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Autore: Elthefirst    12/02/2013    1 recensioni
Darren Criss e Chris Colfer hanno molte cose in comune, ma Chris non capisce perché non si senta soddisfatto della loro amicizia.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevano molte cose in comune: entrambi adoravano Harry Potter, avevano una passione per la Disney e non disdegnavano l’universo geek.

Teoricamente due giovani attori i cui personaggi hanno una storyline intrecciata come la loro(,) con tante cose in comune, sarebbero dovuti essere grandi amici.

Chris almeno aveva sempre pensato che funzionasse così l’amicizia nel mondo dello spettacolo: conosci un sacco di gente e ti leghi a coloro che hanno qualcosa in comune con te oltre a qualche battuta.

Il perché lui e Darren non fossero più che colleghi era un mistero. Intendiamoci, non è che si odiassero o che non si piacessero, però quando aveva sentito che Harry Freakin’ Potter sarebbe stato un suo possibile interesse amoroso nello show aveva subito immaginato che si sarebbe instaurata una grande amicizia.

Darren era stato ben accolto immediatamente da tutto il cast, sembrava che nessuno avesse da ridire sul suo “intromettersi” nella storia. Chris era semplicemente entusiasta della piega che stava prendendo la storia del suo personaggio, era felice che una coppia omosessuale fosse trattata all’interno del telefilm come ogni altra coppia.

Quando aveva iniziato a lavorare sul personaggio di Kurt si era convinto che avrebbe fatto la fine dei soliti personaggi gay dei telefilm per ragazzi: esseri effeminati  privi di sessualità propria trattati solo come personaggi divertenti che fanno battute sulla moda, non aveva mai nemmeno sperato che si sarebbe dato un tale peso alla sua relazione.

In conclusione non c’era motivo al mondo per cui non sarebbe dovuto essere entusiasta di collaborare con Darren Criss.

Allora perché non lo era?

Forse era perché ogni volta che Darren lo toccava, cosa che faceva con tutti, lui era l’unico a scansarsi leggermente facendo trasparire il suo disagio. Forse Darren era veramente lo spirito animale che sembrava e, come i cavalli, percepiva il suo disagio e lo ricambiava.

Oppure era perché aveva avuto aspettative troppo alte su di loro prima ancora di averlo conosciuto.

Era arrivato addirittura ad ipotizzare un eventuale gelosia inconscia nei confronti di Kurt e Blaine.

Forse la soluzione dei suoi problemi era smettere di pensarci.

Darren era al lato opposto della sala con una vistosa bevanda alcolica in mano che raccontava qualche aneddoto evidentemente divertente a Kevin e Mark. Chris corrugò le sopracciglia immaginando già il contenuto innaturalmente verde del bicchiere di Darren sui capelli di Lea che, dietro di lui, chiacchierava amabilmente con Amber.

Chris aveva adorato l’idea di Naya di fare una festa con tutto il cast riunendo i vecchi personaggi con i nuovi, ma forse sarebbe stato meglio farlo in un contesto un po’ più civile, quanto meno un contesto meno alcolico.

Non voleva fare il bacchettone, ma nonostante fossero in pausa invernale tutti avrebbe avuto il loro bel da fare, non poteva credere che ognuno di loro si potesse permettere di essere fuori uso per un giorno intero.

Lo schiarirsi di una gola vicino a lui lo costrinse a tornare alla realtà, si rese conto di non essersi accorto di aver finito tutto il suo drink e appoggiò il bicchiere su un tavolo prima di girarsi e sorridere ad Ashley.

“La sega mentale non è uno sport!” disse lei senza preavviso.

Chris la guardò perplesso in attesa di una spiegazione e lei alzò gli occhi al cielo quando realizzò che lui sembrava non cogliere.

“Hai detto che ti sarebbe piaciuto fare un po’ di sport prima di entrare nel tuo magico mondo incantato,” spiegò, “quindi mi è sembrato giusto farti notare che, per quanto ti sforzi, la sega mentale non può essere considerato uno sport.”

Chris rise di gusto alla non proprio sottile battuta dell’amica.

Era tanto che non aveva l’occasione di stare con lei, avrebbe preferito fosse stata una cena più che una festa, così avrebbero potuto sedersi vicini e parlare, ignorando le urla provenienti da altre parti del tavolo (solitamente in corrispondenza degli spostamenti di Darren comunque).

Stava per dirle quanto gli sarebbe piaciuto trovare prima di tutto il tempo per lei, che la voce di Darren sovrastò la musica in un urlo di meraviglia degno di un cantante di jodel: “ma qui c’è una vasca idromassaggio!” fu ciò che Chris sperò di non aver sentito.

