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Autore: wintershield_    15/02/2013    4 recensioni
Juliet è una normalissima studentessa universitaria, con un futuro brillante ad aspettarla. La sua vita viene però sconvolta dall'assassinio del suo fidanzato da parte di una demone di nome Lilith. Il desiderio di vendetta e di risposte la porterà ad entrare a far parte del mondo dell'occulto e dei cacciatori di esseri soprannaturali grazie allo zio. Sul suo cammino incontrerà due fratelli cacciatori: Sam e Dean Winchester, che le cambieranno la vita più di quanto si sarebbe mai aspettata.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Prologo
 
1.

 
Aprì lentamente la porta, il cuore le batteva più che mai e il respiro aumentava di secondo in secondo. Decise di calmarsi, o non solo le sarebbe venuto un infarto, ma si sarebbe anche fatta scoprire. La porta emise un cigolio alquanto sinistro, dava seriamente l’impressione di essere in un film dell’orrore. Dimenticava che con molte probabilità vi ci si trovava veramente. La stanza in cui si ritrovò era completamente ricoperta di polvere, segno che era stata abbandonata da tempo, molto tempo. Le uniche parti che non erano impolverate erano delle tracce sul pavimento. Questo era un buono e cattivo segno allo stesso tempo. Buon segno perché c’era qualcuno nella casa e quindi non era venuta lì per niente. Cattivo perché allo stesso tempo non sapeva chi ci fosse, e anche se si fosse trattato della persona che stava cercando, non era sicura di uscire viva da quel luogo.
Strinse più forte la sua Colt. Lo zio gliela aveva data prima che partisse, dopo averle insegnato tutto quello che c’era da sapere per fare quel “mestiere”, sempre che di mestiere si potesse parlare.
Si era imposta un obiettivo, e non ci avrebbe rinunciato, di certo non per paura: doveva trovare Lilith, la doveva uccidere. Molto probabilmente sarebbe morta facendolo, ma anche in quel caso, Juliet avrebbe avuto la sua consolazione: avrebbe raggiunto Daniel.
Certo era una consolazione, ma lei non voleva morire, non più, ora voleva vendetta, e l'avrebbe ottenuta ad ogni costo.
Seguì le tracce fino ad un'altra stanza, dove sentì delle voci.
"Probabilmente è di qui..."
"Forse dovremmo dividerci..."
"D'accordo, Sammy, ma stai attento, e se vedi o senti qualcosa, non esitare ad ucciderlo."
Per un momento la ragazza pensò di aver trovato Lilith, ma la sua illusione svanì subito: quelle erano voci maschili. Si affacciò per vederli meglio, non si erano nemmeno accorti della sua presenza. A prima vista sembravano all'incirca della sua età, ma non poteva sapere se erano umani oppure se erano stati posseduti dai demoni. Che cosa ci facevano lì, in quel luogo sperduto? Di certo, del tutto umani o...umani normali non erano.
Alzò la sua Colt e la puntò verso i due: "Fermi dove siete o giuro che vi sparo!", minacciò cercando di mantenere la voce ferma, ma senza molti risultati.
I due si voltarono e quando videro che la ragazza aveva in mano una pistola, si scambiarono uno sguardo piuttosto perplesso e alzarono le mani fin dietro la testa.
"Bravi, così...", fece lei guardandoli bene. Il più alto dei due aveva  i capelli castani di media lunghezza e lisci, mentre i suoi occhi non erano particolarmente grandi, ma di un colore incredibile, a metà tra il grigio e il verde.
L'altro, nonostante fosse più basso, sembrava essere il più grande dei due. I suoi capelli erano biondo cenere, corti e scompigliati leggermente con il gel. Gli occhi erano simili a quelli dell'altro, ma più grandi e di un verde striato di nocciola. Decisamente un peccato se avesse dovuto eliminarli. "Chi siete?", chiese poi.
"Potremmo farti la stessa domanda...", le disse il biondo con un tono un po' seccato.
"Ve l'ho chiesto prima io, e dato che sono io quella con in mano la pistola, ho io il diritto di fare domande!"
Vide il ragazzo assumere un'espressione un po' sorpresa a causa della sua risposta, forse non credeva che una ragazza potesse tirare fuori tanta spina dorsale.
"Uao, ehm, okay! Il mio nome è Dean Winchester, e lui è mio fratello Sam."
