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Autore: Bitchesloveklaine    14/02/2013    3 recensioni
Brittana con così tanto fluff che rischiate il diabete.
A tema S. Valentino, ambientata nel futuro.
Non ho altro da aggiungere lol.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Buon San Valentino, amore” Disse Santana, entrando nella camera da letto e poggiando un vassoio con la colazione sul comodino di Brittany. Quest’ultima rimase stupita dall’odore di cioccolata calda e dalle parole della sua ragazza.
“San, hai sempre detto di odiare questo giorno. È un mese che mi ripeti che è una festa commerciale e che, secondo te, l’amore si deve dimostrare tutti i giorni e non una volta l’anno. Sembravi un disco rotto negli ultimi tempi.” Santana, quasi offesa, si mise seduta accanto a lei e le rispose: “Non credevo di darti così tanto fastidio comportandomi così, vorrà dire che tutti i piani per oggi salteranno”
Dopo queste parole dette con il puro scopo di farsi desiderare, Santana si stese sul letto e si girò dalla parte opposta rispetto a Brittany.
La verità era che si sentiva piuttosto nervosa, doveva fare di tutto per non darlo a vedere e, per questo,  scaricare la colpa a Brittany e temporeggiare un po’ sembrava la cosa migliore da fare.  
“Hai dei piani per oggi?” Chiese stupita la ragazza bionda, avvicinandosi alla mora.
“Avevo” rispose quest’ultima con un finto tono offeso, che si addolcì dopo aver sentito delle braccia che le avvolgevano la vita. Brittany avvicinò la bocca al suo orecchio e le sussurrò “Scusami, hai ragione, ricominciamo da capo”.
Santana sorrise, cercando di rilassarsi e non pensare a cosa stava per accadere.
“Va bene, buongiorno e buon San Valentino, amore” Ridisse, girandosi per poter incontrare gli occhi celesti della sua ragazza.
“Buon San Valentino, luce dei miei occhi” Ottenne come risposta.
“Sei incredibile Britt, non ho mica detto che da oggi amo le cose sdolcinate, sono sempre io.”    
Brittany sorrise, e le lasciò un bacio a fior di labbra.
Santana rispose al bacio e si alzò, prendendo dei vestiti e avviandosi verso il bagno, urlando:
“Dopo la colazione vestiti senza indossare scarpe scomode, facciamo una passeggiata.”
Non era nello stile di Santana fare domande o chiedere pareri, solitamente era lei che decideva. Ma a Brittany andava bene così, dato che si trovava sempre bene con le sue idee.
“Non devi lavorare oggi, San?” Chiese dopo qualche minuto di riflessione.
“No, non preoccuparti, mi hanno lasciato un giorno libero, dato che non ne chiedo mai”
Brittany bevve un sorso di cioccolata, orgogliosa del fatto che Santana si fosse presa un giorno di ferie solo per lei.

Si alzò dal letto e prese un vestito invernale, che si accordava perfettamente con una giacca che le aveva regalato Santana. Solitamente indossava dei pantaloni, ma quel giorno voleva ringraziare la sua ragazza per tutte le attenzioni che stava ricevendo, così entrò nel bagno dopo Santana, che era sparita chissà dove, si vestì e lasciò i capelli sciolti, sapendo che la sua ragazza li adorava in quel modo.
Incontrò Santana all’ingresso del piccolo appartamento, notando che quest’ultima indossava un paio di pantaloni.
“Dei pantaloni, San?”
“Un vestito, Britt?”
Risero e si baciarono, mentre uscivano sul pianerottolo e aspettavano l’asciensore. Era passato tempo dall’ultima volta che stavano insieme in un modo così rilassato, nelle ultime settimane avevano affrontato vari litigi riguardo il poco tempo libero di Santana e gli amici troppo assillanti di Brittany.

Rimasero in silenzio durante tutto il tragitto, dato che  Santana era improvvisamente diventata nervosa e Brittany aveva imparato che in situazioni del genere era meglio non farle domande. Anche se era delusa dal suo comportamento, le rimase accanto senza dire una parola. Quando scesero dalla metro, Brittany si accorse che si trovavano a Central Park. Amava quel posto e aveva chiesto più volte a Santana di fare  una passeggiata insieme,  ma  la sua proposta era sempre stata respinta poiché abitavano dalla parte opposta della città e non avevano abbastanza tempo per andarci. In più Santana lo riteneva un posto scontato e banale, non le piaceva comportarsi come tutte le coppie newyorkesi.
Eppure la stava portandi lì, in un giorno che lei odiava, in cui avrebbe preferito rimanere a poltrire in casa.
La mente di Brittany iniziò ad analizzare i vari comportamenti anomali della sua compagna, giungendo ad un’unica conclusione.

La voleva lasciare.

