Serie TV > Starsky e Hutch
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Autore: AlleyCat    14/02/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel di "A New Year's Eve Tale".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note della storia: Questa è una traduzione. È il sequel di “A New Year’s Eve Tale” che potete trovare qui. L'autrice è AlleyCat. La fic in lingua originale si trova qui.

Note della traduttrice (silviabella): Mille grazie a bFree che ha betato questa storia ed è così gentile, disponibile e paziente da sopportare tutti i miei scleri! E fidatevi... sono tanti.

Buona lettura a tutti e buon San Valentino! :)


 

Happy Valentine's Day
by
Alleycat


 

San Valentino, 1980

Hutch sapeva che Starsky era stato a fissare, senza davvero vederla, la forma della sua scrivania per vari minuti. "Un penny per i tuoi pensieri," disse con voce sommessa.

Starsky alzò lo sguardo negli occhi di Hutch, e gli fece un sorriso dolente. "Non valgono neppure quello," rispose, piano.

"Valgono un milione per me," disse Hutch, ricambiando il sorriso triste.

Le cose erano state tese tra loro sin dal giorno di Capodanno. Non c'era rabbia, solo una sorta di tristezza permeante.

Avevano fatto l'amore per la prima — e unica — volta la Vigilia di Capodanno, per desiderio di Starsky. Hutch era stato riluttante a portare il loro rapporto al livello successivo, ma non riusciva a rifiutare niente a Starsky, non dopo la sparatoria di Gunther.


