Limbo

Nel buio si desta
bambino sperduto
in un mondo diverso
identico al suo.
Non ci sono colori
nè in cielo, nè al suolo
solo il bianco e il nero
adornano il luogo.
Nero è il sentiero,
che misteri riserva,
dal filo dell'erba
alle foglie nel cielo,
nera è la strada
intrisa di pene,
neri i tronchi
degli alberi in piedi;
nere le ombre,
nera è la luce
e pure il tempo
niente riduce.
Lo son le creature
nascoste tra i rami
e nero è il suo corpo
come fosse catrame.
All'orizzonte soltanto
un tenue bagliore
che però non l'attrae,
corre verso l'orrore,
corre verso le acque
che sembrano pece,
sopra a massi e tronchi
riposano in pace.
Bambini indifesi
con lance e spuntoni
sopravvivono al mondo
questo nuovo mistero
è spietato e perverso
come il diavolo in carne,
tesse tele e divora
con le sue otto zampe,
gli abitanti rapisce
solo questo sà fare,
disperazione attende
chi qua si risveglia.
Corre svelto il figuro
con i suoi occhi accesi
piccoli e bianchi
come sua sola anima
che or più che mai
par si dannata.
Sfugge a denti ed artigli
pungenti e oscurati
come tutto laggiù
paesi desolati.
Visioni di luce
e costruzioni fatiscenti,
riesce a scampare
alle morti imminenti:
frementi effigi
sui tetti crepati,
e lame che più che mai
paion affilate.
Le suole son sfaldate
il suo sguardo si è perso
come in un sogno
nella fredda vigilia;
lungo una luce
un verde prato
ai piedi d'un albero
fiorito in Febbraio,
una donna in ginocchio
china su chi
più di tutti amò
il suo prezioso bebè.
Nel buio si desta
bambino sperduto
nel mondo di chi il battesimo
non l'ha ricevuto.