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Autore: Marcy_    12/02/2013    11 recensioni
La vita felice e spensierata della giovane Laila viene catastroficamente rovinata il giorno del suo sedicesimo compleanno, momento in cui le verrà rivelato che, al compimento dei diciotto anni, sposerà un ragazzo di nome Zayn Jawaad Malik.
L'obbligo deriva da un'accordo stipulato molti anni prima tra le due famiglie, sottoscritto da entrambi i nonni paterni in cambio di aiuti economici da parte della famiglia Malik.
Ma se non fosse solamente quello il vero motivo del contratto?
La ragazza avrà solo dieci giorni per evitare il matrimonio e non dover convolare a nozze con l'arrogante, misterioso e sfrontato ragazzo appena conosciuto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno

 

 

Non so bene a che età abbia cominciato ad aspettare con ansia i diciotto anni. Ogni ragazza li attende con le farfalle allo stomaco. L’età in cui si può fare ciò che si vuole, quando lo si vuole e come lo si vuole.

Insomma, l’età in cui tutto è concesso. Quella che nei film viene considerata la migliore di tutta la vita. La figlioletta che smette di fare la trasgressiva perché ormai può comportarsi in determinate maniere senza dover tenere conto dei genitori e di stupide regole da loro imposte.

L’età in cui è possibile farsi piercing, tatuaggi, comprare le sigarette o bere alcolici senza doverlo fare di nascosto o con carte d’identità false.

Si, i diciotto sono una vera liberazione. 

Ma forse non per tutti è così, almeno non per me.

Solo a sedici anni mi hanno rivelato la triste verità  dicendomi che, quando li avrei compiuti, tutto sarebbe cambiato.

E non in meglio.

 

Era il mio compleanno e tutti erano felici. I parenti erano venuti da tutta l’europa e dintorni per festeggiare il mio compleanno e tutti portavano con sé regali. Uno più bello dell’altro. Amavo i doni che portavano loro perché erano particolari, caratteristici dei paesi da cui provenivano. Della mia terra madre.

E tutti ridevano, scherzavano, giocavano e si divertivano. Grandi feste, come solo la mia famiglia riusciva ad organizzare.

Stare al centro dell’attenzione mi piaceva. Giocare con i miei cugini, conoscere parenti che non avevo mai visto prima dall’ora e ascoltare storie che sembravano uscite dalle fiabe.

Si respirava un’aria di festa, di allegria. Tutti erano spensierati, tranne  le povere donne di casa che dovevano occuparsi di sfamare quella caterba di persone che comprendeva Zio Joe, un tipo che ogni maledetta volta che si trattava di ingurgitare cibo lo faceva così bene da finire in ospedale per indigestione.

Erano passate si e no due ore dall’inizio dei festeggiamenti –che si preannunciavano molto lunghi- quando ero entrata in cucina per prendere da bere e sentii mia zia parlare con mia madre.

‘’Ho visto le foto, è diventato un bel ragazzo! Ma gliel’avete già detto a Laila?’’ mi ero bloccata di colpo quando avevo sentito pronunciare il mio nome. Che diavolo c’entravo io?

Zia Maddy, una donnona dai capelli scuri e la pelle olivastra, era la madre di Jennifer, nonché una delle cugine più insopportabili ed egoiste che io avessi mai conosciuto. Solo in quel momento, dal suo tono di voce, capii da chi aveva preso la figlia. Un’arrogante giovane che si sentiva una modella. Si, di abiti per rospi.

‘’No, pensiamo di dirglielo in questi giorni..’’ la voce calma di mia madre sarebbe stata perfettamente credibile se non avesse poggiato i piatti in malo modo dall’ansia.

‘’ahia ahia, più aspetti più sarà dura!’’ polemizzò l’altra portandosi alle labbra un altro bicchiere di limonata fresca.

Irruppi con una freddezza inumana nella camera, se mi stavano nascondendo qualcosa avrebbero dovuto rivelarmelo subito ‘’Dirmi cosa?’’ sentenziai rivolgendomi solamente a mia madre, senza nemmeno rivolgere lo sguardo alla vipera/uomo.