 

~~~


 

Si svegliò la mattina del Nuovo Anno nudo tra le braccia di Starsky, con il suo nuovo amante che gli sbaciucchiava il collo. Il divertimento durò solo pochi attimi.

"Starsky, no," sussurrò, stringendo leggermente la spalla di Starsky.

"Mmm? Cosa?" chiese Starsky senza prestargli attenzione.

Hutch scosse dolcemente la spalla. "Smettila," disse con voce piena d'urgenza.

"Che c'è che non va?" chiese Starsky, allontanandosi dal collo di Hutch con un'espressione preoccupata.

"Starsk, questo è stato un errore," disse Hutch, angosciato.

"Cosa? Come puoi dirlo? È stato il miglior pompino che abbia mai ricevuto in vita mia! E anche tu sembravi abbastanza soddisfatto del tuo," disse Starsky con un sorriso compiaciuto.

"Starsky, sono serio! Non avremmo mai dovuto fare ciò che abbiamo fatto."

"Hutch, di cosa stai parlando? È stato stupendo. Quando siamo venuti insieme, è stato il momento più felice della mia vita. E la seconda volta è stato anche meglio. Mi stai dicendo, ora, che sono solo l'avventura di una notte?" chiese Starsky, sorridendo con aria furba.

"Non sto scherzando, Starsky," disse Hutch, agitato. Si sedette contro la testata del letto. Vedendo la confusione che ora aleggiava sul viso del suo partner, provò a calmarsi così da poter spiegare i suoi sentimenti all'uomo che amava. L'uomo che sapeva di stare per ferire, anche se quella era l'ultima cosa che voleva fare.

"Tutto ciò è troppo pericoloso, piccolo," disse, racchiudendo il viso di Starsky nella sua grande mano. "Sai che ti amo più di qualsiasi cosa. È per questo che non possiamo farlo. Che succederebbe se quelli degli Affari Interni ne avessero sentore? Perderemmo il nostro lavoro, o come minimo ci separerebbero. E se tu incontrassi la donna 'giusta'? Starsk, morirei se mi abituassi a questo, e poi dovesse finire. Già ora, non penso di poter vivere senza di te. Se iniziamo a fare sesso, non potrei più tornare indietro. Non potrei sopportare di rinunciarci."

"Oh, Hutch, io non ti lascerò mai. Non lo sai questo? Ti voglio nella mia vita, nel mio letto, per sempre. Me and thee," disse Starsky, poi si allungò in avanti e baciò la bocca di Hutch.

Incapace di non rispondere alla splendida sensazione delle labbra del suo amante, Hutch ricambiò il bacio. "Questo è quel che dici adesso, ma non puoi prevedere il futuro. Stiamo giocando con il fuoco qui."

"Non ti fidi di me, Blondie? Quando dico 'per sempre', intendo per sempre. La vita è breve. Io lo so — entrambi lo sappiamo — meglio della maggior parte delle persone. Voglio trascorre il tempo che ci rimane — qualunque sia ― insieme. Spero che siano cinquant'anni, ma anche, forse specialmente, se fossero cinquanta mesi o cinquanta giorni, voglio trascorrerli con te. Con l'uomo che amo." Baciò di nuovo Hutch.

"Sembra che tu mi stia facendo una proposta di matrimonio," disse Hutch in tono ironico.

"Suppongo di sì. Vuoi sposarmi, Hutch?" chiese Starsky speranzoso.

"Vorrei poterlo fare. Vorrei che fosse così facile, ma non lo è. Specialmente per dei poliziotti." Hutch accarezzò la spalla di Starsky. "Quanto ti amo!" disse con voce sommessa.

"Ah sì? Beh, allora dimostramelo," disse Starsky, tuffandosi per leccare e quindi succhiare il capezzolo destro di Hutch.

"Starsky, smettila! Avevi promesso. Hai detto la notte scorsa che se a uno di noi non fosse piaciuto, non l'avremmo più fatto. Avremmo dimenticato che fosse mai successo." Evitò gli occhi di Starsky. Non poteva guardarlo negli occhi e mentire.

"Ma, Hutch... non ti è piaciuto?" chiese Starsky, con evidente dolore e sorpresa nella voce.

"L'ho adorato, piccolo, ma non possiamo farlo di nuovo. D'accordo?" Ora Hutch fissò il suo amante dritto negli scuri occhi blu.

"Ma, Hutch," implorò Starsky.

"D'accordo? Manterrai la parola?" chiese Hutch, stringendo le braccia di Starsky.

"Certo che lo farò," replicò Starsky, evidentemente distrutto. "Farò tutto ciò che vuoi. Ti amo."

"Grazie, amico. So quant'è difficile questo per te, oltre che per me. Ma è la decisione giusta. Vedrai," lo confortò dolcemente. "Mi dispiace tanto," aggiunse, mentre strofinava lentamente le spalle nude dell'altro.

"Sì, beh, immagino che andrò a farmi una doccia fredda," disse Starsky con una breve risata vuota, allontanandosi e scendendo dal letto. Hutch poté vedere che Starsky era mezzo eretto.

"Oh, Starsk," sospirò.

"Va tutto bene, piccolo, non sei ancora pronto. Lo capisco," si voltò a dire Starsky. Mentre iniziava a dirigersi verso il bagno, si fermò e aggiunse, "Prometti che non te ne andrai mentre sono nella doccia. Prometti che passerai il giorno di Capodanno con me."

"Certo, lo farò, se tu ancora lo vuoi," rispose Hutch.

"Ti ho detto... che ti amo. Ti voglio con me per sempre. Se non vuoi fare l'amore con me, posso accettarlo... almeno finché resti il mio migliore amico. Questo non cambierà, vero Hutch?" Starsky fissò attentamente il suo amico.

In un baleno, Hutch saltò fuori dal letto e si precipitò ad avvolgere Starsky tra le sue braccia. Era acutamente conscio della loro nudità e di come questo non stava aiutando la situazione, ma cosa poteva fare? Starsky aveva bisogno di lui.

"Questo non cambierà mai, Starsk. Non finché vivo," giurò nell'orecchio che spuntava dagli indisciplinati ricci scuri.

"Bene," replicò Starsky, ricambiando calorosamente l'abbraccio. "Allora ce la faremo. Perché non cominci preparare la colazione mentre io mi faccio la doccia?

Hutch fece proprio così, e quando fu il suo turno si infilò sotto la doccia mentre Starsky finiva di preparare da mangiare. Quando Hutch uscì dalla doccia, fecero colazione insieme di fronte alla TV. Di fatto, trascorsero la giornata lì, guardando le parate e il baseball, parlando poco. Andarono a fare una corsa al parco nel tardo pomeriggio, poi ordinarono una pizza per cena. Un giorno di Capodanno abbastanza ordinario, eccetto per poche chiamate che auguravano a Starsky buona fortuna per il suo ritorno in servizio attivo il giorno successivo... ed eccetto per la tenue tristezza residua, rimasta sospesa nell'aria dalla conversazione di quella mattina, che indugiava come il vago odore dello champagne rovesciato la notte prima.


 

