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Autore: roxy92    14/02/2013    2 recensioni
Chi ha sbirciato la fic che ho cancellato prima avrà una vaga idea di come scrivo. Mi piacciono le cose che non piacciono alla massa, trattate in modo non ordinario. Io lo so che me le cerco, ma ognuno, quando libera la fantasia, produce i risultati più disparati. Il mio è questo.
Dal prologo:
"Quando non ricordi il tuo passato, è come se un macigno fosse sempre in procinto di caderti addosso. Ce l’hai sospeso sopra alla testa, trattenuto da un filo sottile. Il terrore che il presente sfumi come il tempo trascorso è una morsa che attanaglia lo stomaco e a tratti non fa respirare.
Se sei abbastanza forte, ore, giorni, minuti e secondi, ti scivolano addosso come se il tempo non esistesse. Le tue mani sembrano vuote ai sentimenti e ti ritrovi sempre a stringere il niente. Non hai nulla per cui vivere e nulla per cui morire."
Io mi metto alla prova nel disperato tentativo di creare qualcosa che superi almeno le più basse aspettative... Qualcuno di voi mi da una mano e mi dice che ne pensa? Anche sapere se è meglio lasciar stare... Se ne avete il coraggio, buona lettura. :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:

Lo scritto in corsivo rappresenta le scene in casa Son, quello normale le scene tra Piccolo e Galen.

Capitolo 16

Piccolo ha una fidanzata?”

Bulma si sporse all'improvviso verso Goku, facendogli andare il boccone di traverso. Il sayan rimase immobile per qualche secondo, poi annuì in fretta, come in preda ad un tic.

Chi è? La conosco? Da quanto stanno insieme? “

Il guerriero le fece cenno di calmarsi e porre una domanda alla volta.

Si chiama Galen ed è praticamente impossibile che tu sappia di chi si tratta.”

Aveva addentato un altro involtino.

E' una ragazza particolare, che non riesce a stare con le altre persone....”

Bulma aveva incarcato un sopracciglio. Se persino Goku aveva notato quella cosa, doveva trattarsi di un aspetto davvero molto evidente.

... ma che sembra molto a suo agio insieme a Piccolo.”

A quelle parole, nella mente della brillante scienziata si era dipinta l'immagine di un'orchessa verde con gli occhi iniettati di sangue o di una pazza assassina. Aveva incrociato le braccia al petto e si era appoggiata meglio con la schiena alla sedia. I suoi occhi erano corsi alla padrona di casa, che tornava dalla cucina con il terzo piatto da portata e doveva saperla lunga sull'argomento.

Chichi, infatti, non tardò a soddisfare la curiosità dell'amica.

Pensare che la prima volta che si sono incontrati si sono picchiati!”

Il tavolo aveva tremato quando la donna aveva poggiato la pietanza e lei si era appuntata le mani ai fianchi.

Allora sono intervenuta io e ho intimato a Piccolo di non attaccarla, ma ricordo benissimo che quel mostro aveva il naso che gli sanguinava.”

Non poteva fare a meno di avercela ancora col namecciano per avergli strappato per un anno suo figlio e il pensiero che anche lui fosse stato messo in riga da un'esponente del suo stesso sesso, in qualche modo, la sollevava.

Galen l'aveva colpito forte.”

Vegeta, fino ad allora indifferente alla cosa, era rimasto stupito del fatto che esistessero esemplari namecciani femminili, preparati al punto di tener testa al guerriero più valente del loro pianeta.

Goku aveva risposto a bocca piena, dopo aver smesso di ridere e rischiato di rovesciare nel piatto ciò che stava masticando.

Galen è terrestre. Non è originaria di Namek. E' nata e cresciuta sulla terra., anche se non è umana.”

A quel punto, capire era diventata una questione di principio e la famiglia Brief non se ne sarebbe andata senza sapere tutto. Solo, Gohan, per tutto il tempo in religioso silenzio, si chiese cosa sarebbe accaduto se Piccolo fosse venuto a conoscenza del fatto che gli affari suoi erano stati spiattellati in pubblica piazza, specie in quel momento delicato, in cui Galen si stava riprendendo per la dipartita di Haldir e il namecciano era teso come una corda di violino per lo stato in cui lei si trovava.

