Avevano
molte cose in comune: entrambi adoravano Harry
Potter, avevano una passione per la Disney e non disdegnavano
l’universo geek.
Teoricamente
due giovani attori i cui personaggi hanno
una storyline intrecciata come la loro(,) con tante cose in comune,
sarebbero
dovuti essere grandi amici.
Chris
almeno aveva sempre pensato che funzionasse così
l’amicizia nel mondo dello spettacolo: conosci un sacco di
gente e ti leghi a
coloro che hanno qualcosa in comune con te oltre a qualche battuta.
Il
perché lui e Darren non fossero più che colleghi
era un mistero. Intendiamoci, non è che si odiassero o che
non si piacessero,
però quando aveva sentito che Harry Freakin’
Potter sarebbe stato un suo
possibile interesse amoroso nello show aveva subito immaginato che si
sarebbe
instaurata una grande amicizia.
Darren
era stato ben accolto immediatamente da tutto
il cast, sembrava che nessuno avesse da ridire sul suo
“intromettersi” nella
storia. Chris era semplicemente entusiasta della piega che stava
prendendo la
storia del suo personaggio, era felice che una coppia omosessuale fosse
trattata all’interno del telefilm come ogni altra coppia.
Quando
aveva iniziato a lavorare sul personaggio di
Kurt si era convinto che avrebbe fatto la fine dei soliti personaggi
gay dei
telefilm per ragazzi: esseri effeminati
privi di sessualità propria trattati solo come
personaggi divertenti che
fanno battute sulla moda, non aveva mai nemmeno sperato che si sarebbe
dato un
tale peso alla sua relazione.
In
conclusione non c’era motivo al mondo per cui non
sarebbe dovuto essere entusiasta di collaborare con Darren Criss.
Allora
perché non lo era?
Forse
era perché ogni volta che Darren lo toccava,
cosa che faceva con tutti, lui era l’unico a scansarsi
leggermente facendo
trasparire il suo disagio. Forse Darren era veramente lo spirito
animale che
sembrava e, come i cavalli, percepiva il suo disagio e lo ricambiava.
Oppure
era perché aveva avuto aspettative troppo alte
su di loro prima ancora di averlo conosciuto.
Era
arrivato addirittura ad ipotizzare un eventuale
gelosia inconscia nei confronti di Kurt e Blaine.
Forse
la soluzione dei suoi problemi era smettere di
pensarci.
Darren
era al lato opposto della sala con una vistosa
bevanda alcolica in mano che raccontava qualche aneddoto evidentemente
divertente a Kevin e Mark. Chris corrugò le sopracciglia
immaginando già il
contenuto innaturalmente verde del bicchiere di Darren sui capelli di
Lea che,
dietro di lui, chiacchierava amabilmente con Amber.
Chris
aveva adorato l’idea di Naya di fare una festa
con tutto il cast riunendo i vecchi personaggi con i nuovi, ma forse
sarebbe
stato meglio farlo in un contesto un po’ più
civile, quanto meno un contesto
meno alcolico.
Non
voleva fare il bacchettone, ma nonostante fossero
in pausa invernale tutti avrebbe avuto il loro bel da fare, non poteva
credere
che ognuno di loro si potesse permettere di essere fuori uso per un
giorno
intero.
Lo
schiarirsi di una gola vicino a lui lo costrinse a
tornare alla realtà, si rese conto di non essersi accorto di
aver finito tutto
il suo drink e appoggiò il bicchiere su un tavolo prima di
girarsi e sorridere
ad Ashley.
“La
sega mentale non è uno sport!” disse lei senza
preavviso.
Chris
la guardò perplesso in attesa di una spiegazione
e lei alzò gli occhi al cielo quando realizzò che
lui sembrava non cogliere.
“Hai
detto che ti sarebbe piaciuto fare un po’ di
sport prima di entrare nel tuo magico mondo incantato,”
spiegò, “quindi mi è
sembrato giusto farti notare che, per quanto ti sforzi, la sega mentale
non può
essere considerato uno sport.”
Chris
rise di gusto alla non proprio sottile battuta
dell’amica.
Era
tanto che non aveva l’occasione di stare con lei,
avrebbe preferito fosse stata una cena più che una festa,
così avrebbero potuto
sedersi vicini e parlare, ignorando le urla provenienti da altre parti
del
tavolo (solitamente in corrispondenza degli spostamenti di Darren
comunque).
Stava
per dirle quanto gli sarebbe piaciuto trovare
prima di tutto il tempo per lei, che la voce di Darren
sovrastò la musica in un
urlo di meraviglia degno di un cantante di jodel: “ma qui
c’è una vasca
idromassaggio!” fu ciò che Chris sperò
di non aver sentito.
Una
calca di gente seguì la voce di Darren fino ad un
enorme bagno con la vasca più grande che Chris avesse mai
visto.
