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Autore: xingchan    11/02/2013    5 recensioni
 Anche una ragazza dolce come Akane desidera vendicarsi ogni tanto.
Perché non si può sempre subire. Si reagisce e si combatte.
E lei lo fa. A modo suo, naturalmente.
 
Dalla ex raccolta ‘Lifetime’.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lifetime'
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Ancora!

Abbiamo litigato ancora!

Certo, è inevitabile! Se quello scemo mi provoca io non me ne sto di certo zitta e buona! Devo pur difendermi, no?!

Dopo un’ennesima sfuriata, mi sono abbandonata letteralmente sul letto cercando di calmarmi, senza successo, ovviamente. Ma a chi voglio prendere in giro? Sono ancora rossa di rabbia! Dalla sua boccaccia sono uscite soltanto parole offensive, non tollero certi comportamenti nei miei confronti, maledizione!

Neanche quella santa di Kasumi è riuscita a farmi riprendere il controllo. Mi ha ripetuto un’ennesima volta che non dovrei litigare con lui, almeno non così spesso, mentre mio padre ha allagato ancora una volta la casa con i suoi piagnistei! Se solo quel deficiente non aprisse bocca almeno per un giorno chissà come sarebbe magnifica la giornata!

Devo comunque cambiare strategia con lui. Se non riesco a batterlo nelle arti marziali, potrò sconfiggerlo utilizzando qualcos’altro! Che ne so, magari l’astuzia, magari sfruttando il suo punto debole! Forse non dovrei fare un simile affronto a quello che dovrei considerare come mio fidanzato, ma è lui stesso che non mi da altra scelta!

Magari un bellissimo e fragile gattino può fare al caso mio!

Sfortunatamente non ne trovo attorno a me, ma potrei indossare quella maglietta che avevo prestato a Nabiki! C'è un bel gattone bianco stampato sopra! Me la indosserò finché non si arrende lui per primo!

-Ragazzi! È pronto in tavola!-. Beata sorellina! Almeno lei non ha a che fare con un ragazzo imbecille. Le chiedo di sedermi vicino a lei. Di solito il mio posto è vicino a Ranma, ma oggi non mi va di sedergli accanto.

-Avete litigato?- interviene Nabiki. Wow, che intuito! Non le rispondo e volto la testa, continuando a mangiare.

Ecco mio padre. Sta piangendo. So già come va a finire. Torturerà Ranma finché non faremo pace.

Infatti. -Insomma, Ranma! Devi finirla di litigare con Akane! Chiedile subito scusa!-.

E lui con il suo tono strafottente dice: -Non ci tengo proprio a chiedere scusa a quel maschiaccio!-.

L’istinto deve avere la sua parte. Carico un pugno e lo spedisco nel cielo! Magari, con un po’ di fortuna, riesce ad atterrare in Cina e mi lascia in pace una volta per tutte!

La maglietta non ha funzionato. Ho bisogno di gatti veri! Ho deciso di prendere un gattino randagio rossiccio e di lasciarlo scorrazzare libero per casa. Prima o poi lo incontrerà e il gioco sarà fatto!

Ho deciso di mettere anche un adesivo sulla porta, vicino alla mia paperetta di legno. Rappresenta un triangolo giallo e nero con scritto WARNING!, come quelli che compaiono nei film di fantascienza. Naturalmente specificando a chi è riferito. Infatti ho disegnato una treccina nera rivolta verso l’alto a uno degli angoli del triangolo.

-AIUTOOOOOOOOOOOOOOO!! GA-GA…-. Gara? Gabbia? Gabinetto? –Ga-Ga-GATTOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!-.

Strike! Ora mi basta attendere e…

-Akane, vieni presto! Ranma è impazzito!-.

E come faccio a dir di no a Kasumi? Mi avvio verso la sua stanza, seguendo le urla. La scena già me l’immaginavo. Quell’idiota è rannicchiato su se stesso con il povero micetto accoccolato sul suo petto. Lo prendo per il colletto, lo colpisco un paio di volte in testa e me ne torno in camera, mormorando -Così impari!-.

Nel momento in cui metto mano alla maniglia, lo sento abbaiare. -AKANEEE!!!!!!!!-.

Eccolo! Ranma Saotome a ore dodici!

Ma io non lo degno delle mie attenzioni! Mi rifugio in camera chiudendo la porta a chiave. Dopo qualche secondo lo sento sbraitare a pochi centimetri da me, mettendo fuori quel poco di originalità che gli è rimasta. –Non sei per niente carina con me!-. Come se fosse una novità; so perfettamente cosa pensa del mio carattere.