‘’Io penso di dover andare ad aiutare in sala’’ e così scomparì l’unica persona presente in cucina, lasciandoci sole a parlare.

Non avevo mai avuto problemi con mia madre, ci eravamo sempre dette tutto e scoprire che mi aveva tenuto nascosto qualcosa mi feriva profondamente. Di qualsiasi cosa si trattasse non aveva il diritto di tenermi allo scuro. Tanto meno se si trattava di qualcosa di brutto o, ancor peggio, che avrebbe influenzato il resto della mia vita in  modo così permanente.

‘’Tesoro..te l’avremmo detto non appena sarebbe finita la festa. Non volevamo te la rovinassi. Torna dagli altri’’ un sorriso a labbra strette le comparì in volto, cercando di spezzare l’agitazione facilmente palpabile in quella situazione.

Respirai a fondo chiudendo gli occhi per poi tornare a fissare il volto stanco e dispiaciuto di mia madre.

‘’Dirmi cosa, mamma?’’

 

 

‘’Quindi domani è il gran giorno, eh?’’ Sofia mi guarda da sotto le lunghe ciglia viola ricoperte da due chili di mascara mentre finisce la sua sigaretta e strofina le mani sui jeans scuri per togliere dei pelucchi inesistenti, comparsi magicamente per colpa di quella domanda pungente.

‘’Vorrei non arrivasse mai. Insomma, conosci i miei genitori. Non mi hanno mai obbligata a far nulla e adesso…guardami,non porto neanche il velo!’’ sbuffo finendo l’ultima patatina del pacchetto che ho appena comprato e le rivolgo uno sguardo di intesa che lei coglie al volo.

‘’Hai già provato a parlargliene? Cioè, domani sono diciotto! Non possono obbligarti!’’spiega lei prendendo il libro di diritto tra le mani indicandolo come se li dentro ci fosse scritto tutto quello di cui lei sta parlando. E’ buffa vederla con quel libro tra le dita, lei che è la reincarnazione di un asino a scuola che parla come un’intellettuale nerd. Che di nerd, poi, non ha proprio niente.

Sorrido appena ‘’Certo che ho provato a parlargli, non puoi neanche immaginare le lunghe litigate finite con tutti belli e stanchi a piangere. E’ così e non posso farci niente.’’ sospiro ormai rassegnata guardando due bambini giocare sul prato.  Mi ricordano me da bambina, non ero mai stata la tipetta timida o esclusa dal gruppo. L’unica differenza è che loro possedevano il loro destino nelle proprie mani. Io no. O almeno, non da due anni a questa parte.

‘’Bè allora sai che ti dico? Fanculo alle tradizione, fanculo alla religione e fanculo a chi vuole dettarci la strada! Domani si scappa e andiamo…dove vuoi andare?’’ Sofia ride, alzandosi in piedi mentre mi tende una mano.

La guardo un po’ titubante ‘’New York!’’ urlo raggiante mentre mi alzo con lei saltellando e ridendo come una pazza.

‘’Bene, allora domani si va a New York!’’ strilla mettendo a tutto volume il cellulare e iniziando a cantare a squarciagola –senza curarsi minimamente del fatto che è una stonata cronica-  facendo scappare tutti i piccioni che ci circondano.

La seguo a ruota e, per pochi istanti, non mi sembra tanto male quell’idea pur sapendo che è una pazzia che non avremmo mai avuto il coraggio di fare.

Ridiamo e scherziamo finchè non cala il sole e diventiamo due sagome indistinte. Tanto diverse da aver fatto subito amicizia all’asilo, io l’appena arrivata dal Pakistan che non spiaccicava nemmeno una parola e lei la bambina inglese modello estroversa e pazza. Perfino le maestre si erano stupite della nostra amicizia. Alla faccia loro, stronze.

 

 

L’odore caldo e soave del latte appena scaldato accompagnato da quello più dolce dei croissant alla crema fa capolineo alle mie narici facendomele dilatare involontariamente. Faccio finta di non sentire il peso di Farrah far abbassare leggermente il materasso e quello dei miei genitori che ridacchiano continuando a dire di non far rumore per non svegliarmi.  Troppo tardi, direi.

