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Autore: MadLucy    10/02/2013    3 recensioni
[I Buddenbrook, Thomas Mann.] La morte di Hanno e la visita di Kai, semplicemente.
***
Hanno non ha più paura di niente mentre il polso rallenta il battito e una sinfonia struggente calca le sue ultime note, prima di svanire in un silenzio che penetrerà nelle ossa e nei muri, e nella tua vita senza lui. Quella fuga incalzante è volta al capolinea, ed è una fossa la salvezza che Hanno ha trovato sul ciglio di strade troppo impervie.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La fuga.



Mentre stai lì, inginocchiato davanti a quel letto già sudario come se ci fosse ancora qualche dio da pregare, il destino ride di te. Tu stupido che non trovasti una ragione per farlo restare aggrappato alla vita, mentre lui diventava la tua. Tu stupido che gli scrivevi vite nuove in cui tutto era facile e morbido, che gli carezzavi le guance ed incontravi le lacrime e le raccoglievi, geloso della musica come si può essere solo d'una rivale. Era suo, Hanno, suo è nato e suo muore tossendo la vita fra quelle lenzuola.
Guardalo, ora, Kai: la morte spanta sulla pelle in un velo nero e viola, a soffiargli il veleno sulle palpebre trasparenti e tremanti, ad inoculare acido nelle vene troppo evidenti sui polsi scarni, a diffondere il suo alito acre in quelle membra tenere; ed è benedizione e salvezza e sollievo per quel corpo che sceglie di abbandonarsi e lasciarsi avvolgere dall'oblio ipnotico di una pace nera come i pozzi. Guardalo, Kai, guardalo voltare le spalle al mondo ed abbandonare fra i guanciali quelle misere spogli mortali che l'hanno costretto a subìre tante pene lunghe e fredde come inverni senza estate: guardalo finalmente felice, mentre si tende a raggiungere una realtà migliore dove nessuno sa fargli del male. Ma quello che lui attendeva con stremata trepidanza, tu lo rinnegavi con l'inconfutabile certezza del dubbio più amaro. Osservi con occhi invasi di lacrime Hanno spegnersi e un'era della tua vita tramontare, bagnata del suo sangue.
Se bello nella malattia, splendido nella morte. Pelle di gesso, riccioli di velluto. Respiro che freme e stenta, come fiammella di candela ad un soffio troppo urgente di vento.
E urlano quelle parole non dette, sbraitano le loro verità, reclamano una vendetta che negli anni brucerà fra le pagine di quella storia fino ad inghiottirne la cenere.
Le porti alle labbra, le baci quelle mani con cui Hanno consumava l'amore insano che consumò lui, le baci ancora con la devozione fervida d'un ritardatario che vuole rimediare, nell'atroce tentativo di sciogliere quel freddo di morbo; le tue lacrime precipitano scomposte e spudorate, sfuggendo al contegno di quegli occhi che troppo hanno spettato senza poter agire. Lamenti di segreti sepolti vivi sono quei baci, quelle lacrime, quel dolore denudato ed esposto allo sguardo indagatore del mondo, che adesso non tollerano più d'essere taciuti: fingere ha perso il suo significato.
Vuoi baciargli anche le labbra aride e socchiuse, un po' per soffiargli in gola il tuo respiro fino ad esaurirlo e fargli riaprire gli occhi, un po' perchè non hai mai trovato la forza di scavalcare la sua paura straziante e attirarlo a te finchè non avesse dimenticato di volersi opporre. No, è lapidario il silenzio che promette di durare per sempre, è odiosa l'immagine di quel pianoforte che Hanno non suonerà più, è mortificante il mazzo di spartiti e sogni che avrebbe potuto realizzare ed ora sono solo truccioli della tua realtà intagliata, muschio sulla tomba di una creatura che pianse troppo e non fu pianta abbastanza. Quella fuga incalzante è volta al capolinea, ed è una fossa la salvezza che Hanno ha trovato sul ciglio di strade troppo impervie.
Ripeti il suo nome ancora ed ancora finchè la tua lingua non s'imbatte in un singhiozzo, lo sbotti con assordante debolezza per romperti la voce.
E Hanno sorride, Hanno che già non sente nulla e ha sentito te. Hanno che sente la tua voce, le tue mani e le tue labbra. E' un sorriso leggero il suo, sgravato, sereno. Ti sorride perchè solo te vuole vicino al momento di fuggire da quel mondo ripugnante, solo a te avrebbe scritto una lettera se ne fosse stato in grado: su un foglio, sola e mesta sulla prima riga, avresti letto la parola scusa e realizzato quanto avrebbe potuto amarti se la vita glie ne avesse dato la forza. Se, se, ormai il tuo passato è soltanto una serie di ricordi mai vissuti e il tuo futuro di fatti che non avverranno.
Tu sai che è finita, che quel sorriso felice è un addio. E' in pace.
E provi solo sprezzo infinito per quella stupida gente dietro di te, la famiglia stolida che Hanno non avrebbe mai dovuto avere, ignori con fredda rabbia le loro lacrime che non saranno mai come le tue. Tu piangi un ragazzino e loro piangono una stirpe, tu piangi per amore e loro per orgoglio. Tu piangi Hanno e loro piangono Johann, l'ennesimo Johann della famiglia: non nascerà mai nessun bambino dai riccioli color cannella e gli occhi timidi, capaci di cogliere tutto ciò che il mondo preferisce tenere nascosto. I Buddenbrook marciranno nella loro terra.
Ti senti morire tu davanti a quel sorriso pacato e spaventosamente saggio, il sorriso di chi ha attraversato il fuoco, cavalcato le onde del mare ed assaggiato il suo sangue. Piangi anche se non vuoi, anche se Hanno non vuole: è egoismo in fondo, l'hai sempre saputo che non apparteneva a questo mondo ma lo volevi vicino lo stesso, perchè accanto lui essere felice era così facile.
La malattia scava il petto di Hanno per l'ultima volta, sono le ultime fioche sofferenze prima di concludere un'agonia inutile che lo strangolò troppe volte senza ucciderlo. Tifo, lo chiama il dottore, ma tu sai che è solo il debole alibi di un'inadeguatezza di cristallo durata quindici anni.
Hanno non ha più paura di niente mentre il polso rallenta il battito e una sinfonia struggente calca le sue ultime note, prima di svanire in un silenzio che penetrerà nelle ossa e nei muri, e nella tua vita senza lui.
Non basteranno tutte le favole del mondo per distoglierti da quella, di realtà, che sghignazza sfidandoti ad ignorarla mentre strappa quell'anima di lino con un colpo d'artiglio. A che servono ora le belle parole con cui esauristi l'inchiostro del calamaio? Le risposte arriveranno solo quando smetterai di cercarle, ma non ti importa.
Lenti sbiadiscono i minuti, lento sbiadisci tu mentre le muse piangono sommessamente al capo del loro amato, la musica urla una nenia funebre senza note. Nessuno dormirà stanotte.



































Note dell'Autrice: Semplicemente perchè NON può non esserci una storia su I Buddenbrook. E Hanno. Mi meraviglio di voi, popolo di Efp... XD Come potete farmi questo?
Pazienza, io ho postato questa storiella nella speranza di non essere l'unica persona al mondo ad avere letto il libro. Hanno è uno dei personaggi migliori che io abbia mai incrociato in una storia, e lui e Kai mi ispirano davvero molto. Sono stupendi insieme, dài, con tutti i riferimenti maliziosi che l'autore fu riguardo a loro... eh-ehm!
Grazie per avere letto! Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta, e che abbiate un secondo per lasciarmi una piccola recensione. ^-^
Lucy .
  
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