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Autore: serensnixpity    11/02/2013    6 recensioni
Tre giorni...
...Una città...
...Due parole...

«“A proposito...ricordi il professore di Yale? L'ho lasciato”
Lo dice con insolita rapidità, come se avesse paura di ripensarci da un momento all'altro. Vuole solo distogliere i pensieri di Santana da qualcosa che al momento non è pronta ad affrontare, ma allo stesso tempo non vuole ammettere la verità. Segretamente lo sanno entrambe quanto la loro discussione di poco tempo prima abbia aiutato entrambe, nel loro particolare modo di aiutarsi, ma l'ha fatto. Non si vergognano ad ammetterlo a loro stesse, ma ammetterlo all'altra sarebbe come terminare quell'eterno gioco che in fin dei conti sono loro due. Eppure non riesce a trattenersi Quinn, glielo dice per sfogarsi, glielo dice per strapparle un sorriso, glielo dice perché nonostante siano strane e incomprensibili per molti, restano sempre migliori amiche.»
Quinntana!Friendship. Missing moment dalla 4x12
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccolo consiglio: Per capire meglio questa OS vi consiglio di leggere prima Genius Slapper http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1427944&i=1
spiega meglio come vedo io il loro rapporto e quindi forse vi sono più chiari alcuni loro ragionamenti in questa OS. Ci vediamo in fondo! 


***

 

"Siamo qui anche per scusarci con Quinn, per averla schiaffeggiata molto, molto forte”

In teoria, vedremo se succederà”

***

E' ancora presto quando al brusio di sottofondo si unisce lo scorrere delle piccole ruote della sua valigia. Il profumo del caffè caldo si sprigiona dal grosso bicchiere in cartone che tiene in una mano.

E' presto e il sonno non vuole darle tregua, non vuole smetterle di ricordarle quanto avrebbe preferito rimanere sotto le coperte, in silenzio, al caldo, a New York.

Ma sa che deve tornare indietro, deve tornare in quella che è stata la sua casa per qualche mese, quel posto che non ha mai sentito suo, l'incudine che ha quasi lasciato affondare tutti i suoi sogni.

Sa che deve tornarci, deve prendere quel volo per Louisville...per l'ultima volta.

Si guarda intorno e non può fare a meno di notare i completi eleganti, le ventiquattrore in pelle, i frettolosi ticchettii dei tacchi alti contro il marmo del pavimento, gli sguardi sicuri di chi le passa accanto. Può quasi sentire il sapore del successo, dei suoi sogni, della sua realizzazione personale e capisce che non è mai stata più certa di quello che vuole come in quel momento.

 

Allora...hai deciso se è un addio o un arrivederci?”

 

Un sorriso istintivo le tende le labbra per quella domanda, per quella voce e per la risposta che subito si forma nella sua mente. Accanto a lei, nel suo cappotto blu scuro, Quinn la guarda con quell'indecifrabile sorrisetto sulle labbra. Santana sa già quello che le dirà, sa che non perderà l'occasione di prendersi i suoi meriti, ma non le importa, in un certo senso glielo deve.

 

E' sicuramente un arrivederci”

 

Ammette più determinata di quanto sia mai stata in tutta la sua vita. Quello è il suo posto e tutti lo sapevano, solo lei ha avuto bisogno di tempo per capirlo. Lo vede da dietro il bicchiere di cartone che si è portata alle labbra, quello sguardo soddisfatto ed orgoglioso della sua amica bionda. Prevede le sue parole e dentro di sé sta già sorridendo, perché questa volta ha tremendamente ragione e deve ammetterlo almeno a se stessa.

 

Ti è servita una buona dose di schiaffi per capirlo, ma ce l'hai fatta finalmente”

 

Per un attimo le sembra di tornare indietro nel tempo. Quando l'orgoglio era l'ingrediente principale del loro rapporto, quando non facevano altro che sfidarsi a vicenda, spingersi oltre i limiti pur di prevaricare una sull'altra e quando non perdevano tempo per sottolineare le proprie vittorie. Non ci saranno schiaffi oggi, né mani che strappano capelli, né spinte contro gli armadietti. Ma ci sono occhi scuri mandati al cielo e piccoli sorrisi consapevoli, celati dietro finto disappunto.