Stava facendo tutto quello per addolcire la pillola, ma la voleva lasciare.
Un’ulteriore conferma giunse quando ogni tentativo di conversazione venne respinto dalle risposte a monosillabi di Santana.
Arrivò al limite quando si fermarono, si sedettero su una panchina e Santana le prese le mani.
“Britt, stiamo insieme ufficialmente da cinque anni e conviviamo da tre, ne abbiamo passate tante e... Brittany, perchè piangi?” Chiese stupita Santana, asciugando con un pollice la lacrima che stava bagnando la guancia destra di Brittany.
“Non continuare Santana, so già dove andrai a finire” Rispose, allontanandsi da lei.
“Sì?”
“Sì, e non ci tengo a sentire roba come ‘rimaniamo amiche’ o cose del genere, perché non siamo mai state semplici amiche. Non mi interessa sapere se la tua segretaria ha curve migliori delle mie. Non voglio sentire queste cose, non sono pronta a lasciarti. Quindi grazie per aver cercato di facilitarmi la cosa, ma no, non voglio sentire che mi stai lasciando, non un’altra volta.”
“Aspetta, credi che io abbia fatto tutto questo per lasciarti?” Chiese Santana a bocca aperta.
“Sì, pensavi che non mi fossi accorta  del tuo comportamento?”
Se non fosse capitata a lei una scena del genere, Santana si sarebbe messa a ridere. Ma Brittany era convinta di quello che diceva e, sotto certi punti di vista, non aveva torto a pensarlo.
Ancora stupita dalla conversazione appena avvenuta, non si accorse che intanto Brittany si era alzata e si stava allontanando. Con una mano in tasca, corse verso di lei e le picchiettò su una spalla.
Quando Brittany si girò, trovò una Santana in ginocchio, che cercava di sorridere.
“Ora posso parlare io, Britt?” Chiese, cercando di infonderle fiducia e sicurezza. Non ricevette alcuna risposta, così continuò.
“Quello che avevo in mente per oggi era... Oh, dai, come potrei lasciarti? Dicevo, io oggi volevo chiederti se, sì, insomma...” Continuò a balbettare qualche altra parola finché dalla sua tasca uscì una mano tremante che reggeva scatoletta nera.
“Brittany S. Pierce, vuoi essere mia moglie?” Chiese, aprendo la scatoletta e mostrando il piccolo anello all'interno. Le lacrime di Brittany continuavano a scendere, ma in quel momento per  un motivo diverso.
“Mi... mi vuoi sposare? Mi hai sempre detto che il matrimonio è una perdita di soldi e che... non c’è bisogno di un contratto per passare la vita con una  persona e...”
“Sì, Britt, penso questo del matrimonio. Ma mi hai sempre detto che è importante per te, quindi voglio sposarti. Voglio sposarti, magari a Parigi, così in luna di miele potremo girare per l’Europa e andare in tutti i teatri che mi nomini sempre. Potrai vedere Il lago dei Cigni alla Scala oppure... non so, non sono esperta in materia.”
Brittany era immobile, con la bocca asciutta, senza essere in grado di dire una parola.
“Ti prego, rispondimi. Anche se mi dici di no, non cambierà niente. Perché io voglio passare tutta la vita con te e, sposate o non, non ti libererai di me facilmente. Ti prego Britt, di’ qualcosa, l’ansia mi sta uccidendo.” Mentre diceva quelle parole, Santana aveva abbassato lo sguardo a  terra, terrorizzata da quello che stava per accadere. Brittany si chinò, le prese il viso tra le mani e la baciò, per poi susssurrare.
“Ti amo Santana”
“Lo devo prendere come un sì?”
“Sì, voglio sposarti. E prendila anche come scusa per essermi fatta i soliti viaggi mentali.”

Si alzarono e si baciarono un’altra volta, sorridendo.
Brittany indossò la semplice fede d’argento e prese per mano Santana, in modo che anche lei potesse sentirla.

“Qundi è per questo che hai indossato i pantaloni?”
“Be’, avevo paura che le calze si smagliassero con i sassolini...”
“Sei incredibile, San.”  
“Sì, lo so, grazie.”

"Grazie a te"





L’angolo di pervinca:

Sì, ho ancora la febbre e sì, sono negata nelle Brittana.

Sì, dovrei aggiornare sia la long seria che la drabble.

Sì, ho promesso un’OS klaine.

Quindi ora vi spiego che l’OS verrà  pubblicata, ma non c’entrerà niente con S. Valentino, e sono indecisa tra il rating rosso e arancione. Pubblicherò anche una drabble, ma per la long credo che devo aspettare.

*mi dispiace*

Per quanto riguarda le note a questa storia, ammetto di essere stata esageratamente banale e fluffosa. Volevo davvero scrivere una cosa più smut, ma per loro non ne sono ancora capace. Chissà, magari per un’altra volta.

Grazie per aver letto, lasciate un parere se vi va.

   
 
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