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Autore: _Arya    10/02/2013    11 recensioni
Dalla puntata 4x13...
" Vuoi avere il controllo, Klaus?" Tieni. Ora sarai tu a controllare la sua vita. Se vuoi che muoia, bene, fa pure. Ma allora dovrai sederti qui e vederla morire. "
La lasceresti morire davvero? Avresti davvero il coraggio di lasciare che quella luce si spenga, per sempre?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il  Tempo  di  un  Minuto



 

 Il Tempo di un Minuto
per sapere chi sei.

Il Tempo di un Minuto 
per dimenticare.

Il Tempo di un Minuto 
per spiegarti che poi,

mi devi tutto il tempo
che ho perso con te...



"lI tempo di un minuto", Finley


 







 
Un respiro debole e affannato spazia trai tuoi pensieri.

Vorresti non udirlo.

Vorresti non poter sentire quel dolore.

Vorresti che lei non fosse qui.

Vorresti allontanare quel ticchettio lontano che, incontrollabilmente, scandisce il presente e i suoi secondi per poi mutare in un recente passato.  

Vorresti scostarti da quel conto alla rovescia che pesa su di lei, innescato da una ferita color rosso sangue ed intensa che tu stesso hai attivato.

Vorresti che la sua presenza, il suo dolore,non ti portasse, infine, a pentirti di essere tu il solo e principale motivo di quella scomoda situazione.

Rifiuti di cedere a quel lesto pensiero che ti spinge ad accostare il tuo braccio alle sue labbra, di permetterle, così, di prendere quel fluido corposo e lasciare che questo sani la sua ferita, salvandola. Quella stessa ferita che, nascosta dentro di te, è segno di un taglio netto e profondo, dove il dolore che provi, la delusione e la riconferma di quanto sia sbagliato fidarsi degli altri, è troppo, è segno di un debito che avresti saldato privando tutti loro della loro inutile vita.

<< Se non mi darai il tuo sangue, morirò. >>

Una voce flebile, dalla quale traspare sofferenza e angoscia, rompe il silenzio.

<< Allora morirai e Tyler imparerà la lezione nei peggiori dei modi. >>

Un lieve spasmo la coglie impreparata, percuotendola, come se quelle tue stesse parole appena proferite iniettassero altro mortale veleno nelle sue vene.

Inspiegabilmente ti domandi se lei avesse paura di morire, se avesse paura di portare nella vita di Tyler altro dolore ed esserne la causa.

La lasceresti morire davvero? Avresti davvero il coraggio di lasciare che quella luce si spenga, per sempre?
<< Come puoi fargli questo? A sua madre? A me? >>

Ancora quel lieve suono, debole, come se ciascuno dei suoi singoli sussurri costassero a quella giovane vampira un’enorme fatica, attanaglia ciò che in te è più vicino ad essere il cuore. Ogni parola, ogni suo significato, ogni lieve respiro, tutto ti colpisce, benché percepisci quella tua barriera, fredda e spessa, essere sotto attacco.
Dentro di te infuria la tempesta.

Non riesci ad impedirlo.

Non riesci a premere semplicemente quel tasto e spegnere la tua umanità, ritrovando così pace e silenzio, non perché questo non esista, ma perché non vi è alcuna parte umana da bloccare.

Non riesci ad impedire a quell’odio che continua a spingerti a non tornare sui tuoi passi, a non arrenderti a quel tempo tiranno che si sta sempre più assottigliando, lasciando che, piano piano, secondo dopo secondo, la luce di quella stanza, diventata improvvisamente troppo piccola, si affievolisca, facendo apparire tutto più buio, si scontri con quella parte di te che non riesce a non domandarsi come sia possibile…come sia possibile che lei

Lei…come può rivolgere i suoi pensieri a Tyler, come può curarsene, quando sta morendo, quando ogni secondo potrebbe essere l’ultimo di quella sua breve vita?

Ignori quei graffi che raschiano la tua coscienza.


Ignori quel dolore bruciante che provi.

Cerchi di non badare alla triste consapevolezza che lui abbia il suo amore, che abbia qualcuno che, nonostante si trovi faccia a faccia con la morte, si continui a preoccupare per ciò che potrà pensare o provare, dopo aver appreso l’orribile epilogo che si apprestava a compiersi.

Ed è quell’assurdo tormento di quel suo sentimento che lei nutre per lui a riuscire ad acciecare tutto ciò che è davanti a te, tutto ciò che può esserci di buono in te.

Decidi che no, non tornerai suoi tuoi passi. Non darai la possibilità a quella voce che ti supplica di salvarla di realizzare quel suo desiderio.

Lei sarebbe morta.

Lui non avrebbe avuto il suo amore.

<< Ho mille anni. Chiamala noia. >>

Il rimbombo di alcune parole di un vampiro moro iniziano a prendere voce nella tua mente.
Odi quelle sue parole, quegli accenni di vana ragione.

