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Autore: EliCF    12/02/2013    8 recensioni
"Il mio nome è Blaine Anderson, ma questo lo sai già.
Sono stato insultato, preso a calci e picchiato. Sono scappato da demoni, ho dovuto accettare compromessi e sono stato messo in gabbia. Ho accettato di affrontare incubi per un uomo che avrei conosciuto solo un giorno… l'uomo di cui mi sono innamorato. Ho cantato canzoni d'amore. Sono stato in piedi di fronte a folle, forte e senza paura. Ho vissuto, ho amato, sto ancora combattendo la mia guerra. Il mio nome è Blaine Anderson. E sono l'eroe di qualcuno."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Everything is gay and nothing hurts!

Non sono mai stato capace di tenere un diario ma, alla luce dei miei diciotto anni, credo sia arrivato il momento di imparare.

Caro diario,
probabilmente è colpa del fatto che non abbia mai scritto niente a parte compiti di letteratura e testi di canzoni. E’ una parte di me che dovrei esercitare, ora che ci penso. Fa schifo non saper scrivere!

In realtà non credo di non saper scrivere. Non credo esistano manuali per imparare a scrivere, a parte gli abbecedari e quelle schede con cui i bambini imparano a coniugare. Ho sempre immaginato fosse una questione di cose da dire. Non si è un artista se non si ha qualcosa da dire. Altrimenti che bisogno si avrebbe di parlare agli altri? Che poi sia attraverso le parole o la musica, cosa importa?

Personalmente, credo nulla. Ma i miei voti in letteratura parlano da sé: sono un bravo studente. So cosa voglio dire e so come dirlo. Nella maggioranza dei casi so anche quando dirlo, e se può sembrare che mi stia vantando troppo stai calmo: io ti ho creato e io posso decidere di distruggerti. Quindi non ti conviene lamentarti.

D’accordo, d’accordo. La mia acidità non è giustificata dal fatto che tu sia – senza offesa – un oggetto inanimato, hai ragione. Mi dispiace. Posso giustificarmi dicendo che sono davvero molto nervoso all’idea di dover davvero parlare di questa cosa.

Vedi, le tue pagine gialline devono sapere che mi chiamo Blaine Anderson e sono gay. Niente da dire su questo.
O, insomma, magari io e te potremmo non avere niente da dire, ma posso assicurarti che nel mondo in cui si parla e non si scrive (non volermene, è così che funziona dalle mie parti) navigo in correnti tempestose. Ma non è un problema così urgente.

Non ho sempre saputo di essere gay, però  ho sempre immaginato che avrei avuto un ragazzo e, nonostante sapessi che gli uomini stanno con le donne, ho sempre immaginato (sì, ero un bambino dalla grande immaginazione) che fosse una cosa normale quanto l’andare in giardino a potare il cespuglio. Solo dopo qualche anno, un trauma cranico e qualche ricostruzione dentale ho scoperto che purtroppo non è così.
E’ interessante ricordare il momento in cui ho scoperto di essere gay. Dovevo essere davvero piccolo, perché mio fratello Cooper era nel suo periodo “sto iniziando le lezioni su come prendere i primi piani quindi devo mantenere la pelle liscia” e si era rifiutato di andare ad aprire la porta di casa perché era impegnato a raccogliere il borotalco che aveva sparso in bagno nel tentativo di prenderlo dalla mensola dove c’erano tutte le cose della mamma.

Dico c’erano perché adesso che sia io che mio fratello frequentiamo casa davvero poco, hanno occupato praticamente ogni mensola non solo del bagno, ma dell’intero appartamento.

In ogni caso l’immagine di mio fratello piegato in due a raccogliere polvere bianca borbottando qualcosa sul fatto che fosse estremamente importate avere sempre a portata di mano un prodotto che combattesse le irritazioni da contatto continua a ripetere nella mia testa “se tuo fratello etero appare così gay, immagina che effetto potresti fare tu nella sua stessa situazione”.
Andai ad aprire la porta. Feci un po’ di fatica ad arrivare alla maniglia perché sono sempre stato basso, ma al momento non è un problema. Un bassotto avrà sempre la meglio su un chihuahua, c’è chi mi apprezza.

Era l’idraulico. La nonna stava male e mia madre era a casa sua e solo ora che sono più grandicello ringrazioDioperché, volendo dar retta a tutte le leggende metropolitane riguardo gli idraulici, saremmo stati davvero in allarme sta per arrivare un altro fratellino e un divorzio. E Cooper non avrebbe mai avuto la forza di separarsi né dai prodotti idratanti di mia madre né dai soldi con cui mio padre glieli regalava. Quindi, tragedia evitata. Meno male che la nonna non avesse digerito la pizza del giorno prima, insomma (nonna perdonami!).

E devo dire che l’idraulico smosse dentro di me quel qualcosa che l’universo aspettava si smuovesse. Insomma, era davvero bello.
…ripensandoci doveva essere quella salopette di jeans a renderlo particolarmente attraente. Ma aveva un viso carino e una chiave inglese. Molto caratteristico.

“Non c’è la mamma?”

