Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |      
Autore: Kia85    14/02/2013    7 recensioni
(JohnxPaul)
“Having read the book…” ripeté nuovamente fra sé.
Paul di fronte a lui faceva la stessa cosa.
Fa, Mi minore, Do…
“Qualche idea, Paul?”
Paul non rispose e suonò di nuovo quei tre accordi, quasi con pigrizia. Uno dopo l’altro, più e più volte… No, nessuna idea.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Per kiki2604, mia fedele compagna di scleri McLennoniani!! J

 

I’d love to turn you on

 

“A crowd of people turned away, but I just had to look having read the book…”

Fa, Mi minore, Do…

John fissava la sua chitarra, ripetendo quegli ultimi tre accordi infinite volte per capire come andare avanti. Era certo di dover saltare su un Do maggiore settima, ma come proseguire con le parole?

Having read the book…” ripeté nuovamente fra .

Paul di fronte a lui faceva la stessa cosa.

Fa, Mi minore, Do…

“Qualche idea, Paul?”

Paul non rispose e suonò di nuovo quei tre accordi, quasi con pigrizia. Uno dopo l’altro, più e più volte… No, nessuna idea.

“Ci serve, sai, qualcosa d’effetto… qualcosa che dia una scossa. Cosa ne dici?” diceva John, ma Paul non lo stava davvero ad ascoltare.

Aveva perso il conto delle ore passate in quella piccola stanza della casa di John e… sinceramente? Era stanco. Era convinto che il suo cervello non avrebbe saputo suggerirgli alcun accordo, alcun verso decente per completare quella canzone. E Paul sapeva che quando arrivava a questo punto, era inutile proseguire, perché tanto non avrebbe cavato un ragno dal buco. Tanto valeva abbandonare tutto e riprendere un’altra volta.

Così fece un arpeggio più forte, sbuffando sonoramente, e accantonò la chitarra di lato.

“Dico che sono stanco per oggi, John.-  esclamò Paul e si spostò sul letto accanto a John – Facciamo una pausa, ti va?”

“Oh no, Paulie, prima cerchiamo di completare questa canzone. Dobbiamo solo capire come collegare le strofe.”

Paul sbuffò, contrariato, ma non si lasciò scoraggiare; anzi, sorrise fra sé, malizioso, e arrancò sul letto, sistemandosi dietro John.

“John… - disse lentamente e a bassa voce - …se non abbiamo l’ispirazione, non ci verranno mai le parole giuste.”

E poi… Paul appoggiò la fronte sulla nuca di John e ispirò l’odore dei suoi capelli, strofinandosi dolcemente contro di lui.

Ma John continuò, deciso, come se Paul fosse ancora di fronte a lui, chitarra in mano, mente sincronizzata con la sua sulla stessa canzone. Quando John aveva qualcosa in testa, non si distraeva facilmente. Paul lo sapeva bene.

“Gli accordi sì, però. Che ne dici di questo?” e poi suonò altri quattro accordi.

Do maggiore settima, Si minore, Sol, La minore settima.

Mmm… sì, interessante…” mormorò Paul vagamente, sfiorando con le labbra l’orecchio di John, mentre le sue mani si aggrapparono alla camicia del compagno.

Ci stava provando, va bene. Voleva le attenzioni di John, voleva i suoi occhi posati su di sé, le sue mani sul suo corpo… voleva farlo rabbrividire, voleva amarlo proprio lì, in quella stanza, su quel letto, in quel momento.

Ormai anche John avrebbe dovuto capirlo.

Già.

Ma lui era così preso da quella composizione che davvero non sembrò accorgersi delle attenzioni di Paul. Infatti prese una penna e scrisse sul foglietto che aveva davanti a sé gli accordi che aveva appena trovato. Era come se fosse in un altro universo, in quell’universo in cui si lasciava andare e da cui tornava con piccoli gioiellini, che Paul amava, tutti, uno per uno, anche se il suo contributo consisteva solo in una nota, un accordo, una parola…

Paul socchiuse gli occhi.

