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Autore: DansUnReve    08/02/2013    2 recensioni
L'amore non ha barriere, né confini. Non ha età o regole. L'amore è il sentimento più grande di tutti, che quando ti prende non ti abbandona più.
Mary&Josh;
Giada&Milena;
Akahito&Yuna;
Antoine&Hélène.

Piccole storie, grandi amori.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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27 Aprile 1985, Indiana.

Mary si avvicinò piano alla lastra di granito nero, sulla quale era stato inciso il nome di suo marito. La accarezzò piano, mentre ancora una volta iniziava a piangere piano. Quello era il giorno del loro cinquantesimo anniversario. Strinse forte a sé la fede di Josh, che le pendeva al collo. Sebbene fosse il segno del loro amore eterno, quella piccola fascetta d'oro non riusciva a trasmetterle calore. Ormai era vecchia a stanca. Aveva sessantanove anni, e, sebbene, in quella società non fosse tanto, sapeva che non sarebbe andata avanti a lungo. In realtà aveva deciso di non andare avanti a lungo. La scienza, la medicina, i dottori le avrebbero permesso di campare fino ai cent'anni, nonostante gli acciacchi; ma erano circa tre settimane che aveva smesso di prende farmaci, e pian piano aveva iniziato a perdere le forze. Non si curava di poter far male a qualcuno con la sua morte. Lei non aveva figli, perché l'unico uomo con cui fosse mai stata era Josh e, nei sette anni di matrimonio che avevano vissuto assieme, lei non era mai rimasta incinta. Non aveva amato nessun altro. Aveva dei nipoti, ma di lei non si curavano.

Posò piano la margherita bianca sulla tomba del marito, chiuse gli occhi e ripensò a quando era giovane. A quando si erano conosciuti e dopo pochi mesi le aveva chiesto di sposarla.

-M'ama; non m'ama; m'ama; non m'ama..
-Signorina!
Mary era troppo presa a contare i petali del fiore per accorgersi che Josh le si era avvicinato. Le guance presero fuoco all'istante e le mani iniziarono a sudare.
-Salve signore!
Rispose non troppo sicura; anzi, quasi balbettante.
-Come sta oggi? La vedo informa.
Josh era sempre così cortese - nelle parole e nei modi - con lei. Era bello, alto, con i capelli neri e gli occhi verdi, come l'erba fresca di primavera. Il profilo ricordava quello di una statua greca, ma nonostante la sua infinita bellezza, non era superbo. Lavorava i campi insieme al padre e, a zappare la terra, le braccia e il petto si erano fatti muscolosi.
Sorrise e il cuore di Mary perse un battito.
-Io sto bene e lei?
-Bene, bene. Come mai è sola?
-Ero venuta a fare due passi. Volevo evitare che il signor Rockfeller mi desse qualche strano compito in preparazione della fiera.
Sapeva che non era esattamente quello che ci si aspettava da una giovane donna come lei e che di certo non avrebbe dovuto mentire, ma quel ragazzo era così puro che raccontargli una bugia le sembrava di profanarlo.
-Come la capisco!
Le disse, inaspettatamente. Mary arrossì di nuovo.
-Senta, io volevo chiederle se le andrebbe di passare il pomeriggio con me domani. Gradisco molto la sua compagnia.
La ragazza sgranò gli occhi e si sentì quasi svenire.
-Cos'ha? Si sente bene?
-Uhm.. Sì, sì. E' una primavera molto calda non crede?
-Sì, ha ragione. Fa caldo persino quì all'ombra.
E vide i grandi occhi di lui spostarsi sulle fronde della grande quercia sotto la quale Mary aveva trovato riparo. Poi tornò a guardare lei e sorrise nuovamente, ancora in attesa di una risposta.
-Allora le andrebbe bene per domani pomeriggio?
-Oh sì, certo! Non vedo l'ora. Anche io gradisco molto la sua compagnia.
-Ne sono contento.
Un ultimo fantastico sorriso, che gli fece venire una piccola fossetta sulla guancia destra, sbarbata da poco. Poi in lontanaza si sentì un fischio e la voce di un uomo che urlava il nome del ragazzo.
-Arrivo.
Rispose Josh, agitando un braccio, per far vedere che aveva capito.
-La devo lasciare nuovamente da sola.
Disse, e nella sua voce Mary colse una punta di rammarico.
-Oh, non fa niente, la comprendo! Non si affatichi troppo e buon lavoro.
-Arrivederci.
E così dicendo il ragazzo si allontanò di corsa. Solo allora Mary si accorse di non aver smesso un secondo di sorridere. Che figura da sciocca che aveva fatto! Seguì la sagoma di Josh in lontanaza, mentre cercava di rallentare il battito del cuore. Le aveva chiesto di uscire e lei gli aveva detto sì.