La
vasca era enorme, ma sicuramente non avrebbe potuto
contenerli tutti, inoltre dubitava fortemente che ognuno dei
partecipanti alla
festa volesse fare un bagno con un gruppo di altra gente ubriaca, lo
sguardo di
Ashley, Lea e Jenna confermò la sua ipotesi
all’istante.
Darren
e un paio di altri ragazzi rivolsero uno
sguardo supplicante a Naya che, avendo preso accordi con i proprietari
della
villa per la festa, era l’unica ad avere un effettivo potere
decisionale.
Ovviamente
fu sufficiente vedere lo sguardo rilassato
della ragazza che si limitò ad annuire perché
Chord e Cory tirassero fuori
tutte le loro presunte abilità idrauliche per capire dove
fosse l’acqua calda.
Chris
si sentì un po’ in colpa al sentirsi
così
sollevato da questo nuovo trastullo per la parte più
confusionaria della festa,
questa incredibile scoperta avrebbe fatto si che i restanti membri
dello staff
si mettessero a sedere tranquillamente a chiacchierare, che dal punto
di vista
di Chris era la più bella forma di interazione sociale
possibile ad una festa.
Con
sua somma soddisfazione fu esattamente ciò che
accadde, tentò di non sentirsi inadeguato per il fatto di
essere l’unico
ragazzo rimasto nel “cerchio delle chiacchiere”
come Lea l’aveva battezzato.
Dopo
circa un’ora Chris guardò l’orologio
scoprendo
incredulo che le due di notte erano ormai passate; normalmente
l’idea del
ritorno a casa lo avrebbe abbattuto rovinando gli ultimi minuti della
festa, ma
Naya aveva previsto tutto: aveva affittato una grossa villa fuori
città per
permettere a tutti di rimanere a dormire. Secondo il progetto iniziale
avrebbe
dovuto dividere la stanza con Ashley, ma la ragazza aveva un impegno
per la
mattina successiva e li aveva già lasciati da almeno venti
minuti.
Normalmente
avrebbe chiesto a Lea di tenergli
compagnia, ma a giudicare dagli sguardi che rivolgeva alla vasca nella
stanza
adiacente ogni due minuti, la serata per lei e Cory era ancora aperta.
Chris
sospirò arrendendosi al fatto di dover dormire
solo e iniziò a salutare le ragazze sedute accanto a lui.
Dopo
le lamentele di rito per il suo ritiro e dopo che
Lea gli aveva appioppato un bacio davvero troppo ubriaco sulla guancia,
Chris
si diresse verso il maestoso bagno per salutare anche il resto del
gruppo.
Nonostante
si fossero calmati decisamente nel corso
del lungo bagno, i ragazzi all’interno della vasca lo
salutarono con decisamente
troppo entusiasmo.
Darren
nuotò fino a lui –la vasca era davvero
esageratamente grande- e gli strinse la mano sorridendo come un
idiota,per poi
ritornare sott’acqua a fare una sciocca imitazione dello
squalo artigliando le
gambe di Dianna che rise acutamente al solletico.
Chris
lasciò la stanza guardandosi la mano ora
bagnata, le dita di Darren erano lessate dal caldo e bagnate. Forse il
motivo
per cui non riuscivano ad essere amici era proprio questo: si era
sempre
considerato bravo a capire il perché dei gesti che gli
venivano rivolti, capiva
quando la gentilezza che gli veniva rivolta era forzata, capiva quando
i suoi
amici volevano essere lasciati soli e quando invece dicevano di volerlo
senza
pensarlo realmente. Con Darren era tutto diverso, Chris non capiva il
senso di
ignorarlo tutta la sera durante la festa per poi salutarlo toccandogli
la mano,
non l’aveva fatto con Ashley ed era certo che non
l’avesse fatto nemmeno con
Kevin che se n’era andato pochi minuti prima. Non capiva
neanche perché fosse
piombato a casa sua poche sere prima con il cofanetto blu-ray di Harry
Potter
chiedendo asilo politico, soprattutto però non capiva
perché alla fine del
terzo film lo avesse baciato per poi sorridergli e andarsene
lasciandosi dietro
uno smalto per unghie giallo ed un cofanetto da restituire.
Chiuse
la porta della camera che gli era stata
assegnata e con un sospiro rassegnato si diresse al bagno, dove tutto
il
necessario per la notte era già stato preparato.
Quando
si era avviato verso la camera la sua
intenzione era stata veramente quella di dormire, solo che aprendo la
borsa per
prendere i plug per le orecchie si era scontrato con la dura
realtà: lì, in
bella mostra, c’era il suo portatile con ore di lavoro da
terminare
all’interno. A giudicare dai rumori provenienti dal piano di
sotto la festa era
ancora nel vivo e presumibilmente nessuno si sarebbe svegliato troppo
presto,
lo aspettava una rarissima mattinata di riposo, non poteva sprecare la
notte
dormendo.
Così,
ripetendosi “tanto appena sono stanco smetto”,
Chris si mise a lavoro smettendo solo quando la luce del sole, che
proveniva dalla
finestra alla sua destra lo distrasse dalla complicata scena che stava
descrivendo.