"W-Winchester?", saltò su perplessa, non ci poteva credere. Suo zio le aveva parlato di loro. Erano due cacciatori molto famosi e lui conosceva il loro padre, John. Ricordò tutti i racconti di suo zio, tutte le storie che le aveva raccontato sui famosi fratelli Winchester. Aveva sempre sognato di incontrarli, di vivere un'avventura con loro, ma questo era prima della morte di Daniel. Da allora aveva dimenticato tutti i progetti, i sogni, e si era dedicata solo alla vendetta.
Ora però i due fratelli erano lì davanti a lei e...non ci poteva credere.
Un momento...io sto ancora puntando contro di loro la pistola?
"Vorresti dirci chi sei tu? E magari anche abbassare la pistola?", chiese Sam in tono gentile.
"Sì, ehm...”, abbassò l'arma di scatto, provando un improvviso senso di vergogna, e anche voglia di scappare. "Il mio nome è Juliet Hale...", si presentò, "Mason Hale è mio zio e mi ha parlato tanto di voi, delle vostre storie. Conosceva vostro padre..."
"Sì, papà ci ha parlato di Mason, ma non sapevamo avesse una nipote...", continuò Sam, ma prima che Juliet potesse rispondere, un getto d'acqua le bagnò la parte superiore del corpo, inzuppandole la camicetta lilla e...il giubbotto di pelle, il suo amato giubbotto di pelle.
Urlò dallo stupore e rimase un attimo scossa, prima di rivolgersi all'autore di quel gesto, ovvero Dean: "Figlio di puttana! Giuro che se mi hai rovinato il giubbotto di pelle ti uccido!"
"Beh, scusa, ma dovevo verificare che non fossi un demone!"
"Già, magari se mi avessi fatto finire di parlare, avresti evitato! Stavo dicendo che non è da molto che faccio la cacciatrice, e quindi non ho ancora fatto niente per farmi conoscere nel vostro giro..."
"Oh, e allora che cosa ci fai qui?", chiese Dean.
"Sto dando la caccia a un demone di nome Lilith."
"Questo è il tuo primo caso, e vuoi uccidere Lilith? Stai scherzando, vero?", saltò su di nuovo Dean in un tono derisorio che fece irritare molto la ragazza.
"No, non sto scherzando. Devo vendicarmi di lei e non mi fermerò finché non lo avrò fatto!"
"Beh, buon funerale!"
"Juliet, ignora mio fratello e i suoi modi. Sta cercando di dirti che Lilith non è una preda facile, noi è da un po' che la stiamo cercando e credimi quando ti dico che ci sta dando del filo da torcere. Temo che da sola non riusciresti a farcela..."
"Questo lo avevo messo in conto, però non ho scelta."
"Posso chiederti cosa è successo?"
"Lei...", prima di rispondere, la ragazza trasse un profondo respiro. Non ne aveva mai parlato praticamente con nessuno. "Lei ha ucciso il mio fidanzato.", rispose con un groppo alla gola.
L'espressione di Sam mutò improvvisamente: "Io...mi dispiace molto. Ma se ti può consolare, so cosa si prova..."
"Lo so...mio zio mi ha raccontato la storia di Jessica..."
"Ah beh, tu sai tutto di noi, ma noi non sappiamo niente di te!", intervenne Dean, sbattendo le braccia.
"Ehi, è diverso! Mi hanno raccontato le vostre avventure, ma non vi conosco, così come voi non conoscete me, e..."
"Vuoi unirti a noi?", chiese Sam.
"Cosa?", strillò Juliet.
"Cosa?", la seguì Dean. Non strillò, ma la voce gli uscì piuttosto acuta.
"Beh, stiamo tutti cercando Lilith. Lei da sola non ce la può fare, e a noi un aiuto non farebbe male!"
"Non ci serve un aiuto, e anche se ci servisse, di certo non ce lo potrebbe dare lei!", intervenne Dean.
"Cosa? Un momento, e perché?", saltò su la ragazza, offesa.
"Beh, senza offesa Juliet, ma...non hai esattamente tanta esperienza..."
"Dean!", lo riprese Sam, ma lei non ci fece caso.
"Okay, è vero! Ho poca esperienza, e di certo non quanto voi, ma ho imparato tutto quello che c'è da sapere per fare questo lavoro. E' quello che voglio fare, ora lo so, mi sono impegnata per avere sangue freddo e lasciare fuori tutto il resto. Voglio aiutarvi, lo voglio da quando mio zio mi raccontava le vostre storie. Voglio uccidere qualche figlio di puttana con voi, e, se me ne darete la possibilità, posso dimostrarvi di saperlo fare!", disse la ragazza, proprio rivolta al biondo. Era l'ultima e unica possibilità che aveva per convincerlo.