Il ragazzo pregò vivamente a tutti di tenere quelle rivelazioni per loro e non seppe dire se l'avvertimento aveva sortito effetto. Era però certo che qualcuno, su all'obelisco, aveva gli orecchi che gli fischiavano.


 

Piccolo aveva starnutito. Non gli fischiavano gli orecchi. In compenso gli pizzicava il naso. Non gli era mai successo e non ci aveva dato peso. Erano parecchie le cose che non gli erano mai accadute prima di quel periodo ed era sopravvissuto comunque.

Tutto a posto?”

Galen gli si era avvicinata. Era la prima volta che lo vedeva così e i suoi occhi parevano diventare più grandi quando era curiosa. Gli aveva tirato un asciugamano dai due che aveva poggiato in terra. Uno l'aveva portato sulle spalle.

Seguiva sempre Piccolo nei suoi allenamenti alla stanza dello spirito e del tempo ma glielo aveva ripetuto più di una volta: lei amava gli spazi aperti. Per certi versi, persino quel palazzo immenso e quasi disabitato le andava stretto.

Li, però, poteva godere del silenzio che la città non offriva e stava molto meglio che tra gli esseri umani. Era uscita dalla stanza per raggiungere la piattaforma principale. Avrebbe atteso il namecciano sedendosi sul bordo, con le gambe a penzoloni nel vuoto.

Le piaceva quando il vento le passava sulla pelle ancora bagnata dal sudore e sentiva freddo. In qualche modo, le ricordava il passato. Poi, sbuffando, avrebbe assecondato il namecciano che le urlava appresso di infilarsi sotto la doccia o si sarebbe presa un malanno. Non riusciva ancora a ficcarglielo in quella testaccia verde che era più resistente di quanto la reputasse.

Abbassò le palpebre e si concentrò nel vento. C'era qualcosa che non le tornava. Quell'odore... non poteva essere lui. Si alzò veloce e corse di nuovo verso la stanza dello spirito e del tempo. Doveva parlarne a Piccolo. Due mesi prima, quando aveva cercato in lungo e in largo il corpo del maestro per seppellirlo, era stata in grado solo di rinvenire le sue armi. Possibile che fosse sconvolta al punto di non aver considerato a pieno quella eventualità?


 

Bulma aveva elegantemente accostato la tazzina di caffè alle labbra dipinte di rosso. Aveva soffiato sulla bevanda troppo calda, per poi assaggiarla. Era più seria, in quel momento.

Certo che ne ha passate davvero molte, poverina.”

Aveva aggiunto un' altra zolletta di zucchero: la bevanda era troppo amara e lei era perfettamente in linea. Poteva permettersi qualche caloria in più.

Però mi sembra ancora assurdo che Piccolo riesca a starle vicino in momento così delicato. Voglio dire...”

Aveva immerso il cucchiaino e girato un po'.

Non è esattamente la persona più cordiale di questo mondo. Persino Vegeta è meno scorbutico di lui.”

Il chiamato in causa l'aveva incenerita con lo sguardo e aveva grugnito qualcosa, per poi tornare nella sua indifferenza.

Ti sbagli.”

Gohan era intervenuto di nuovo. Tra tutti, era il solo che si era impegnato a spezzare una lancia per il suo maestro.

Quando papà era nell'aldilà ha saputo essermi di gran conforto. Non si direbbe, ma sa essere una persona eccezionale.”

A disagio nel trattare quegli argomenti, aveva abbassato il viso verso il centro della tavola.

Poi, Galen è stata allevata da un maestro severo come lui. Sono sicuro che Piccolo sia la persona migliore per aiutarla in questo momento. Senza contare che, nonostante siano di due razze completamente diverse, nell'animo sono molto simili.”