Un anno dopo Mary e Josh si erano sposati. Era il 27 Aprile del 1935, lei portava un abito semplice e bianco, che le aveva cucito la madre, mentre lui aveva comprato un abito apposta per l'occasione, grazie a tanti sacrifici. Erano innamorati e si guardavano come se fossero l'unica cosa che contasse al mondo. Il loro mondo. Si erano costruiti un focolare, ancora prima di aver trovato casa.

Passarono sette anni, durante i quali si erano stabiliti in una piccola casetta di legno bianco. Lui era premuroso, non le faceva mancare mai niente, nonostante arrivasse sempre stanco la sera per il lavoro. E lei lo amava quanto più fosse possibile, perché le rimaneva al fianco nonostante non fosse ancora riuscita a dargli un bambino. 

Poi lo chiamarono in guerra e lui, che non sarebbe mai stato in grado di far male ad una mosca, dovette partire per il fronte oltreoceano. La sera prima della sua partenza lei pianse, fino ad avere gli occhi gonfi e rossi, mentre Josh la abbracciava, sussurrandole all'orecchio parole rassicuranti, donandole dolci baci sul collo e leggere carezze. Non avrebbe mai voluto lasciarla. Lasciare il dono più grande che la vita le avesse mai fatto. Il giorno dopo, però, partì lo stesso.

Da quella guerra Josh non tornò mai. Morì per la patria, in un conflitto determinato da un odio irrazionale. Tutte le emozioni sono irrazionali, proprio come l'amore. La vita di Josh era stata segnata da avvenimenti irrazionali: il matrimonio con Mary e la guerra in Europa.
Mary avrebbe voluto morire quando le portarono la notizia. Pianse tutte le sue lacrime, decise di non alzarsi mai più dal letto e lasciò che il dolore la consumasse. Solo con l'aiuto della madre si riprese lentamente. Solo lei riuscì a infonderle abbastanza forza, facendole capire che se il suo amore fosse stato veramente così grande, avrebbe dovuto continuare a vivere anche per lui. Mary si convinse di ciò, fino a martellarsi il cervello. Sarebbe andata avanti, solo per Josh. Per il loro amore.

Mary riaprì piano gli occhi e guardò nuovamente la tomba. Le lacrime le bagnavano gli zigomi ricoperti da piccole rughe. Poi all'improvviso sentì il fiato mancarle, un dolore al petto soffocante le impediva di respirare. Spalancò gli occhi e la bocca in cerca d'aria ma alla fine dovette accasciarsi lentamente al suolo. Pensado che quella era la sua fine, capì di essere felice, perché almeno moriva insieme al suo Josh. La sua guancia toccò l'erba sulla tomba di Josh, quando lei finalmente si ritrovò distesa al suolo. Guardò quei fili verdi e ripensò agli occhi del suo amato. Erano dello stesso colore, luminosi allo stesso modo. Con quell'ultimo pensiero nel cuore e nella mente, chiuse gli occhi per riunirsi a Josh.



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