Deve aver notato l’avvertimento davanti a sé, perché subito continua dicendo: -Se non vuoi vedermi, dimmelo chiaramente!-.
Non rispondo. Se gli dicessi che farebbe meglio a togliersi dai piedi, probabilmente non ci penserà due volte a fare i bagagli ed andarsene. E io non voglio che lui se ne vada! Ecco, mi ritrovo anche a piangere. No, Akane Tendo non piange, tanto meno per quello stupido!

-Tu sei sempre cattivo con me!- esclamo. Devo reagire, ma non ci penso nemmeno ad aprire la porta!

-Maledizione! Ieri sera potevi almeno lasciarmi finire! Devi sempre fraintendere tutto!-. Sbatte un pugno contro la parete e se non la smette di ringhiare se lo scorda che apra la porta.

-E cavolo, apri questa dannata porta e guardami quando ti parlo!-. Il suo tono è fremente di collera. So che presto o tardi scoppierà davvero.

Per tutto questo tempo ci siamo sempre scannati come belve, eppure non si è mai permesso di alzare le mani con me. In verità non si è mai azzardato a picchiare una donna, ma quando si arrabbia davvero sono guai e non gli importa più di che sesso sia il suo avversario! Preparandomi a ricevere uno schiaffo, apro piano lo strato freddo che ci divide. Quello che mi si presenta davanti è un Ranma molto più arrabbiato di quello che sono abituata a vedere.

Forse anche un po’ deluso.

Strizzo gli occhi e mi porto le mani sul viso. -Se vuoi picchiarmi fa pure, ma non troppo forte, ti prego!- prendo a piagnucolare.
Non sento più niente. Nemmeno il nostro respiro. Le mie dita, che finora erano unite per nascondermi gli occhi, pian piano si aprono meccanicamente. Per poco non mi metto a ridere. Ha la faccia quasi tutta graffiata e mi guarda con un’espressione interdetta, quasi gli avessi detto che esistono gli alieni!

-Ma ti sei rincretinita, per caso?-.

Lo fisso, con le mani che ormai hanno lasciato le mie orbite per posarsi lievemente sulle mie guance. Timidamente riesco a ribattere. -P-Perché?-.

-Sei proprio stupida! Credi davvero che sono venuto qui per farti del male?-. Adesso si è dipinto sul volto un ghigno offeso. Mi scappa un sorriso. Stavolta quellostupida ho voluto assorbirmelo tutto: ho sul serio pensato che fosse sul punto di malmenarmi?!

Un po’ imbarazzato, si porta una mano dietro la testa, sforzandosi di allargare le labbra per non sembrare imbufalito.

-Piuttosto, mi medicheresti?-. Ma si sente dalla voce che si sta trattenendo con tutte le sue forze. Vado via e ritorno con la cassetta del pronto soccorso. Ci sediamo per terra e gli prendo il viso fra le mani.

Accidenti, quanti graffi!

Ho fatto davvero una cosa orribile ad approfittare della sua paura più grande.

Abbasso la testa, non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi. Lui fa finta di niente. Starà pensando che il suo disprezzo stavolta me lo sono davvero meritato.

Quando finisco di passargli l’acqua ossigenata sulla faccia gli domando scusa per quello che ho fatto, assumendo il tono più mortificato possibile.

-Lascia perdere- mi risponde atono. Rimango di sasso. Mi aspettavo un ‘Sei proprio violenta!’ oppure‘Sei sempre la solita manesca!’.

-Mi dispiace tanto…- dico ancora, prima di cominciare a piangere. Non so davvero cosa mi è preso. Sono proprio una sciocca! E nonostante tutto, Ranma, dolcemente e un po’ agitato, mi incita a smettere. Mi asciuga le lacrime con le sue dita e mi poggia le mani sulle spalle.

Sorride. Ma questa volta è sincero. 

-Andiamo a prenderci un gelato!-. Ora, lo so che andare al bar con lui vuol dire divorare intere coppe di gelato sotto le sembianze di Ranko, ma non mi importa.

 Lo guardo per un po' finchè mi accorgo che ha qualcos'altro da aggiungere.

-Naturalmente paghi tu!-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa one-shot faceva parte della raccolta Lifetime, ora scomparsa. XD
Mi era venuta voglia di rileggerla, modificarla un po’ e di riproporvela.
NB: La battuta finale non esisteva nella prima stesura. Mi fu consigliata da una vostra recensione, ma sfortunatamente non ricordo di chi era. Martellatemi pure!
 
   
 
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