbranati incapaci di non fare casino ovunque andassero. Il the al nettare non era male e neppure i biscottini all’ambrosia, però cominciava a sentire la nostalgia della cucina terrena. In quel momento si avvicinò il padre Zeus che a onor del vero non aveva quello che propriamente si definisce un aspetto regale: l’alloro era di traverso sulla fronte, la barba e i capelli erano trascurati da tempo e all’angolo della bocca teneva una sigaretta che si intuiva come ultima di qualche decina. Insomma, sembrava appena tornato da una visita a tutti i locali più infimi del pianeta.

- Che ti succede, vecchio? Non ti ho mai visto così sbattuto. C’è qualcosa che non va o ieri hai fatto un’altra delle tue seratine trasgressive?-

- Magari, almeno mi sarei divertito, invece il vero problema è un altro: si tratta di Vega.-

- E chi sarebbe, scusa ‘sto tipo?-

- Mio figlio. La madre appena ha visto il suo carattere mi ha mollato insieme al bambino e adesso ci devo badare io. Magari mi fossi conciato così in qualche bar, figliola, magari!- e detto questo si allontanò con aria abbattuta. -

-Non ci credo, è stato un bambinetto a ridurlo così? Ma è assurdo-

-Non la penseresti così se lo conoscessi. Da giorni quel demonio si infila da tutte le parti combinandone di tutti i colori: mi ha rotto la cetra e poi ha preteso che la riaggiustassi perché voleva la ninna nanna. Ha scolato un’anfora di vino della riserva speciale di Dioniso, rubato il carro da guerra di Ares e come ultima impresa ieri ha preso un po’ di saette scatenando un piccolo uragano da qualche parte in Cina, mi pare.-

Apollo con enfasi enumerò le numerose disgrazie causate da Vega negli ultimi giorni.

- Oh, suvvia, non avete proprio tatto con i bambini voi dei. Scommetto che è un angioletto se trattato nel modo giusto.-

-Bene Atena, se riesci a tenerlo a bada una settimana giuro che faccio uno strip-tease davanti a tutti gli dei, ma se perdi sarai tu a farlo. Ci stai?-

-Ma certo!-

- Bene, avviserò nostro padre che può affidarti il bambino.-

Si recarono entrambi verso il tempio principale dove videro il padre quasi nascosto da una pila di bottiglie di birra, stravaccato su di una poltrona con l’aria di chi cerchi solo un buon pretesto per suicidarsi. I due gli riferirono il discorso fatto poco prima.

Zeus, sentiti i termini della scommessa, si rallegrò parecchio e impose qualche regola:

Atena doveva resistere per una settimana esatta a partire dal lunedì seguente: aveva quattro giorni per organizzarsi.

Apollo non sarebbe potuto intervenire personalmente a complicare ulteriormente le cose.

Atena al contrario poteva avvalersi dell’aiuto di tutte le persone che voleva, purché fossero donne mortali (niente dee e uomini di qualsiasi genere).

Niente trucchetti per addormentare il bambino o neutralizzarlo con altri poteri speciali propri delle divinità.

Il perdente avrebbe come da promessa fatto uno strip-tease sotto gli occhi di tutti coloro che avesse voluto il vincitore.

Atena si disse d’accordo e con lei Apollo. Poi ognuno si allontanò verso la propria dimora.

Saori era preoccupatissima per l’esito dello scontro: parlando con gli altri dei si era sentita confermare la fama di criminale di Vega: della donne mortali non ce l’avrebbero mai fatta da sole, nemmeno si fosse trattato di Tisifone o Castalia. Se solo avesse potuto chiamare i cavalieri, come al solito: Seiya, Shiryu, Hyoga, Ikki e Shun non si sarebbero rifiutati di certo, deficienti com’erano…Poi un lampo le illuminò gli occhi: in fondo nella storia gli dei avevano sempre barato alla grande. Perché interrompere la tradizione?

"Chissà se è carino Apollo in mutande? Beh, lo scoprirò molto presto… In guardia fratellino, vedrai che me la caverò anche stavolta". Ridacchiò tra sé Saori.

