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Autore: Ellie_x3    01/09/2007    4 recensioni
Piove col sole. Fa uno strano contrasto, ma mi piace. I riflessi dorati sulle gocce di pioggia trasparenti. Mi chiamo Kagome Higurashi, ed ero una normale studentessa di terza media. Ma questo, tutto questo, è avvenuto molto, molto tempo fa.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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aspettami Bene, raga, sono tornata! ^O^
dato che per Welcome to Paradise si dovrà aspettare ancora parecchio, dato che qualche cretino patentato mi ha distrutto L’hard disc del computer portatile dove c’erano i file dei capitoli e finchè non li recupero non c’è niente da fare ho scritto questa One-shot, più uno sfogo che altro.
Appena ho letto il nuovo numero di Inu, ho dovuto scriverla (che rabbia che rabbia che rabbia!!! >.< Inu che bacia il cadavere proprio non riesco a sopportarlo!)! ^^ spero vi piaccia….


ASPETTAMI...

Piove col sole.
Fa uno strano contrasto, ma mi piace.
I riflessi dorati sulle gocce di pioggia trasparenti.
Mi chiamo Kagome Higurashi, ed ero una normale studentessa di terza media.
Ma questo, tutto questo, è avvenuto molto, molto tempo fa.
Oggi ho ventisette anni, e faccio l'avvocato, e la miko, quando capita.
La mamma,tutti i giorni.
La mamma di una bellissima bambina, che ora ha quasi sette anni.
"Com'è possibile?" vi chiederete "non dovevi rimanere per sempre al fianco del tuo amore non corrisposto?".
Beh, ammetto di essermelo chiesta anche io, all'inizio.
Ma sono stata proprio io a voler tornare qui, nella mia epoca, al luogo a cui appartengo.
E’ tutto successo in un giorno grigio, triste.......un giorno in cui il sole non c'era..............

