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Autore: The Mad Tinhatter    14/02/2013    4 recensioni
“Mio padre mi ha riferito delle cose interessanti sui Codofrulli, prima della scuola” la ragazza gli aveva detto, facendosi improvvisamente seria. “Per verificare se è tutto vero, però, devo controllare alcune cose ad Hogsmeade. Tu mi piaci, perché non vieni con me?”.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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N/A: La storia è una songfic, ecco il link alla canzone: Rakuen - Aiba Masaki. Buon San Valentino a tutti!


Rakuen (One Day In Paradise)

 

Kyuujitsu no asa okitara hajimaru yo countdown
K
agirareteru jikan no naka tanoshimu yo holiday
K
imi to no vacation saikou no toki hodo
M
atataku ma ni sugisatteku "Mou kaeranakucha..."

 

Il countdown ha inizio quando mi sveglio la mattina del mio giorno libero
M
i godrò questa vacanza in questo tempo limitato
L
a vacanza con te è così bella
D
a passare in un attimo: "È già ora di tornare…"”

 

Neville aprì gli occhi, sorridendo come non aveva più fatto da mesi. Aveva atteso quella giornata quasi spasmodicamente, facendo il conto alla rovescia sul suo diario. Mentre si vestiva ripensò alle parole che Luna gli aveva rivolto quel giorno, e sorrise.

 

Mio padre mi ha riferito delle cose interessanti sui Codofrulli, prima della scuola” la ragazza gli aveva detto, facendosi improvvisamente seria. “Per verificare se è tutto vero, però, devo controllare alcune cose ad Hogsmeade. Tu mi piaci, perché non vieni con me?”. Il suo cuore si era fermato per un secondo. Erano cambiate tante cose in lui dopo la fine della guerra, ma una cosa era rimasta immutata: quello che provava per Luna, e il modo in cui lei lo faceva sempre sentire. E poi, quelle sue parole... “Tu mi piaci”. Non sapeva bene cosa lei intendesse dire, ma gli era piaciuto sentirle.

 

Neville scese nella Sala Grande. Era da molti mesi che non si sentiva così... leggero. Certo, era comunque un po' teso all'idea dell'appuntamento, ma nei mesi precedenti aveva vissuto così tante situazioni assurde... era bello, finalmente, poter passare del tempo in compagnia senza aver paura che succedesse qualcosa di brutto. Avevano combattuto, avevano cercato di scacciare via la paura; al confronto, un appuntamento o una semplice passeggiata con la propria migliore amica era un gioco da ragazzi.

 

Dopo la colazione, il ragazzo attese Luna nell'ingresso. Quando la vide, il suo cuore iniziò a battere per la gioia; il sorriso della ragazza le illuminava il volto, mentre lei si avvicinava.

 

- Tutto bene? - gli domandò la ragazza.

- Sì, certo.... - fece Neville. - Sono solo felice.

- Anche io – rispose la ragazza, prendendolo per mano e dirigendosi verso le carrozze.

Neville rise, un po' imbarazzato, mentre si lasciava trascinare.

Quella giornata era iniziata nel migliore dei modi, pur con la consapevolezza che il tempo passato assieme a Luna non sarebbe mai stato abbastanza.

 

Mou ima ja isogashikute sonna ni aenai friends
Katari atte warai atta ikutsumo no yoru wo
Itsu no ma ni sunrise hashaida kaeri wa

Dou shiyou mo nai kurai ni samishii yo loneliness....”

 

Adesso sono troppo impegnato e non riesco a vedere i miei amici
Quelle notti che passavamo a chiacchierare e ridere
Facendo l'alba senza accorgercene, e il ritorno
Era troppo triste...”

 

- Che bello! - esclamò Luna, quando scese dalla carrozza.

Neville un po' la invidiava. Nonostante la guerra e le crudeltà a cui avevano assistito, lei riusciva ancora a guardare il mondo con gli occhi gioiosi di una bambina.

- Vuoi... vuoi andare a prendere qualcosa, prima? - domandò Neville.

- Beh, possiamo andare a bere una Burrobirra, prima di iniziare le ricerche – fece Luna.