~~~


 

Vedere Starsky perso nei propri pensieri, a fissare le sue scartoffie, fece ripensare Hutch alla Vigilia di Capodanno. Non che ci volesse molto per farglielo fare. Quasi tutto lo faceva pensare alla notte in cui si era sentito più amato che in tutta la sua vita, e al giorno successivo, quando aveva spezzato il cuore dell'amante che lo aveva fatto sentire così speciale. Lo stava divorando dentro, il senso di colpa che sentiva nel ferire la persona che significava per lui più della vita stessa.

Starsky aveva mantenuto la parola — non avevano più parlato della Vigilia di Capodanno, e, in superficie, era come se niente fosse accaduto. Lavoravano di nuovo fianco a fianco, proprio come avevano fatto prima dell'attentato di Gunther, e trascorrevano ancora la maggior parte del loro tempo insieme. Si toccavano ancora l'un l'altro tutto il tempo, cercando coscientemente di mantenere le cose come erano di solito tra loro, ma entrambi sapevano che era una missione impossibile. Le cose erano cambiate, irrevocabilmente, e non per il meglio.

Ogni volta che Hutch coglieva il suo partner in un momento di distrazione, era sopraffatto dal senso di colpa. Aveva fatto estinguere la scintilla di Starsky. Certo, il ragazzo scherzava ancora con gli amici, specialmente con le signore, ma anche allora, c'era tristezza nei suoi occhi. Aveva superato incredibili difficoltà, con un sacco di duro lavoro e pura forza di volontà, per tornare in pieno servizio come detective, dopo essere quasi stato assassinato. Era un risultato stupefacente, eppure, in qualche modo, lui sembrava sconfitto. Vederlo così quasi uccideva Hutch, perché sapeva che, appena prima di Capodanno, Starsky era stato quasi di nuovo il vecchio se stesso. Forse un po' più calmo e serio di prima, ma certamente non triste. Perciò Hutch sapeva che era stato il suo rifiuto di accettare l'amico come suo amante ad aver creato questo nuovo Starsky. Era tutta colpa sua.

Dopo diverse settimane, il senso di colpa era diventato schiacciante e non riusciva più a conviverci. Sapeva di dover prendere l'unica decisione possibile. Doveva supplicare il perdono di Starsky, e dirgli che potevano fare l'amore in qualsiasi modo volesse, ogni volta che voleva, per i prossimi cinquanta giorni o i prossimi cinquant'anni. Per sempre. Se avessero perso il lavoro, e allora? In qualche maniera se la sarebbero cavata. Tutto ciò che importava era che sarebbero stati insieme... e che Starsky sarebbe stato di nuovo Starsky. Che sarebbe stato felice.

Una volta presa la decisione, tutto ciò che Hutch doveva fare era progettare come e quando parlarne a Starsky. Visto che il giorno di San Valentino si stava avvicinando, fu facile scegliere quello come il momento perfetto. Per il 'come' occorse pensarci un po' di più.

"Pronto ad andare ora?" chiese Hutch.

"Sì, sono stufo di questi moduli, e mi sta venendo fame," replicò Starsky, infilandosi la giacchetta, e dirigendosi verso la porta della sala comune.

