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Autore: Sashuras    14/02/2013    3 recensioni
"- Dio ma sono favolosi Mikey! – disse, mentre cominciava a leccarsi il dito medio.
- Italiani, i migliori! – rispose l’amico. Billie abbassò lo sguardo, amareggiato.
- Ma … io non ti ho fatto niente … -
- Sai bene cosa vorrei da te, Billie – e non appena pronunciò quella frase, un lampo illuminò gli occhi del moro.
[...]
Affinò l’orecchio e si accorse di non essere solo. Un dolce suono di una chitarra acustica echeggiava nel salone dell’immensa dimora; proveniva dal piano superiore. Incuriosito come non mai, salì le scale, giungendo nel corridoio del primo piano. Nell’immensa oscurità, notò una fioca ed oscillante luce provenire dall’ultima camera sulla destra. Così si avvicinò; la porta era socchiusa e, con estrema calma, l’aprì. "
Una piccola shot per augurare a tutti un felice e 'verde' San Valentino!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green Valentine

Il concerto era appena finito. L’ormai quarantenne Billie Joe Armstrong tornava nelle quinte, assaporando le ultime grida dei fans, usciti completamente fuori di testa dalla meravigliosa performance di quella sera. Era la sera del 14 Febbraio, non che un giorno come gli altri per la band. Uno dei tanti concerti fatti in casa che portava sempre più gioia e fama ad un gruppo già celebre in tutto il pianeta terra. Egli si ritirò nel suo camerino, avvertiva un forte senso di stanchezza, più delle altre volte. Poggiò la sua ‘Angel Blue’ sul tavolo, con la quale aveva terminato il concerto ad Oakland quella sera. Prese a massaggiarsi le tempie per poi stropicciarsi gli occhi. Era nervoso, spossato, in quel momento desiderava solo buttarsi a peso morto sul letto di casa propria e dormire fino al mezzodì del giorno dopo; tuttavia decise di cominciare a riordinare il camerino con l’intenzione di sloggiare presto da li.
Poco dopo lo stanzino era vuoto, vi si poteva scorgere ogni angolo bianco e tutto era stato messo a posto così come l’aveva trovato. Prima di andarsene, Armstrong decise di cambiarsi la maglietta, ormai completamente impregnata di sudore, ricordando le parole della cara Ollie di “Non uscire tutto sudato al freddo e al gelo, o ti verrà una polmonite che non ti scordi più”. Infondo, non aveva tutti i torti.
Era a torso nudo, quando sentì la maniglia della stanza fare uno strano rumore e la porta aprirsi in uno spiraglio, che permise ad una figura lunga ed agile di entrare. Billie si girò di colpo e si ritrovò gli occhi azzurri di Mike addosso. Sarà stata la stanchezza, ma lo sguardo fatato di Mike lo mise in leggero disagio.
- Ah Mikey, sei tu – disse, abbozzando uno sfibrato sorriso. Cercò di non far notare quello strano sentimento d’ imbarazzo, mettendo le mani nel grande borsone che aveva e frugandoci dentro, senza una precisa idea di cosa stesse cercando. Aspettò un po’, convinto che Mike cominciasse a spiccicare parola, ma ciò non avvenne. Quel silenzio inopportuno poteva significare solo che il compagno dovesse dirgli qualcosa di importante. Stanco dell’attesa che pareva non finire più, del silenzio della stanza, degli occhi del bassista puntati su di lui e dal martellio continuo in testa affermò:
- Allora? Cosa guardi? Hai qualcosa da dirmi prima che mi saltino i nervi? –
- Siamo nervosetti stasera, eh signor Armstrong – rispose Michael, tirando in su il naso ed incrociando le braccia.
- Che peccato – aggiunse – vuol dire che questi li darò a qualcun altro -. Solo allora Billie bloccò la frenetica corsa delle sue mani nella borsa.
- Cosa … cosa devi darmi? – chiese stupito. L’amico allora aprì la possente mano e, con un grande imbarazzo, porse al front-man dei cioccolatini.
- E’ tutto quello che sono riuscito a trovare – disse - Sono al cioccolato fondente, i tuoi preferiti – Mikey cercava di evitare lo sguardo dell’amico. Non sapeva come avrebbe reagito a quella sua azione, se l’avrebbe dato dell’imbecille o meno. A contrario, Billie teneva ferma la sua vista smeraldina sull’amico.
- Ma … Mike … - fu solo capace di balbettare.
- Auguri Billie. Buon San Valentino. –
- Ma … perché ? – chiese ancora il cantante.
- Bhe a San Valentino si regalano dei cioccolatini a chi si vuole bene, a chi si ama. A tutti quei fottuti coglioni che ti hanno salvato la vita. – c’era tensione nella voce di Mike e questo Armstrong lo percepiva (e adorava); significava che, almeno quella volta, era sincero. Finalmente i loro sguardi si incrociarono e tutta la tensione si sciolse in un dolce sorriso di Billie Joe. Allungò la mano e prese i dolciumi, scartandoli e mangiandone uno ad uno.
- Dio ma sono favolosi Mikey! – disse, mentre cominciava a leccarsi il dito medio.
- Italiani, i migliori! – rispose l’amico.
Finito anche l’ultimo delizioso cioccolatino, Billie abbassò lo sguardo, amareggiato.
- Ma … io non ti ho fatto niente … -
- Sai bene cosa vorrei da te, Billie – e non appena pronunciò quella frase, un lampo illuminò gli occhi del moro. Capì all’istante e, senza neanche pensarci, si avvicinò all’amico, circondandolo con le braccia, e gli stampò un tenero bacio. Le sue labbra combaciavano perfettamente con quelle del biondo. Lasciò che le grandi mani del bassista lo circondassero e gli facessero sentire quel dolce brivido che provava ogni volta gli riservasse qualche carezza.  Poi abbassò il capo, lasciandosi andare tra le braccia del suo compagno e il calore del suo abbraccio. D’improvviso il rumore tartassante in testa scomparve, il quale lasciò il posto ad un sorriso soddisfatto.
- Dai … - disse poi Mikey, allontanandolo dolcemente – fossi in te ora tornerei a casa -.
- Perché? – chiese curioso.
- Fidati di me – rispose, facendogli l’occhiolino con la sua gemma azzurra. Billie Joe si girò, dirigendosi con una faccia da ebete verso il tavolo per recuperare il borsone, la chitarra e tutto il resto. Non fece in tempo ad allontanarsi dall’amico che quest’ultimo gli stampò un violento schiaffo sulla natica destra.
- Forza puttanella! – Armstrong soffocò appena un urlo di dolore, per poi girarsi verso l’amico ed urlargli con voce stridula – Coglione! – mentre il biondo rideva di gusto.
 