Una calca di gente seguì la voce di Darren fino ad un enorme bagno con la vasca più grande che Chris avesse mai visto.

La vasca era enorme, ma sicuramente non avrebbe potuto contenerli tutti, inoltre dubitava fortemente che ognuno dei partecipanti alla festa volesse fare un bagno con un gruppo di altra gente ubriaca, lo sguardo di Ashley, Lea e Jenna confermò la sua ipotesi all’istante.

Darren e un paio di altri ragazzi rivolsero uno sguardo supplicante a Naya che, avendo preso accordi con i proprietari della villa per la festa, era l’unica ad avere un effettivo potere decisionale.

Ovviamente fu sufficiente vedere lo sguardo rilassato della ragazza che si limitò ad annuire perché Chord e Cory tirassero fuori tutte le loro presunte abilità idrauliche per capire dove fosse l’acqua calda.

Chris si sentì un po’ in colpa al sentirsi così sollevato da questo nuovo trastullo per la parte più confusionaria della festa, questa incredibile scoperta avrebbe fatto si che i restanti membri dello staff si mettessero a sedere tranquillamente a chiacchierare, che dal punto di vista di Chris era la più bella forma di interazione sociale possibile ad una festa.

Con sua somma soddisfazione fu esattamente ciò che accadde, tentò di non sentirsi inadeguato per il fatto di essere l’unico ragazzo rimasto nel “cerchio delle chiacchiere” come Lea l’aveva battezzato.

Dopo circa un’ora Chris guardò l’orologio scoprendo incredulo che le due di notte erano ormai passate; normalmente l’idea del ritorno a casa lo avrebbe abbattuto rovinando gli ultimi minuti della festa, ma Naya aveva previsto tutto: aveva affittato una grossa villa fuori città per permettere a tutti di rimanere a dormire. Secondo il progetto iniziale avrebbe dovuto dividere la stanza con Ashley, ma la ragazza aveva un impegno per la mattina successiva e li aveva già lasciati da almeno venti minuti.

Normalmente avrebbe chiesto a Lea di tenergli compagnia, ma a giudicare dagli sguardi che rivolgeva alla vasca nella stanza adiacente ogni due minuti, la serata per lei e Cory era ancora aperta.

Chris sospirò arrendendosi al fatto di dover dormire solo e iniziò a salutare le ragazze sedute accanto a lui.

Dopo le lamentele di rito per il suo ritiro e dopo che Lea gli aveva appioppato un bacio davvero troppo ubriaco sulla guancia, Chris si diresse verso il maestoso bagno per salutare anche il resto del gruppo.

Nonostante si fossero calmati decisamente nel corso del lungo bagno, i ragazzi all’interno della vasca lo salutarono con decisamente troppo entusiasmo. 

Darren nuotò fino a lui –la vasca era davvero esageratamente grande- e gli strinse la mano sorridendo come un idiota,per poi ritornare sott’acqua a fare una sciocca imitazione dello squalo artigliando le gambe di Dianna che rise acutamente al solletico.

Chris lasciò la stanza guardandosi la mano ora bagnata, le dita di Darren erano lessate dal caldo e bagnate. Forse il motivo per cui non riuscivano ad essere amici era proprio questo: si era sempre considerato bravo a capire il perché dei gesti che gli venivano rivolti, capiva quando la gentilezza che gli veniva rivolta era forzata, capiva quando i suoi amici volevano essere lasciati soli e quando invece dicevano di volerlo senza pensarlo realmente. Con Darren era tutto diverso, Chris non capiva il senso di ignorarlo tutta la sera durante la festa per poi salutarlo toccandogli la mano, non l’aveva fatto con Ashley ed era certo che non l’avesse fatto nemmeno con Kevin che se n’era andato pochi minuti prima. Non capiva neanche perché fosse piombato a casa sua poche sere prima con il cofanetto blu-ray di Harry Potter chiedendo asilo politico, soprattutto però non capiva perché alla fine del terzo film lo avesse baciato per poi sorridergli e andarsene lasciandosi dietro uno smalto per unghie giallo ed un cofanetto da restituire.

Chiuse la porta della camera che gli era stata assegnata e con un sospiro rassegnato si diresse al bagno, dove tutto il necessario per la notte era già stato preparato.

Quando si era avviato verso la camera la sua intenzione era stata veramente quella di dormire, solo che aprendo la borsa per prendere i plug per le orecchie si era scontrato con la dura realtà: lì, in bella mostra, c’era il suo portatile con ore di lavoro da terminare all’interno. A giudicare dai rumori provenienti dal piano di sotto la festa era ancora nel vivo e presumibilmente nessuno si sarebbe svegliato troppo presto, lo aspettava una rarissima mattinata di riposo, non poteva sprecare la notte dormendo.