Vedendo
il fascio luminoso riempire la stanza Chris
ingoiò un’imprecazione e tese le orecchie per
sentire se la festa fosse
effettivamente finita. Il silenzio tombale che regnava sulla casa
rispose alla
sua domanda.
I
folli ritmi di lavoro degli ultimi anni avevano
insegnato a Chris che andare a dormire la mattina presto non poteva che
sconvolgere tutti i suoi ritmi. Controllò l’orario
aggrottando le sopracciglia
nel leggere l’ora: le otto e trenta passate.
Considerò che subito dopo pranzo
un’auto sarebbe passata a prenderlo e che sarebbe arrivato a
casa verso le
quattro del pomeriggio. Facendo due calcoli decise di aspettare le sei
del
pomeriggio e dormire tutta la notte per potersi svegliare presto il
giorno
successivo.
Si
immerse nuovamente nel lavoro, ma non gli ci
vollero più di due minuti per realizzare di non poterlo fare
senza prima aver
assunto una qualche forma di caffeina.
Guardò
attentamente la sua lattina di Coca Cola light
sul comodino prima di realizzare la stupidità del suo stesso
pensiero ed
alzarsi dal letto spostando il portatile sul comodino.
Scese
fino al solone principale dove la sera prima si
era svolta gran parte della festa, i cadaveri di bicchieri di plastica
rotti
circondati da laghi di birra lo fecero sentire estremamente in colpa
per le
povere creature che avrebbero dovuto pulire tutto.
Dalla
sala imboccò lo stretto corridoio che sapeva
condurre alla cucina nella speranza che fosse fornita di una
macchinetta per il
caffè di facile utilizzo.
Un
rumore proveniente dalla cucina lo fece trasalire
prima di realizzare che era del tutto plausibile che qualcun altro
oltre a lui
fosse sveglio a quell’ora.
Entrò
nella stanza e, pur aspettandosi di trovarci
qualcuno, la sua bocca formò una “o” di
meraviglia alla vista di Darren Criss,
con indosso un morbido accappatoio rosa, appoggiato al tavolo della
cucina
intento a bere un caffè.
Vedendolo
Darren si girò nella sua direzione e alzò il
bicchiere verso di lui come un saluto prima di ricominciare a bere come
se
nulla fosse.
Non
percependo risposta si voltò fronteggiando Chris
con sguardo interrogativo, rendendosi conto di essere completamente
bagnato
sorrise e specificò: “non ho fatto il bagno tutta
la notte, sai?” e ridacchiò.
Chris
si riprese dalla sua trance e rispose vagamente
al sorriso prima di dirigersi verso il caffè già
pronto chiedendo con lo
sguardo il permesso di prenderlo.
“Allora,
cosa ci fai in piedi a quest’ora?” chiese
Chris dopo essersi versato un’abbondante bicchiere di liquido
nero.
Darren
scrollò le spalle e rispose: “quando sono
andato a dormire mi è venuta in mente una canzone e(,)
quando ho finito di
abbozzarla, era troppo tardi per andare a dormire, tu?”
“Stessa
cosa,” rispose Chris per poi aggiungere veloce
“cioè, io non stavo scrivendo una
canzone.”
Ci
fu un momento di silenzio non del tutto rilassato,
poi Darren scrollò lo spalle e disse:
“quell’idromassaggio è stato un dono dal
cielo, se non mi fossi appena fatto la doccia mi ci fionderei di
nuovo.”
Chris
si limitò ad annuire non riuscendo veramente a
capire come potesse la gente rilassarsi con tutto quel rumore.
Darren
sembrò colto da un’illuminazione visto come lo
riguardò pochi secondi dopo: “ma tu non hai
nemmeno fatto il bagno!” disse
puntando il dito verso di lui con una faccia sconvolta.
Chris
lo guardò incerto e annuì “non sono
certo stato
l’unico.” Si difese.
“Beh,
dopo che te ne sei andato c’è stato uno
“scambio” e tutti quelli che erano rimasti fuori
sono entrati nella vasca.” Lo
informò Darren.
Chris
si lasciò sfuggire un “oh!” sorpreso
alla
rivelazione, non capiva esattamente cosa gliene potesse importare a
Darren se
lui aveva fatto il bagno o meno, ma tutto quel parlare di acqua gli
aveva
ricordato che una doccia non sarebbe stata male.
“Facciamolo!”
disse Darren afferrandogli il polso e
trascinandolo fuori dalla cucina col caffè ancora in mano.
“Come,
scusa?” annaspò Chris tentando di non versare
tutto il contenuto della tazza sul pavimento.
“Il
bagno, dovresti seriamente provarlo!” rispose
Darren come se fosse una cosa ovvia.
Chris
era talmente sconvolto che non riuscì neppure a
controbattere prima di ritrovarsi nella sala da bagno della sera
precedente
dove finalmente Darren lo lasciò andare.
