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Autore: Fatelfay    11/02/2013    2 recensioni
Molti nomi e cognomi non rappresentano il proprietario, altri solo in parte, alcuni completamente. Ciò talvolta non ha nessuna importanza, quello che conta sempre è che continuano ad essere usati. Come anche quello di Sherlock Holmes.
Ma cosa c'è nel suo nome?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel nome di Sherlock Holmes




 - Holmes!- Lestrade richiamò l’uomo smilzo che si era divertito a intasare di messaggi i cellulari di tutti gli agenti di polizia ai suoi ordini. I capelli mori scattarono all’indietro mostrando due occhi grigi che correvano in giro avidi di informazioni. Lestrade incominciò il suo lungo e altisonante sermone quotidiano. Il giovane rimase tutto il tempo a guardarlo, per convincerlo che lo stava ascoltando e aspettò che terminasse. In verità non sentì neanche una vocale di tutto il discorso. Era rimasto fermo alla prima parola. Holmes.
- Holmes!- Era strano sentirsi chiamare così. Non che al consulente investigativo importasse qualcosa. Ma quasi tutti lo chiamavano in quel modo. Tutto sommato, “Holmes” era un cognome dolce, anche se la esse finale suonava come la coda di un serpente a sonagli pronto a mordere. Anche se alcuni riuscivano a pronunciarla come se fosse seta che scivolava su altra seta. Era una bella parola da pronunciare. Era una bella parola da sentire. Rassicurante. Tutto quello che Sherlock Holmes non era. Se qualcuno incontrava quell’uomo, l’unica sensazione che riusciva a provare era uno strano senso di inquietudine. Sherlock lo sapeva bene e non gli interessava più di molto. Se il suo modo di fare urtava i sensi altrui, lui non ci poteva fare granché. Sherlock era fatto così.
- Holmes?- La voce lo riscosse dai suoi pensieri. Anderson lo guardava con aria beffarda. Come se quel piccolo insulso cervello potesse anche solo concepire una sola frase all’altezza del consulente investigativo. Holmes. L’aveva chiamato così. Come se quel suono scuro e morbido potesse rendere Sherlock più mansueto e meno pericoloso. Come se il semplice pronunciare “Holmes” potesse togliere al proprietario i lineamenti fini e aguzzi, la figura esile, il profilo tagliente. Come se quella “o” aspirata e su cui si appoggiava tutto il cognome potesse rendere la sua figura più concreta, il suo corpo più pesante, il suo cervello più lento.
- Sherlock Holmes?- La voce sembrava la zampa di un paffuto gatto dal pelo morbido che si appoggiava dolcemente sulla “o”. Un altro cliente che sviava dal suo nome e si soffermava sul cognome. Il consulente investigativo non lo poteva biasimare. Il suo cognome era molto più amichevole. Gli occhi del cliente lo guardavano inquieti. La bocca gli si era leggermente rilassata appena lo sguardo era passato sui riccioli scuri. Ecco, facendo un parallelismo tra la firma e il corpo del consulente investigativo, si poteva dire che “Holmes” stava al suo nome come i riccioli scuri stavano alla sua figura. Erano ciò che cercavano di stemprare quel corpo smilzo fatto di spigoli. Erano le uniche cose rassicuranti e morbide. Gli occhi di Holmes erano troppi freddi e invasivi per piacere. Anche la sua giacca non sembrava confortante ma tagliente. I riccioli invece sembrava proprio come “Holmes” dolci e quotidiani quanto la vecchia poltrona preferita nel salotto di casa propria.
- Sherlock Holmes?- Il viso della persona che aveva davanti sembrava aver ingoiato un limone aspro mentre diceva il nome del consulente investigativo. L’uomo non si scompose. Almeno le labbra del cliente si erano distese citando il cognome. Molto probabilmente “Holmes” serviva proprio a quello. Era una specie di crema da mettere sulla lingua dopo aver (per sbaglio) assaggiato l’acido nome. Nessuno avrebbe mai assaggiato un limone così aspro se lo avesse saputo prima, neanche se una persona fosse amante del gusto acido. Com’era anche vero che nessuno avrebbe voluto aver a che fare con Sherlock Holmes se non costretto da cause di forza maggiore. “Sherlock” era proprio come il comportamento e la fisionomia del proprietario. Urticante. Insopportabile. Per fortuna c’era “Holmes”. I riccioli scuri che donavano qualcosa di morbido all’immagine.
- Sherlock!- L’urlo era pieno di terrore, panico e sorpresa. Una sorpresa molto brutta e completamente inaspettata. Come la presenza del consulente investigativo. Chi avrebbe voluto averlo vicino? Sinceramente, non era il tipo di persona amichevole e socievole con cui era possibile scambiare due chiacchiere nel tempo libero. L’unica cosa apprezzabile era il suo cervello. Anche se al contempo riusciva ad essere detestabile. Come il suo nome. Sherlock. Sembrava un insulto. Il suono duro finale era la fermata improvvisa di una corsa, privata del principio di inerzia. La erre grattava sulla elle liquida come una grattugia graffiava il palmo liscio di una mano. L’inizio poi non aiutava per niente. Sembrava l’aprirsi di un uscio non oliato. Era un nome dissonante, ruvido, da brividi, urticante. Con quelle vocali degne di un film dell’orrore. Sherley almeno aveva delle vocali squillanti come campanellini argentati che trillavano vicino ad un fiumiciattolo in mezzo ad un prato primaverile  pieno di tanti uccellini cinguettanti. Sherlock sembrava l’urlo terrorizzato di un ferito a morte in una caverna buia. La rappresentazione perfetta del consulente investigativo.
-Sherlock.- L’affermazione era piena di sollievo, felicità, sorpresa. Se non lo avesse conosciuto bene, il consulente investigativo avrebbe potuto affermare che John sarebbe scoppiato a piangere dal sollievo. Sherlock. Ecco come l’aveva chiamato. Per nome. Poche persone lo facevano e quelle poche che riuscivano a dire quel nome spigoloso come il suo proprietario tendevano ad addolcirlo, mangiandosi la erre, sfumando il ci-kappa. Non John Watson. Lui non l’aveva mai fatto. Pronunciava il nome “Sherlock” fermandosi egualmente su ogni lettera, facendolo suonare esattamente come doveva suonare. Come un insulto. Ma, per quanto si potesse sforzare, il consulente investigativo non riusciva a sentire quel nome uscire dalla bocca di John come quando usciva dalla bocca di qualcun altro. Perché mentre gli altri o lo addolcivano, o prediligevano il cognome, o lo pronunciavano nella sua completa ripugnante acidità, o ci infilavano un affetto quasi pietoso nei suoi confronti, John non faceva nulla di ciò. John pronunciava quell’insulto come  i tedeschi pronunciavano “Ich liebe dich” (=ti amo). John era l’unico a pronunciare bene il suo nome per un buon motivo: era l’unico che riuscisse a notare tutti i lati spigolosi, pungenti, taglienti, affilati come  katane, perforanti ed ad accettarli così com’erano, senza provare a dimenticarli o a cambiarli. A John, Sherlock Holmes andava bene così com’era, con quel nome detestabile come il proprietario e con quel cognome amabile come il proprietario. Anche se a Sherlock non interessava minimamente il pensiero altrui e tutti i pettegolezzi altrui, Sherlock Holmes era infinitamente grato a John di esistere e di stargli accanto. Anche se non gli interessava e non lo dava a vedere, Sherlock Holmes sentiva benissimo come il suo nome usciva dalla bocca di John e gli piaceva.
 