Apollo, intanto, girava in tondo nella sua stanza maledicendosi per la stupidissima scommessa fatta con sua sorella: e se ci fosse riuscita sul serio? Non osava pensare cosa avrebbero detto di lui nei prossimi tre secoli dopo lo spettacolino che avrebbe dato. No, doveva necessariamente averla vinta contro Atena e le sue aiutanti: se dopo qualche giorno fossero resistite, ci avrebbe pensato lui a far sì che la piccola peste si trasformasse in una furia devastatrice." Attenta a te, sorellina, non ti aspetta una settimana facile, mi premurerò io di farti avere qualche emozione speciale, comincia a preoccuparti". Era contro le regole indette da Zeus, ma quando mai lui si fermava davanti a delle stupide regole? Era un dio sì o no?

Così ignari delle congiure uno dell’altra le due divinità andarono a mettere in atto i loro piani. Zeus, che li aveva ascoltati, stava ridacchiando fra sé: era finita la noia! Quei due ne avrebbero combinate di tutti i colori, tanto più che ormai le regole non valevano un cavolo. Sintonizzò la sua speciale tv sulle azioni dei figli e si accomodò con file di pacchetti di popcorn per godersi gli sviluppi della vicenda. Quali poveracci avrebbero coinvolto nei loro loschi progetti? Non gli rimaneva che guardare e aspettare: dopo qualche tempo sullo schermo apparvero delle immagini di una cascata che riconobbe subito dalla inconfondibile figura appollaiata su di un picco vicino all’acqua. Sull’angolo in alto a sinistra del monitor apparve una Saori super deformed: significava che Atena si era messa all’opera.

- Desidera qualcos’altro signore?-

- No, va benissimo così, grazie.- disse il ragazzo rilassandosi su un morbido materassino mentre una bella ragazza gli massaggiava la schiena su cui era tatuato un grosso drago che di solito restava nascosto dai suoi lunghi capelli neri. Shiryu si stava godendo il meritato riposo alle " Five mountains term", vicino alla ormai nota cascata. Per fortuna il suo maestro non lo chiamava da un po’ di tempo e lui si preoccupava soltanto di palestra, bagni e massaggi con le inservienti, peraltro piuttosto gnocche, delle terme con cui passava la maggior parte del giorno. Beh, in fondo era in vacanza sì o no? Ah che bellezza…

"Shiryu!" Ok, come non detto.

"Maestro, che palle, non potete lasciarmi in pace neppure un secondo? Staccatevi subito dal collegamento telepatico. Qui mi stanno guardando tutti perché parlo da solo."

"Shiryu, non mancarmi di rispetto: seppure anziano ho ancora abbastanza forza per darti una lezione, e tu lo sai bene."

"See, nonnetto, sarai un cavaliere d’oro ma io ho la pienezza del dragone e sono molto più figo di lei!"

"Guarda che mi arrabbio…e poi ai miei tempi, eh, di sicuro ero molto più bello di te, bimbo"

"Vabbè, se lo dite voi. Comunque, che c’è di così importante da interrompere la mia sauna in questo momento?"

"Saori ha bisogno di voi per una questione della massima importanza di cui ti spiegherò i particolari in seguito. Devi recarti il più presto possibile a Tokyo nella villa della signorina."

"Uffa, ma giuro che Saori me li paga gli straordinari, altro che dea della giustizia, dea della sfiga dico io. Prenderò il primo volo per tornare, comunque. Ma ora andatevene dalla mia testa, perché ho una certa urgenza di sfogarmi e un uomo anziano come voi dovrebbe elargire massime zen, piuttosto che rompere i marroni a un povero Cristo che vuole fare in pace la sua sauna."

Dopodiché si alzò e infilandosi una T-shirt e gli occhiali da sole si allontanò dalla stanza piena di vapori caldi per fare le valigie.

"Mi mancherà questo bel posto. Credo che ci ritornerò prossimamente, sempre che a milady non dispiaccia"

"Shiryu!"