Odi lui e quella sua falsa speranza che aveva acceso in una parte recondita di te.

Tu non saresti cambiato. Mai.

Fermo ed immobile, ti ritrovi ad odiarti, a logorarti dall’essere stato tanto sciocco da aver pensato anche solo per un piccolo istante che in te ci fosse qualcosa di buono, che ci fosse una possibilità di redenzione.

<< Non ti credo. >>

Mentire.

Lasciare che altri colgano e vedano solo il tuo disinteresse per la vita, per quei sentimenti chiamati amore e felicità.

Mentire a te stesso.

Solo continuando a fingere che non ti importi, a lasciare che l’odio prevalga su ogni fulgido pensiero buono a darti ancora una motivazione per lasciarla morire.

Mentire.

Cupi ordini che vagano nella tua mente e che si trasformano in parole.

<< Bene. Allora forse è perché sono il male assoluto e non posso farne a meno. >>

Metti a tacere quella voce che avresti voluto avere intorno per giorni e giorni, ma che, al col tempo, ti è negata per ciò che sei, per ciò che hai fatto in un lontano passato, per ciò che sei stato in grado di fare quello stesso e maledettissimo giorno.

Ti rifiuti di voltarti e vedere cosa sei stato in grado di fare e quanto quel senso di vuoto riesca a manipolarti, permettendoti di impartire dolore negli altri con l’assurda convinzione, che così facendo, non saresti stato l’unico a poterlo provare.

I tuoi occhi ripudiano il pensiero di incontrare i suoi, azzurri e profondi.

Il pensiero di scoprirti spaventato al non riuscire a cogliere quel calore ad illuminarli, ti costringe a mantenere il tuo sguardo fisso davanti a te.

<< No, è perché sei ferito. >>

Senti qualcosa dentro di te irrigidirsi.

Il mostro dentro di te desidera non ascoltare quel supplizio che, è sicuro, sta per arrivare. Si finge sordo, impassibile, a quella voce debole che sei riuscito a cogliere divertita e arrabbiata, stupita e scettica, curiosa e impaurita.

Combatti contro il desiderio di osservare il suo sguardo, mentre confessa quei suoi privati pensieri, piccoli segreti ai quali non hai accesso, ma che brami scoprire ed esplorare.

Lotti contro il suo richiamo.

Combatti contro quell’appello di guardarla, ma alla fine cedi.

Le rivolgi il tuo sguardo.

È così pallida, così debole e fragile.

Senti qualcosa inclinarsi dentro di te, nuovamente.

Una creatura bianca, troppo esile per affrontare il mondo.

A quel pensiero, qualcosa si ribella con forza.

Hai visto quanto lei sappia essere forte.

Sai quanto quel suo coraggio nascosto possa renderla orgogliosa ed incredibilmente testarda.

<< Il che significa che c’è una parte di te in te che è umana. >>

Il respiro si ferma.

Le parole del maggiore dei Salvatore tornano prepotenti ad abitare la tua mente.

Una parte della tua mente porta alla tua attenzione un piccolo particolare.

Quella nuova sfumatura della sua voce, insistente, quasi determinata, ancora non avevi avuto modo di coglierla. Quel grido che aveva iniziato ad abbattere quell’incredibile muro che avevi costruito nel corso dei secoli intorno a te, dove le tue stesse menzogne che rivolgi a te stesso sono i fondamenti di quella barriera, ha iniziato a danneggiare quelle tue difese.

Mentre quella piccola falena che è in te, attratta da quel fuoco che senti irradiare da lei, lotta per mettere a tacere quel mostro che ha da sempre abitato il tuo essere, scontrandosi per prevalere su di esso, ti avvicini a quella stessa luce che ti ha accecato, che ti ha ammaliato e catturato, che, contro ogni tua più possibile previsione, non ti ha più abbandonato.

Studiando i suoi lineamenti dolci, guardando quei due occhi di bambina, ti accorgi di una cosa: lei è riuscita a stupirti, ancora una volta.

<< Come puoi pensare una cosa del genere? >>

Il mostro urla in potenti fragori di non continuare a cercare una via di redenzione, mentre quelle sue ultime forze spaziano in quei respiri sempre più pesanti.

Vedi nel suo sguardo la lotta che in lei sta avvenendo.

Inaspettatamente, una erra speranza ti coglie.

Ti ritrovi a desiderare una cosa, una soltanto, quella cosa.

<< Perché l’ho vista. >>

Colpo al cuore.

Le parole, il respiro, ogni pensiero, tutto si blocca.

Lotti dentro di te per non cedere, non cedere a quella tremenda tentazione di crederle.