Così, ripetendosi “tanto appena sono stanco smetto”, Chris si mise a lavoro smettendo solo quando la luce del sole, che proveniva dalla finestra alla sua destra lo distrasse dalla complicata scena che stava descrivendo.

Vedendo il fascio luminoso riempire la stanza Chris ingoiò un’imprecazione e tese le orecchie per sentire se la festa fosse effettivamente finita. Il silenzio tombale che regnava sulla casa rispose alla sua domanda.

I folli ritmi di lavoro degli ultimi anni avevano insegnato a Chris che andare a dormire la mattina presto non poteva che sconvolgere tutti i suoi ritmi. Controllò l’orario aggrottando le sopracciglia nel leggere l’ora: le otto e trenta passate. Considerò che subito dopo pranzo un’auto sarebbe passata a prenderlo e che sarebbe arrivato a casa verso le quattro del pomeriggio. Facendo due calcoli decise di aspettare le sei del pomeriggio e dormire tutta la notte per potersi svegliare presto il giorno successivo.

Si immerse nuovamente nel lavoro, ma non gli ci vollero più di due minuti per realizzare di non poterlo fare senza prima aver assunto una qualche forma di caffeina.

Guardò attentamente la sua lattina di Coca Cola light sul comodino prima di realizzare la stupidità del suo stesso pensiero ed alzarsi dal letto spostando il portatile sul comodino.

Scese fino al solone principale dove la sera prima si era svolta gran parte della festa, i cadaveri di bicchieri di plastica rotti circondati da laghi di birra lo fecero sentire estremamente in colpa per le povere creature che avrebbero dovuto pulire tutto.

Dalla sala imboccò lo stretto corridoio che sapeva condurre alla cucina nella speranza che fosse fornita di una macchinetta per il caffè di facile utilizzo.

Un rumore proveniente dalla cucina lo fece trasalire prima di realizzare che era del tutto plausibile che qualcun altro oltre a lui fosse sveglio a quell’ora.

Entrò nella stanza e, pur aspettandosi di trovarci qualcuno, la sua bocca formò una “o” di meraviglia alla vista di Darren Criss, con indosso un morbido accappatoio rosa, appoggiato al tavolo della cucina intento a bere un caffè.

Vedendolo Darren si girò nella sua direzione e alzò il bicchiere verso di lui come un saluto prima di ricominciare a bere come se nulla fosse.

Non percependo risposta si voltò fronteggiando Chris con sguardo interrogativo, rendendosi conto di essere completamente bagnato sorrise e specificò: “non ho fatto il bagno tutta la notte, sai?” e ridacchiò.

Chris si riprese dalla sua trance e rispose vagamente al sorriso prima di dirigersi verso il caffè già pronto chiedendo con lo sguardo il permesso di prenderlo.

“Allora, cosa ci fai in piedi a quest’ora?” chiese Chris dopo essersi versato un’abbondante bicchiere di liquido nero.

Darren scrollò le spalle e rispose: “quando sono andato a dormire mi è venuta in mente una canzone e(,) quando ho finito di abbozzarla, era troppo tardi per andare a dormire, tu?”

“Stessa cosa,” rispose Chris per poi aggiungere veloce “cioè, io non stavo scrivendo una canzone.”

Ci fu un momento di silenzio non del tutto rilassato, poi Darren scrollò lo spalle e disse: “quell’idromassaggio è stato un dono dal cielo, se non mi fossi appena fatto la doccia mi ci fionderei di nuovo.”

Chris si limitò ad annuire non riuscendo veramente a capire come potesse la gente rilassarsi con tutto quel rumore.

Darren sembrò colto da un’illuminazione visto come lo riguardò pochi secondi dopo: “ma tu non hai nemmeno fatto il bagno!” disse puntando il dito verso di lui con una faccia sconvolta.

Chris lo guardò incerto e annuì “non sono certo stato l’unico.” Si difese.

“Beh, dopo che te ne sei andato c’è stato uno “scambio” e tutti quelli che erano rimasti fuori sono entrati nella vasca.” Lo informò Darren.

Chris si lasciò sfuggire un “oh!” sorpreso alla rivelazione, non capiva esattamente cosa gliene potesse importare a Darren se lui aveva fatto il bagno o meno, ma tutto quel parlare di acqua gli aveva ricordato che una doccia non sarebbe stata male.

“Facciamolo!” disse Darren afferrandogli il polso e trascinandolo fuori dalla cucina col caffè ancora in mano.

“Come, scusa?” annaspò Chris tentando di non versare tutto il contenuto della tazza sul pavimento.

“Il bagno, dovresti seriamente provarlo!” rispose Darren come se fosse una cosa ovvia.