Si
era piegato sul bordo della vasca che aveva appena
iniziato a riempirsi d'acqua per ora solo tiepida, quando Chris riebbe
indietro
il dono della parola “Darren, io non voglio fare il bagno
qui!” Disse scandendo
bene le parole nella speranza che l’altro capisse.
Darren
si limitò ad ignorarlo continuando a testare il
calore dell’acqua sul suo avambraccio regolando i rubinetti.
Chris
avrebbe voluto limitarsi a fare marcia indietro
e tornare nella sua stanza per fare una doccia nel suo bagno, in
privato e
senza stress, ma per qualche motivo rovinare l’entusiasmo di
Darren lo faceva
sempre sentire una persona orribile.
“Darren,
ti prego, non sono un amante delle vasche
idromassaggio e preferirei farmi una doccia rapida per poi tornare a
lavorare.”
Ritentò.
Questa
volta Darren alzò lo sguardo su di lui e fece
uno sguardo triste spegnendo l’acqua e guardandolo deluso.
“Tu
puoi farlo!” si affrettò ad aggiungere Chris.
“Non
voglio farlo da solo, volevo solo stare un po’ a
rilassarmi in compagnia di un amico.” Spiegò
Chris
sospirò accettando implicitamente di provare la
vasca e Darren ritornò al rubinetto riaprendo
l’acqua sembrando fin troppo
entusiasta.
Chris
fissò la porta perplesso, non aveva mai amato
farsi vedere troppo nudo, sapeva che si trattava solo dei suoi amici e
che la
sera precedente ognuno di loro si era buttato senza remore nella stessa
vasca
in intimo, ma si sarebbe ugualmente sentito mortificato se Cory
entrando con la
sua solita finezza lo avesse visto. Si diede mentalmente
dell’idiota per questa
sua stupida timidezza e finalmente realizzò che Darren
l’avrebbe sicuramente
visto.
Era
quasi tentato di aspettare che Darren si girasse
per qualche motivo per fiondarsi all’interno della vasca
quando il suddetto
ebbe la fantastica idea di togliersi l’accappatoio rimanendo
nudo. Chris rimase
a bocca aperta a fissarlo mentre senza tante cerimonie si immergeva
nell’acqua
calda che aveva già cominciato a incresparsi intorno a lui
nonostante non fosse
stato ancora attivato il motore dell’idromassaggio.
“Vieni?”
lo invitò Darren come nulla fosse.
Chris
realizzò di essere completamente rosso e sperò
che una qualche magia del vapore impedisse a Darren di vederlo.
Ovviamente
qualcuno lassù non era un suo fan perché
l’altro lo fissò prima di realizzare
il motivo del suo imbarazzo e affrettarsi a dire: “oddio,
scusa Chris, avrei
dovuto dirti che non avevo nulla sotto!”
Chris
annaspò un po’ non sapendo come rispondere.
Darren
si mosse agitato nell’acqua come alla ricerca
di una soluzione, “ehi,
ho un’idea:
perché non mi passi uno di quegli asciugamani?”
disse puntando il dito verso
una cabina piena di morbidi asciugamani bianchi, “li potrei
mettere intorno ai
fianchi!”
Chris
annuì senza parole e gli passò un asciugamano
evitando di guardare in tutti i modi.
Quando
concluse l’operazione Darren lasciò scappare un
“ta-dan!” che rassicurò
l’altro.
“Ora
vieni, dai.” Disse sorridendo ed indicano la
vasca con un ampio gesto della mano.
A
corto di scuse Chris si limitò a sospirare
voltandosi di spalle per coprire il rossore che gli risaliva fino alle
guance.
Fortunatamente
i suoi boxer erano neri, pensò.
Si
rendeva conto di essere infantile con questa sua
timidezza, ma gli ci volle almeno mezzo minuto di raccoglimento prima
di
riuscire a voltarsi verso la vasca.
Entrò
in acqua evitando lo sguardo di Darren e, quando
finalmente si sedette sul fondo, si concesse un lungo sospiro
soddisfatto.
Darren
sorrise prima di chiudere gli occhi e
abbandonarsi contro il bordo della vasca. Erano seduti abbastanza
lontani, ma
quando Darren si stirò appoggiando le braccia al bordo, la
punta delle sue dita
sfioro la spalla di Chris, il quale stava lottando con tutto se stesso
di
ignorare la presenza dell’altro in un disastroso tentativo di
rilassarsi.
Dopo
dieci minuti buoni la tensione sembrava essersi
un po’ sciolta complice l’acqua e la voce di Darren
che canticchiava una
canzone che lui non conosceva.
Sapeva
di essersi appisolato, poteva sentire i rumori
intorno a lui farsi ovattati, si mise a riflettere nel dormiveglia e,
come al
solito, i suoi pensieri presero vita propria divagando in rivoli
insensati. Gli
ritornò in mente la serata Harry Potter di pochi giorni
prima e si meravigliò
nel ricordare così intensamente quel bacio poco
più che casto che si erano
scambiati. Ovviamente a quel punto i suoi pensieri presero tutta
un’altra
direzione e il bacio nella sua mente non si interruppe dopo pochi
secondi.