 
Dean rimase sorpreso ed ammirato dalla determinazione della ragazza. Le ricordava molto Sam. Era evidente che aveva voluto diventare una cacciatrice per via della morte del fidanzato, e una parte di lui voleva dirle che una volta entrata in quel mondo, non ne sarebbe più uscita e le avrebbe avvelenato l'anima...ma come poteva fermare quella forza, quella determinazione che leggeva negli occhi nocciola di quella strana ragazza spuntata dal nulla?
"D'accordo. Vieni con noi. Però non sarà per sempre, questo lo sai?"
"Certo, morta Lilith ognuno per la sua strada. E poi, avrò acquistato la pratica necessaria per cavarmela da sola."
"No, poi avrai ottenuto la tua vendetta e potrai tornartene a casa a vivere la tua vita."
Sam lo guardò in maniera strana, temendo che non si stesse rivolgendo solo a Juliet con quel discorso, ma anche a lui. Ricordò tutti i litigi che avevano avuto all'inizio, sul fatto che dopo che avesse vendicato Jessica, sarebbe tornato a studiare e non avrebbe cacciato più. Avevano affrontato tante volte quell'argomento che al solo pensiero Sam aveva la nausea.
"E' questa la mia vita, ora.", la voce di Juliet interruppe il suo flusso di pensieri.
"Spero ci ripenserai."
"Perché?"
"Perché non auguro a nessuno questa vita, nemmeno ad una ragazza sconosciuta e presuntuosa."
"Io cosa?"
"Basta, basta! Dean, ma cosa...?", lo riprese il fratello.
"Quindi io sarei presuntuosa? Senti da che pulpito viene la predica! Mister FacciaDaFotomodello con il giubbotto di pelle in stile used! Ma per favore, dove hai parcheggiato l'Harley?"
"L'Harley non lo so, dolcezza, ma la mia Chevy è lì fuori!", rispose lui indicando la grande finestra della stanza, che dava sulla strada, con aria soddisfatta.
Juliet seguì la direzione indicata da Dean e notò l'auto. "O mio Dio! Quella è un Impala del '67! Cavolo, che bella!"
"Sei...appassionata di auto?", chiese Dean perplesso.
"Mh, un po', quanto basta per riconoscere e adorare quell'auto!", rispose lei e corse fuori per ammirarla. Sam e Dean la seguirono e quest'ultimo le disse, con il petto gonfio dalla soddisfazione. "Juliet, questa è Baby!"
"E' perfetta. Tranne che per una cosa, peccato..."
"Cosa? Cosa ha che non va la mia macchina?", chiese Dean, per poi guardare attentamente il suo gioiellino, in cerca del difetto che la ragazza aveva notato e lui no.
"Il proprietario!", rispose lei, scoccandogli un'occhiata tagliente ma soddisfatta di averlo spiazzato. Sam iniziò a ridere. "Seccato in pieno!", esclamò rivolgendosi al fratello.
"Già, haha, davvero divertente. Vogliamo andare prima che cambi idea e ti lasci legata ad un palo con il guinzaglio?"
"Punto primo: vai al diavolo.”
“Già fatto…”
“E punto secondo…”, continuò lei ignorando quell’appunto, “Mi sono dimenticata di dirvi una cosa, ho la Colt!"
"Tu hai cosa?"
"La Colt! Hai presente la pistola che uccide i demoni? Non mi dirai che un esperto come te non sa che cosa sia!"
"Certo che lo so, Miss So-Tutto-Io! Ma ce lo dici così?"
"Come avrei dovuto dirvelo? Ve l'ho anche puntata contro!"
"Tu...ah, lascia perdere! Ma si può sapere come cavolo fai ad averla?"
"L'ultima missione di mio zio prima di andare in 'pensione'  è stata quella di recuperarla, affinché io potessi usarla. E lui sa il fatto suo, credetemi."
"Beh, Dean, adesso non puoi più non volerla!"
"Io ho sempre voluto la Colt!"
"Parlo di Juliet!"
"Lo so, l'avevo capito!"
"Bene! Allora, mi fai guidare?", intervenne Juliet sfoderando un sorriso a trentadue denti.
"Sì, certo. Quando il mondo finirà!"
"Di questo passo non  mancherà molto!"
"Uh, già...beh, nemmeno in quel caso te la farei guidare!"
"Ma che simpatico!", disse lei sorridendo falsamente per poi salire in macchina.

  
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