Bulma aveva appoggiato la tazzina nel piatto e l'aveva guardato un po' spaventata.

Intendi dire che si comporta come un demone anche lei?”

Il piccolo sayan si era affrettato a correggersi.

Intendo dire che è riservata e indipendente alla stessa maniera. Galen non attacca le persone. Solo, le sopporta poco. Insomma, è scostante, ma innocua. Anzi, sono sicuro che se fosse chiamata in caso di pericolo, si metterebbe in gioco nonostante il rischio, come molti di noi.”


 

Piccolo si era ritrovato a fronteggiare un piccolo tifone e aveva iniziato ad urlare di smetterla di tirarlo per il braccio, che era perfettamente in grado di camminare da solo.

Si può sapere che accidenti t'è preso?”

Mai una volta da quando la conosceva l'aveva vista preda di quella frenesia. Aveva liberato il braccio con un strattone e l'aveva preceduta vicino al bordo della piattaforma. Aveva incrociato e braccia al petto e guardato le nuvole sottostanti. Non percepiva nulla di anomalo.

Davvero non senti niente?”

Lo sguardo deluso della ragazza lo spinse a provare e riprovare di nuovo, invano. Alla fine, stizzito, negò. Galen, allora, lo arpionò all'improvviso per il polso. Si gettò nel vuoto, portandoselo appresso. Non gli diede il tempo di iniziare a volare. Era stata troppo veloce a trasformare anche lui in vento.

Dove vuoi andare?”

Confuso, il namecciano sapeva che non doveva lasciarle la mano o sarebbe tornato normale all'improvviso. Vedeva i capelli lunghi della ragazza agitarsi veloci sulla schiena. Era a dir poco elettrizzata. Da quando non la trovava così?

Raggiungeremo il luogo che solo alla mia razza è concesso. Andremo dove ho seppellito il mio maestro.”

Piccolo era confuso.

Hai sempre ripetuto che nessuno può accedervi senza permesso, me compreso.”

Galen portò l'altra mano all'elsa della spada che era apparsa al suo fianco.

Se qualcuno dei miei simili ci ostacolerà, mostrerò questo lascia-passare. Non sarò Haldir, ma sono pur sempre l'ultima bestia. Hanno paura di me, giustamente.”

Sul viso del guerriero dalla pelle verde si era dipinto un sorriso beffardo. La ragazza stava tornando in sé e non sarebbe stato certo lui a contraddirla. Tuttavia, il piano non gli era ancora chiaro.

Perchè andiamo laggiù?”

Piccolo si guardava attorno. Sotto di loro, seminascosto dalle nubi, cominciava a stagliarsi un deserto di ghiaccio.

Per controllare il punto esatto dove ho seppellito le armi di Haldir.”

Le armi? Mi avevi detto di aver sistemato il suo corpo!”

Si rese conto del suo fugace rimorso dal vacillare della sua aura.

Per quanto io l'abbia cercato, delle sue sposglie sono riuscita a rintracciare solo le spade.”

La presa alle sue dita si era fatta più salda: Galen cercava il suo conforto e lui ricambiò deciso.

Ho pensato che il suo corpo fosse esploso, ma poco fa... sono sicura di aver percepito la sua aura. Forse... Haldir è vivo.”

Piccolo tacque, incapace di controbattere.

Se è così, il maestro, per prima cosa, avrà recuperato le sue armi. Per questo voglio controllare.”

Galen aveva sciolto le dita dalle sue, per permettergli di recuperare le sue sembianze.

In caduta libera, il namecciano atterrò con una leggera flessione delle ginocchia. Si girò verso la ragazza. Lei arrivò sul ghiaccio come se fosse una piuma. Tese di nuovo la mano verso di lui e l'altro non negò quel contatto. Il guerriero capiva benissimo che, in quel luogo mistico, si scatenava una strana magia. C'era una luce soffusa, come una melodia nella nebbia.

Ascolta unicamente la mia voce.”