Iniziò
a sentirsi accaldato e si rese conto di aver
iniziato ad ansimare leggermente, immaginando le mani di Darren
esplorare il
suo corpo ed i suoi occhi così vicini da permettergli di
vedere distintamente
ogni suo spesso ciglio.
Sgranò
gli occhi e si mosse di scatto spaventando
Darren che, ancora nella posizione in cui l’aveva lasciato,
aveva interrotto il
suo canticchiare.
Stava
avendo un cazzo di sogno erotico in una vasca
idromassaggio con Darren Criss a meno di un metro da lui.
Si
guardò intorno spaesato ma consolato da fatto che
Darren sembrava completamente ignaro di quale fosse il problema.
“Ehi!”
attirò la sua attenzione vedendolo ansimare
confusamente, “Chris, tutto bene?”
Finalmente
Chris lo guardò negli occhi e annuì, ritirando
le proprie ginocchia contro il petto.
“Si,
certo,” rispose fin troppo velocemente “il
calore, sai?” tentò di spiegare.
Darren
lo guardò preoccupato, “vuoi uscire?”
chiese
apprensivamente.
Chris
pensò che avrebbe voluto uscire eccome, ma in
quel momento gli era impossibile.
“Ehm”
Chris prese tempo guardandosi intorno alla
ricerca di una via di fuga, non appena si rese conto di non averne fece
un
segno di diniego con la testa e forzò un sorriso, fingendo
di rilassarsi contro
il bordo della piscina.
Darren
si avvicinò per guardarlo meglio e Chris sperò
con tutto il cuore che, da quella vasca, potesse nascere uno tsunami
per
ammazzarlo all’istante.
Ormai
a meno di una spanna di distanza, Darren gli
afferrò una spalla avvicinandosi ancora:
“sicuro?” chiese sorridendo in maniera
rassicurante.
Chris
si limitò ad annuire e Darren lo lasciò andare
limitandosi però a rilassarsi vicino a lui.
“Sai,”
cominciò dopo pochi secondi “quando abbiamo
iniziato a lavorare insieme ero molto eccitato”
confessò cercando il suo
sguardo.
Chris
tentò di non ridere all’ironia della scelta
delle parole del collega.
“Tutti
quelli che conoscevo e che avevano avuto a che
fare con te mi avevano parlato un ragazzo davvero brillante.”
Continuò
apparentemente ignaro del corso dei pensieri dell’amico.
“Sono
davvero felice di essere tuo amico Chris!” Disse
infine ritenendosi soddisfatto e ritornando a canticchiare come niente
fosse.
Forse
era davvero confuso dal caldo, perché Chris
diede finalmente voce ai suoi pensieri.
“Pensavo
che saremmo stati più amici” e si rese conto
di quanto sembrassero stupidi detti ad alta voce.
Darren
gli rivolse uno sguardo perplesso in attesa di
una qualche spiegazione.
“Insomma,
abbiamo così tanto in comune e pensavo
veramente che la nostra amicizia sarebbe potuta essere speciale, ma poi
mi
rendo conto che io non ti capisco mai.”
Darren
sembrava un po’ perplesso e Chris si pentì di
essersi reso così ridicolo davanti a lui.
Si
toccò il volto a disagio, come per cancellare le
parole che aveva appena detto.
“Pensavo
di non piacerti.” Si limitò a spiegare Darren
dopo un momento di silenzio, col quale sembrava voler analizzare le sue
stesse
parole per trovare quelle giuste.
“Ero
convinto che tu non mi apprezzassi come persona,”
continuò, leggendo incomprensione negli occhi del collega,
“che ne so, magari
pensavi che io fossi un ipocrita perché mi comporto
così, ma mi considero
etero, oppure magari che ti sentissi offeso da AVPM.” disse
senza però
guardarlo in faccia.
“Darren,
io…” cercò le parole Chris, tentando di
non
sentirsi in colpa per avergli lasciato pensare una cosa simile col suo
atteggiamento.
“Tu
sei davvero incredibile, ti giuro che fin dal
primo momento ti ho rispettato, sia come collega che come
persona.” Affermò
forzando lo sguardo di Darren a mantenere il suo.
E
finalmente Chris capì cosa era successo in quegli
ultimi anni, capì perché aveva impedito al loro
rapporto di evolversi e
crescere. Fu una realizzazione talmente improvvisa che si
ritrovò a dirlo
proprio davanti a lui: “tu mi piaci!”
“Come
scusa?” chiese Darren, non sicuro di aver
sentito.
“Oh
mio Dio,” si disse Chris voltando lo sguardo con
la bocca aperta dalla meraviglia, “è
perché ho una cotta per te.”