Ascolti la sua voce rapito, allontani il mondo, imponendogli di lasciarti solo con lei, obbligando ciascuno dei tuoi pensieri a concederle la parola senza immischiarsi, affinché questi riescano a metterti in guardia da una tremenda illusione.

<< Perché mi sono ritrovata a voler dimenticare tutte le cose orribili che hai fatto. >>

Colpo al cuore, un altro. Più forte.

E quei suoni che giungono al petto, provocano un effetto immediato.

Senti come se quelle parole, le sue parole, cercassero di trasferire calore ad un cuore fermo e gelido da mille anni, mediante il loro suono. È come se quella vita, quella luce, volesse brillare un’ultima volta per illuminarne un’altra, dove il bisogno di percepire calore era più che un semplice desiderio.

<< Ma non puoi, vero? >>

Una dopo l’altra, le cose tremende che hai fatto, arrivano a tormentarti come i più oscuri demoni che abitano e si nascondono nelle Tenebre.

C’è semplicemente troppo che neanche il tempo può permettersi di cancellare.

Tra la sua voce e l’eco delle parole del moro, su quella spessa barriera appare una prima crepa, mentre una nuova paura ti stringe la gola.

Paura, paura di ascoltare la rispettiva risposta a quella domanda.

Paura di essere ferito, di nuovo.

Paura di scoprire cosa questa fosse capace di scatenare in te.

Paura di far prevalere nuovamente il mostro, spegnendo quel cieco interesse.

Paura di essere capace di mettere da parte quella vocina che ti sollecitava di salvarla e lasciarla morire.

<< So che sei innamorato di me e chiunque sia capace di amare, è capace di trovare la salvezza. >>

Crolli.

Desiderio e paura infuriano in te, come una tempesta dalla quale cerchi di scappare, dalla quale cerchi di nasconderti e rifugiarti .

Barcolli davanti a quelle parole sussurrate, davanti al suo viso pallido e stanco.

Senti i tuoi occhi bruciare.

Combatti per non cedere.

Lotti per non permettere che quegli stessi suoi ultimi minuti di vita siano per te l’inizio di una nuova verità che hai cercato sempre di allontanare dai tuoi giorni.

Non puoi permettere che una giovane vampira, una ragazzina ti apra gli occhi, ti dimostri e ti dica ciò che più temi. Dopo ciò che sei stato in grado di farle, non puoi permettere che sia proprio lei a rivelarti quelle cose, a dirti che anche per te c’è una possibilità.

Il peso dei suoi occhi azzurri ti sopraffà, annientando ed abbattendo, uno dopo l’altro, qualsiasi motivo che ti ha portato a pensare che si, l’avresti lasciata morire.

Abbassi lo sguardo per vergogna, per paura, per timore e confusione, mentre quel bruciore agli occhi è sempre più insistente.

<< Hai le allucinazioni. >>

Menti, per non lasciare che lei veda altro di te.

Non glielo puoi permettere.

<< Credo che non lo scoprirò mai. >>

La senti lamentarsi, come se fosse un echeggio della voce del tuo cuore.

Un nuovo tipo di paura ti afferra il cuore, stringendolo con forza.

<< Caroline? >>

Volgi lo sguardo, incontri il suo, martoriato dal dolore, imperlato da una patina di sudore.

Spalanchi gli occhi, quando vedi che i suoi occhi non rivelano il loro colore celeste.

Spasmi sempre più frequenti contraggono il suo corpo, soffocandole il respiro.

Desideri che apra gli occhi, che non rimangano chiusi, come lo sono in quel momento.

Il respiro è meno che un sussurro.

<< Caroline? >>

La paura ti assale. L’indecisione tormenta le tue certezze, mettendole in discussione, lasciando che si confondessero tra i rumori assordanti dei pensieri della tua mente.

La lasceresti morire davvero? Avresti davvero il coraggio di lasciare che quella luce si spenga, per sempre?

La tempesta infuria dentro di te e in quel frastuono di lampi e tuoni si innalza un’unica parola: no.

Ed ecco ciò che ti eri ripromesso di non fare. Ritorni sui tuoi passi.

Ti ritrovi a  prenderla tra le tue braccia e la sua pelle congelata, troppo fredda, ti spinge a scacciare quei pochi dubbi che ancora scorrono erranti nella tua mente a morderti il polso ed accostarlo alle sue labbra, rivolgendole una muta richiesta di perdono.








Note Autrice

 
Esattamente non so quante volte avrò visto questa scena per cercare di cogliere ogni più impercettibile movimento, ogni più piccola espressione che mi potesse aiutare a “capire” cosa passasse per la mente di Klaus.
Certamente lui è uno dei personaggi più enigmatici di tutto lo show. Questa è cosa risaputa.
Comunque, questa OS è il risultato finale di quello che sono riuscita a cogliere.
 


Spero vi sia piaciuta,

Lilydh
  
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