Mentre erano seduti ad aspettare le loro bibite, Neville pensò che era davvero da tanto tempo che non passava del tempo così. Di certo, l'anno prima non è che li lasciassero andare a zonzo per Hogsmeade; inoltre, la maggior parte dei negozi era stata chiusa, e il villaggio stava fiorendo nuovamente soltanto in quegli ultimi mesi.

 

- Sai che cosa mi manca? - disse Luna, improvvisamente. - I nostri incontri notturni.

- Oh – rispose Neville. - Anche a me.

 

Vorrei che tutto questo finisse, vorrei poter vivere in pace” aveva detto lui, in un momento di frustrazione. Il suo settimo anno scolastico era iniziato soltanto da qualche settimana, ma già le angherie dei Carrow erano diventate difficili da sopportare. Punizioni nelle segrete, con Gazza che lo guardava soddisfatto... maledizioni Cruciatus che piovevano sugli studenti, senza alcun ritegno... quanto avrebbe voluto chiudere gli occhi, la notte, e svegliarsi la mattina dopo per scoprire che tutto quello che aveva vissuto era stato soltanto un incubo!

Beh, ogni tanto possiamo far finta che non stia succedendo niente” gli aveva risposto Luna.

E così avevano fatto. Una volta alla settimana, dopo cena, sgattaiolavano fuori dai loro dormitori, e si incontravano. Sceglievano sempre luoghi diversi: la torre di Astronomia, la Stanza delle Necessità, le cucine... dovevano solo stare attenti a non farsi notare.

Durante quelle notti, loro parlavano. Inizialmente Neville fu un po' sconcertato dalla faccenda: nei loro discorsi, Luna non accennava mai a quello che dovevano sopportare durante il giorno; anzi, cercava sempre di cambiare discorso.

Come se non stesse succedendo niente.

Gli fu difficile abituarsi a questo, ma poi ne fu sollevato: quei momenti, quelle notti passate ad attendere l'alba con Luna, a chiacchierare di cose forse superficiali, erano la sua via di salvezza, l'arcobaleno tra una tempesta e l'altra. Il sorgere del sole significava il ritorno alla realtà, ed era triste, ma attendeva sempre quelle notti con ansia.

 

Le loro Burrobirre arrivarono, e Neville le stappò.

Luna prese subito il tappo della sua. - Oh, ce l'ho già – disse. - Posso vedere il tuo tappo?

Neville glielo porse. - A cosa ti serve?

- È per la collezione – disse.

- La collezione?

- Sì – disse, poi prese il tappo suo e quello di Neville, e li mise uno accanto all'altro. - Vedi? Sopra ogni tappo c'è un disegno diverso. Ho letto che se riesci a collezionarli tutti e cento potrai entrare nel mondo delle fate, e loro esaudiranno un tuo desiderio.

Neville rise. - Questo non lo sapevo – disse.

- Beh, quasi nessuno lo sa. Pensa a quanti tappi verranno sprecati... chissà quanti avrebbero finito la collezione, adesso!

- In molti, credo – rispose Neville.

Luna prese i tappi, e glieli mise in mano. - Ecco, ora puoi iniziare la tua collezione. Così andremo insieme nel mondo delle fate!

- Oh, ne dubito.

- Come mai? Non mi credi?

- No, no... è che tu sicuramente starai facendo questa collezione da tanto, io invece sto iniziando solo ora... non ce la faremo mai a finire assieme!

- Allora ti aspetterò – disse Luna, poi si alzò. - E ora, vieni! Visto che nessuno sa della collezione, meglio approfittarne!

 

Assieme a lui, si avvicinò ad uno dei tavoli, a cui era seduta una coppietta, evidentemente impegnata.

Neville arrossì per l'imbarazzo. - Luna, non mi sembr-

- Scusate, potreste darmi i tappi delle vostre Burrobirre? Mi servono per la collezione - domandò Luna, ignorando Neville ed interrompendoli.

I due si voltarono verso di loro con espressione stupita. La ragazza annuì, senza spiccicare parola.

Luna prese i tappi. - Grazie! - esclamò, allontanandosi dal tavolo.

- Non sembravano molto felici – commentò poi.

- Beh, cert-

- Non importa! - continuò la ragazza. - Al prossimo tavolo!

 

Luna gli fece fare praticamente il giro di tutti i tavoli. A parte l'imbarazzo iniziale, Neville dovette ammettere che era stato divertente, soprattutto per le espressioni sfoggiate dagli ignari avventori.