"Anch'io," disse Hutch, mentre a sua volta indossava la giacca. Seguì Starsky restandogli un po' dietro, in modo da poter guardare il suo culo in movimento. Sentì un rossore riscaldargli il viso mentre iniziava a pensare al vedere quel sedere di nuovo nudo, al sentirlo di nuovo tra le sue mani. Voleva sapere come sarebbe stato leccarlo e morderlo. Fargli cose che non si era mai sognato prima. Fu felice quando raggiunsero la Torino, perché i suoi pantaloni erano diventati scomodamente stretti al cavallo mentre camminava.

"Da Huggy?" chiese Starsky quando si mise al volante.

"Buona idea," rispose Hutch. Aveva deciso di non fare una cena romantica, immaginando che avrebbe riservato il romanticismo per dopo. Inoltre, non voleva rivelare la sua notizia in pubblico, perciò un pasto semplice e veloce era la miglior cosa: sarebbero rientrati prima a casa sua.


 

~~~


 

Come Hutch aveva sperato, il pasto fu veloce. Huggy era troppo indaffarato per trascorrere più di pochi minuti a chiacchierare con loro, perché il bar affollato richiedeva la sua attenzione. Hutch cercò di trascinare Starsky in una conversazione sui Lakers, ma Starsky non sembrava interessato, così si concentrarono sul mangiare e furono fuori di lì in meno di un'ora.

Quando Starsky accostò l'auto di fronte a Venice Place, non spense il motore, avendo evidentemente intenzione di dare soltanto un passaggio ad Hutch.

"Vieni su per una birra, Starsk?" chiese Hutch allegramente.

"No, grazie, penso che andrò semplicemente a casa," replicò Starsky.

"Per favore?"

"No, dai," disse Starsky, ma poi, quando si girò a guardare Hutch, qualcosa nell'espressione del biondo dovette fargli cambiare idea. "Okay, se proprio vuoi." Arrestò il motore e uscì.

Facendo strada al piano superiore, Hutch si domandò se Starsky si stava godendo la vista posteriore che gli era offerta quanto Hutch aveva appezzato la sua prima. Spero proprio di sì, pensò.

"Non fare complimenti," disse Hutch al di sopra della propria spalla, mentre si dirigeva in camera da letto, togliendosi giacchetta e fondina durante il tragitto. "Togliti il cappotto e mettiti comodo," gli gridò.

Emergendo dalla camera pochi minuti più tardi, vide Starsky in maniche di camicia, sistemato sul divano con una birra. Attraversò la stanza e sedette vicino a lui. Starsky sembrò sorpreso, specialmente dopo aver visto cosa teneva in mano Hutch.

"Ho qualcosa per te," disse Hutch, porgendo a quello che era stato suo amante e che lo sarebbe stato in futuro una piccola scatola avvolta in carta rossa, ornata in cima da un lucido fiocco bianco.

Starsky fissò Hutch. "Cos'è?"

"Apri e guarda," rise Hutch.

Starsky tolse il fiocco e la carta da regalo, poi tenne il portagioie di velluto nero in una mano, guardandolo soltanto, per un momento. Prendendo un profondo respiro, aprì la scatolina per rivelare un anello d'oro con un piccolo, ma splendente, diamante. "Hutch!" esalò lui. "Oddio, è bellissimo! Ma perché?"

"Perché ti amo, sciocco," rispose Hutch. "C'è un'iscrizione," aggiunse impazientemente.

Starsky lesse ad alta voce "S 14/02/80 H". Guardò Hutch con aria interrogativa.

"Non ci chiamiamo mai per nome, e sembrava buffo metterci i cognomi, perciò ho deciso per le iniziali," disse Hutch, imbarazzato. "Vuoi metterlo?"

Starsky esitò.

"Dicono che il sangue dell'anulare della mano sinistra vada dritto al cuore. Non è vero, ma è un pensiero carino," disse Hutch, osservando attentamente Starsky.