Chris era talmente sconvolto che non riuscì neppure a controbattere prima di ritrovarsi nella sala da bagno della sera precedente dove finalmente Darren lo lasciò andare.

Si era piegato sul bordo della vasca che aveva appena iniziato a riempirsi d'acqua per ora solo tiepida, quando Chris riebbe indietro il dono della parola “Darren, io non voglio fare il bagno qui!” Disse scandendo bene le parole nella speranza che l’altro capisse.

Darren si limitò ad ignorarlo continuando a testare il calore dell’acqua sul suo avambraccio regolando i rubinetti.

Chris avrebbe voluto limitarsi a fare marcia indietro e tornare nella sua stanza per fare una doccia nel suo bagno, in privato e senza stress, ma per qualche motivo rovinare l’entusiasmo di Darren lo faceva sempre sentire una persona orribile.

“Darren, ti prego, non sono un amante delle vasche idromassaggio e preferirei farmi una doccia rapida per poi tornare a lavorare.” Ritentò.

Questa volta Darren alzò lo sguardo su di lui e fece uno sguardo triste spegnendo l’acqua e guardandolo deluso.

“Tu puoi farlo!” si affrettò ad aggiungere Chris.

“Non voglio farlo da solo, volevo solo stare un po’ a rilassarmi in compagnia di un amico.” Spiegò

Chris sospirò accettando implicitamente di provare la vasca e Darren ritornò al rubinetto riaprendo l’acqua sembrando fin troppo entusiasta.

Chris fissò la porta perplesso, non aveva mai amato farsi vedere troppo nudo, sapeva che si trattava solo dei suoi amici e che la sera precedente ognuno di loro si era buttato senza remore nella stessa vasca in intimo, ma si sarebbe ugualmente sentito mortificato se Cory entrando con la sua solita finezza lo avesse visto. Si diede mentalmente dell’idiota per questa sua stupida timidezza e finalmente realizzò che Darren l’avrebbe sicuramente visto.

Era quasi tentato di aspettare che Darren si girasse per qualche motivo per fiondarsi all’interno della vasca quando il suddetto ebbe la fantastica idea di togliersi l’accappatoio rimanendo nudo. Chris rimase a bocca aperta a fissarlo mentre senza tante cerimonie si immergeva nell’acqua calda che aveva già cominciato a incresparsi intorno a lui nonostante non fosse stato ancora attivato il motore dell’idromassaggio.

“Vieni?” lo invitò Darren come nulla fosse.

Chris realizzò di essere completamente rosso e sperò che una qualche magia del vapore impedisse a Darren di vederlo. Ovviamente qualcuno lassù non era un suo fan perché l’altro lo fissò prima di realizzare il motivo del suo imbarazzo e affrettarsi a dire: “oddio, scusa Chris, avrei dovuto dirti che non avevo nulla sotto!”

Chris annaspò un po’ non sapendo come rispondere.

Darren si mosse agitato nell’acqua come alla ricerca di una soluzione,  “ehi, ho un’idea: perché non mi passi uno di quegli asciugamani?” disse puntando il dito verso una cabina piena di morbidi asciugamani bianchi, “li potrei mettere intorno ai fianchi!”

Chris annuì senza parole e gli passò un asciugamano evitando di guardare in tutti i modi.

Quando concluse l’operazione Darren lasciò scappare un “ta-dan!” che rassicurò l’altro.

“Ora vieni, dai.” Disse sorridendo ed indicano la vasca con un ampio gesto della mano.

A corto di scuse Chris si limitò a sospirare voltandosi di spalle per coprire il rossore che gli risaliva fino alle guance.

Fortunatamente i suoi boxer erano neri, pensò.

Si rendeva conto di essere infantile con questa sua timidezza, ma gli ci volle almeno mezzo minuto di raccoglimento prima di riuscire a voltarsi verso la vasca.

Entrò in acqua evitando lo sguardo di Darren e, quando finalmente si sedette sul fondo, si concesse un lungo sospiro soddisfatto.

Darren sorrise prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi contro il bordo della vasca. Erano seduti abbastanza lontani, ma quando Darren si stirò appoggiando le braccia al bordo, la punta delle sue dita sfioro la spalla di Chris, il quale stava lottando con tutto se stesso di ignorare la presenza dell’altro in un disastroso tentativo di rilassarsi.

Dopo dieci minuti buoni la tensione sembrava essersi un po’ sciolta complice l’acqua e la voce di Darren che canticchiava una canzone che lui non conosceva.

