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Autore: moni_cst    16/02/2013    5 recensioni
Dopo lo sneak peak 4 della 5x15 mi è venuto in mente questa storia.
"Sir, con tutto il rispetto, non credo di volerne parlare adesso"
"Ha ragione Detective, non è il momento migliore ma ora si è reso assolutamente  necessario" lo disse in maniera decisa e perentoria e Beckett si sentì salire un astio dentro il petto. Come poteva quella donna essere così insensibile; d'accordo lei era assolutamente nel torto per averle mentito per mesi e mesi ma tirare fuori l'argomento ora le sembrava assurdo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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ALLO SCOPERTO

La detective lo guardò intensamente e dentro il suo sguardo lesse la disperazione più profonda e lo smarrimento e l'impotenza che anche lei sentiva. Senza nemmeno un attimo di esitazione lo abbracciò stretto per cercare di donargli un po' di calore e di conforto, pur sapendo che nulla in realtà avrebbe potuto farlo stare meglio se non l'abbraccio di Alexis.
Nonostante il drammatico momento Castle si preoccupò per lei e le sussurrò
"La Gâtés potrebbe vederci"
Ma come poteva essere che si preoccupasse per lei  in un momento del genere?
"Non importa".

Usciti dalla sala interrogatorio lo guardò mentre si allontanava con le spalle basse e ricurve. Era distrutto, letteralmente distrutto. Anche Beckett sentiva un forte groppo sullo stomaco, il nervo vago che si contraeva ogni qual volta la tensione era forte.
La Gâtés uscì dalla saletta sul retro della sala interrogatori e guardò intensamente Castle che si allontanava, dopodiché appoggiò una mano sulla spalle di Beckett e le chiese di seguirla immediatamente nel suo ufficio. La detective la guardò stupita: non ci poteva credere che avrebbe dovuto affrontare la Gates subito; sinceramente neanche da Iron Gates si sarebbe aspettata tanta indifferenza. Il pensiero di dover dire subito dopo a Castle che non avrebbero più lavorato insieme, non che in quel momento sarebbe importato qualcosa in effetti, ma lo trovava assolutamente inappropriato e ingiusto. Ci mancava solo che tra i pensieri di Castle ci fosse anche questo.  La Gâtés avrebbe anche potuto far finta di niente almeno finchè avessero avuto notizie su Alexis.
Mentre lentamente si avviava verso l'ufficio del capitano una morsa al cuore le fece comprendere quanto anche lei si fosse affezionata a quella ragazza. In fin dei conti uno degli aspetti che per primo la colpirono di Castle era stato proprio lo scoprire che padre affettuoso e attento fosse dietro la maschera dello scrittore un po' bohémienne.
"Sir, vorrei rimandare questa conversazione. So che dovrò subire una sospensione ma le chiedo di aspettare che..."
"Non stia in piedi detective si sieda" la Gâtés la invitò a sedersi ma allo stesso tempo si avvicinò alla scrivania davanti alla sedia e vi si appoggiò . Beckett non amava trovarsi in situazioni in cui doveva guardare il suo interlocutore verso l'alto. Anni di esperienza in sala interrogatori le avevano insegnato  che quello era il modo migliore per perdere la battaglia in partenza. Ma non poteva farci niente. Sospirò.
"Beckett lei mi deve dire qualcosa?" Chiese il capitano alzando un sopracciglio.
Kate rimase interdetta, sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato ma sinceramente le sembrava davvero inopportuno parlarne adesso con la sua mente e il suo cuore  a casa di Castle. Era lì che lei si sarebbe dovuta trovare. Sarebbe dovuta essere da lui per confortarlo, per stargli seduta vicino sul divano a tenergli la mano abbracciandolo con l'altra e avrebbe dovuto accarezzargli la testa, che lui avrebbe sicuramente appoggiato sul suo grembo. Era lì che doveva stare! Era lì che voleva andare!
"Sir, con tutto il rispetto, non credo di volerne parlare adesso"
"Ha ragione Detective, non è il momento migliore ma ora si è reso assolutamente  necessario" lo disse in maniera decisa e perentoria e Beckett si sentì salire un astio dentro il petto. Come poteva quella donna essere così insensibile; d'accordo lei era assolutamente nel torto per averle mentito per mesi e mesi ma tirare fuori l'argomento ora le sembrava assurdo. Doveva solo stare attenta a non mancarle di rispetto, non poteva permettersi anche l'accusa di insubordinazione.
"Capitano io...."
"Kate mi guardi: in un momento difficile, mesi fa quando venne a chiedermi di ritirare le sue dimissioni,   le dissi che speravo che un giorno lei potesse avere e riporre la stessa stima e la stessa fiducia che aveva per il capitano Montgomery." Dicendo questo prese la sedia accanto alla detective la avvicinò e si sedette. Poi continuò :
"Credo che quel momento sia arrivato. Non può continuare a non essere sincera con me. Non va bene. Lei è la miglior detective del distretto è una donna molto intelligente e non posso credere che non abbia nemmeno tentato..."
"Mi scusi sir, ma non capisco più ...."
"Kate mettiamola così: lo so da mesi ormai della relazione tra lei e il signor Castle e aspettavo che fosse lei a parlarmene per non peggiorare ancor di più la situazione". Kate cercò di dire qualcosa ma la Gâtés sollevò un braccio per fermarla e continuò