 

Chi ti dice che sia merito tuo? Potrei essermene resa conto da sola”

 

Lo vede quel sopracciglio saettare verso l'alto, scettico e incredulo come è sempre stato. Cela la sua aria divertita dietro il bicchiere di caffè, non è pronta per darle vinta una battaglia per la prima volta, forse non lo sarà mai. Quinn scuote il capo, i capelli biondi che le accarezzano le spalle e la sciarpa che scivola scoprendole il mento. Lo sa che Santana non le darà mai ragione, ma va bene così, nessuna delle due l'ha mai fatto. Eppure, nonostante tutto, sono ancora lì, loro due, insieme e cresciute. In una città troppo grande per loro, ma che può contenere tutte le loro speranze. Sono lì una di fianco all'altra a condividere silenzi carichi di pensieri e di ricordi, a condividere parole superficiali che nascondono significati profondi. Ancora una volta loro, da sole, prima di prendere strade differenti. Ed è quando anche lei si guarda intorno che capisce quanto quella città sia da sempre il loro punto di partenza, quell'unico luogo che ha permesso loro di reinventarsi. Santana lo sta facendo ora, Quinn l'ha fatto quel giorno, ormai lontano, in cui ha pianto tutte le sue paure ed ha trovato quegli occhi scuri, pieni di altre pesanti paure, ma erano lì...per lei.

 

Sembra sia passata una vita...”

 

Si lascia sfuggire, voltandosi verso di lei e li ritrova subito quegli occhi, l'hanno osservata nel suo breve silenzio e nel momento in cui si incrociano ai suoi capisce che, ancora una volta, hanno avuto lo stesso pensiero. Santana sa cosa ha appena attraversato quella testa bionda e quando il pensiero si forma nella sua mente sente un piccolo nodo in gola. Abbassa lo sguardo e si morde il labbro inferiore, ci sono ricordi che fanno ancora male, ci sono occhi celesti che ancora non l'hanno abbandonata ed è così doloroso che, per un attimo, mostrarsi debole davanti a Quinn non è più un problema

 

Già...sono cambiate così tante cose”

 

La sua voce ha perso quel tono acceso che trasuda speranza, si rigira il bicchiere di cartone fra le mani e aggrotta la fronte, mentre lotta con i suoi stessi pensieri. Vuole volare Santana, sa di poterlo finalmente fare, ma ci sono pesi di cui si deve liberare o deve riuscire a portarli con sé. New York è la sua meta finale, sente la certezza scorrerle nelle vene, ma per arrivarci deve tornare in Kentucky, liberarsi di quel finto sogno a cui si è aggrappata con poca convinzione. E poi Lima, lì dove quella porta è ancora socchiusa e allora la aprirà del tutto o la chiuderà per sempre. Quinn annuisce, sa a cosa si riferisce e si maledice per averglielo ricordato. Non sono più quelle ragazzine che scappano di nascosto dalla camera d'albergo per scorrazzare in una città enorme e sconosciuta, ma sono le stesse con ancora i loro dispiaceri nel cuore, solo più adulte.

 

A proposito...ricordi il professore di Yale? L'ho lasciato”

 

Lo dice con insolita rapidità, come se avesse paura di ripensarci da un momento all'altro. Vuole solo distogliere i pensieri di Santana da qualcosa che al momento non è pronta ad affrontare, ma allo stesso tempo non vuole ammettere la verità. Segretamente lo sanno entrambe quanto la loro discussione di poco tempo prima abbia aiutato entrambe, nel loro particolare modo di aiutarsi, ma l'ha fatto. Non si vergognano ad ammetterlo a loro stesse, ma ammetterlo all'altra sarebbe come terminare quell'eterno gioco che in fin dei conti sono loro due. Eppure non riesce a trattenersi Quinn, glielo dice per sfogarsi, glielo dice per strapparle un sorriso, glielo dice perché nonostante siano strane e incomprensibili per molti, restano sempre migliori amiche.

 

Ti ho dovuta prendere a schiaffi per farti prendere questa decisione?”

 

Santana è sicura che non gliel'avrebbe detto se non l'avesse vista incupirsi. Conosce Quinn meglio di quanto conosca se stessa e sa bene come funziona tra loro. I loro silenzi sono sempre valsi più di mille parole, non è sempre stato necessario sapere cosa avesse l'altra, ma ogni volta sanno se qualcosa non va e ci sono. Ci sono e si spronano, spingono l'altra a reagire e non importa se le loro parole mancano di tatto, se sembrano fuori luogo, se poi finiscono per urlarsi contro. Non importa perché alla fine sanno entrambe come fare breccia una nell'altra. Così come ora l'ha capito Quinn, ha capito che darle quella piccola soddisfazione personale, nascosta dietro una confessione fra normali amiche, è l'unico modo per incurvare quella labbra contratte in un piccolo sorriso. E allora prende la palla al balzo Santana, ribalta i ruoli e questa volta è lei che evidenzia la sua piccola vittoria, un sorriso sfacciato che mette in mostra le fossette sulle guance e tornano ad essere loro, ancora per un po', le due eterne amiche rivali.