Sapeva di essersi appisolato, poteva sentire i rumori intorno a lui farsi ovattati, si mise a riflettere nel dormiveglia e, come al solito, i suoi pensieri presero vita propria divagando in rivoli insensati. Gli ritornò in mente la serata Harry Potter di pochi giorni prima e si meravigliò nel ricordare così intensamente quel bacio poco più che casto che si erano scambiati. Ovviamente a quel punto i suoi pensieri presero tutta un’altra direzione e il bacio nella sua mente non si interruppe dopo pochi secondi.

Iniziò a sentirsi accaldato e si rese conto di aver iniziato ad ansimare leggermente, immaginando le mani di Darren esplorare il suo corpo ed i suoi occhi così vicini da permettergli di vedere distintamente ogni suo spesso ciglio.

Sgranò gli occhi e si mosse di scatto spaventando Darren che, ancora nella posizione in cui l’aveva lasciato, aveva interrotto il suo canticchiare.

Stava avendo un cazzo di sogno erotico in una vasca idromassaggio con Darren Criss a meno di un metro da lui.

Si guardò intorno spaesato ma consolato da fatto che Darren sembrava completamente ignaro di quale fosse il problema.

“Ehi!” attirò la sua attenzione vedendolo ansimare confusamente, “Chris, tutto bene?”

Finalmente Chris lo guardò negli occhi e annuì, ritirando le proprie ginocchia contro il petto.

“Si, certo,” rispose fin troppo velocemente “il calore, sai?” tentò di spiegare.

Darren lo guardò preoccupato, “vuoi uscire?” chiese apprensivamente.

Chris pensò che avrebbe voluto uscire eccome, ma in quel momento gli era impossibile.

“Ehm” Chris prese tempo guardandosi intorno alla ricerca di una via di fuga, non appena si rese conto di non averne fece un segno di diniego con la testa e forzò un sorriso, fingendo di rilassarsi contro il bordo della piscina.

Darren si avvicinò per guardarlo meglio e Chris sperò con tutto il cuore che, da quella vasca, potesse nascere uno tsunami per ammazzarlo all’istante.

Ormai a meno di una spanna di distanza, Darren gli afferrò una spalla avvicinandosi ancora: “sicuro?” chiese sorridendo in maniera rassicurante.

Chris si limitò ad annuire e Darren lo lasciò andare limitandosi però a rilassarsi vicino a lui.

“Sai,” cominciò dopo pochi secondi “quando abbiamo iniziato a lavorare insieme ero molto eccitato” confessò cercando il suo sguardo.

Chris tentò di non ridere all’ironia della scelta delle parole del collega.

“Tutti quelli che conoscevo e che avevano avuto a che fare con te mi avevano parlato un ragazzo davvero brillante.” Continuò apparentemente ignaro del corso dei pensieri dell’amico.

“Sono davvero felice di essere tuo amico Chris!” Disse infine ritenendosi soddisfatto e ritornando a canticchiare come niente fosse.

Forse era davvero confuso dal caldo, perché Chris diede finalmente voce ai suoi pensieri.

“Pensavo che saremmo stati più amici” e si rese conto di quanto sembrassero stupidi detti ad alta voce.

Darren gli rivolse uno sguardo perplesso in attesa di una qualche spiegazione.

“Insomma, abbiamo così tanto in comune e pensavo veramente che la nostra amicizia sarebbe potuta essere speciale, ma poi mi rendo conto che io non ti capisco mai.”

Darren sembrava un po’ perplesso e Chris si pentì di essersi reso così ridicolo davanti a lui.

Si toccò il volto a disagio, come per cancellare le parole che aveva appena detto.

“Pensavo di non piacerti.” Si limitò a spiegare Darren dopo un momento di silenzio, col quale sembrava voler analizzare le sue stesse parole per trovare quelle giuste.

“Ero convinto che tu non mi apprezzassi come persona,” continuò, leggendo incomprensione negli occhi del collega, “che ne so, magari pensavi che io fossi un ipocrita perché mi comporto così, ma mi considero etero, oppure magari che ti sentissi offeso da AVPM.” disse senza però guardarlo in faccia.

“Darren, io…” cercò le parole Chris, tentando di non sentirsi in colpa per avergli lasciato pensare una cosa simile col suo atteggiamento.

“Tu sei davvero incredibile, ti giuro che fin dal primo momento ti ho rispettato, sia come collega che come persona.” Affermò forzando lo sguardo di Darren a mantenere il suo.

E finalmente Chris capì cosa era successo in quegli ultimi anni, capì perché aveva impedito al loro rapporto di evolversi e crescere. Fu una realizzazione talmente improvvisa che si ritrovò a dirlo proprio davanti a lui: “tu mi piaci!”

“Come scusa?” chiese Darren, non sicuro di aver sentito.

“Oh mio Dio,” si disse Chris voltando lo sguardo con la bocca aperta dalla meraviglia, “è perché ho una cotta per te.”

