Spoilers sul capitolo 163




L’acqua era limpida e gelida, resa scintillante dai pochi raggi di pallida luce che riusciva a catturare. Riflessi dalle pareti bianche di ghiaccio, i riverberi argentati trasformavano l’acqua in un diamante liquido.
Immersa in quello spettacolo cristallino, Chii non sentiva né il freddo né la mancanza d’aria, era nata per vivere in quella gola scintillante e non le erano stati dati né il bisogno di calore, né quello di respirare.
Fluttuante in quel piccolo mondo, cantava una canzone senza parole per il bambino che dormiva sul fondo. Era per lui che Chii era stata creata, per stargli accanto, per non farlo sentire solo. Era venuta al mondo con un amore sconfinato per la creaturina addormentata, un amore senza ragione, ma immenso, impossibile da misurare. Il desiderio di proteggerlo e di curarlo erano il fulcro della sua piccola vita.
Chii amava molto anche il suo creatore. Non era un sentimento nato con lei, ma piano piano era spuntato fuori dal suo cuoricino il desiderio di accudire e di proteggere anche Fay. Forse era perché assomigliava tanto al bambino sul fondo del pozzo, forse era per il sorriso triste che gli si disegnava sul viso ogni volta che faceva capolino oltre lo specchio della superficie. Chii non era stata creata per pensare troppo a queste cose, quindi dopo un po’ smise di farsi domande.
Fay le aveva detto di stare sempre accanto al bambino, di non lasciarlo mai solo, ma, dapprima solo qualche volta, poi sempre più spesso, quando il suo creatore veniva in visita al piccolo dormiente, Chii nuotava fino alla superficie per salutarlo, per parlargli, per alleviare quella tristezza.
Fay le aveva detto che l’aveva resa somigliante alla loro mamma ed aveva sorriso un po’ di più, dicendolo. Chii non sapeva cosa fosse una mamma, ma sembrava essere una bella cosa e lei era felice di essere simile a lei.
Era questo ciò che cercava di dire al bambino quando cantava. Anche se la sua canzone non aveva parole, lei vi riversava tutto il suo amore, sperando che superasse il sonno senza fine del piccino e che lui capisse.
Che sapesse che la sua mamma era lì vicina a lui.
Chii metteva l’anima nella sua canzone e non si accorgeva mai del ragazzino che ogni volta si sporgeva sull’acqua per ascoltarla. Ogni volta lo specchio d’acqua tranquillo veniva spezzato da una pioggia di gocce salate.




Owari






Vieni a trovarmi su The Fangirl Within