Conosco bene quel giorno, ogni anno è sempre lo stesso e spero che non cambi mai ancora per molto tempo. Aspetto ancora qualche secondo prima di aprir stanca e assonnata gli occhi facendo la faccia da sorpresa e stupita, come se non mi fossi accorta della mandria di bufali che era spuntata magicamente in camera mia.

‘’BUON COMPLEANNO!’’ Farrah mi salta addosso abbracciandomi e cingendomi la vita con le sue piccole gambine mentre mamma e papà ridono divertiti ripetendole di darmi il tempo di svegliarmi per bene.

‘’Oh, è il mio compleanno?! Davvero?!’’ rido spostando un ricciolo ribelle della folta chioma di Farrah dietro un orecchio. Ho sempre invidiato quei capelli nero e perfetti, al contrario dei miei sempre in disordine e spettinati.

‘’Si, ora sei grande’’ ridacchia lei indicando con un ditino mamma ‘’e ti ha preparato i croissant fatti in casa. Quelli con lo zucchero di sopra’’continua annuendo con la testa.

‘’Bè allora cosa ne dici di mangiarli?’’ propongo afferrandone uno e mordendolo con foga.

Mi accorgo subito dell’occhiata di assenso che si lanciano i miei genitori e subito il mondo mi crolla addosso. Rimango con il cornetto a mezz’aria guardandoli torvi, senza più curarmi della piccolina che parla a raffica di qualcosa che ha sognato quella notte.

Papà si volta a guardarmi ‘’Non oggi.’’ Sibillo verso di loro ricevendo un’abbassata di capo come risposta.

Fanculo.

 

 

‘’Per favore, almeno sorridi’’ mi spavento sentendo la voce di mamma sull’uscio della porta che mi fissa con disapprovazione.

‘’Scusami tanto se sto per conoscere il mio futuro…coso.. e non ne ho proprio voglia!’’ mi guarda con rimprovero mentre mi si avvicina per sistemarmi l’orlo della gonna del vestito bianco panna lungo fino al ginocchio ‘’e poi guarda cosa mi stai facendo mettere! Nemmeno nonna indossava questa roba!Pace all’anima sua!’’ mi dimeno cercando di sfuggire alla sua presa e mi volto incrociando le braccia al petto indispettita. E’ uno dei miei più grandi difetti, ogni volta che mi sento attaccata o sottopressione divento acida e diffidente. Sembra che abbia appena morso un limone e me la prendo con chiunque mi capiti a tiro fregandomene se non c’entra nulla. Insomma, la miglior difesa è l’attacco. No?

‘’La famiglia Malik ha fatto molto per noi. Se non fosse stato per loro a quest’ora saremmo ancora in Pakistan, non dimenticarlo. Dovresti esserle grato. Se non fosse stato per loro tu non avresti avuto il genere di istruzione che hai ricevuto, né tutti i permessi per essere così libera di fare ciò che ti pare e per di più comportarti in questa maniera nei miei confronti. Ricordatelo’’tagliente solo come lei riusce ad essere quando si sente delusa. Con quelle parole si dilegua dalla mia camera lasciandomi completamente sola con me stessa, davanti uno specchio troppo grande per la mia figura.

Mi mordo il labbro tanto forte da farlo arrossare, avrei dovuto accettare tutto senza dire una parola anzi, avrei dovuto ringraziarlo. Lo so, lo avevo capito già da tempo e invece mi sto comportando come una bambina viziata. Magari, in quel momento, nemmeno quel Malik ha voglia di incontrarmi. Magari, nemmeno lui vuole sposare una perfetta estranea che non ha mai visto. Magari, suo nonno prevedeva che il povero nipote sarebbe stato un cesso allucinante ragion per cui aveva preferito prevenire che curare. In fin dei conti, tutti gli anziani vogliono assicurarsi di avere pronipoti e…

Oh vaffanculo, siamo nel ventunesimo secolo!

