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Autore: ToraStrife    15/02/2013    2 recensioni
Anche se non ne sono il padrone, frequento due gatte.
Le amo davvero. Ma loro, per motivi diversi, non possono amare me
Avvertimenti: (No, niente zoofilia)
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due gattine
DUE GATTE
(ED IO)


Anche se non ne sono il padrone (né potrei esserlo mai, per via del mio appartamentino, praticamente una cameretta in un sottotetto), frequento due gatte.
Le amo davvero. Ma loro, per motivi diversi, non possono amare me.

La prima è una gattina rossiccia dalle tonalità abbastanza scure.
E' quella che conosco da più tempo.
La
prima volta che l'ho incontrata quando era una gracile micina dal pelo  tutto rizzato per l'occasione, completamente vivace e scontrosa, mentre miagolava, sentendosi una tigre, e soffiava su ogni cosa che si muovesse.
Vedendola così non riuscii, nella mia natura diavolina, a fare a meno di stuzzicarla con un pizzicotto.
Mi rispose con un graffio.
Litigammo (ma in realtà era più un gioco che una lotta) e alla fine si impettì e scondizolò antipaticamente la coda, in uno sdegnoso addio.
Addio che alla fine non è mai stato, nonostante le varie volte che ci siamo persi di vista.
Recentemente mi ha confessato che tra i tanti umani incontrati, io sono l'unica persona con cui non abbia mai litigato.
Per prenderla in giro su queste parole, le ho fatto vedere la cicatrice del la graffiata.
Lei è arrossita, risaltando il colore originario del suo muso, giustificandosi sul fatto che fosse "roba di tanto tempo fa" e mi ha pregato di  non ricordarle di quel momento in cui era una "piccola batuffolotta immatura".
Sorrido a quanto sia buffo il paradosso di un buon rapporto, nato da una litigata (una sorta, diciamo).

L'altra mia gatta è una snella e agile figura ammantata di bianco, che si muove con grazia ed eleganza. Di grande intelligenza, spesso ci intendiamo anche solo con lo sguardo.
Pensate che è stata lei ad approcciarmi la prima volta, facendomi pruuuuriginosi complimenti sul wurstel cadutomi dal panino, mentre stavo mangiando tranquillamente sulla panchina.
Miagolii di apprezzamento e fusa a parte, era anche molto cauta nell'avvicinarsi, temendo in una mia reazione infastidita: un po' sorpresa, non ha opposto resistenza quando decisi di prenderla in braccio.
Da allora ci frequentiamo spesso, lei a volte per chiedere cibo  (spesso anche saltandomi direttamente in braccio), e io per offrire qualche "avanzo" cucinato e avanzato per puro caso (un "caso" puramente intenzionsale, come avrete intuito).

La prima gatta si chiama Quinn, come la fidanzata del Joker, e come lei, è un po' matterella. Non si ferma mai, fa sempre un sacco di cose, spesso anche contemporaneamente. Miagola bizzarre melodie tra l'arrabbiato e il romantico,  disegna fantasiosi graffiti sui muri dei divani abbandonati,  racconta storie di strani amori che conquistano tutte le micie del vicinato.

La seconda gatta si chiama Euridice, come la famosa ninfa.
Come lascia intendere il nome, è davvero una bella gatta, "con un gran bel pedigree" direbbe qualche maniaco gattofilo, è socievole e di amabile compagnia. Di un rango davvero elevato, potrei dire.

Quinn è una giovane scavezzacollo, e anche se lei non si considera per nulla bella, molti mici di quartiere sembrano pensarla diversamente. Ha ricevuto proposte più di una volta, ma le aveva sempre rifiutate, in virtù della sua voglia di indipendenza.
Ultimamente però l'avevo vista finalmente insieme a un gatto, e finalmente vedevo che la sua parte femminile stava venendo fuori.
Dal piccolo gattino quasi scheletrico che era, aveva quindi cominciato a prendere peso, e contemporaneamente, a sembrare più femminile e più bella.
L'ho vista anche sorridere per la prima volta, per come può sorridere un gatto, naturalmente.

Che Euridice porti il nome di una ninfa non è un caso: è una gatta, lo ribadisco, di una bellezza aulica. E' così bella che non esiste gatto nei dintorni che non si giri nel guardarla. Lei si considera un po' imbranata in questo genere di cose, ma sembra comunque consapevole del suo fascino, e non se ne dispiace.