"AAAAAAARGH! SE NON VE NE ANDATE ALL’ISTANTE DALLA MIA TESTA COMMETTO UN OMICIDIO E VI ASSICURO CHE NE RESTERETE COINVOLTO!"

"Volevo solo dirti che sei tu a dover rintracciare i tuoi amichetti, perché nessuno di loro è a Tokyo e tu avrai di sicuro i loro numeri di cellulare. Dato che io non ci capisco niente di queste diavolerie elettroniche mi faresti questo GRANDE piacere? Ciao, ti amo"

"Ma vaffanbagnonellafottutacascata."

"Stavo scherzando…"

Shiryu prese in mano un peluche ("five mountains term, sole, acqua e divertimento") e lo stritolò desiderando ardentemente che al suo posto ci fosse il cavaliere della bilancia.

Sull’orlo di un profondo precipizio stava una figura solitaria immobile come colui che sta immobile. Stava scrutando la valle con un serio cipiglio. Portava sulle spalle una grossa scatola di metallo che appoggiò in terra tirandone fuori un’armatura a forma di cavallo alato e indossandola. Poi con uno sguardo estremamente felice si gettò nel vuoto e, sbattendo su qualche spuntone qua e là, si afferrò ad una sporgenza e si tirò su per riposarsi un attimo. Poi iniziò la risalita con lo scopo evidente di ributtarsi giù appena raggiunta la cima.[1] Era una settimana che stava nel Colorado e frequentava assiduamente ogni buca presente nel luogo. Seiya non era mai stato così felice in tutta la sua miserabile esistenza al servizio di quella matta coi capelli viola. Le ossa certo erano un po’ ammaccate ma nulla di grave in confronto al gran divertimento che provava ogni volta che sentiva l’aria fischiare intorno a lui mentre cadeva in burroni sempre più profondi. Stava per tornare sull’orlo quando il suo cellulare suonò, miracolosamente integro

- Ehm, pronto?-

- Ehilà Seiya, come ti butta?-

- Veramente mi butto da solo.-

- ???-

- Ma in questo momento sono appeso per il braccio destro su di un baratro profondo un centinaio di metri. E’ meglio se mi tiro su, aspetta un… oops!!-

Dopo quello Shiryu sentì un urlo disumano ed un tonfo qualche secondo dopo.

- Seiya? SEIYA! Che ti succede amico?- ma sentì solo del silenzio per un po’ ed in lontananza dei lamenti, poi il cavaliere riafferrò il cellulare.

- Wow, che bomba questo metodo. Dovrò brevettarlo prima o poi. Oh,gioia… ho anche una gamba rotta, che goduria!! Saranno felici al pronto intervento. Beh, appena riottengo sensibilità agli arti, chiamo un elicottero a tirarmi fuori da qui.-

Superato lo shock iniziale Shiryu rispose:

-Allora, senti: dovresti venire subito da me a Tokyo per una questione della massima importanza che riguarda Saori. Ti spiegherò, ma ti assicuro che sembrava davvero una cosa seria da come la metteva il mio maestro, e quindi suppongo che sia degna di attenzione.-

- Uh, che bello!!-

- Sei felice? Allora vieni il più presto possibile.-

- Ma no! Sono felice perché ho scoperto di avere anche l’altra gamba rotta!!-

Una goccia di sudore apparve sulla fronte di Shiryu.

- Se lo dici tu…Ma lascia perdere un attimo le tue diagnosi e cerca di venire qua appena potrai reggerti in piedi.-

- Ma mi dici di che si tratta, dannazione!-

- Non lo so sinceramente, Saori non ha voluto approfondire.- Un po’ deluso Seiya salutò l’amico e chiamò il pronto intervento perché venissero a ripescarlo. Quando l’ebbero caricato sull’elicottero solo le cinghie che lo assicuravano al lettino gli impedirono di affrontare un balzo gigantesco (nonché voluto) giù dal velivolo.