"..ma visto che non trova il coraggio ho deciso di venirle incontro ... D'altronde dopo avere ricevuto in dono anche  il suo regalo di San Valentino e aver letto il suo biglietto penso proprio di avere il diritto di farlo " le guance di Kate si fecero di colpo color porpora e l'imbarazzo che provò in quel momento fu tangibile. Come diavolo aveva fatto a ridursi così e ad aver permesso alla situazione di arrivare fino a questo punto?
"Sir, le devo delle scuse. Speravo che il nostro comportamento fosse stato abbastanza consono al luogo dove ci troviamo, ma evidentemente mi sbagliavo" sospirò " poi a San Valentino la situazione è stata davvero imbarazzante, sembrava quasi che Castle fosse diventato un Mr. Bean in erba tanto è stato sbadato e... in ogni caso " continuò risoluta tirando su la schiena, prendendo un grosso respiro per riprendere un tono più professionale " le vorrei chiedere di far partire le sanzioni nei miei confronti solo dopo che la figlia di Castle venga ritrovata. So che le sto chiedendo di infrangere le regole ma da qui posso avere maggiori informazioni ed essergli maggiormente di aiuto".
La Gates sospirò e la guardò ammirata per la determinazione ma non poté che ribattere
"Kate, lei è una donna in gamba ma a volte è cieca o forse dovrei dire sorda".
"Scusi Capitano, non ho afferrato il conc…"
"Non mi ha sentito prima fuori dalla sala interrogatori? Le ho detto di ritrovarla e di chiedere per qualsiasi cosa avesse bisogno"
"Grazie Capitano, si ho sentito; ma adesso lei mi ha chiamato qui per parlare di me e di Castle e io a questo punto sono un po' confusa".
"Kate le sto dicendo che io so di voi due e che il regolamento della polizia è chiaro in questi casi. Ma le sto dicendo anche, in modo molto confidenziale che vorrei non uscisse da questo ufficio, che tecnicamente Castle non è un poliziotto ma un consulente quindi nella mia interpretazione del regolamento non ci sono problemi." nel dire usto fece una pausa per sottolineare l'importanza di quanto affermato. "Ma mi piacerebbe che in giro non si sapesse di questa mia accondiscendenza, confido nella sua discrezione."
"Non so davvero come ringraziarla io spero di poter ripagare un giorno la sua fiducia"
"Lo fa già tutti i giorni conducendo il suo lavoro con passione e  dedizione. Ma il motivo per cui, in questo momento così difficile per il signor Castle e lei, io le sto dicendo questo è che vorrei che lei si sentisse libera di parlarmi e di chiedermi qualsiasi cosa. Kate, il nostro è un lavoro molto difficile e duro. Per una donna lo è ancora di più, ma questo lei lo sa meglio di me. Avere una persona accanto, una famiglia da cui tornare dopo aver inseguito criminali, visitato scene del crimine e indagato fino a tarda notte, rende il nostro lavoro un po' più accettabile e gestibile."
Beckett la guardava con attenzione in silenzio, stordita per tutte quelle parole che mai si sarebbe aspettata dalla Gates.
"Kate, lei ha avuto una vita difficile e nonostante abbia dato sempre il massimo nel suo lavoro, in quest'ultimo anno lei ha continuato a dare il massimo con il sorriso sulle labbra. e con una determinazione, se possibile, ancora maggiore. Le sto dicendo questo non come il suo Capitano ma come donna. Non si lasci ingabbiare dalla rigidità da divisa. Viva la sua vita e non lasci gli affetti relegati in secondo piano. E' possibile anche in questo nostro difficile mondo."
"Capitano io … sono davvero senza parole".
"Ora si alzi e vada a fare il suo lavoro con questa nuova consapevolezza. Tutto ha bisogno adesso tranne che di preoccuparsi di tener nascosto il suo legame a me. Se continuerete a comportarvi con la discrezione che finora avete avuto non ci saranno problemi neanche per me. D'altronde io posso far finta di non vedere ma fino ad un certo punto!"
"Grazie, davvero, capitano. Le sono riconoscente. Ma una domanda: Perché proprio adesso?".
La Gates sorrise e mettendole una mano sul ginocchio le rispose.
"Perché deve riportare a casa quella ragazza e la situazione è molto delicata. Sa, è la figlia di uno dei miei uomini ma è anche la figlia di un uomo ricco e famoso. Questo può rendere le cose più difficili e la situazione più delicata. IO vorrei che lei si sentisse libera, solo e soltanto in questo frangente, di essere se stessa con il signor Castle. Quell'uomo ha bisogno di lei come poliziotto, per le indagini, ma credo abbia bisogno di lei soprattutto come compagna di vita. Inoltre se la situazione dovesse volgersi al peggio tutta la mia squadra ne risentirebbe negativamente. E io non posso permettermelo". le strizzò un occhio.
"Ora vada, vada dal sig. Castle e lo aiuti a non fare qualche stupidaggine. In certi momenti non si può e non si deve stare da soli. Vada. E mi tenga costantemente aggiornata".
Beckett fece un cenno di assenso col capo e mentre stava di spalle richiudendo la porta, sorrise nel sentire la Gates aggiungere " e si ricordi, questa conversazione non l'abbiamo mai fatta!".
 


 

Spazio di Monica:

Non so perchè mi è venuta in mente questo confronto tra Beckett e la Gates. Penso che prima o poi ci sarà e mi piacerebbe che la stima reciproca facesse superare regolamenti e quant'altro. Ma la realtà del lavoro è sempre diversa quindi chissà.

Secondo tentativo di scrivere una ff, sono molto meno soddisfatta dell'altra che ho scritto, ma gradirei comunque sapere cosa ne pensate.

Ciao

Monica

  
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