Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli
Ricorda la storia  |       
Autore: esmeralda92    11/02/2013    3 recensioni
Viggo e Orlando, due ottimi amici... E se tra loro non ci fosse solo amicizia, ma una relazione che, troppo orgogliosi per ammetterlo, chiamano "di sesso", celando a se stessi persino i sentimenti che nel frattempo sono nati? Il momento raccontato è l'ultima sera, raccontata da entrambi i POV..
I personaggi ovviamente (e aggiungerei purtroppo!!! XD)non mi appartengono e tutto ciò che scrivo è frutto della mia fantasia. Spero di avervi incuriosito!! Buona lettura!!!!
E92
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Orlando Bloom, Viggo Mortensen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                       vig&orlie

 

Nuova Zelanda, gennaio 2002
Ore 19.40

 

-Domani a quest’ora sarò sull’aereo per casa.- pensò ad alta voce il moro, seduto sul bordo del letto, i gomiti piantati sulle ginocchia, le mani che strofinano il viso, come se, cancellando dalla vista l’immagine della partenza, potesse cancellare la partenza stessa. La schiena è curva e tesa. Si piega al peso della stanchezza di quei due lunghi anni e mezzo che ha trascorso lontana da casa, dal suo amato, caldo, morbido letto; era nervosa per l’impossibilità di sciogliere i nodi che i muscoli sembravano aver voluto formare apposta, in uno dei pochi momenti che poteva rilassarsi e uscire dal mondo, dimenticarsi del resto, abbandonato per qualche ora fuori da quella stanza.

Tra ventiquattro ore sarebbe stato seduto sul sedile di un volo diretto che l’avrebbe riportato nel Kent, la sua patria. Ventiquattro ore e sarebbe finito tutto, un’avventura, un lungo viaggio durato due anni e mezzo, sarebbe svanito tutto in un momento. O forse no. Avrebbe potuto… No, doveva tornare a casa, da sua madre. Aveva bisogno di lei e lei di lui. Doveva tornare, era inutile fuggire dal proprio passato: prima o tardi torna, sempre. E fa ancora più male. Non voleva ritardare, ma neanche dimenticare tutto, vedere il proprio sogno frantumarsi in mille schegge. Lentamente si voltò verso il letto, dove steso v’era l’altra parte di sé, l’unica persona che fosse riuscita a rubargli il cuore, a dargli un senso di completezza. Era la sua metà, ciò che gli dava la forza di andare avanti, di superare l’astio nei confronti del padre, forse perché lui stesso aveva ricoperto in quel periodo tale ruolo. I suoi occhi azzurri lo guardavano, distanti.

-Mi mancherai.- disse lui, per poi tendergli una mano. Orlando sorrise e la prese, stringendola e soffermandosi a guardare le loro mani intrecciate, per l’ultima volta.

-Anche tu, Viggo.- rispose  per poi rialzare lo sguardo e trovare le labbra dell’amante (è questo che sono?) a pochi millimetri di distanza. Lo baciò con amore e passione, come aveva fatto fino a quel momento, e bisogno, un disperato bisogno di non vedere crollato il proprio sogno, il proprio amore. Eppure era sempre stato chiarissimo che tra loro altro non ci sarebbe stato che una relazione fisica, iniziata per puro caso, in un uggioso pomeriggio di ottobre.

Improvvisamente si sentì afferrare per un fianco e stendere sotto il corpo di Viggo. Per quanto lo amasse e desiderasse, però, non voleva essere preso, non così, e non l’ultima loro sera insieme, non dopo la sua freddezza. Era cambiato dal giorno prima, non sembrava più lo stesso. E per quanto egli fosse certo del proprio amore, come poteva esserlo di quello dell’altro? E voltò il viso dall’altra parte, verso la porta, quasi volesse improvvisamente fuggire da lì.

-No, Viggo.- affermò senza guardarlo negli occhi. Gli istanti che seguirono furono carichi di silenzio e tensione. L’inglese sentiva perfettamente lo sguardo del danese su di sé, ma non fece niente. Non aveva voglia di farsi prendere da lui, non quella volta, non più. Voleva avere un bel ricordo dell’uomo che più gli era stato vicino in quell’ultimo periodo. E fare sesso con lui, a nanche un giorno dalla partenza avrebbe complicato e reso doloroso il distacco ancora più di quanto, per quanto riguardava lui, già non fosse.

L’uomo allentò la presa e pochi istanti dopo Orlando sentì freddo: era solo, nel letto, senza il caldo corpo di Viggo a fargli da scudo e proteggerlo dal mondo fuori. Sentiva l’altro rivestirsi con tranquillità, senza fretta, e questo lo uccise. Sarebbe stata molto più semplice e immediata una sfuriata, che il silenzio e la finta illusione che fosse tutto normale, che tutto andasse bene, mentre, era evidente, qualcosa tra loro due si era rotto, inevitabilmente e inesorabilmente. Si alzò a sedere nuovmente sul letto e lo osservò per qualche minuto, nel più totale silenzio. Lo amava, nonostante avesse promesso a se stesso di non farlo, di non sbagliare, almeno quella volta. In realtà non sapeva se fosse amore vero o solo una fortissima amicizia con l’implicazione del sesso. Già perché il sesso era sempre stato un problema per lui. E ora lo era diventato a maggior ragione. Aveva rafforzato la loro amicizia… o forse… l’aveva resa ancora più fragile e sottile di quanto già non fosse.

-Viggo…?- pronunciò in un flebile sussurro, chiedendosi se ne valesse davvero la pena di metterlo al corrente di ciò che provava. No, molto probabilmente gli avrebbe riso in faccia. Quando però incontrò il suo sguardo, curioso e sospeso nell’aria, l’inglese sospirò. Meglio non litigare, non l’ultima volta che si sarebbero visti.
-Sì?- domandò lui guardandolo, mentre si voltava e fermandosi, come se da ciò che avrebbe detto, sarebbero potute cambiare le cose.
-Grazie, per questo.-

-Grazie a te.- mormorò per poi riprendere a vestirsi. –Tu non ti vesti? O aspetti il prossimo?- chiese lui con voce sarcastica e un sorriso ironico dipinto sulle labbra.
-Che stai dicendo?- chiese mentre si rivestiva, o meglio cercava i vestiti per indossarli, sparsi per la camera.
-Beh, l’hai sempre saputo che tra noi non c’è stato altro che sesso. Non mi stupirei se nel frattempo ti fossi divertito anche con qualcun altro, qui dentro. Non ti biasimerei, d’altronde per me non sei stato altro che la mia piccola puttana.-
-Beh, ovvio. Ma per stasera non ho altri clienti.- rispose lui con voce ferma, meravigliandosi dei propri nervi saldi. Non poteva credere a cosa avesse detto. Tra loro c’era sempre e solo stata attrazione fisica senza alcun coinvolgimento emotivo che superasse la semplice amicizia, lo sapeva. Perché allora faceva così male?

Vide il biondo chinare il capo, come se le sue parole avessero potuto ferirlo davvero. Annuì tra se stesso, come se solo in quell’istante avesse compreso una verità evidente, e se ne andò chiudendo violentemente la porta.
Orlando rimase in camera e si rivestì. E scese in cucina a farsi un caffè nero, amaro, come le parole dell’uomo e come le lacrime che,sapeva, avrebbero solcato il proprio viso una volta che quel fottuto aereo fosse partito.  

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli / Vai alla pagina dell'autore: esmeralda92