*Flashback*
- Kikyo-sama....- a volte la chiamavo sommessamente, di notte.
E ora che era arrivato il giorno del suo funerale, mi sentivo un pò strana.
L’avevamo rinviato fino alla morte di Naraku e,ora che quel bastardo era finalmente crepato, era arrivato il giorno dell’addio alla miko.
"Come ci si sente a riavere di nuovo tutta l'anima, Kagome?" mi aveva chiesto un giorno Shippo.
Non l'aveva fatto di certo con cattiveria ma fatto sta che, Non so come e tantomeno perchè, l'ho schiaffeggiato.
Non era il momento, ero troppo scossa...ero triste, delusa di me stessa.
Non l'ho salvata...non l'ho salvata...
Stavo tutto il giorno in un angolo, a ripetermi questo.
Inuyasha lo stesso, sul Goshinboku, a rimuginare come me sulla sua debolezza.
E ora ero lì, mio malgrado, stretta nella morsa soffocante dell'obi nero pece, i capelli legati con un nastrino rosso fuoco.
Il Kimono, anch'esso nero, mi difficoltava i movimenti, il trucco sbavato dalle lacrime.
Eppure dovevo essere forte, anche lì, di fronte a tutti, davanti alla tomba di Kikyo, a celebrarne le funzioni funebri.
Parlavo e piangevo, mi sforzavo di sorridere al suo ricordo.
Mi ha fatto troppo male, nella sua nuova vita, ma non aveva più importanza.
E ad ogni parola soffrivo, immensamente.
Poi, quella frase...beh, quella frase mi aveva fatto raggiungere Kikyo.
Mi aveva fatto morire, morire dentro.
- Ti abbiamo persa. Stavolta non tornerai. Non potremmo più vederti. Non potrò più vederti sorridere...e, sinceramente, non so se ce la farò senza di te ancora una volta. Aishiteru, Inuyasha.- non mi sforzai di nascondere un singhiozzo.
A che sarebbe servito, poi?
Percepii chiaramente lo sguardo preoccupato di Sango su di me, ma mi sforzai di sorriderle.
Era stata Kaede a insistere perchè, come primo "incarico" da Miko, assistessi Miroku nel funerale di Kikyo.
Aveva detto che ce la potevo fare, ma non ne ero sicura.
Non l'avevo saputa salvare...e questo mi bruciava, era troppo doloroso.
La breve lettera d'addio che le aveva scritto Sango era triste, toccante, leggendola esprimeva un sentimento strano, sembrava dire "ti capisco, mi dispiace se hai sofferto e,soprattutto, grazie per aver voluto bene a Kohaku."
Ma ora...beh, ora toccava alla mia.
- Ohayo, Kikyo-chan...- cominciai, riluttante -beh...a dirla tutta ,francamente, noi ci siamo sempre mal sopportate, però...mi dispiace immensamente non averti più qui. Confesso che, quando la parte di anima che avevi preso è ritornata in me, ho sentito un battito speciale al cuore. Un battito doloroso. E, come dice una canzone: perchè fa male, male, male da morire senza te. L'ultima volta, prima di dare l'addio a Inuyasha, con la tua occhiata mi hai detto "non piangere Kagome. Tu hai salvato la mia anima"...beh, avrei voluto fare qualcosa di più. Avrei voluto salvare te stessa dalla morte. Mi chiedo ancora se tu sapessi che nemmeno quella freccia avrebbe  potuto salvarti...Non lo sapremo mai, forse. Una volta, molto tempo fa, mi chiesi perchè non ti avevo lasciato morire, e io ti risposi "perchè una persona che conosco ne soffrirebbe". E' vero...in parte. Anche io ne avrei sofferto, e soffro anche adesso. Gomenne Kikyo...perdonami se puoi. - finii di parlare.
Ormai avevo rinunciato a mantenere fermo il tono di voce, avevo rinunciato a non piangere.
Miroku, di fianco a me, mi fissava: gli occhi oltremare languidi, lucidi.
Mi piegai in due e, portando le mani al viso, iniziai a piangere senza fermarmi, con la gola che bruciava.
- Divina Kagome....- mi chiamò lui, avvicinandosi, ma lo scansai leggermente, dandomi un contegno
- E' tutto ok, Hushi-sama...continua pure...-
Dopo le solite parole di rito, i soliti commenti, le solite lacrime, io detti fine alla cerimonia battendo tre volte le mani, richiamando i Kami.