Darren
stette in silenzio a guardare il volto
sconvolto di Chris incapace di trovare una qualche risposta sensata.
“Accidenti,
devo andarmene!” e detto questo, uscì
dalla vasca di volata e afferrò i suoi vestiti lasciando la
stanza quanto più
in fretta possibile.
Corse
fino alla sua stanza incrociando nel corridoio
Chord ed ignorando il suo saluto per fiondarsi sulla porta come fosse
la sua
unica salvezza.
All’interno
della stanza si asciugò per poi vestirsi
in fretta, chiamò la macchina perché partisse
subito e lo venisse a prendere.
Non
sapeva cosa fare, ma lasciare quella casa il prima
possibile gli sembrava l’unica cosa sensata da fare.
Si
rese conto di essere fin troppo pavido, ma chiamò
Lea sul cellulare per paura di incontrare Darren in corridoio e le
chiese di
raggiungerlo quanto prima.
Appena
la ragazza bussò alla sua porta chiamandolo,
Chris si riscosse dalla sua trance aprendo la porta quanto sufficiente
per
farla entrare e richiuderla immediatamente dietro di lei.
“Mi
piace Darren.” Buttò fuori prima che lei potesse
anche solo aprire bocca.
Lea
sembrava decisamente spaesata e fin troppo
assonnata, ma non appena ebbe registrato l’esatto significato
di ciò che le era
stato detto, la sua faccia si trasfigurò così da
mostrare tutta la sua
meraviglia.
“Stai
scherzando spero!” disse dopo un lunghissimo
minuto, nel quale si era limitata a tenere la bocca aperta e gli occhi
sgranati.
“Lea,
non ti rendi conto?” tentò di spiegare
“per
tutto questo tempo, quel disagio che provavo ogni volta che mi toccava,
la mia
delusione nel non essergli amico quanto avevo sperato, pensavo fosse
disagio
perché non ero riuscito a capirlo come faccio con gli altri,
ma poi l’altra
sera lui mi ha baciato e…”
“LUI
HA FATTO COSA?” interruppe il suo monologo
isterico.
“Si,
mi ha baciato,” confermò minimizzando la cosa,
ora il problema erano i suoi sentimenti, non uno stupido bacio a stampo.
“Però
il problema è che io avrei dovuto, non so,
sentirmi offeso, o meravigliato, e invece non riuscivo a fare a meno di
pensare
che mi sarebbe piaciuto che non si fermasse e che se solo fosse stato
gay
sarebbe stato perfetto per me, insomma, è Harry
Potter!”
Lea
continuava a fissarlo sempre più stupefatta.
“Chris, ti prego calmati, sei sicuro?” chiese
tentando di mantenere la calma.
Allo sguardo offeso dell’amico si affrettò a
specificare: “intendo, è tanto che
tu non hai una storia e, con quello che sta succedendo tra Kurt e
Blaine”
“So
distinguere la mia vita da quella di Kurt!”
Esclamò offeso.
Lea
lo guardò in silenzio per qualche secondo, poi si
sedette sul letto e lo invitò a sedersi accanto a lei, Chris
accettò nell’arco
di mezzo secondo non riuscendo più a sostenere il peso della
realizzazione.
“Cosa
pensi di fare?” chiese prendendogli la mano.
“Non
ne ho idea, non so come fare ad affrontarlo
adesso.” Rispose fissando la sua mano tra quelle
dell’amica.
“Beh,
non è che con lui le cose debbano cambiare.”
Tentò di rassicurarlo.
Chris
la guardò con aria colpevole e Lea lo guardò
senza capire, “potrei essere stato in sua compagnia quando
l’ho realizzato…”
“Oh
mio Dio, dimmi che non gli hai detto che ti piace
per poi scappare!”
Chris
si mosse a disagio sentendosi un idiota. “Beh,
quanto meno sarà un pranzo interessante.” Disse
Lea per sdrammatizzare.
“Oh,
non ci sarò a pranzo: ho già chiamato
un’auto per
farmi venire a prendere.” La informò Chris senza
avere il coraggio di guardarla
in faccia.
“Vile,
ma comprensibile.” Disse lei permettendosi
finalmente un sorriso subito ricambiato.
Un
leggero bussare alla porta fu seguito dalla voce di
Naya che annunciava l’arrivo della macchina.
Lea
aiutò Chris a radunare le sue cose e lo salutò
con
un bacio sulla guancia ed un incoraggiamento, nel salone principale
tutti lo
salutarono calorosamente lamentandosi per la sua partenza. Darren,
dalla parte
opposta della sala si limitò ad un sorriso impacciato ed un
gesto con la testa.
Tre
sere dopo, Chris
posò i suoi bagagli sul parquet
dell’ingresso del suo appartamento lasciandosi scappare un
sospiro esausto.
Controllò
velocemente la posta e non riconobbe nessuna
busta che necessitasse della sua immediata attenzione.