 

Chi ti dice sia merito tuo? Ci sono mille motivi per cui avrei potuto lasciarlo. E, a proposito, sbaglio o c'è qualcosa che dovevi dirmi?”

 

Ha confessato Quinn, ha lasciato che si prendesse il suo piccolo momento prima di negarle il merito. Ma infondo lo sanno entrambe quanto siano brave a negare l'evidenza, si conoscono così tanto da conoscere la verità dietro ogni barriera e non le importa che infondo Santana sappia di avere ragione. Non se la prende perché lei stessa ha avuto ragione sulla sua amica testarda. Sono nuovamente pari nella loro lotta infinita, lo saranno sempre perché è finito il tempo in cui volevano davvero calpestarsi a vicenda. Stesso atteggiamento, intenti diversi. Santana se lo aspettava, parlano lo stesso linguaggio e proprio per questo la risposta di Quinn non è stata altro che una conferma. Ed è da quando ha aperto gli occhi quella mattina che si aspettava quella domanda, Quinn ha aspettato la risposta per tre giorni, tre giorni di totale silenzio da parte sua, l'ha attesa sin dal primo momento in cui si sono trovate alla stazione di New York. Ma le labbra di Santana sono ancora sigillate dall'orgoglio e nel momento in cui solleva un angolo della bocca in un sorriso obliquo, Quinn sa che ancora una volta non avrà la sua risposta

 

Sì...verresti al matrimonio di Schue con me?”

 

E' sfrontata e inaspettata la sua richiesta, sono ora spalancati gli occhi nocciola striati di verde, è socchiusa la bocca rosea e muta la sua voce. Santana la guarda e ride dentro di sé, Quinn restituisce lo sguardo e resta immobile. Ha appena imparato, Quinn, che non si finisce mai di conoscere qualcuno, nemmeno la persona di cui si riesce a prevedere ogni mossa. Ha appena scoperto, Santana, che esiste un modo per lasciare la sua migliore amica senza parole. Inizia a spaventarsi però quando non la vede reagire, ha ceduto all'istinto pur di trovare una scappatoia al suo dovere, si è lasciata scivolare dalle labbra le prime parole che le sono venute in mente e per un attimo teme di aver sbagliato. E di nuovo, a New York, Quinn potrebbe aver frainteso la sua domanda, potrebbe aver visto il suo piede scavalcare quel confine fra intima, e particolare, amicizia e qualcosa di più confuso. Quel dubbio diventa conferma quando vede gli occhi più chiari sfuggire ai suoi e la sente borbottare mentre si allontana

 

...devo andare in bagno”

 

...Q, aspetta! Che ti prende?”

 

La valigia sbatte e si incastra nella porta a spinta del bagno. Le luci al neon contro le piastrelle bianche le fanno socchiudere gli occhi, ma quando vede Quinn guardarla dalla soglia di uno dei cubicoli, non riesce a trattenere un sorriso divertito. Non lo sa Quinn perché è scappata, non riesce a spiegarlo nemmeno a se stessa, sa solo che non ha ragioni per spingere via Santana solo per una domanda innocua, ma sa anche che se accettasse potrebbe pentirsene. Non sa perchè, lo sente e basta e mentre osserva Santana in attesa, guardandola con un piccolo broncio, capisce che non può deluderla apertamente, ma può spingerla a ricredersi. Sa che può metterla all'angolo e sa come farlo, sa come forzarla a darle quello che vuole. L'unica cosa che non sa è cosa scegliere fra ciò che ha aspettato per tre giorni ed obbligarla a non farle dare una risposta alla domanda appena posta.

 

Non credo sia il caso Santana e comunque non finché non mi dirai quello che aspetto da tre giorni”

 

E' l'istinto che parla per lei, ha chiuso gli occhi per un attimo provando a riflettere e le parole le sono uscite da sole. Chiude la porta con un gesto veloce e per un attimo è lei che si trova con le spalle al muro, confusa dal panico che l'ha assalita per quell'invito. Non si spiega perchè, è successo e basta e non avere il controllo delle sue emozioni la fa sentire ancora più soffocata. Alla fine ha scelto, il suo istinto l'ha portata in una precisa direzione. Nel silenzio che segue si dice che finalmente sentirà quelle due parole dalla bocca della sua amica, se davvero ci tiene ad averla al suo fianco a quel matrimonio.

 

Ok allora, troverò qualcun altro...”

 

Dio, sei la solita testona!”