Darren stette in silenzio a guardare il volto sconvolto di Chris incapace di trovare una qualche risposta sensata.

“Accidenti, devo andarmene!” e detto questo, uscì dalla vasca di volata e afferrò i suoi vestiti lasciando la stanza quanto più in fretta possibile.

Corse fino alla sua stanza incrociando nel corridoio Chord ed ignorando il suo saluto per fiondarsi sulla porta come fosse la sua unica salvezza.

All’interno della stanza si asciugò per poi vestirsi in fretta, chiamò la macchina perché partisse subito e lo venisse a prendere.

Non sapeva cosa fare, ma lasciare quella casa il prima possibile gli sembrava l’unica cosa sensata da fare.

Si rese conto di essere fin troppo pavido, ma chiamò Lea sul cellulare per paura di incontrare Darren in corridoio e le chiese di raggiungerlo quanto prima.

Appena la ragazza bussò alla sua porta chiamandolo, Chris si riscosse dalla sua trance aprendo la porta quanto sufficiente per farla entrare e richiuderla immediatamente dietro di lei.

“Mi piace Darren.” Buttò fuori prima che lei potesse anche solo aprire bocca.

Lea sembrava decisamente spaesata e fin troppo assonnata, ma non appena ebbe registrato l’esatto significato di ciò che le era stato detto, la sua faccia si trasfigurò così da mostrare tutta la sua meraviglia.

“Stai scherzando spero!” disse dopo un lunghissimo minuto, nel quale si era limitata a tenere la bocca aperta e gli occhi sgranati.

“Lea, non ti rendi conto?” tentò di spiegare “per tutto questo tempo, quel disagio che provavo ogni volta che mi toccava, la mia delusione nel non essergli amico quanto avevo sperato, pensavo fosse disagio perché non ero riuscito a capirlo come faccio con gli altri, ma poi l’altra sera lui mi ha baciato e…”

“LUI HA FATTO COSA?” interruppe il suo monologo isterico.

“Si, mi ha baciato,” confermò minimizzando la cosa, ora il problema erano i suoi sentimenti, non uno stupido bacio a stampo.

“Però il problema è che io avrei dovuto, non so, sentirmi offeso, o meravigliato, e invece non riuscivo a fare a meno di pensare che mi sarebbe piaciuto che non si fermasse e che se solo fosse stato gay sarebbe stato perfetto per me, insomma, è Harry Potter!”

Lea continuava a fissarlo sempre più stupefatta. “Chris, ti prego calmati, sei sicuro?” chiese tentando di mantenere la calma. Allo sguardo offeso dell’amico si affrettò a specificare: “intendo, è tanto che tu non hai una storia e, con quello che sta succedendo tra Kurt e Blaine”

“So distinguere la mia vita da quella di Kurt!” Esclamò offeso.

Lea lo guardò in silenzio per qualche secondo, poi si sedette sul letto e lo invitò a sedersi accanto a lei, Chris accettò nell’arco di mezzo secondo non riuscendo più a sostenere il peso della realizzazione.

“Cosa pensi di fare?” chiese prendendogli la mano.

“Non ne ho idea, non so come fare ad affrontarlo adesso.” Rispose fissando la sua mano tra quelle dell’amica.

“Beh, non è che con lui le cose debbano cambiare.” Tentò di rassicurarlo.

Chris la guardò con aria colpevole e Lea lo guardò senza capire, “potrei essere stato in sua compagnia quando l’ho realizzato…”

“Oh mio Dio, dimmi che non gli hai detto che ti piace per poi scappare!”

Chris si mosse a disagio sentendosi un idiota. “Beh, quanto meno sarà un pranzo interessante.” Disse Lea per sdrammatizzare.

“Oh, non ci sarò a pranzo: ho già chiamato un’auto per farmi venire a prendere.” La informò Chris senza avere il coraggio di guardarla in faccia.

“Vile, ma comprensibile.” Disse lei permettendosi finalmente un sorriso subito ricambiato.

Un leggero bussare alla porta fu seguito dalla voce di Naya che annunciava l’arrivo della macchina.

Lea aiutò Chris a radunare le sue cose e lo salutò con un bacio sulla guancia ed un incoraggiamento, nel salone principale tutti lo salutarono calorosamente lamentandosi per la sua partenza. Darren, dalla parte opposta della sala si limitò ad un sorriso impacciato ed un gesto con la testa.

Tre sere dopo,  Chris posò i suoi bagagli sul parquet dell’ingresso del suo appartamento lasciandosi scappare un sospiro esausto.

Controllò velocemente la posta e non riconobbe nessuna busta che necessitasse della sua immediata attenzione.