Nella suite presidenziale di un lussuoso albergo di Miami una aggraziata figura con lunghi capelli verdi e una vestaglia rosa confetto stava aspettando che la vasca si riempisse ed intanto ascoltava un po’ di musica preparandosi un caffè. Nella stanza accanto ancora nel letto stava un giovane i cui lunghi capelli biondi erano sparsi sul cuscino. Indossava solo dei boxer ed il suo torso nudo era molto muscoloso. Dormiva ancora profondamente. Bevendo il suo caffè intanto l’altra persona lo guardava dolcemente, quando suoi pensieri furono interrotti dal telefono.

"Deve essere il servizio in camera…"

- Si, caro?-

- Shun! Disgraziato! Ecco dove eri finito. Noi che ti cercavamo come forsennati per tutto il globo e tu lì a gozzovigliare spendendo tutti i soldi di milady! Comunque non sei l’unico: nemmeno Hyoga è reperibile. Abbiamo anche ingaggiato qualche sub per andare a vedere se magari si trovava da sua madre: quei poveracci sono quasi diventati calippo, ma del nostro cignetto nemmeno l’ombra-

- Calmati Shiryu! Poi scusa, credevo che le ferie durassero tutto il mese. In quanto a Hyoga…- e qui si interruppe ridacchiando

- Beh, ne sai qualcosa?-

- E’ qui con me…-sussurrò alla fine Shun. Dall’altra parte della cornetta Shiryu arrossì violentemente trattenendo un moto di disgusto con alcune smorfie che non sfuggirono a Seiya là vicino che molto eloquentemente si toccò l’orecchio destro sbattendo provocatoriamente le ciglia.

- Mi dispiace interrompere l’idillio di voi due ma dovreste venire al più presto alla villa di Saori per una faccenda di estrema importanza.-

- Oh, va bene. Certo che è un peccato svegliarlo , dorme così bene…Non ho cuore, povero cucciolo, ieri sera si è addormentato così tardi…-

- Vedrai che non si offende Shun. Sveglialo al più presto e fallo venire al telefono, altrimenti chiedo in portineria mettono il viva voce, che ci penso io a buttarlo giù dal letto!- Con aria rassegnata Shun si avvicinò all’amico sussurrandogli:

- Hyoga-chan? Svegliati, ti vogliono al telefono…-

- Niet chan. Cuompagno. Cuompagno Hyoga-

- Ma…-

- Se il proletario viene sfruottato lo sfruottatore vuà eliminato…ngnomfrghnt-

- Ehm, Hyoga…-

- Che minkiosevich…Ah, sei tu![2] Ciao Shun-chan. Per favore, mi porti un caffè mentre io rispondo?-

- Con immenso piacere darling!- Il cavaliere di Andromeda si diresse verso il frigo bar mentre Hyoga prendeva la cornetta.

- Sì, pronto?-

- Ah, ben svegliato batuffolino, hai dormito bene con il tuo orsacchiotto? Ma tu guarda, ed io che ti credevo una persona perbene…-

- Cosa vorresti insinuare, che sono checca?-

- No, è che…-

- Sì hai ragione lo sono! Uno schifosissimo gay pervertito!-

- Ma sì… cioè no! Io…-

- Tu cosa? Hai qualcosa contro di noi? Contro i nostri diritti? Razzista!!!!-

- Ma non ho detto un cazz…sì ma no beh! Calmati.-

- Ok, sono calmo.-

- Allora parliamo da persone civili: dovete venire qua al più presto! La vita di milady è in pericolo.-

- Ma no! Cos’è successo stavolta? La stanno lentamente calando in un vulcano attivo e noi abbiamo 12 ore di tempo per tirarla su? Oppure qualche altra stramaledetta reincarnazione?-

- Beh, quasi. Venite qua e ve lo spiegherà meglio Saori stessa. Ora ti lascio, devo rintracciare Ikki: il nostro pollastro bruciacchiato tiene sempre il cellulare spento…mi chiedo perché se l’è preso se non lo usa. Chiedi un po’ al suo fratellino se ne sa qualcosa.-

-Ma certo! Shun-chan? Sai dirmi dove si trova Ikki? Oh,grazie.-

-Te l’ha detto?-

-No, ma prepara un ottimo caffè –

-^ senza parole ^-

- Ikki si trova alle Bahamas, all’Hotel "Las gnocas" -

- Va bene, proverò lì. Ma voi sbrigatevi a tornare.-

- Okeydokey. Ci si vede!- E detto ciò, Hyoga attaccò il telefono.