 

Resta in attesa Santana, con una pazienza che non le è mai appartenuta. E' apprensivo lo sguardo puntato su quella porta chiusa, sono strette le braccia incrociate sotto al seno e intanto si chiede perchè non si è morsa la lingua. Forse per una volta poteva riporre l'ascia di guerra e dare a Quinn quello che voleva, ma loro non sono così, non possono essere diversamente o non sarebbero più loro due. Ma quando arriva la risposta ovattata dal metallo della porta, non riesce a non mandare gli occhi al cielo e si sofferma ad osservare la manicure fresca, si cala di nuovo nei panni di chi non cede perchè ha capito il suo gioco. Ha capito che Quinn, ancora una volta, la sta testando, sta giocando con lei per avere quello che vuole. Crede sia così, ma non ha potuto vedere il panico prendere possesso di lei, chiusa in quel cubicolo, così come non ha potuto vedere il piccolo sbuffo sfuggirle dalle labbra. Perchè infondo Quinn potrebbe anche rinunciare al suo obiettivo, ripensandoci non le sembra così terribile accompagnarla al matrimonio. Ma Santana è troppo testarda e in un attimo ha mandato in fumo entrambe le opzioni.

 

Stiamo davvero per discutere nel bagno di un aeroporto?”

 

Che importa dove siamo? Discutere è quello che sappiamo fare meglio!”

 

Sente la piccola nota divertita nel tono di Santana e si trattiene dallo sbattere i piedi come una bambina capricciosa. Non ci trova nulla di divertente ed è tutto così estremamente irritante. Perchè a volte il gioco è bello quando dura poco, sa che quella sfida continua non è solo un gioco fra loro, ma ci sono momenti in cui vorrebbe smettere tutto. Si è illusa che Santana, per una volta, avrebbe ceduto al buon senso, avrebbe smesso di nascondere il suo affetto dietro ad una continua provocazione. Sa che devono imparare a farlo entrambe, ma nessuna delle due sembra pronta e forse non lo saranno mai. Ed è quando Santana la fa quella domanda, che le risponde secca ed innervosita, ma è anche la più grande verità che abbia mai detto. Non c'è niente che a loro venga meglio dei litigi e per quanto sia consapevole che se cambiassero qualcosa snaturerebbero il loro rapporto, ci sono volte in cui vorrebbe sventolare bandiera bianca e lasciare che i loro “ti voglio bene” vengano espressi da un abbraccio e non da uno schiaffo.

Sbuffa Santana e si volta verso gli specchi, si trascina la valigia accanto e posa la borsa aperta accanto al lavandino. Guarda per qualche secondo il suo riflesso, è cresciuta, lo sa e lo vede, è cambiata e non solo esteriormente ed è maturata tanto che certe volte vorrebbe prendere a schiaffi se stessa e il suo stupido orgoglio. Vorrebbe aprire quella porta e dire a Quinn quello che si merita di sentire, ma Santana non è fatta per le cose banali e lo capisce quando il suo sguardo cade sul rossetto scarlatto, gettato nella sua borsa.

E' rimasta in silenzio Quinn, in attesa di qualcosa che sa non arriverà mai. Non lo sa per quanto, ma se ne rende conto solo quando sente la porta dei bagni sbattere con poca delicatezza. Posa veloce lo sguardo sul suo orologio da polso, è quasi l'ora di imbarco per Santana e, anche se si vedranno presto, vuole salutarla come merita una migliore amica. Ma quando apre la porta si trova sola, in quei bagni anonimi e pregni dell'odore di detergente. Qualcosa spicca in tutto quel bianco, tracce scarlatte sullo specchio che le rimanda il suo riflesso, due parole, quelle che aspettava e sorride, ride e per poco non piange

 

...Mi dispiace.

**********

Oooook intanto ciao a tutti e grazie di essere sopravvissuti fino alla fine senza aver chiuso tutto! :D 
Allora non ho messo avvertimenti all'inizio perchè penso e spero che sia abbastanza chiara la storiella e in che momento ci troviamo. Nel caso non lo fosse, è ambientata dopo la 4x12 quando Santana deve andare via da NY dopo che sono state da Rachel (va via anche Quinn, ma l'ha accompagnata a prendere il volo prima di andare alla stazione). Cooomunque è una cosa piuttosto nonsense, ma ho avuto un flash sul finale grazie all'epica frase di Quinn che parla di se stessa in terza persona e quindi ho costruito, o almeno ci ho provato, una situazione ipotetica. Spero vi piaccia almeno un pochino, diciamo che è soprattutto un regalo per chi sta aspettanto l'aggiornamento della mia long che, purtroppo, per impegni non arriverà questa settimana. Let me know, aspetto le vostre recensioni e grazie in anticipo :)

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