L'ho rivista, Quinn. Senza il fidanzato. O meglio, l'ultima volta che l'ho visto, quel tizio stava soffiando cattiverie inviperite all'indirizzo della (evidentemente) ex-fiancee. Per il poco che so di gattese, la chiamava con appellativi come "mostro" e "innaturale".
Sentendo Quinn nel spiegarmi le cose, scoprii un suo lato che non conoscevo, né avrei mai potuto immaginare.
A Quinn piacciono le gatte dello stesso sesso.
"Oh, bella, una gatta lesbica", mi è venuto da pensare.
Se capita anche ai gatti, nessuno potrà più dire che l'omosessualità sia una cosa contro natura, come dice sempre il parroco del mio paese. Tra l'altro, lui i gatti li odia.
Ma Quinn è sempre la vivace kitten che conosco, per cui non solo non si è persa d'animo, ma ha già trovato il nuovo amore.
Jolly, una strana gatta nera, taciturna e dall'aria misteriosa. Non ci ho mai parlato direttamente, anche se pare avere una fama di scontrosa.
Ma tutto ciò che so, è che quando Quinn ne parla, sorride.

Euridice non è una gatta incazzosa, al contrario, ma non mi ripeterò. Eppure, la legione di spasimanti che occasionalmente organizza crociate per conquistare il suo cuore, puntualmente naufraga in un fiasco di vino (e tarallucci).
E' bene precisarlo, lei non rizza il pelo, non si  arrabbia (tranne per motivi gravi), e non alza un'unghia.
Ma la lingua, quella sì, la agita come una spada, e ne uccide parecchi. Mi riferisco agli animi dei giovani gatti. Io che un po' di gattese lo capisco, me ne accorgo.
Le parole, le battute che usa per liquidarli. Precise, letali, mirate. Nessun insulto, anzi, quasi assomigliano a dei complimenti.
La chiamano Acida. I suoi rifiuti sono più dolorosi di qualsiasi parolaccia.
Se avete presente Elizabeth di Orgoglio e Pregiudizio, avete trovato il suo modus operandi.
Immaginerete quindi i modi raffinati, tanto ammirati quanto distanti dal rozzo volgo dei randagi del vicinato, la cui massima cosa che possono intonare sono dei cori da stadio.
A volte, credo, sembra quasi sfuggire il concetto stesso dell'amore e dell'affetto.

Quinn mi ha confessato di essere stata cacciata dalla sua padrona. Ora vive con i padroni di Jolly.
Ci credereste? "Sei una gatta contro natura". Le hanno detto.
A quanto pare l'intolleranza travalica le specie.
Peccato, la padrona era davvero carina, e ammetto di averci fatto più di un pensiero. Ma probabilmente l'avrei lasciata al primo litigio per un motivo stupido. Tipo l'abbandonare un gatto per un orientamente sessuale.
Mi sono scusato con Quinn per non aver potuto fare nulla, ma lei mi ha rassicurato che "Va bene così", e "Sono sicura che se avessi bisogno di stare fuori casa per qualche ora, tu non mi negheresti il tuo aiuto
".

Ho pur sempre un monolocale, mi stai sopravvalutando, sciocchina.



Il mio noto carattere diavolino, lo stesso che elargisce pizzicotti ai caratteri incazzosi, si è manifestato nei confronti di Euridice, e ho preso a inondarla di gesti d'affetto.
Qualche costosa scatola di Sheba qua, qualche rosellina (fintamente) dimenticata per terra - sì, ha anche il vezzo dei fiori. - magari qualche profumo che adora.
E a volte gioco a fare il romantico, magari aspettandola con il dono al chiaro di luna, a volte anche a sacrificio del mio sonno.
Dice che a volte i miei complimenti e regali la fanno arrossire (ma è anche vero che a volte mi faccio prendere la mano), ma non lo so cosa lei pensi di questo mio comportamento, se pensi che io abbia una vera cotta per lei o meno.
Tuttavia, non dice mai niente di definitivo, forse perché ha paura di sapere l'imbarazzante verità (che verità non è, ma solo e sempre il mio dispettoso carattere diavolino) o semplicemente perché, in fondo, essere corteggiata non le dispiace.

Non so neppure io quale che sia la verità. So solo che, in mezzo a tanti animali, loro sono le due che mi hanno lasciato qualcosa di speciale.
E che continuerò ad amare e supportare, nonostante non né sarò mai padrone né "fidanzato".






  
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