Quando
si fu cambiato ed ebbe aperto la sua prima
lattina di Coca Cola Light della giornata si decise ad aprire il frigo
disperandosi alla vista del suo contenuto.
Occhieggiò
l’orologio e vedendo l’ora tirò un
sospiro
di sollievo: era ancora in tempo per ordinare una pizza in un posto che
non
puzzasse di cadavere. Tirò fuori il cellulare dalla tasca
per chiamare la
pizzeria quando suonò il campanello.
Guardando
nello spioncino si pentì di aver appena
gridato un “arrivo!” diretto alla porta.
Darren
era in piedi nel suo corridoio con un cartone
di pizza in mano, sei lattine di Coca Cola Light e una busta che
sembrava
sospettosamente quella delle caramelle gommose.
Chris
stette immobile a fissarlo deformato dalla lente
tentando di capire quale fosse la mossa giusta da fare: ignorarlo era
inconcepibile, invitarlo ad entrare troppo calorosamente sarebbe stato
fraintendibile, ma essere freddo sarebbe stato ingiusto nei confronti
della
loro amicizia.
Aprì
la porta con un sorriso che non sembrasse né
troppo imbarazzato, né troppo entusiasta –meno
male che era un attore- e lo
salutò calorosamente per poi chiedere: “Allora,
cosa ti porta qui?” e riuscì
persino a suonare gioviale nel chiederlo.
“Sapevo
che stasera saresti tornato e sono venuto a
vedere i cinque film che ci mancano.” Disse come se fosse
assolutamente ovvio
per un ragazzo etero presentarsi a casa di una ragazzo che pochi giorni
prima
gli ha confessato di avere una cotta per lui, per poi scappare evitando
ogni
tuo messaggio e chiamata per tre giorni.
“Ho
portato la pizza.” Aggiunse entrando in casa senza
aspettare il permesso di Chris.
Chris
aveva appena affrontato un viaggio aereo e due
giorni di inferno e non riuscì a fare altro se non
assecondare la follia del
collega, quindi lo raggiunse nel salone dove Darren aveva
già preso possesso
del divano aprendo il cartone di pizza senza nemmeno aspettarlo.
Si
sedette sul lato opposto del divano ed accettò la
fetta di pizza che gli veniva offerta con un leggero
“grazie”.
Darren
aprì una lattina di Coca Cola e gliela porse,
anche questa fu accettata con rassegnazione, poi prese la sua fetta ed
inizio a
mangiare limitandosi a girarsi verso di lui di tanto in tanto perplesso.
Quando
Darren ebbe finito la sua prima fetta Chris era
ancora assorto a mordicchiare la sua tentando di capire cosa diamine
stesse
succedendo.
“Dovremmo
mettere il film prima di mangiare il resto,
ma ti avverto, piango sempre quando il padre di Cedric lo vede
morto.” Disse
allegramente dirigendosi verso il lettore dvd ed inserendo il disco
come fosse
a casa sua.
Chris
ancora non riusciva a trovare le parole. Il film
iniziò e tra di loro calò il più
assoluto silenzio, peccato che una settimana
prima, durante la visione dei primi film non avessero fatto altro che
commentare insieme ogni minimo dettaglio. Chris passò tutto
il tempo a fissare
lo schermo, ma la consapevolezza di avere Darren così vicino
lo distraeva
troppo per poter effettivamente seguire la storia. Quando Harry si
infilò nella
vasca da bagno dei prefetti si scambiarono uno sguardo, ma ritornarono
di
scatto a guardare lo schermo imbarazzati.
Erano
nel bel mezzo della seconda prova quando Chris
prese in mano il telecomando e mise pausa.
“Ok,
cosa diamine stiamo facendo?” Chiese, rispondendo
allo sguardo sorpreso di Darren.
Darren
giocò nervosamente con la boccetta di smalto
verde che aveva in mano. Chris si sporse per accendere la luce e lo
guardò in
attesa di una qualsiasi risposta, negli ultimi tre giorni si era
preparato a
qualsiasi reazione: da un imbarazzato Darren che gli chiedeva di
limitare il
loro rapporto a quello di lavoro, fino ad un noncurante e
più realistico Darren
che fingeva che nulla fosse successo.
Darren
si schiarì la gola e continuò a fissarsi le
mani in maniera insolitamente nervosa.
“Mmh,”
provò a cominciare, per bloccarsi nuovamente.
“Darren,
senti, lo so che non è facile, ma non deve
cambiare assolutamente nulla tra di noi,” tentò di
suonare il più rassicurante
possibile. Non ricevendo ancora risposta Chris continuò:
“so che sei etero e…”
Darren
lo interruppe bruscamente: “Non
permetterò che una definizione mi
impedisca di stare con qualcuno che mi piace!”
Chris
rimase spiazzato, un po’ per la veemenza con cui
Darren si era espresso, un po’ perché nel parlare
Darren si era avvicinato a
lui.