Quando si fu cambiato ed ebbe aperto la sua prima lattina di Coca Cola Light della giornata si decise ad aprire il frigo disperandosi alla vista del suo contenuto.

Occhieggiò l’orologio e vedendo l’ora tirò un sospiro di sollievo: era ancora in tempo per ordinare una pizza in un posto che non puzzasse di cadavere. Tirò fuori il cellulare dalla tasca per chiamare la pizzeria quando suonò il campanello.

Guardando nello spioncino si pentì di aver appena gridato un “arrivo!” diretto alla porta.

Darren era in piedi nel suo corridoio con un cartone di pizza in mano, sei lattine di Coca Cola Light e una busta che sembrava sospettosamente quella delle caramelle gommose.

Chris stette immobile a fissarlo deformato dalla lente tentando di capire quale fosse la mossa giusta da fare: ignorarlo era inconcepibile, invitarlo ad entrare troppo calorosamente sarebbe stato fraintendibile, ma essere freddo sarebbe stato ingiusto nei confronti della loro amicizia.

Aprì la porta con un sorriso che non sembrasse né troppo imbarazzato, né troppo entusiasta –meno male che era un attore- e lo salutò calorosamente per poi chiedere: “Allora, cosa ti porta qui?” e riuscì persino a suonare gioviale nel chiederlo.

“Sapevo che stasera saresti tornato e sono venuto a vedere i cinque film che ci mancano.” Disse come se fosse assolutamente ovvio per un ragazzo etero presentarsi a casa di una ragazzo che pochi giorni prima gli ha confessato di avere una cotta per lui, per poi scappare evitando ogni tuo messaggio e chiamata per tre giorni.

“Ho portato la pizza.” Aggiunse entrando in casa senza aspettare il permesso di Chris.

Chris aveva appena affrontato un viaggio aereo e due giorni di inferno e non riuscì a fare altro se non assecondare la follia del collega, quindi lo raggiunse nel salone dove Darren aveva già preso possesso del divano aprendo il cartone di pizza senza nemmeno aspettarlo.

Si sedette sul lato opposto del divano ed accettò la fetta di pizza che gli veniva offerta con un leggero “grazie”.

Darren aprì una lattina di Coca Cola e gliela porse, anche questa fu accettata con rassegnazione, poi prese la sua fetta ed inizio a mangiare limitandosi a girarsi verso di lui di tanto in tanto perplesso.

Quando Darren ebbe finito la sua prima fetta Chris era ancora assorto a mordicchiare la sua tentando di capire cosa diamine stesse succedendo.

“Dovremmo mettere il film prima di mangiare il resto, ma ti avverto, piango sempre quando il padre di Cedric lo vede morto.” Disse allegramente dirigendosi verso il lettore dvd ed inserendo il disco come fosse a casa sua.

Chris ancora non riusciva a trovare le parole. Il film iniziò e tra di loro calò il più assoluto silenzio, peccato che una settimana prima, durante la visione dei primi film non avessero fatto altro che commentare insieme ogni minimo dettaglio. Chris passò tutto il tempo a fissare lo schermo, ma la consapevolezza di avere Darren così vicino lo distraeva troppo per poter effettivamente seguire la storia. Quando Harry si infilò nella vasca da bagno dei prefetti si scambiarono uno sguardo, ma ritornarono di scatto a guardare lo schermo imbarazzati.

Erano nel bel mezzo della seconda prova quando Chris prese in mano il telecomando e mise pausa.

“Ok, cosa diamine stiamo facendo?” Chiese, rispondendo allo sguardo sorpreso di Darren.

Darren giocò nervosamente con la boccetta di smalto verde che aveva in mano. Chris si sporse per accendere la luce e lo guardò in attesa di una qualsiasi risposta, negli ultimi tre giorni si era preparato a qualsiasi reazione: da un imbarazzato Darren che gli chiedeva di limitare il loro rapporto a quello di lavoro, fino ad un noncurante e più realistico Darren che fingeva che nulla fosse successo.

Darren si schiarì la gola e continuò a fissarsi le mani in maniera insolitamente nervosa.

“Mmh,” provò a cominciare, per bloccarsi nuovamente.

“Darren, senti, lo so che non è facile, ma non deve cambiare assolutamente nulla tra di noi,” tentò di suonare il più rassicurante possibile. Non ricevendo ancora risposta Chris continuò: “so che sei etero e…”

Darren lo interruppe bruscamente:  “Non permetterò che una definizione mi impedisca di stare con qualcuno che mi piace!”

Chris rimase spiazzato, un po’ per la veemenza con cui Darren si era espresso, un po’ perché nel parlare Darren si era avvicinato a lui.

