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Autore: emmanastasia    11/02/2013    2 recensioni
Le parole a volte fanno male più di mille coltelli.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Fai schifo, la band sarebbe migliore senza di te.”
“Non sai neanche cantare, ritirati.”


 
Ci sono milioni di tweet positivi, eppure non riesco a staccare gli occhi da quei due o tre o quattro.

Le parole fanno male.

Non mi fanno dormire la notte, ho paura di essere giudicato per ogni cosa.

Anche io vorrei essere come Harry, è amato da tutti per quei suoi soffici riccioli e le fossette adorabili, o come Louis, è capace di far ridere chiunque, ti mette il sorriso, o come Liam, è il ragazzo che tutte le ragazze vorrebbero come fidanzato  e che tutti i ragazzi vorrebbero come amico, o come Zayn, affascinante, fisico perfetto, già, fisico perfetto, come tutti gli altri.

Non sono ciccione ma ogni volta che mi guardo allo specchio mi faccio schifo.

Voglio dimagrire.

 ***
 
“Niall vieni a mangiare” sento Zayn che mi chiama dalla cucina dove dal rumore ci devono essere anche i ragazzi.

Scendo veloce le scale e saluto tutti.

“Horan finalmente ci hai degnato della tua presenza, che onore!”  come al solito Lou mi riesce a strappare un sorriso.

“Che simpaticone, anche se non ho molta fame” abbasso la testa sulle mie scarpe diventate tutto a un tratto interessanti.

 Tutti si girano verso di me per poi scoppiare a ridere, io rimango serio.

“Stai scherzando vero?” Hazza  si gira verso di me, seguito dagli altri.

“No, voglio dimagrire” Affermo convinto “Ma sei fuori di testa? Non hai assolutamente bisogno di dimagrire, sei già abbastanza in forma!” Liam stranamente arrabbiato mi fissa negli occhi per qualche istante.

“Oh andiamo, mangio come una fogna, senza un pasto posso sopravvivere.” Sto iniziando a sudare, loro non capiscono, non possono capire, nessuno può.

“Te sei matto, Niall tu sei già magro, saltare un pasto ti può solo fare male.” Anche Zayn mi guarda serio e io non riesco più a reggere gli sguardi di tutti puntati addosso, mi alzo rovesciando la sedia, afferro il cappotto ed esco a prendere un po’ d’aria.

Ignoro i richiami dei ragazzi, ho bisogno di uscire, ho bisogno d’aria.


 Ho bisogno di pensare.

 
  
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