Starsky alzò lo sguardo negli occhi di Hutch, sorrise, poi infilò l'anello all'anulare della mano sinistra. Prima che potesse risollevare lo sguardo, Hutch gli stava allungando un altro regalo. "Ora apri questo," disse con un sorriso.

"Sono così mortificato, piccolo. Mi hai fatto tutto questo, e io non ho niente per te," disse Starsky, ma accettò con entusiasmo la piccola scatola rettangolare, anch'essa avvolta in carta rossa, e legata con un nastro bianco.

"Va bene così. Il tuo amore è tutto ciò di cui ho bisogno." Subito dopo, Hutch ridacchiò. "Lo so, questo è un tantino melenso."

Starsky gli rivolse un largo sorriso. "Non faccio caso alla melassa stanotte." Dopo aver annaspato un po' con il nastro, finalmente riuscì ad aprire la scatola. Un'espressione meravigliata si diffuse sul suo volto. "Questo significa..." Sollevò speranzoso lo sguardo negli occhi di Hutch, dopo aver tirato fuori dalla scatola il tubetto di K-Y Jelly(1).

"Buon San Valentino," disse solo Hutch, porgendogli una busta rossa.

Starsky la prese, e tirò fuori il biglietto, bianco con un grande cuore rosso che riportava le parole "Ti amo". Indugiò un attimo, poi aprì il biglietto. La semplice poesia diceva, "Le parole non possono esprimere quanto ti amo." Sotto i versi stampati, Hutch aveva scritto, "Possiedi il mio cuore. Pervadi la mia anima. Se vuoi reclamare anche il mio corpo, ora sono pronto. Con amore, Hutch."

Quando Hutch vide gli scuri occhi blu di Starsky fissarlo di nuovo, splendevano di gioia.

"Questo è il giorno più felice della mia vita," disse Starsky, chinandosi verso Hutch e baciando teneramente le sue labbra.

"Speravo che lo avresti detto. È per questo che c'è la data di oggi sull'anello," disse Hutch, con un ghigno.

"Oh, Hutch, ti amo," disse Starsky, dando ad Hutch un altro bacio, poi allontanandosi. "Ma io non ti ho preso niente."

"C'è solo una cosa che voglio da te," disse Hutch.

"Ah sì? Cos'è?"

"Il tuo perdono."

"Per cosa?" Starsky sembrava veramente confuso.

"Per averti respinto il giorno di Capodanno. Sono stato un cretino."

"Ma no, è solo che non eri pronto. È tutto a posto."

"Ma ti ho ferito."

"No, non ero ferito. Deluso, certo, ma capivo. Non c'è niente da perdonare, Blintz." Trascinò la bocca di Hutch in un bacio appassionato.

"Beh, allora, c'è qualcos'altro che voglio," disse Hutch, quando il lungo bacio finì e la sua respirazione tornò alla normalità.

"Cosa?" chiese Starsky, posando piccolo baci sulla guancia di Hutch, in un sentiero fino al suo orecchio.

"Indovina," replicò Hutch con una risata, strizzando con la sua grande mano il considerevole rigonfiamento nei pantaloni di Starsky.

Ridacchiando, Starsky disse, "Penso che anche lui ti voglia," mentre il rigonfiamento si induriva sotto la mano di Hutch.

"Meglio non farlo aspettare, allora, uhm, amico?" chiese Hutch con un sorriso lascivo, mentre si alzava dal divano, tirando su con sé anche Starsky.

"Giusto. Che la luna di miele abbia inizio," annunciò Starsky, afferrando il tubetto di lubrificante, mentre Hutch lo conduceva per mano in camera da letto, dove coronarono le nuove promesse che si erano fatti l'un l'altro.


 

Fine


 

(1) Come si evince successivamente, si tratta di una marca di lubrificante intimo, molto nota e diffusa in America, non so qui in Italia... (io non la conoscevo... ^_^)

  
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