Piccolo annuì. Il suo udito era sensibile e i suoni confusi che arrivavano ai suoi orecchi avevano il potere di tramortire chiunque. Cercò di concentrarsi sulla mano della ragazza. Risalì con lo sguardo verso la pelle chiara del suo braccio scoperto, fino alla spalla ed ai suoi capelli d'oro e di fuoco, che li sembravano più chiari, esili come il sole dell'inverno.

Qualcosa disturbava la sua aura e iniziava a provare fastidio alla bocca dello stomaco. Solo in seguito, gli sarebbe stato rivelato che quell'insieme confuso di sensazioni era dovuto al potere delle creature del vento, le cui spoglie erano custodite in quel luogo.

Siamo quasi arrivati.”

La voce della ragazza gli giungeva lontana, disturbata. Se non fosse per le sue dita esili, eppure strette alle sue e così calde, si sarebbe ritrovato a vagare in uno strano sogno. Fu condotto fino ad un punto in cui le pareti di due montagne di ghiaccio si univano ad impedire il passaggio. Vi era una fenditura in quelle mura naturali e Galen lo indirizzò li dentro.

Era buio. Non appena i loro occhi si abituarono alla penombra, la giovane gli lasciò la mano. Si era diretta in un punto preciso di quella strana grotta e aveva tratto qualcosa dalla roccia, all'altezza del suo viso. Il namecciano si toccò la tempia. Sudava, benchè non si fosse stancato per nulla. Era come se gli mancasse l'aria.

Cosa diavolo è questo posto?”

Galen era tornata da lui. Aveva portato con se una torcia. Le fiamme imporporavano le sue guance e si riflettevano nelle sue iridi rese più scure e profonde dalla mancanza di luce dell'ambiente.

Questo posto è permeato dalla magia dei miei avi. Ti trovi dove a nessun umano sarà mai concesso. Qui, non è mai entrato alcun supremo.”

Ormai gli aveva reso chiaro il concetto che, se le avesse lasciato la mano, la forza che emanava dall'aria stessa l'avrebbe schiacciato.

Non appena le toccò il polso, il namecciano si sentì meglio. Riuscì ad orientarsi e distinguere i contorni precisi delle stalattiti sopra la sua testa, dei rivoli d'acqua che gocciolavano dal soffitto o serpeggiavano tra i suoi piedi. Si trattava di una grotta sotterranea scavata dalle mani sapienti della natura, nell'arco delle ere. Una caverna come tante, ma arcana come poche. Più si inoltravano dentro, più i cunicoli si ampliavano, fino a divenire gallerie, strade. D'un tratto, si affacciarono su uno specchio d'acqua che rifletteva le sculture di pietra e luce scanalate dall'acqua. Per parecchi secondi, Piccolo restò ad ammirarle senza fiato, col naso all'insù. Poi, portò il viso ad altezza normale. Si bloccò e spalancò le palpebre.

Cosa sono quelli?”

Indicò, inorridito, temendo già la risposta, nello scorgere delle strane figure umane con elmi a coprire la testa, bloccati nel ghiaccio.

Esattamente ciò che sembrano.”

La risposta non gli piacque per nulla, mentre la giovane lo portava più prossimo a quei cadaveri ibernati. Per fortuna, le armature li coprivano del tutto e, se Galen non avesse parlato di cimitero, di certo il namecciano non avrebbe subito realizzato, con disgusto, cosa avesse avuto davanti.

Con che razza di tecnica li... tumulate così?”

Chiese con un certo ribrezzo.

Noi non tumuliamo i nostri morti, li lasciamo semplicemente a dormire su queste pareti. Poi, la nostra terra liriprende a sé e li accoglie nel suo seno, come puoi vedere da te.”

Fu condotto abbastanza avanti in quella macabra sfilata. Poi, Galen si arrestò all'improvviso, come pietrificata. Fissava un punto in cui la parete di ghiaccio pareva scavata con un colpo secco dall'esterno. Deglutì e si rivolse a Piccolo.

Qui io avevo lasciato le sue spade. Una volta che questo luogo reclama qualcosa a sè, si dice che solo il legittimo proprietario può reclamarlo.”

