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Autore: Tommos_girl93    10/02/2013    4 recensioni
Era la loro estate, l'estate in cui le loro vite, e i loro cuori, si erano intrecciati.

"Io sono Lexie. Beh, Alexis, ma preferisco Lexie". "Zayn" disse semplicemente lui, riportando la sigaretta alle labbra e aspirando nuovamente. Nonostante tutto, c'era qualcosa di davvero sexy in lui, nei suoi movimenti e nella sua voce calda e appena roca.
"Sei il fratello di Waliyha" affermai, tanto per continuare il discorso. "Esatto, ma non mi chiedere di venire con lei al tuo miniclub perché è fuori discussione"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 THE TIME OF OUR LIVES
- A Zayn Malik fan fiction –

 

Capitolo 1
It all started with a job

 
17 giugno

Il lungomare era proprio come lo ricordavo: ventoso, eppure caldo, calmo pur essendoci decine di persone che come me camminavano per la stradina che costeggiava la spiaggia. Tutto perfettamente combaciante con i miei ricordi dell'estate prima, ricordi offuscati dalla sua ultima immagine, dal suo profilo, mentre seduto su un muretto al lato della strada, fumava l'ultima sigaretta della stagione, e con la mano salutava ogni corriera che passava di lì...

(L'anno precedente)


Aprile


"Mamma, mi vuoi davvero costringere a trovare un lavoro in un posto di mare? È pura crudeltà questa!" Dissi aprendo le braccia in disaccordo. Era la mia prima estate da maggiorenne, non avrei dovuto frequentare corsi di recupero o cose del genere per la scuola, che avrei finalmente finito, già pregustavo la mia estate fatta di dolce far niente, sole, amici, balle secolari e feste una sera sì e l'altra anche. E invece mia madre e mio padre avevano deciso che quell'estate avrei dovuto dare una mano alla famiglia e guadagnarmi ciò che avrei speso. Pura crudeltà, per l'appunto. " Certo che sì Alexis Miriam, non voglio sentire storie" Ecco, la ciliegina sulla torta, mi aveva pure chiamato con il mio primo e secondo nome, e non Lexie. Il discorso era finito, e io non avevo il diritto di aggiungere altro. Quanto odiavo quelle discussioni, in cui l'unico vincitore era mia mamma, senza eccezione.

Salii le scale di corsa, sbattei la porta della mia stanza, già sentendo la ramanzina che mi avrebbe aspettato quando fossi uscita per la cena, e mi sedetti al computer. Avevo un'idea in mente, volevo dimostrare ai miei che ero io quella che organizzava la mia vita, non loro. Volevano che trovassi un lavoro? Bene. L'avrei trovato il più lontano possibile. Mi sarei allontanata e avrei cercato in qualunque modo di troncare ogni contatto con loro. No, non avrebbero apprezzato quell'estate, io d'altro canto... Mi sarei goduta la mia piena libertà di maggiorenne, al mare, senza genitori alle calcagna. Vivevamo a Newcastle, nel nord est dell'Inghilterra, mi fu davvero facile trovare il posto perfetto per la mia fuga. Brighton, sud Inghilterra, città da cui, nelle giornate di sole, si vedono le coste della Francia. Rimanendo entro i confini inglesi, quello era il posto ideale. In più, era pieno zeppo di turisti, inglesi e non: non avrei potuto chiedere di meglio, vista la mia propensione per i viaggi.

Trascorsi un paio d'ore a dare un'occhiata alle offerte. Animazione, commessa, aiuto lavapiatti, aiutante al bar, animazione di nuovo, bagnino, istruttore di balli latino-americani, cameriera... I soliti lavoretti estivi insomma. Alzai le spalle, un lavoro valeva l'altro alla fine, e avevo già esperienza nel campo dell'animazione, così inviai il curriculum a un villaggio turistico che offriva ai propri clienti un mini club per bambini fino ai 15 anni. Certo, non sarebbe stato il massimo per conoscere gente della mia età, ma almeno gli orari di lavoro sarebbero stati ridotti rispetto a quelli di una commessa o una cameriera, e avrei dovuto sporcarmi le mani solo fino a un certo punto. Dovevo sembrare una psicopatica dopo aver inviato la richiesta di assunzione, lo schermo del pc come unica fonte d'illuminazione nella stanza, le mani intrecciate, un sorriso calcolatore sul volto.


10 giugno

Ce l'avevo fatta. Lo zaino in spalla, la valigia enorme al mio fianco, il biglietto del treno in mano, stavo per partire per Brighton, che era diventata, per me un po' sinonimo di libertà. I saluti furono difficili, scoccai un bacio sulla guancia di mio padre, abbracciai mia sorella dicendole di fare la brava, poi mia madre fu l'ultima della fila: aveva avuto un mese e mezzo per prepararsi a lasciarmi andare, ma mi chiuse in un abbraccio commosso e non mi lasciò per cinque minuti buoni, assicurandosi che avrei fatto la brava e avrei tenuto la testa sulle spalle. Sentivo sulla nuca, e persino sulla schiena di mia madre, molti occhi indiscreti, ma non mi importava molto. Ricambiai l'abbraccio con il classico entusiasmo di chi sta per partire, anche se sotto sotto, in un angolo remoto, il dispiacere di dover lasciare la mia famiglia, la paura di partire, la preoccupazione per ciò che avrei vissuto, sopravvivevano cibandosi della mia felicità.

Faticai a credere che davvero fosse arrivato quel momento, forse perché tutto sembrava così surreale, così bello che la mia mente era arrivata a rilegarlo come l'ennesimo sogno. Ma il biglietto del treno era proprio nella mia mano, davanti ai miei occhi, così come lo era il mio posto sul treno: 17b; lessi, e desiderai con tutta me stessa che quello fosse un segno propizio, più che un 17 sfortunato. La mia famiglia salutava dal binario, mia madre combatteva invano le lacrime, mio padre, dopo tutte le sfuriate e le opinioni contrarie, sorrideva orgoglioso della sua bambina, mia sorella si limitava a ondeggiare quasi drammaticamente la mano, fingendo di sventolare un fazzoletto bianco, e a lanciare occhiate a mia madre, cercando di calmarla, massaggiandole la schiena con l'altra mano.

Fu così che la mia libertà, assieme all'estate più indimenticabile della mia vita, ebbe inizio.



Tommo’s Corner:
Wow, ho davvero appena cominciato una semi long? Apparentemente sì. Sorprese? Eh già… Mi sono data a una specie di AU, e il mio protagonista sarà proprio il nostro bel Zayn Malik… Spero che faccia contente alcune di voi? E lo sapete perché proprio lui? Beh, due motivi, di cui, per ora, svelerò solo il primo: mi sentivo di averlo trascurato nelle altre storie e mi sentivo in colpa, vi capita mai? E quindi eccolo protagonista…
Beh, non ho molto da dire, se non che spero di avervi incuriosite abbastanza da indurvi a seguirla e recensire, magari? Mi fareste felice ;)
Un abbraccio,
-S

   
 
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