Era una ragazza, una di quelle che rimangono sempre in disparte, una di quelle che nessuno mai nota,o se la nota, la considera strana e non và di certo lì a rivolgerle parola...Era una ragazza... Si chiamava Izzie, aveva occhi azzurri e capelli rossi come il fuoco, non aveva amici perche considerava tutti i ragazzi della sua età diversi da lei per il modo di vedere la vita.. E così, per questo motivo se ne stava da sola, a divorare libri, a scrivere ciò che provava... Ecco, lei amava scrivere... Tutto ciò che le accadeva, tutte le sue emozioni nei vari momenti della giornata, tutto ciò che le provocasse qualche sensazione diversa.. Ciò che scriveva però non era indirizzato a qualcuno... Erano cose che lei scriveva per liberarsi e poi per rileggere un pò di tempo dopo... Era una cosa fatta per sè stessa... Una cosa di cui solo lei era a conoscenza, e quindi che nessuno poteva giudicare... Sognava di diventare una scrittrice, una di quelle che sanno trasmetterti emozioni solo con una frase messa lì, una di quelle che sarebbe stata un punto di riferimento e, in parte, una compagna di vita come quelle che scrivevano i libri che lei amava.. Era sola... Insomma, non proprio sola... Aveva una famiglia che l'adorava, che cercava di sostenerla o di farla credere piu in sè stessa, una famiglia che può essere considerata perfetta... Ma lei, lei si sentiva sola ugualmente... Lei non aveva nessuno, nessuno a cui dire quanto fosse triste, quanto si sentisse inutile e schifosa quando tutti le passavano vicino facendo finta di non vederla... Non aveva nessuno a cui dire " Ehi, grazie di esserci sempre,sei importante per me! "... E così se ne stava rinchiusa in camera, in silenzio, da sola, con le lacrime che le scendevano dal viso sperando che nessuno entrasse in camera e la vedesse, dato che non voleva dare spiegazioni di alcun tipo... Lei se ne stava lì, a volte si tagliava... Si, era un'autolesionista, una ragazza che come molte altre si procurava del male da sola sentendosi la causa dei problemi della sua vita... Si sentiva la causa per la quale tutti le passavano vicino e la guardavano come fosse un escremento d'uccello o qualcosa del genere...Odiava la sua vita, cercava di non farlo vedere e di sembrare felice, solo per non far soffrire i suoi genitori, ma in realtà lei si era stufata di tutto e voleva solo che quella sofferenza finisse... Faceva il primo liceo e anche questo contribuiva alla sua tristezza... Infatti era sicura che cambiando scuola, andando in un luogo in cui nessuno ti conosce, avrebbe iniziato una vita nuova, felice, con molti amici e con giornate di puro divertimento insieme a loro.. In realtà però, quel primo anno di scuole superiori non stava andando come lei se lo era immaginato... Si stava ripetendo infatti la stessa situazione delle medie nonostante i compagni fossero persone diverse..  Perche avveniva tutto ciò? Era lei allora il problema? Era lei che teneva le persone lontane o che spingeva tutti a odiarla? Queste, queste erano le domande che si poneva ogni giorno... Non sapeva cosa fare, non sapeva come reagire.. Sapeva solo che nonostante tutto il dolore che avrebbe potuto  provare, qualcosa di certo c'era... Avrebbe sempre potuto buttarsi sul letto e piangere o usare la lametta che aveva nascosta in fondo all'armadio..