- Si torna al lavoro, dunque…- Mormorò poi tra sé. Cercò di immaginarsi di cosa si trattasse quella volta, ma credetemi, non poteva davvero immaginarlo.

Su un’assolata spiaggia all’ombra di una palma stava un numeroso gruppo di ragazze in bikini. L’oggetto della loro attenzione era un ragazzo con i capelli neri a riflessi blu ed una carnagione abbronzata che sorseggiava con aria da latin-lover un drink tropicale.

- Raccontaci ancora qualcosina delle tue imprese, micione . Erano così cattivi quei cavalieri?-

- Ma certo tesoro, io ero circondato da ogni parte da quegli uomini malvagi ma, con il mio colpo segreto sono riuscito a cavarmi d’impaccio salvando i miei compagni da morte sicura!-

- Oh che eroe!- esclamò una tipa con un bikini azzurro mentre le altre le facevano eco

- Ma facci vedere quel tuo famoso colpo con cui hai vinto!-

- Qualsiasi cosa per voi-

Ikki si alzò in piedi piazzandosi a gambe divaricate sulla sabbia e portò le braccia verso l’alto mentre i suoi muscoli si tendevano con grande ammirazione delle ragazze del seguito :

- ALI DELLA FENICE!!- il mare davanti a lui si aprì in due grandi ondate che travolsero qualche ignaro surfista. Lo stuolo di ammiratrici si assiepò nuovamente intorno al cavaliere. Tra quella folla si stava facendo largo un cameriere con un telefono in mano:

- Mi scusi, signore, c’è una chiamata per lei da Tokio –

Ikki si voltò ad ascoltarlo sentendo il nome della città

- Arrivo. Aspettate un momentino, bellezze. Pronto?-

- Ah eccoti qua finalmente. Saori ci ha convocato per una nuova missione di estrema importanza-

- Shiryu, dannato rompiballe, io sto facendo le ferie qui, ed eravamo d’accordo per la fine del mese per tornare al lavoro! Eppoi anche qui ho da fare cose importanti- aggiunse ammiccando alle numerose ragazze ancora assiepate intorno a lui.

- Mh, dì al tuo fan club che devi andare un’altra volta a salvare il mondo, così sono contente. Ma qui ci servi, quindi vedi di arrivare entro domani alla villa di Saori!-

- M-ma Shiryu! Diavolo! Io… no!! Mi rifiuto di tornare! Del resto sono sempre l’ultimo ad entrare in scena, ricordi?-

- Questa volta è diverso-

- Io non vengo, non vedo perché dovrei-

- Perché se non ci raggiungi al più presto vedrai pubblicate su qualche centinaio di giornali di massima diffusione quelle tue foto della festa aziendale dell’anno scorso dove ti eri fotocopiato il sedere e dato ad Aldebaran de Toro della "Bella Maiala"[3].-

- N-non lo farai, vero? Non puoi essere così cattivo!-

- Dipende solo da te…Ti aspettiamo domani, Ikki-chan…-

La telefonata finì e il cavaliere sconfitto dovette dare l’addio alle vacanze.

- Ma come, ci lasci di già?-

- Eh sì, il mondo ha ancora bisogno di me. Ma ci rivedremo. Goodbye, my darlings!!- e dicendo così si mise in marcia verso l’albergo dove si apprestò a fare le valigie.

Bene, non restava che convincere quei cinque in anticamera ad accettare il lavoro. Ma come dirglielo?

- Ragazzi farete i baby sitter - No, non andava, più imperiosa:

- Cavalieri, da questa impresa che vi coinvolgerà dipende l’onore della vostra dea protettrice.- si, ok, ma come dirgli che si sarebbero dovuti travestire da donna?

- Avete mai pensato di vestire da scozzesi per una settimana?- No, penoso.