“Darren
senti, lo so che non vuoi essere etichettato,
ma la verità è che se a più di
vent’anni hai amato solo donne, evidentemente
sei etero, capisci?” spiegò allontanandosi dal
collega e fingendo una
disinvoltura che contrastava con le sue mani tremanti artigliate ai
cuscini del
divano.
Darren
ignorò le sue parole e si sporse baciandolo
sulle labbra come poche sere prima.
“Vedi,
io questo voglio farlo!” disse convinto, come
se fosse la risposta ad ogni incertezza.
Chris
se ne stette in silenzio a fissare il viso
vicinissimo al suo, non sapeva veramente cosa fare, gli sarebbe
piaciuto in
quel momento essere un qualsiasi ragazzo e cedere alla tentazione come
se non
ci fossero possibili, disastrose ripercussioni, invece il peso dei loro
ruoli
ebbe il sopravvento e Chris spinse via l’amico con un sorriso
di scuse per poi
alzarsi e chiudersi in bagno.
Dopo
dieci minuti passati a dondolare sul pavimento
del bagno come un demente, Chris fu riscosso dai propri
pensieri dal bussare di Darren alla porta.
“Chris,
senti,” disse attraverso la porta, “mi
dispiace, non avrei dovuto comportarmi in quel modo, sono stato sciocco
ed
immaturo, ti prego, esci!”
Chris
era incredibilmente scioccato dal tono serio di
Darren e preoccupato uscì dal bagno per ritrovarsi Darren a
petto nudo e piedi
scalzi, vestito solo con un paio di pantaloni ed i suoi occhiali rosa.
Chris
boccheggiò senza capire, ma la spiegazione di
Darren non si fece attendere: “Ehi, non fare quella faccia,
ti sto
corteggiando.”
Ora
invece era in bilico tra la risata ed il pianto.
“Darren,
cosa stai facendo?” chiese scandendo ogni
singola parola.
“Te
l’ho detto, ti sto corteggiando.”
Ripeté. “Tu hai
detto che io ti piaccio, no?” Chris lo fissò
rifiutandosi di dargli spago, cosa
che non fece demordere Darren “Quindi, piacere, io sono
Darren, io e te non ci
conosciamo e tu non hai idea di quale sia il mio orientamento sessuale,
ma io
ci sto provando con te, come ti chiami?”
Chris,
pur riconoscendo la drammaticità della propria
situazione non poté fare a meno di ridere.
“Piacere,
mi chiamo Chris e non vado a letto con gli
sconosciuti.” Rispose senza pensare
all’implicazione sessuale delle sue parole.
Ovviamente gli ci vollero tre secondi netti per riconoscerla e
desiderare di
essere risucchiato dall’impianto di ventilazione del proprio
appartamento.
Darren
comunque si limitò a ghignare prendendogli la
mano per scuoterla. “meglio così, non mi piacciono
i tipi facili.”
Chris
fu incredibilmente sollevato dalla reazione di
Darren, ma continuava a non sapere cosa fare: era confuso dal calore
della mano
di Darren stretta alla sua e dal suo sorriso ammaliante, avrebbe dovuto
togliersi gli occhiali, pensò.
Chris
abbassò lo sguardo imbarazzato solo per
scontrarsi con quella cavolo di V.
“Ok,
posso sapere la ragione di questa mise?”
Chiese, tentando di pensare ad altro.
“Beh,
supponendo che sia la prima volta che ci vediamo
è facile che questo avvenga ad una festa, ed io di solito
alle feste finisco
sempre così.” Spiegò Darren
semplicemente.
“Capisco!”
rispose fingendo uno sguardo scettico
rivolto al petto nudo del suo improvvisato corteggiatore.
“Dunque,”
riprese Darren con lo stesso sorriso
sornione, appoggiandosi allo stipite della porta del bagno dove Chris
era
rimasto impietrito dalla visione appena un minuto prima,
“posso offrire a
questo schianto di ragazzo una bevanda? Che so, magari un
analcolico.” E
dicendo questo tirò fuori una lattina di Coca Cola Light da
dietro la schiena.
“Questo
è barare, Darren!” Rispose scherzosamente
Chris accettando però la lattina, che non aprì.
“Ok.”
Concesse Darren scostandosi dalla porta, solo
per afferrargli nuovamente la mano e trascinarlo sul divano dove la TV
si era
ormai spenta.
“Parlami
un po’ di te, misterioso Chris, così appena
ci conosciamo meglio possiamo pomiciare!”
Chris
finse, ma nemmeno troppo, uno sguardo sconvolto
a quell’affermazione e, per ripicca, prese i suoi preziosi
occhiali rosa e li
lancio non troppo bruscamente sul tavolino, abbastanza da far avere a
Darren la
stessa espressione sconvolta.
“Mi
piace guardare negli occhi la gente.” Disse
guardandolo negli occhi con un piccolo sorriso.
Darren
rispose al sorriso e si avvicinò al suo volto
mormorando “Credo di sapere già tutto
ciò che mi serve.” E lo baciò.