Inizialmente mi chiesi per quale motivo papà non andasse bene, ma in ogni caso non c’era nemmeno lui. Se solo fosse andato Cooper ad aprire la porta, probabilmente avrebbe avuto la prontezza di sbattergli la porta in faccia per salvare sia nostra madre da una gravidanza che me dall’omosessualità. Non che ora mi dispiaccia, voglio dire… è parte di me. Certo, avrei preferito che ad avere l’onore di rubarmi il cuore per primo fosse stato un attore di Broadway piuttosto che l’idraulico. Tra l’altro abbiamo scoperto che avesse sbagliato pianerottolo, e che casualmente la signora del piano di sotto fosse rimasta incinta nonostante fosse vedova.

Arrivarono i giorni in cui capii di essere diverso dagli altri. Capii di dover assecondare quello che ero e di doverne essere fiero. Però, caspita, l’idraulico mi aveva messo in crisi.

Nei momenti di frustrazione non potevo fare a meno di vederlo come l’oggetto del peccato, la tentazione, tutto quello che ero e che non avrei voluto essere. Poi ho smesso di violentare la mia giovane mente e mi sono deciso ad accettare ed amare la cosa. Ero piccolo ma sapevo che sarebbe stata dura. Era dura per quella cassiera del supermercato particolarmente brutta, figuriamoci se non sarebbe stata dura per un diverso come me. Senza contare il fatto che non avevo idea del fatto che ci fossero altre persone come me.

Quando ho conosciuto Sebastian Smythe mi sono sentito di nuovo messo in crisi. Non che ne fossi innamorato – non ero innamorato nemmeno del signor idraulico, dopotutto – ma non potevo negare il fatto che fosse un attraente adolescente gay. Anche un po’ sfacciato, a dire la verità.

Capii che mi avesse messo in difficoltà anche lui solo quando una notte il mio subconscio mi rifilò un sogno in cui piombava a casa mia nel bel mezzo della notte e mi salutava con un “Salve, sono Sebastian, faccio l’idraulico e indosso una salopette. Ah, ho una chiave inglese.”
Quella notte decisi che non avrei mai più mangiato Thailandese.

Sebastian, come l’idraulico, era tutto quello che avrei accettato di avere se non avessi già avuto quell’universo che è Kurt. Come l’idraulico, era la piega sbagliata che avrebbe potuto prendere la mia vita.

 Allungare il caffè col cognac, ma dai. A Lima, per inciso. Ma che gente frequento?

Per fortuna la condotta di Sebastian ha preso una svolta decisiva. Improvvisamente ha iniziato a girare dal lato giusto ed è diventato quasi un bravo ragazzo. Ho sempre creduto che il fatto di essere sempre così protetto dalla famiglia lo abbia svantaggiato riguardo la costruzione di rapporti umani: ha sempre dovuto fare qualche casino prima di rendersi conto di starne facendo. Eppure si impara. Si impara sempre…

Sono felice di quello che ho imparato in questi anni. E’ la cosa di cui sono più orgoglioso, forse.
Devi sapere che è poco che ti scrivo e sono già affezionato a te, non credevo che sarebbe potuto accadere. Per questo voglio rivelarti un segreto.

Mi hanno buttato a terra un sacco di volte, davvero. Tantissime. Ad un certo punto ho smesso di contarle, ma sono sicuro che se avessi continuato a farlo sarebbe uscito fuori un numero vergognoso. Ma se potessi tornare indietro le conterei, in modo da poterti dire quante volte sia riuscito a rialzarmi.
Avrei potuto avere un’idea di quante volte abbia urlato che sì, sono gay e non è un tuo problema! o di quante volte abbia sussurrato alle ragazze chesono davvero sicuro di essere gay. Davvero, piccola. Non me ne farei niente del tuo numero… ma grazie comunque.

Il mio nome è Blaine Anderson, ma questo lo sai già.
Sono stato insultato, preso a calci e picchiato. Sono scappato da demoni, ho dovuto accettare compromessi e sono stato messo in gabbia. Ho accettato di affrontare incubi per un uomo che avrei conosciuto solo un giorno… l'uomo di cui mi sono innamorato. Ho cantato canzoni d'amore. Sono stato in piedi di fronte a folle, forte e senza paura. Ho vissuto, ho amato, sto ancora combattendo la mia guerra.
Il mio nome è Blaine Anderson.  E sono l'eroe di qualcuno.

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“Sì, sono gay. Cento per cento gay!”



nda: E, con questa, siamo alla fine. E’ stata una delle prime ad essere stata scritta, mi sono divertita un sacco e mi sono persino fatta disegnare Seb in versione idraulico. (Sempre grazie Anny!)
E’ stato strabello leggere ogni settimana i vostri pareri e aggiornare ogni martedì mi mancherà UN SACCO. Per adesso ho in cantiere una long Klaine e una long un po’ strana, un po’ Klaine, ma incentrata principalmente su Sebastian. Ho i contatti di tutte voi che recensite, se volete posso avvisarvi se la pubblicherò! Oltre a questo, non credo ci sia molto altro da dire. Solo grazie, grazie, grazie e grazie a quell’eroe che… tutti noi sappiamo bene chi sia.
Alla prossima!

EliCF
   
 
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