Ma in fondo era come “se”… perché in effetti quella canzone era un bellissimo lavoro di coppia, entrambi stavano contribuendo allo stesso modo e Paul aveva bisogno che John fosse lì con lui, a scrivere e suonare, e non a vagare nel suo universo.

Perciò era ancora tutto possibile. Poteva farlo destare dalla sua concentrazione. Poteva, perché l’aveva già fatto prima e sapeva di essere molto bravo in questo.

Le sue labbra si spostarono sul collo di John, lasciando dietro di sé una piccola scia di baci leggeri, sfiorati, ma nello stesso tempo in grado di fargli venire la pelle d’oca.

Infatti quando le labbra di Paul cominciarono a baciarlo sul collo più appassionatamente, John non poté più ignorarlo. Una serie di brividi cominciò a scuotere ogni fibra del suo corpo e improvvisamente la sua voglia di completare quella canzone cominciò a vacillare.

E poi…e poi trattenne il fiato, mentre le mani di Paul gli accarezzavano la schiena e si spostavano sul petto, dove lentamente cominciarono a slacciare i bottini della camicia di John.

Uno per uno.

Un sorriso si allargò sul viso di John.

“Oh, Paulie, cattivo ragazzo, che intenzioni hai?” gli domandò John, ridacchiando fra sé.

“Avanti, John, lasciati andare.” sussurrò il giovane tra un bacio e l’altro e la sua voce era così profonda che John sentì la sua pelle fremere, accarezzata dal suo respiro.

Poi Paul prese la chitarra di John dalle sue mani e la adagiò delicatamente sulla sedia.

“Ma la canzone?” continuò John, mentre Paul lo faceva stendere sul letto.

Paul scosse il capo e si lasciò scappare una risatina. Non gli stava rendendo facile il compito! Tipico di John.

Ma John lo sapeva, sapeva che ormai era lì, con Paul, era lì solo per lui e gli avrebbe dedicato tutte le sue attenzioni. Solo…voleva giocare un altro po’… prima…

“La canzone?” domandò Paul, posando lievi baci sul suo petto.

“Sai che non mi piace lasciare le cose incompiute… - sospirò, accarezzando i capelli morbidi di Paul -  Abbiamo tutte le strofe. Ci manca solo un’ultima frase. Sai, per quegli ultimi accordi che abbiamo… deciso…”

“Tranquillo, ci verrà in mente.” esclamò Paul, sbrigativo e gli posò un bacio sulle labbra, sperando che si zittisse.

Ma il suo bacio fallì miseramente: “E se non ci viene in mente, cosa diremo agli altri?”

“Ok. – sospirò esasperato, chiudendo gli occhi - Fammi pensare…”

Poi tornò a baciarlo sul petto, ma stavolta scese sempre più in giù, soffermandosi sull’addome piatto di John e le mani cominciarono a slacciargli la cintura dei pantaloni.

Quando una frase comparve nella sua mente, Paul ridacchiò sonoramente e John sollevò il capo per guardarlo incuriosito.

“Cosa?”

Mmm… - mormorò Paul, alzando lo sguardo per incrociare quello di John - Che ne dici di: I’d love to turn you on?”

Si scambiarono un piccolo sorriso e gli occhi di John brillarono con malizia.

“Dico… dimostramelo!”

 

 

Eccoci qua, buon San Valentino. Sì, lo so, non è ambientata a San Valentino ed è stata una cosa voluta! Ahahah!

Questa storia è nata dopo aver letto tutti i racconti su A day in the life. John che diceva che si è trattato di un qualcosa di bello accaduto tra lui e Paul; Paul che raccontava che quando ha tirato fuori il verso “I’d love to turn you on” si sono scambiati “un piccolo malizioso sorriso”. E quindi da lì la mia mente è partita con il suo solito filmino mentale.

Sinceramente non so come sia uscita, ma è evidente l’influenza che sta avendo su di me la traduzione della Sala Rossa, sì, pensavo a quella mentre scrivevo questa.

Alla prossima

Kia85

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Kia85