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Autore: Irishgirl    12/02/2013    2 recensioni
Le scale, Maya apre la porta di casa, Jeanne non c'è. Sono soli, lei e lui. Chiude la porta non accende neanche la luce, non può più aspettare..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Anto,
che capisce le mie storie,
che mi da il coraggio
di metterle per iscritto. 
E con la quale condivido un neurone.
Grazie.
 

"Devi tenere per sempre questo braccialetto con te.." Il bambino con gli occhi azzurri sussurra nell'orecchio alla sua amica.

Doveva lasciarla, dovevano lasciarsi, niente più gelato al cioccolato, niente più corse e ginocchia sbucciate che bruciano da morire, niente più lecca-lecca prima di cena o lucertole da mettere nelle scatole.

Maya doveva partire. 

I suoi genitori avevano appena divorziato e lei doveva andarsene con la mamma, via..lontano da li, lontano dal suo amico.

Maya prende la mano di Ed e la stringe appena, un contatto innocente, da bambini, ma pieno di significato.

"Rimarremo per sempre amici..?" Trilla con la sua vocina.

"Per sempre.."

Si sorridono a occhi brillanti consapevoli di non rivedersi più. Il palato è amaro e il cuore scoppia di tristezza. 

Si lasciano per la prima volta a 10 anni, il loro primo addio. 

Maya agita la mano dal finestrino, gli viene da piangere, ma sa che non può farlo perché Ed non vuole, non le ha mai permesso di piangere, perciò Maya, si strofina il naso con la manica e sorride fino a farsi male agli zigomi, lo fa per lui. La macchina gira l'angolo Ed sparisce è stato come un miraggio. Si siede composta sul sedile apre la mano con il braccialetto, lo rigira, lo scruta lo annusa, lo sfiora e poi piange, ora è sola, ora lo può fare Ed non c'è più. 

 

Anche Ed piange, tira un calcio ai sassolini e si siede per terra. 

Gli mancherà la sua amica, un lucertola corre li  vicino, non gli interessano più le lucertole, non più ora che la sua amica Maya è già lontana da lui. Il naso gli pizzica e la vista si a appanna le lacrime scottano, bruciano sul viso come sale sulle ferite fresche. Sa che non rivedrà più Maya, è un bambino intelligente certe cose le sa. Lancia lontano un rametto li vicino Stringe le gambe al petto e piange tirando fuori anche la voce.

 

10 anni dopo. Parigi.

Una ragazza dai capelli castano miele, cammina per le strade francesi, il suo passo è leggero sembra volare nelle sue ballerine, il passo svelto i libri in braccio, studia all'università, "Cinema, arti, regia e spettacolo" il suo sogno sin da piccola. Guizza tra la gente con mille pensieri in testa, ormai Parigi la conosce come le sue tasche. Odiava quella città all inizio, era li che la sua mamma l'aveva portata dopo che aveva detto addio al suo amico Ed. Ogni tanto ci ripensa e fa un sorriso, chissà se si ricorda di me..? Ora lui è famoso, un cantautore come si deve. Lei lo sapeva che sarebbe arrivato lontano lo sapeva da subito, combinava le parole in modo magico e a Maya piaceva anche solo sentirlo parlare, intrecciava le parole come fili di lana così bene da ipnotizzarla a volte e aveva solo 10 anni..!

Vorrebbe prova a rintracciarlo risvegliandogli i ricordi dicendo "Ehi, sono io, Maya, ho ancora il tuo braccialetto.." eh si, lo tiene sempre in borsa ora, è diventato il suo amuleto. E' vecchio rovinato un pò sfilacciato, ma c'è. Maya ha mantenuto la sua promessa.

 

10 anni dopo. Londra.

"Vorrei che ci fossero più bassi da questa parte, vorrei creare un'effetto bossanova.." Ed gesticola in studio registrazione, sono ore che è li ormai, è stanco ma non gli pesa, ama fare quello che fa, ha sempre desiderato vivere di questo e ce l'ha fatta. Vive a Londra ora. Vive li da quando aveva 16 anni. 

E' ormai l'imbrunire, Ed è stanco torna a casa. E' un nido in disordine, ma ogni cosa ha comunque il suo posto e ogni cosa viene sempre trovata, ogni volta che torna quella è sempre casa.

Gli hanno chiesto di andare a Parigi per un'evento di beneficenza ha accettato. "Mi sento filantropo, la filantropia fa bene al cuore.." ripete a se stesso come un mantra, si toglie le scarpe si sdraia sul divano. "Parigi" sussurra e si addormenta tra i suoi pensieri.

 

 

10. Maggio Parigi.


"Ti rendi conto accompagnerò Philìp a fare le riprese al "Vivi no-profit", scatterò le fotografie, sarà emozionante.." Maya, è ficcata con la testa nell'armadio in cerca di un abitino carino da indossare, non vuole essere troppo seria ma nemmeno troppo casual e mentre scartabella ogni genere di abito sfoga la sua euforia circa l'evento della sera.

"Vuoi che ti dia una mano con il vestito" chiede la coinquilina notando il caos generato da quella piccola furia che era Maya. 

"Penso che metterò questo.." estrae un abitino rosa pallido con una graziosissima cinturina arricchita di pietruzze grigie semplice ma efficace.  Se lo infila dalla testa, a tutta velocità. Se lo accomoda con le mani le cade perfetto le accarezza i fianchi esili e tiene scoperte le spalle magre è bellissima.