Il namecciano aggrottò la fronte per poi sorridere, di rimando. Era felice. Haldir non gli andava troppo a genio, soprattutto da quando si era reso conto di quanto fosse forte il legame tra lei e la persona che amava. Però sapeva anche quanto Galen gli fosse affezionata e la sua gioia era la cosa più importante. Piccolo l'attirò a sé. La strinse forte. In quella grotta dove c'era morte l'abbracciò stretta a sé e le baciò la fronte. Fu irruento. La fiaccola che l'altra teneva cadde e si spense ai loro piedi.

Sono felice per te.”

Sciolto anche quel nodo, potevano finalmente essere liberi. L'idillio si incrinò d'un tratto, quando una stalattite sopra le loro teste iniziò ad incrinarsi in modo preoccupante. Deciso, il namecciano le aveva preso il polso, diretto come un razzo verso il percorso inverso.

Io qui non ci resto un attimo in più del necessario.”

Aveva decretato, senza possibità d'appello. Aveva finto di non sentire la ragazza che rideva, sì, ma di lui.


 

Goku e Vegeta erano all'esterno di casa Son, intenti a discutere dei fatti loro. Il principe dei Sayian era curioso della tecnica usata dalla ragazza di Piccolo e non si capacitava del fatto che l'amico non ne sapesse nulla, pur avendola vista diverse volte.

Sei il solito superficiale.”

Lo aveva rimproverato, alzando la voce.L'alterco era stato però bloccato dall'avvicinarsi di due aure, una conosciuta. Piccolo era atterrato a pochi metri da loro e, se tanto riportava tanto, quella che si aggrappava alla sua tuta doveva essere la sua fantomatica compagna.

Vegeta l'aveva squadrata con curiosità, causandole rossore alle guance e prurito alle mani. La sensazione, per la ragazza, si enfatizzò quando si rese conto che l'altro esemplare sayan s'era portato appresso la famiglia. La sua donna era il prototipo di umana che lei detestava di più: testa funzionante e lingua lunga. Appena l'aveva inquadrata, aveva stretto la stoffa della tuta di Piccolo in un gesto che era a metà tra l'implorare di non essere lasciata in balia di quella e la minaccia che gliela avrebbe fatta pagare se solo avesse osato pensare di farlo.

Si era decisa a staccarsi da lui solo perchè Piccolo aveva una reputazione da difendere e, davvero, sapeva che aveva avuto i nervi tesi troppo a lungo a causa della sua debolezza.

Non avevano bisogno di fermarsi li, ma Piccolo desiderava discutere con Gohan degli ultimi sviluppi o, semplicemente, mettere a parte un carissimo amico di una grossa rogna appena tolta. Così aveva ingoiato il rospo per amore di lui ma, nel momento in cui aveva incrociato il cipiglio della turchina, aveva deciso che avrebbe dato il meglio di se, contro il compagno, negli allenamenti del giorno dopo.

Si era inchinata, tutta d'un pezzo, prima che potessero iniziare a tempestarla di domande. Comprendeva benissimo quanto la gente potesse diventare curiosa sul suo conto.

Ci aveva provato, quando erano dentro casa, a svelare il meno possibile dei fatti suoi, ma niente e nessuno poteva vincere l'intelligenza di Bulma Brief. Suo malgrado, Galen capì quel giorno che, a volte, non basta il potere del vento e l'anima del guerriero per farla in barba ad una fragile umana.


 

NOTE AUTORE:

E' un epilogo “aperto”, che spero scorra leggero come il tempo che passa, perchè ci sono cose che accadono indipendentemente dalla nostra volontà, natualmente. Il mio intento era ricreare, almeno un po', quella naturalezza.

A chi ha continuato a starmi vicino fino ad ora, anche quando io sono sparita, mando un ringraziamento particolare, di tutto cuore.

Chissà, forse questo non sarà un addio, ma solo un arrivederci.

Un saluto e un abbraccio,

Roxy :)

  
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