Uscirono dal locale, entrambi con le mani piene di tappi.

 

- Ora dove dobbiamo andare? - domandò Neville.

- Alla Stamberga Strillante – rispose Luna.

 

Asobi tsukare bokura kotoba wa mou iranai
Namanurui kaze dake toori sugite fly away....
Dokomademo tsuzuiteku you na owaranai future hoshikute
Sonna rakuen wa minami no shima? Shiroi sunahama? No! No! No No.... “

 

Noi, stanchi di giocare, non abbiamo bisogno di parole
Passa un vento debole e voliamo via...

 Desiderando un futuro senza fine che prosegue ovunque

Questo paradiso è un'isola del sud? Una spiaggia bianca? No! No! No No….”

 

- Ne sei sicura? - fece Neville. Probabilmente nessuno era più entrato in quel luogo da tanti anni, ed oltretutto era sempre stato un posto in cui era proibito entrare.

- Certo – rispose Luna, tranquilla. - Mio padre mi ha detto che prima c'era una colonia di Codofrulli, lì dentro... ma, all'improvviso, sono scomparsi misteriosamente. Dobbiamo capire cos'è successo!

Sembrava molto eccitata dalla faccenda.

- Va bene, entriamo – fece Neville, guardandosi attorno. Non era sicuro che ora fosse proibito entrarci, ma era meglio non rischiare: potevano anche essere diventati degli eroi l'estate precedente, ma restavano comunque degli studenti.

 

La Stamberga non era poi un luogo così orribile. All'interno sembrava soltanto un piccolo salotto un po' lasciato andare: la carta da parati penzolava giù dalle pareti, l'imbottitura delle poltroncine era quasi tutta fuori, e i mobili erano evidentemente tarlati e ricoperti da uno spesso strato di polvere.

 

- Beh, non è nulla di particolare – disse Neville.

- Lo immaginavo – fece Luna, convinta. - Mio padre dice che i rumori che si sentivano erano causati dalla colonia di Codofrulli, non da un fantasma. Silente di certo lo sapeva, ma non ha detto nulla a nessuno e ha chiuso la Stamberga, questo per evitare l'arrivo in massa dei Gorgosprizzi.

- Cosa?

- I Gorgosprizzi... sono i predatori principali dei Codofrulli. Credo però che siano riusciti comunque ad entrare, sai? - disse la ragazza, triste. - Hanno trovato i Codofrulli, e li hanno cacciati. Ora dobbiamo scoprire se è vero.

Luna si guardò attorno, mentre Neville si sedette su una delle poltroncine sventrate.

- Luna... se davvero fosse così, non credo che ci sarebbero delle tracce... sono storie dei tempi dei miei genitori.

La ragazza si avvicinò e si abbassò verso di lui, posando le mani sui braccioli della poltrona. Neville arrossì.

- Non hai mai sentito parlare della polvere dei Codofrulli? - disse. - La perdono dalla coda quando sono in situazioni di pericolo. È una polvere brillante, e rimane nell'ambiente per decenni. Madre Natura forse pensava che li avrebbe aiutati a difendersi... purtroppo però non credo che abbia funzionato.

- Quindi, dobbiamo cercare questa polvere?

- Certo! Se vuoi, puoi darmi una mano....

 

Fu allora che Neville comprese il significato dell'espressione perdere la testa. Come altro avrebbe potuto spiegare il fatto che, alla richiesta della ragazza, lui si era alzato per poi inginocchiarsi accanto ai mobili polverosi, alla ricerca di qualcosa che nemmeno era sicuro di trovare?

Desiderava che quello che aveva detto fosse vero, in parte: nulla avrebbe potuto equiparare l'espressione stupita di Luna nello scoprire che le sue fantastiche creature esistevano davvero, nulla sarebbe stato più bello ai suoi occhi.

Poveri Codofrulli, però.

Sentire i voli pindarici di Luna lo portava quasi a credere che quello che diceva fosse reale. Qualche anno prima forse si sarebbe dato del pazzo da solo, ma non in quel momento: l'amore era davvero una cosa strana, e in quel momento, mentre ispezionava il pavimento, così vicino a lei, si sentiva un po' come su un vagoncino delle montagne russe.