- riposa in pace...Kikyo...- riuscii solo a sussurrare, poi, per quel che mi era permesso dal Kimono stretto, corsi  giù dall'altare dov'eravamo io e Miroku e mi buttai a capofitto fra le braccia di Koga, piangendo.
Appoggiai la testa sul suo petto, sopraffatta da un dolore che non credevo di poter provare.
Andare da Inuyasha, sarebbe stato crudele...ingiusto.
L'ookami ricambiò l'abbraccio, anche lui aveva gli occhi lucidi.
Kaede, stanca, provata dal dolore, mi arrivò vicino, aprendo le braccia.
Mi sciolsi dall'abbraccio di Koga e corsi da lei, consolandoci reciprocamente.
- sii forte, bambina...- mi sussurrò all'orecchio.
-cercherò Kaede obaa-chan...- risposi, allontanandomi
- Kagome no nee-chan...- mi chiamò Sango, guardandomi vacua
- Sango-chan…- mormorai appena prima di ritrovarmela addosso, abbracciata.
Piangeva a dirotto anche lei, come me.
Non parlammo, sole nel nostro dolore.
- Kagome-sama...non è stata colpa vostra.- nicchiò Miroku.
Non piangeva, è forte. Ma dentro di se era molto triste, si vedeva...lo sentivo.
- Stavolta non è così.- replicai, delusa di me stessa.
Mi guardò appena, sforzandosi di sorridere, di rassicurarmi.
E di quel gesto non lo ringrazierò mia abbastanza...perchè mi dette forza.
Mancava solo Inuyasha, e io non sapevo che fare.
Eravamo uno di fronte all'altra, i suoi occhi arrossati, due scie bagnate lungo il viso.
Non l'avevo mai visto piangere, a parte una volta, una soltanto.
Ma allora aveva solo due lucciconi ai lati degli occhi dorati, ora invece non cercava di mostrarsi forte.
Era il suo lato umano...e come gli umani soffriva.
Mi limitai a inchinarmi, non mostrandogli la mia espressione.
- Mi dispiace molto per la sorte di Kikyo-sama...Inuyasha-sama.- mormorai, come se non lo conoscessi.
Rivolgermi a lui come ad un amico, confortarlo, lo avrebbe solo fatto stare peggio.
Abbracciarlo, cercare conforto in lui, stavolta non sarebbe servito.
Per quel giorno, solo quel giorno, eravamo due sconosciuti.
- Al diavolo Kagome...- ringhiò lui.
Come temevo, era arrabbiato con me per la morte di KIkyo,
Perché lui lo sapeva...è l'unico che sapesse la verità.
L'unico che aveva capito che è stata colpa mia.
Lo fissai terrorizzata, le lacrime aumentarono
-baka! - sussurrai - credi che a me non dispiaccia per lei? credi che non odi me stessa per non averla salvata?- urlai, alzando il tono di voce a ogni parola.
- scema.- iniziò, avvicinandosi -non hai capito niente- mugugnò, abbracciandomi stretta contro il suo petto.
Sentii per l’ennesima volta le lacrime scendere.
Le mie, certo, e stranamente anche le sue.
Piangeva per Kikyo...e ogni sua goccia vitrea mi faceva soffrire.
-E' in momenti come questi che ho più bisogno del tuo sostegno-
Oh, giusto.
Io ero il suo "sostegno".
Niente di più: gli servivo.
Ma mi bastava, allora non aveva importanza.
Importava solo Kikyo...la sua morte...la MIA morte...dovevo andarmene.
- Scusa Inuyasha- lo allontanai con una leggera spinta -ma non è proprio il caso che sia io a sostenerti, oggi. Tanto più che me ne devo andare.-
- COSA?!- urlarono tutti, in coro, uno più stupito dell'altro.
-che vuol dire, Kagome??- cominciò Kaede, ma mi affrettai a spiegare
-devo andarmene: la sfera è ricomposta, qui non c’è più bisogno di me. E poi qui Kikyo è morta, se rimango qui rischio di scomparire anche io.- Una cazzata.
Una grande, grandissima cazzata inventata durante mille notti insonni, consumata dal rimpianto, ma va bene lo stesso.
Loro capiranno.
Se mi vogliono bene capiranno.
Miroku fu l’unico a parlare, triste
-capisco. Mi dispiace divina Kagome, ma forse è giusto così. Come ha detto qualcuno "mi basta saperti lontana ma viva. questo, tanto mi basta"- lanciò una furtiva occhiata a Inuyasha, che mi fissava smarrito.
-scusate...non volevo dirvelo così...ma che senso ha illudervi?- provai a far uscire un sorriso forzato, che però assomigliava di più ad una smorfia di dolore.
Dolore che mi sarei trascinata dietro per anni e anni.
*fine flash back*