 
La porta si aprì, provocando un rumore assordante che spezzò il silenzio di casa. Stranamente, le luci erano spente ed era tutto completamente al buio. Strano, di solito avrebbe trovato i ragazzi spaparanzati sul divano che lo aspettavano, impazienti di raccontargli la loro giornata e di saperne di più riguardo al concerto. Avrebbe trovato sua moglie in cucina, intenta a ripulire gli ultimi piatti e a mettere in ordine il piano cottura. Ed invece no, non vi era anima viva.
- Ehy, sono a casa! – esclamò Billie Joe – C’è nessuno? –
Poggiò la chitarra ed il pesante borsone per terra, provocando un ennesimo ed assordante tonfo, ma non ci fece neanche caso, tanto ch’era stanco. Affinò l’orecchio e si accorse di non essere solo. Un dolce suono di una chitarra acustica echeggiava nel salone dell’immensa dimora; proveniva dal piano superiore. Incuriosito come non mai, salì le scale, giungendo nel corridoio del primo piano. Nell’immensa oscurità, notò una fioca ed oscillante luce provenire dall’ultima camera sulla destra. Così si avvicinò; la porta era socchiusa e, con estrema calma, l’aprì.
Centinaia di piccole candele, sparse un po’ sulle mensole un po’ per terra, illuminavano debolmente la stanza. Il letto portava delle coperte rosso fuoco, cosparse di petali di rose rosse. Al centro lei, una figura femminile seduta su una poltrona che suonava le note di ‘Last Night on Earth’, accompagnando il tutto con la sua dolce voce. Billie la guardò esterrefatto e di colpo tutta la stanchezza che provava svanì. Il corpo nudo della donna era coperto dalla chitarra, solo quella, e dai lunghi capelli ricci e scuri. Si poteva percepire la delicatezza della sua pelle anche senza sfiorarla. D’un tratto smise di suonare, e rivolse uno sguardo tra l’amorevole e l’ammiccante al marito.
- Hey, sei tornato! Com’è andato il concerto? –
- Bene. – rispose. Poi aggiunse guardandosi intorno – Questo ha qualcosa a che fare con San Valentino? –
- Può darsi – replicò lei. La conversazione non durò oltre. Pian piano il cantante cominciò a svestirsi, sotto l’occhio apparentemente divertito della moglie. Lasciò svolazzare anche l’ultimo capo per terra poi, con lo sguardo più seducente che avesse, tolse la chitarra da mano ad Adrienne e la poggiò a terra. Salì sulla poltrona anch’egli e, abbassandosi leggermente, affermò con un debole e provocante filo di voce al suo orecchio :
- E che San Valentino sia, allora -.


** Angolo autrice **
Eheh, ci mancava la storiella per San Valentino, no?
Se ve lo stesse chiedendo, no, non sono una fanatica di questa festa; credo che se ami davvero una persona, ogni giorno è come se fosse San Valentino. Maaaaa ogni scusa è buona per pubblicare shots fluffose (?) e dolci!
Spero tanto vi sia piaciuta e, in ogni caso, un felice 14 Febbraio a tutti!!
*Sashuras
  
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