Non voleva assolutamente fermarsi.

Una volta lo zio aveva provato a trascinarlo in uno di quei cosi Babbani; era ancora piccolo, e i poteri non si erano ancora manifestati. Lui sapeva che avrebbe dovuto fare cose del genere, che tutti i bambini attorno a lui stavano salendo e che l'avrebbero preso in giro se fosse rimasto a terra; lui, però, non era voluto salire. Perché? Perché aveva paura del giro della morte che c'era alla fine.

E in quel caso, il giro della morte....

 

- Ehi, hai trovato qualcosa? - fece Luna.

Neville alzò lo sguardo. Si trovò il viso della ragazza a pochi centimetri dal suo.

- N-no... n-niente....

La vicinanza lo rendeva decisamente nervoso....

- Oh – fece Luna, allungando una mano verso di lui. - Hai della polvere tra i capelli, anche se non è argentata.... - continuò, facendo per togliergliela.

- G-grazie – disse lui.

Dopo avergli tolto la polvere dai capelli, Luna non accennò ad allontanarsi; anzi, sembrava proprio il contrario....

Eccolo, il giro della morte....

Neville fu spinto da un impeto di coraggio. Erano in quella polverosa stanza, forse il luogo meno romantico del mondo, ma se chiudeva gli occhi poteva immaginare di essere su una spiaggia, o in qualche altro splendido paradiso....

Baciò Luna, e lei rispose con gioia, come se non stesse aspettando altro dall'inizio di quella giornata.

- Direi che abbiamo trovato quello che cercavamo.... - gli disse Luna a fior di labbra, per poi baciarlo di nuovo....

 

Sou yume nara kono mama de forever owaranai future hoshikute
Sonna rakuen wo itsumo kokoro hiraite sagasu yo alright!
Doushite toki wa sugiteku no kono mama motto isasete yo
Isshun no tokimeki kimi to itsudemo kanjite itai paradise....
Itsuka paradise....”

 

Già, se fosse un sogno potremmo rimanere così per sempre, desiderando un futuro senza fine
Cerco sempre a cuore aperto questo paradiso!
Perché passa il tempo? Lasciami rimanere ancora così
Voglio sentire sempre l'emozione di un attimo con te, in paradiso....
Un giorno in paradiso....”

 

Uscirono dalla Stamberga Strillante, sorridenti e un po' rossi in volto.

Neville comprese cosa volesse dire sentirsi al settimo cielo, e non solo solo per come si sentiva lui, ma anche per la reazione di Luna: lo trascinava per la strada, improvvisando balletti e cantando in una lingua a lui sconosciuta.

I passanti li osservavano, divertiti, ma a Neville non importava: finché la mano di Luna era lì a stringere la sua, lui non si sarebbe dovuto preoccupare di altro.

 

Ad un tratto, Luna si bloccò.

- È successo qualcosa? - domandò Neville.

La ragazza scosse la testa, poi lo abbracciò. - Sei la persona migliore del mondo - disse.

- E tu... tu sei la più bella - rispose Neville.

Luna sciolse l'abbraccio, assumendo un'espressione offesa. - Non voglio piacerti solo perché sono bella - disse.

- Ok, ok. Ecco... quando sono con te, mi sembra sempre di essere in un sogno.

Non era la sdolcinatezza di un ragazzo innamorato: lui non era tipo da cose del genere.

Ma, in fondo, come altro si sarebbe potuto sentire? Luna l'aveva fatto entrare nel suo mondo fantastico; era rimasta lì per lui quando più ne aveva avuto bisogno, e ogni volta che la vedeva si sentiva come se stesse camminando su un arcobaleno.

- Allora spero che non ti sveglierai mai - disse, con aria decisamente più soddisfatta.

 

Le ultime ore assieme a Luna passarono in un soffio. Quando arrivò il momento di lasciarle andare la mano, Neville capì che avrebbe voluto vivere in quella giornata per sempre.

- Ci vediamo domani - disse la ragazza, dandogli un bacio. - Grazie... per tutto.

Stava ancora sorridendo, mentre lui, dopo averla accompagnata, si allontanava, concludendo quella giornata perfetta.

Sì, aveva appena vissuto un giorno in paradiso... il primo di quella che si prospettava essere una lunga serie di felicità.

   
 
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