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Autore: Fallin    12/02/2013    3 recensioni
Yamato Ishida aveva capito che il suo migliore amico e suo fratello erano fatti l’uno per l’altro quando aveva fatto caso che Takeru credeva ancora alla storia che i cappelli proteggessero dagli alieni e, dopo averlo spiegato a Tai, il giorno dopo si era visto arrivare l’amico con un assurdo copricapo in testa.
Di come avvenne la "cosa" tra Taichi e Takeru e di quanto Yamato si ritenga responsabile tutt'ora.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taichi Yagami/Tai Kamiya, Takeru Takaishi/TK, Yamato Ishida/Matt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Yamato Ishida aveva capito che il suo migliore amico e suo fratello erano fatti l’uno per l’altro quando aveva fatto caso che Takeru credeva ancora alla storia che i cappelli proteggessero dagli alieni e, dopo averlo spiegato a Tai, il giorno dopo si era visto arrivare l’amico con un assurdo copricapo in testa.

Quella volta aveva chiuso gli occhi, buttato giù un groppo di saliva e scosso impercettibilmente la testa, ripetendosi “è una fase, è soltanto una fase”. E, tralasciando l’idiozia patologica di Tai, era normalissimo, perché Takeru non era certo l’emblema dell’adolescente medio. Stava sempre chiuso in  casa a scrivere fan fiction su Full Metal Alchemist, con sua madre che era sempre a lavoro, delle faccende domestiche se ne occupava lui, Yamato sapeva che suo fratello era diventato una specie di portinaia e qualsiasi cosa succedeva si poteva star certi che era passata dalle sue orecchie, ma di certo non si sarebbe mai aspettato che sarebbe diventato un maniaco della pulizia. Si era addirittura andato a comprare una di quelle palandrane con le maniche a tre quarti che portano gli inservienti, solo che assomigliava tipo a un incrocio tra un bidello e Van Helsing.  Togliendo il fatto che adorasse saltellare per casa con gli Skid Row in sottofondo e ormai sapesse eseguire tutte le canzoni del Guitar Hero (la versione Metallica) senza neanche guardare lo schermo, la diceva lunga sullo stato di degradazione del suo piccolo cervellino.

Ebbene sì, questa serie di eventi non è niente di meno, rullo di tamburi, Taikeru (TaichixTakeru): Le origini, volume 1.

È stato esattamente quello l’inizio della fine, il momento in cui a Yamato era balzata in mente l’idea di spedire a casa Takaishi il signor Taichi Yagami (giustificandosi col fatto che Tai aveva una specie di feticismo per gli X-Men e che quindi la situazione era un po’ la stessa). L’ imbecillità personificata.

Yamato non ha mai saputo cosa successe in quella determinata occasione, ricorda soltanto quando Taichi aveva suonato a casa sua la sera stessa e aveva esordito:

“Ho una notizia buona e una cattiva.”

“Sentiamo.”

“La notizia buona è che ho convinto Takeru a uscire di casa.”

“E la cattiva?” Aveva tremato. Per Tai. Dopotutto era il suo fratellino, il sangue del suo sangue.

“La cattiva, che per me non è, ma forse per te sì, è che è disposto ad uscire solo con me.”

“…”

“…”

Che vuol dire solo con te!?”Ma Yamato aveva capito, oh, se aveva capito.

“Che mi ha chiesto un appuntamento, che vuoi che ti dica. Era lì, ero lì, me l’ha chiesto e io ho detto sì, perché no?”

Yamato si era messo le mani ai capelli.

“Ti do’ una sola cosa da fare, Tai, dico una, e tu mi combini questo macello?”

“Quale macello? Ehi, guarda il lato positivo! Se non altro esce di casa!”

“Sì, ma esce con te! Sta peggio di quanto avessi immaginato!”

“Penso di dovermi ritenere offeso, ma per stavolta passo.”

Yamato si era accasciato per terra mugolando qualcosa e Taichi gli si era avvicinato, dicendogli:

“Se la cosa può consolarti, non mi è sembrato un Otaku così disperato, insomma, quando sono arrivato io stava studiando tranquillamente, aveva un buon colorito, era tranquillo. Dallo scenario che mi avevi dato mi aspettavo peggio. Mi sembra un normale adolescente che ascolta la musica, aiuta in casa e fa i compiti.”

Yamato aveva alzato la testa confuso e a Tai gli era parso di capire.

“Aspetta un attimo. Non è che magari queste cose sono strane solo per te?”

“Che vuoi dire?”

“Insomma, a confronto Takeru è quello più…socialmente attivo, ecco.”

Matt aveva riguadagnato la capacità di stare in posizione eretta e l’aveva affrontato col piglio di una tigre.

“Cosa staresti insinuando, Yagami?”

 

Cosa era successo dopo non è mai rimasto molto chiaro nella mente di Matt. Lui sosteneva che Taichi l’avesse offeso profondamente e per tali motivi aveva avuto tutto il diritto di sfasciargli la chitarra sulla testa. Dal canto suo Tai continuava a sostenere la tesi che la sua era solo una innocente supposizione.

Fatto sta, convenevoli a parte, che la settimana dopo, il tanto agognato appuntamento tra i due aveva avuto luogo. Yamato era stato costretto in casa da Sora, che a quanto pare doveva aver intuito il suo desiderio di pedinarli e l’aveva intrattenuto in “altre cose” per tutta la durata del pomeriggio.

Quello che Yamato non poteva sapere era che Taichi e Takeru da casa non si erano neanche mossi, impegnati anche loro in “altre cose”.

È stato così che, di nuovo, la sera stessa, Tai, visti i brutti ricordi dell’incontro ravvicinato con la chitarra di Yamato, aveva preferito telefonargli così da garantirsi un riparo assicurato per almeno due ore dalla notizia.

“Pronto?”

“Ciao Yama, sono Tai.”

“…”

“Ci sei?”

“Che ore sono?”

“Eh, Uh…Le undici circa, perché?”

“Perché telefoni alle undici circa di sera da casa di mio fratello?”

Aveva visto il numero, mica era stupido.

“Eh…Ah… Yama. Ho una notizia buona…e una cattiva…E forse è meglio se senti prima la cattiva.”

  
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