E ora sono qui, a casa mia, al tempio, dove vivo da sola, con lei.
Con Kikyo, mia figlia.
Nome strano, vero?!
Ma dovevo farmi perdonare da Kikyo.
In fondo, nonostante tutto, sono ancora sicura che la sua morte sia avvenuta a causa della mia debolezza.
Non è cambiato quasi niente, a parte il letto matrimoniale in camera mia, e le tante foto di Sango e Miroku.
Non c'è niente di Inuyasha, a parte un piccolo particolare, quasi invisibile: sul comodino c'è sempre un foglio, forse un pò ingiallito dal tempo.
La sua ultima lettera.
Me l’aveva lasciata il girono del mio ventesimo compleanno, l’ultimo in cui lo vidi.
Era dolce, triste.....non so se per me o per la defunta Kikyo, boh.
Lentamente mi allontano dalla finestra, da dove guardavo la pioggia, e arrivo al comodino.
Mi siedo sul letto, con mani leggermente tremanti apro ancora una volta la busta...ancora oggi a rileggere quelle parole mi viene da piangere.

"beh....che c'è da dire? Mi dispiace, mi hai ferito, tornerai ogni tanto, vero?
cazzate, lo sappiamo benissimo tutti e due che non hai intenzione di tornare, mai più.
E forse...forse è anche colpa mia.
Forse se mi fossi accorto un pò prima di quello che provavo le cose oggi sarebbero diverse.
E, probabilmente, Kikyo sarebbe tornata nel regno dei morti di sua volontà.
Forse l'avrei seguita, forse no...chissà.
Però non ti avrei lasciata scappare così, senza una parola.
Ti ricordi, vero, che non ti ho detto niente quando sei partita?
Lo ammetto, sono un dannatissimo codardo.
Uno stupido.
Ma va bene così...qualcuno mi ha detto che il passato non si cambia.
E allora tanto vale andare avanti, sopravvivere.
Ma non potevo comunque non ringraziarti, per tutto.
Per essermi stata vicina, per aver pianto per me...per non avermi fatto domande quella sera, l'ultima che ho passato con Kikyo.
Per essere sempre stata così dolce, anche con me.
E, soprattutto, grazie per aver pianto per lei, anche dopo tutto ciò che ti ha fatto.
Lo so, sono un ingrato.
Tu mi hai fatto cambiare, mi hai sostenuto sempre, mi hai voluto bene  e io ti faccio soffrire.
Bell'amico sono, vero?
Dovresti odiarmi, sai?!
Ma non so se ne saresti capace...sei troppo buona.
E io troppo stronzo.
Che vuoi farci, in fondo sono un hanyou, giusto? Un essere imperfetto.
E in un’imperfezione come me un sentimento puro come l’amore è come una nota stonata in una bellissima melodia.
Eppure è umano…e lo provo.
Per te? O forse per Kikyo…non me ne sono mai reso conto davvero.
Ti amo?
Forse è dirti troppo, o forse è troppo poco.
Comunque mi mancavi, tanto, da morire.
E’ passato solo un mese ma mi sento comunque perso.
E così ho preso il coraggio a due mani e sono venuto da te.
Ieri sera, quando stavi canticchiando una canzone in una lingua strana, che non capivo.
Quando mi hai visto hai pianto.
Possibile che io ti faccia solo piangere?
E poi mi hai spiegato che hai pianto di felicità.
Eri contenta di rivedermi.
Ammetto, mi è sembrato strano, ma andava bene anche così.
Il giorno del tuo ventesimo compleanno.
Sono cinque anni che ci conosciamo…l’hai detto tu.
E poi ti ho chiesto cosa diceva quella voce, quella che cantava con quelle strane parole.
E tu mi hai risposto senza parlare, semplicemente mi hai dato in mano un foglio.
Beh, dire che lo ricorderò per sempre è poco.
“Non posso darti più di così
quindi questa è la mia buonanotte
è dedicata a te
ti direi le stesse vecchie cose che conosci
che conosci già, tu meriti ogni respiro
che io difficilmente prendo
difficilmente prendo
e addormentati, hai bisogno di stenderti
questa notte potrebbe essere l'ultima
non posso darti più di così
quindi questa è la mia buonanotte
è dedicata a te
mia piccola stella splendente
ti direi le cose che non ho mai detto
è troppo tardi
se potessi tornare indietro nel tempo
non aspetterei, non aspetterei
sono qui seduto, ti sto accanto
accanto alla tua foto
non riesco a credere che sia vero
non ti dimenticherò
queste cose prendono così tanto tempo
non posso darti più di così
quindi questa è la mia buonanotte
è dedicata a te
mia piccola stella splendente” (è il testo tradotto di Goodnight dei Finley)
Strano, vero?
Tutto di me era rinchiuso fra quelle righe.
Non è stata colpa tua la morte di Kikyo…non l’ho pensato nemmeno per un istante.
La colpa è stata solo e solamente mia, non permetterò che tu ti senta responsabile della sua morte.
Perché non posso sopportare il tuo sguardo triste, non posso vederti piangere.
Questa notte è andata com’è andata.
Eppure quando mi hai chiesto cosa provassi non ti ho risposto.
Perché non so che dire.
Non so se ti amo,lo sai anche tu.
Ma ti giuro che quando sarò pronto tornerò a prenderti, non importa quanto ci vorrà.
Tu aspettami, prima o poi tornerò da te.”

E’ stato tutto quello che mi ha lasciato la mattina dopo il mio ventesimo compleanno, il più bello della mia vita.
L’avevo rivisto solo la sera prima, ma era venuto per poi sparire di nuovo, come il vento.
Ma il ricordo che mi ha lasciato, forse il più bello, non si può rinchiudere, non si può eguagliare agli altri.
Quella mattina, quando mi sono svegliata e lui non c’era, credevo di essere rimasta sola.
Ma non era così.
E ora, che sono passati sette lunghi anni, so che non verrai mai più a prendermi.
Ma se lo farai un giorno, Inuyasha, scoprirai di poter amare un’altra Kikyo, ma se in modo diverso.
E, anche se non verrai mai, ti aspetterò lo stesso.
E ti aspetterà anche lei, anche Kikyo, l’unica cosa che mi hai lasciato di te quella mattina oltre a questo pezzo di carta.
Ti aspetterò io, e ti aspetterà tua figlia.


   
 
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