“Darren senti, lo so che non vuoi essere etichettato, ma la verità è che se a più di vent’anni hai amato solo donne, evidentemente sei etero, capisci?” spiegò allontanandosi dal collega e fingendo una disinvoltura che contrastava con le sue mani tremanti artigliate ai cuscini del divano.

Darren ignorò le sue parole e si sporse baciandolo sulle labbra come poche sere prima.

“Vedi, io questo voglio farlo!” disse convinto, come se fosse la risposta ad ogni incertezza.

Chris se ne stette in silenzio a fissare il viso vicinissimo al suo, non sapeva veramente cosa fare, gli sarebbe piaciuto in quel momento essere un qualsiasi ragazzo e cedere alla tentazione come se non ci fossero possibili, disastrose ripercussioni, invece il peso dei loro ruoli ebbe il sopravvento e Chris spinse via l’amico con un sorriso di scuse per poi alzarsi e chiudersi in bagno.

Dopo dieci minuti passati a dondolare sul pavimento del bagno come un demente, Chris fu riscosso dai propri  pensieri dal bussare di Darren alla porta.

“Chris, senti,” disse attraverso la porta, “mi dispiace, non avrei dovuto comportarmi in quel modo, sono stato sciocco ed immaturo, ti prego, esci!”

Chris era incredibilmente scioccato dal tono serio di Darren e preoccupato uscì dal bagno per ritrovarsi Darren a petto nudo e piedi scalzi, vestito solo con un paio di pantaloni ed i suoi occhiali rosa.

Chris boccheggiò senza capire, ma la spiegazione di Darren non si fece attendere: “Ehi, non fare quella faccia, ti sto corteggiando.”

Ora invece era in bilico tra la risata ed il pianto.

“Darren, cosa stai facendo?” chiese scandendo ogni singola parola.

“Te l’ho detto, ti sto corteggiando.” Ripeté. “Tu hai detto che io ti piaccio, no?” Chris lo fissò rifiutandosi di dargli spago, cosa che non fece demordere Darren “Quindi, piacere, io sono Darren, io e te non ci conosciamo e tu non hai idea di quale sia il mio orientamento sessuale, ma io ci sto provando con te, come ti chiami?”

Chris, pur riconoscendo la drammaticità della propria situazione non poté fare a meno di ridere.

“Piacere, mi chiamo Chris e non vado a letto con gli sconosciuti.” Rispose senza pensare all’implicazione sessuale delle sue parole. Ovviamente gli ci vollero tre secondi netti per riconoscerla e desiderare di essere risucchiato dall’impianto di ventilazione del proprio appartamento.

Darren comunque si limitò a ghignare prendendogli la mano per scuoterla. “meglio così, non mi piacciono i tipi facili.”

Chris fu incredibilmente sollevato dalla reazione di Darren, ma continuava a non sapere cosa fare: era confuso dal calore della mano di Darren stretta alla sua e dal suo sorriso ammaliante, avrebbe dovuto togliersi gli occhiali, pensò.

Chris abbassò lo sguardo imbarazzato solo per scontrarsi con quella cavolo di V.

“Ok, posso sapere la ragione di questa mise?” Chiese, tentando di pensare ad altro.

“Beh, supponendo che sia la prima volta che ci vediamo è facile che questo avvenga ad una festa, ed io di solito alle feste finisco sempre così.” Spiegò Darren semplicemente.

“Capisco!” rispose fingendo uno sguardo scettico rivolto al petto nudo del suo improvvisato corteggiatore.

“Dunque,” riprese Darren con lo stesso sorriso sornione, appoggiandosi allo stipite della porta del bagno dove Chris era rimasto impietrito dalla visione appena un minuto prima, “posso offrire a questo schianto di ragazzo una bevanda? Che so, magari un analcolico.” E dicendo questo tirò fuori una lattina di Coca Cola Light da dietro la schiena.

“Questo è barare, Darren!” Rispose scherzosamente Chris accettando però la lattina, che non aprì.

“Ok.” Concesse Darren scostandosi dalla porta, solo per afferrargli nuovamente la mano e trascinarlo sul divano dove la TV si era ormai spenta.

“Parlami un po’ di te, misterioso Chris, così appena ci conosciamo meglio possiamo pomiciare!”

Chris finse, ma nemmeno troppo, uno sguardo sconvolto a quell’affermazione e, per ripicca, prese i suoi preziosi occhiali rosa e li lancio non troppo bruscamente sul tavolino, abbastanza da far avere a Darren la stessa espressione sconvolta.

“Mi piace guardare negli occhi la gente.” Disse guardandolo negli occhi con un piccolo sorriso.

Darren rispose al sorriso e si avvicinò al suo volto mormorando “Credo di sapere già tutto ciò che mi serve.” E lo baciò.

  
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