- Seguite le sfilate di moda in questi mesi? Le gonnelline sugli uomini sono adoraaabili!-

Naaa, patetico. Vabbuono inutile girarci intorno, tanto valeva dirglielo e basta.

Saori entrò con passo deciso nella stanza: cinque paia di occhi si posarono su di lei [4]:

- Cavlrr,dvt trvestrv ddonn…- ora gli occhi erano alquanto perplessi.

- Ahem,mh…Cavalieri! Dovete fare i baby sitter per una settimana.- Se fosse entrata con un costume da pinguino cantando yankee doodle non l’avrebbero guardata in un modo tanto diverso.

- Sono sicura accetterete, ne va della vita della vostra dea.-

I ragazzi si fissarono, poi Shiryu prese la parola:

- Un attimo ci lasci discutere tra noi.-

Si appartarono nel corridoio, incerti se chiamare un’ambulanza che portasse Saori al più vicino manicomio o se obbedirle ciecamente.

"Tipregotipregotiprego, fa che accettino".

Dopo un quarto d’ora entrarono tenendo sotto il braccio quello che sembrava un rotolo di carta igienica. Glielo porsero.

- Ed io che me ne faccio?-

- Mavvada a cagare!-

- Taci Ikki! E’ che non trovavamo altro su cui scrivere. Si tratta di una lista di richieste a cui dovrete sottostare, se volete ottenere i nostri servigi: uno più sei zeri di dollari a testa, un milione di carte se le và meglio; due mesi di ferie pagate, Senza interruzioni di sorta. Poi, individualmente, Seiya chiede il rinnovo dell’assicurazione incidenti sul lavoro e un materasso, ehm, super morbidoso; Ikki idem con l’assicurazione sulla vita ma niente materassi; Hyoga vuole dei ghiaccioli-

- TANTI ghiaccioli, milady-

- Mentre io mi accontento di qualche ettolitro di collirio. E’ tutto.-

- E Shun non vuole niente?-

- No, c’è qualcosa ma ho usato il pezzo dove l’avevo appuntato perché dovevo urgentemente andare in bagno, ma me lo ricordo a voce: vuole pace e felicità per tutti i bambini del mondo. E un cagnolino.-

- Vedrò cosa posso fare…-.

Saori tirò un sospiro di sollievo: le richieste erano più allettanti dello strip-tease.

Con un gran sorriso condusse i cinque in un’altra sala del palazzo dove una schiera di sarti, parrucchieri ed estetisti attendevano ordinatamente.

Al loro ingresso si fece avanti una donna tarchiatella con i capelli rossi e vistosamente truccata che squadrava con occhi rapaci i cavalieri che si sentirono come se fossero nudi alla stazione centrale. La donna si soffermò particolarmente su Ikki arrivando a prendergli la faccia fra le lunghe dita scheletriche e gliela voltò a destra e a sinistra per poi sospirare sconsolata:

- Non sarà una cosa semplicissima, ma nulla è impossibile per me ed il mio staff. Diventeranno adorabili dopo il trattamento…- concluse con un risolino che non presagiva nulla di buono. I ragazzi si sentivano tranquilli come delle patate davanti ad una pentola di acqua bollente, e quella racchia sembrava intenzionata a preparare del purè per pranzo. L’agitazione aumentò che, ad un segnale, tutti gli estetisti indossarono delle maschere anti-gas.

L’ultima cosa che i saints videro furono delle mani che li afferrarono per impedir loro di cadere.

- La droga ha funzionato benissimo. Adesso sono più rimbecilliti di un bradipo caduto nel valium. Saori, tesoro, hai qualche preferenza per il look? Seguo la moda o no?-

- Fai quello che vuoi, ma che siano quantomeno carini: non invecchiarli troppo.-

La rossa lanciò un’occhiata dubbiosa ad Ikki:

- Mah, quello è troppo maschile, non verrà una gran bellezza, ma farò del mio meglio. Ma quello biondo e quello con i capelli verdi saranno i miei capolavori!-

Una risatina diabolica echeggiò nella stanza.

   
 
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