 


 
 
 
Angolo del Delirio

Allora, che ne pensate?
Volendo postare qualcosa di nuovo, ho optato per questo, anche se forse avrei dovuto aspettare ancora un po’. Non so perché, però, a me fa ridere in alcuni punti, non so a voi poveri lettori cosa muove nell’animo. (“Credi davvero di riuscire a suscitare qualche sentimento a qualcuno con questa schifezza?” Vocina cattiva; “Sperar non nuoce” Io; “Scendi dalle nuvole e smettila di sognare, disastro vivente incapace di scrivere!” Vocina cattiva; “Taci!” Io)
Comunque, saltando i miei scleri mentali, (per favore non chiamate un istituto psichiatrico per farmi rinchiudere!), ho da dire che dovrei usare meno parentesi, mi è sembrato di insultare Sherlock, nonostante io l’adori, e spero che nessuno mi uccida per questo, e che non so perché ma questa cosa mi fa ridere. L’ho già detto, vero?
Se siete arrivati fino a questo punto, devo farvi i complimenti per la resistenza, altrimenti vi faccio i complimenti per la vostra intelligenza che vi ha ben suggerito di non leggere questo angolo e di salvare la vostra sanità mentale.
Detto questo, spero che qualcuno recensisca, tanto per capire cosa ne pensate. Grazie mille in anticipo.
Ciao!

 

  
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