 

‘’Allora, come te lo immagini?’’ la voce rauca che si sente dall’altro lato del telefono mi fa sorridere. Le undici passate e Sofia stava ancora dormendo, prima che decidesse di chiamarmi per farmi gli auguri in perfetto stile pazza psicopatica.

‘’Come me lo immagino? Vecchio, con un paio di occhiali con due fondi di bottiglia al posto delle lenti, una barba nera e lunga fino al petto e i peli che escono da fuori la camicia. Allergico a qualsiasi cosa mangiabile nel mondo moderno e con una grande dedizione al Corano. Ecco come me lo immagino!’’ sbraito sedendomi sul tappeto davanti allo specchio e continuando a guardarmi come se non l’avessi mai fatto prima.

Per quell’occasione mamma aveva deciso di legarmi i capelli con un perfetto chignon ordinato e il trucco più casto possibile.

Insopportabile, soprattutto per me che odio tenere i capelli legati.

La sento ridacchiare e mi stupisco nel sentire in sottofondo una voce maschile, dimenticandomi del soggetto in questione ‘’Con chi hai dormito?!’’ urlo ridacchiando senza far troppo rumore.

Sento la mia amica urlare e poi il respiro affannato di qualcun altro far capolineo sulla linea telefonica ‘’Ciao Laila..’’ la voce troppo familiare di un ragazzo dalla voce impastata mi fa scoppiare a ridere come un’isterica ‘’Marck?!’’ urlo senza poter credere a ciò che sto sentendo.

Lui, il tipo che Sofia odia a morte.

Quello che continua a prenderla in giro per lo strano colore dei capelli né troppo rossi né troppo arancioni. Colore uscito dal miscuglio di svariate tinte.

Lo stesso con cui litiga ogni santissimo giorno durante l’ora di storia.

Quello che conosciamo fin dall’asilo.

Loro due insieme?!

Oh. Mio. Dio.

‘’Si piccola, Marck. Prima di tutto volevo farti gli auguri…’’ sento Marck allontanare il telefono dalle labbra per urlare un ‘’Micetta se non stai ferma giuro che dopo te la faccio pagare’’ seguito da un risolino malizioso verso Sofia.

Rabbrividisco immaginandomi quella scena.

‘’Vi prego, tenetevi i vostri commenti per dopo!’’ urlo sperando di essere sentita con poco risultato visto che nessuno dei due sta ascoltando il cellulare .

Marck riavvicina l’iphone di Sofia all’orecchio per continuare ‘’Sono contento per i tuoi diciotto e giuro che starei ore ed ore ad ascoltare la tua storia simil Beautiful sul fatto che sei prossima alle nozze…’’ sto per ribattere quando lui mi precede alzando la voce ‘’MA.. abbiamo problemi più grossi da risolvere in questo momento io e la tua amichetta qui presente’’ la sua voce si fa sempre più bassa fino a diventare quasi un sussurro orgasmico mentre il respiro gli si mozza in gola. Capisco che con –problemi- intende qualcosa in particolare ma, probabilmente per lo shock di sentirlo nella camera di Sofia o forse semplicemente per lo shock di tutto ciò che è successo in quelle poche ore, non riesco a collegare a cosa si riferisce.

‘’Che genere di problemi?’’ chiedo  ingenuamente sentendo Marck sospirare

‘’Mai sentito parlare di erezione mattutina? Può risultare molto…ingombrante’’ riesce a trattenere a stento una risata mentre sussurra quella frase in modo provocante.


***Spazio Autrice***

Lo so, lo so. Avevo promesso che non  le avessi finite sul mio pc ma...sapete come sono fatta -.-

allora, sappiate già che il secondo capitolo è pronto (lol) ma per adesso non lo pubblico, voglio prima vedere se questa storia piace!

spero vivamente che vi intrighi (?) come inizio e sappiate già che non è proprio lunghissima come FF.
penso una decina di capitoli (disse quella che dice questa frase ogni santa volta e poi si ritrova con fanficion di 30 capitoli...) 
Okay, basta!

Voglio solo ricordarvi che potete seguirmi su twitter (sono Bubu______ , trovate il profilo sulla mia pagina efp in alto a sinistra ^^)

alla prossima ragazze ^^
   
 
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