"Le jeux son faire..!" récita teatralmente verso Jeanne che ride e squote la testa..

"Dici che adescherò qualche attore..?" scherza Maya facendo l'occhiolino.

"Sei bellissima, ma muoviti o arriverai in ritardo.."

Maya corre per la casa a piedi scalzi, passa dal bagno alla camera alla camera al bagno. E' agitata, è tesa, è il suo primo evento. Ultimo sguardo al suo riflesso, sospira. E' pronta.

 

Ed è immerso nella baraonda, gente che gli fa i complimenti, saluta, si ferma a parlare, mangia qualcosa, poi osserva. E mentre è li da solo si fa storie sulla gente. A Ed è sempre piaciuto fare così.   

Mentre i suoi occhi scorrono sulle teste delle persone, una ragazza attira la sua attenzione, capelli color miele occhi vispi attenti, un sorriso da terremoto.

Scatta fotografie con impegno e dedizione. Fluttua nel suo vestito rosa pallido. Ed Stringe gli occhi, non può essere lei..Maya. Scuote la testa beve l'ultimo goccio di vino posa il bicchiere e finge di non averla mai vista. Il suo occhio cade imperterrito su quella ragazza bellissima. Sembra la copia di maya, potrebbe essere chiunque, sono passati 10 anni. Ed si avvicina piano, vuole entrare nel campo visivo della ragazza, vuole un aiuto da parte sua.

Sta parlando, fotografa e parla.

D'improvviso una folata di vento. Maya lo vede, sgrana gli occhi, si avvicina. Ed ha un uragano nello stomaco, saranno quelle orrende tartine..? Forse è Maya.

"Ed..?" domanda con un sorriso. Lui sorride aggrotta la fronte, guarda quella ragazza, la scruta, il piccolissimo quasi invisibile neo sul collo. E' lei.

"Eh.." non sa dire altro.

"Sono Maya. Halifax, le lucertole, il gelato della signora Bexy.." Maya sorride sa che non sono cavolate, sa che lui si ricorda.

"Sei tu.." mormora Ed.

"Dio sono passati così tanti anni.." Maya gli salta al collo. Si, non è cambiata. Ed la stringe il viso sulla spalla, odore di  gelato al cioccolato, di pomeriggi ad Halifax. 

"E' così strano vedersi qui..sei..wow..cioè, cavoli.." Maya ride e ora Ed si ricorda tutto.

"Anche tu sei..wow.." ridono entrambi come in quei pomeriggi di quando avevano 10 anni e si mangiavano quel gelato carichissimo di cioccolata.

La serata scorre veloce lei fotografa, lui suona, lei fotografa lui che suona, lui suona indirettamente per lei. 

Si leggono gli occhi, si parlando da lontano si lanciano segnali come i gabbiani in volo. E' notte ma hanno entrambi il sole negli occhi.

 

Le scale, Maya apre la porta di casa, Jeanne non c'è. Sono soli, lei e lui. Chiude la porta non accende neanche la luce, non può più aspettare, cerca le labbra di Ed, le trova a metà strada, si scontrano i nasi e anche i denti, poi tutto il resto, le mani, le braccia il corpo. Ridono l'uno sulle labbra dell'altra.

Avevano aspettato a sufficienza. 

Nella penombra della stanza i loro occhi vedono, sono diventati come gatti. Come due ciechi che hanno imparato a fare conto sugli altri sensi.

Maya spinge Ed nelle stanze, con leggerezza e maestria. Lui si fa guidare, la stringe, inspira il suo buon odore di Halifax, di gelato, di lucertole, di Maya.

E tutto torna come sempre, come quando erano insieme da piccoli. Tutto perfetto, ogni movimento completa quello dell'altro, tutto torna senza difficoltà, sguardi e parole, come se non fossero mai stati lontani.  Ogni tassello è inserito al posto giusto Ed adora il sapore di Maya perfetta nei suoi vent'anni. Tutto viene naturale, lo scontro di pelli, la fame di loro, i morsi, i denti, le carezze i sussurri, i capelli, loro due.

Si sono mancati da fare male e non lo sapevo. 

Non lo sapevano fino a stanotte.

 

"Ho centinaia di domande. Almeno.." sussurra Maya avvinghiata sul petto di Ed.

"Coraggio"

"Però prima mi piacerebbe sentire la canzoncina che mi cantavi per non farmi piangere.." Ed ammutolisce.

"O te ne sei dimenticato.."  

Ed intona pronto la corta strofa. E Maya sorride. Alza la testa e lo bacia.

"Perché non ci siamo mai cercati..?"

"Non lo so.." Ed scuote la testa e la stringe a se.

"Dopodomani riparto per Londra..vieni con me." A Maya tremano le mani.

"Non posso..ho ancora il tuo braccialetto, ricordi..?" cambia discorso, gli occhi pieni di lacrime. 

Ed annuisce taciturno. 

"Sai..io l'ho sempre saputo.." Ed fissa il soffitto. 

Maya alza la testa gli bacia il mento.

"Cosa..?"

"Questo.." accarezza il fianco di lei scoperto dal lenzuolo.

"Eravamo bambini, era diverso.."

"No era proprio così.." la guarda.

"Allora sapevi anche questo..?" Maya le bacia le labbra..

"E questo..?" posa piccoli baci sul petto. Sorride e anche Ed.

Poi si amano ancora e si raccontano, come se non fossero passati 10 anni. Come due bambini sperduti. Come due ragazzi ritrovati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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