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Autore: Severa Piton    16/02/2013    2 recensioni
Dopo la Seconda guerra magica, non erano solo i buoni a volere vendetta. Non potrai fidarti nemmeno di coloro che ti sono più vicini. Dal prologo: «Il mantello nero del misterioso uomo era mosso dal vento, mentre la sua inquietante figura si stagliava contro il cielo aranciato dal tramonto. Rise per l'ultima volta, e prima di smateriallizzarsi lasciò che la scritta incisa sull' insegna fissata a terra si imprimesse nella sua mente. Sparì con un sonoro pop e quelle due parole ancora negli occhi. La Tana.»
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Primo capitolo
PRIMO CAPITOLO
«La famiglia è dove il cuore trova sempre una casa»




Ginny Weasley stava preparando la colazione; aveva i capelli rossi raccolti in un disordinato chignon fatto in fretta.
In casa Potter si respirava ormai da parecchi giorni un'atmosfera di palpabile emozione per l'imminente arrivo dei G.U.F.O. e dei M.A.G.O.
Era il 25 di Agosto e la scuola sarebbe cominciata nel giro di pochi giorni. Era questione di poco tempo e le lettere sarebbero arrivate.
Lily aveva appena passato il primo esame, mentre Albus aspettava i voti del suo diploma. Voleva diventare un Medimago.
James, invece, si era diplomato l'anno precedente e aveva cominciato i corsi per Auror, così da poter lavorare accanto a suo padre e apprendere i segreti del mestiere.
Ginny fece un incantesimo al fornello, in modo che il fuoco si spegnesse da solo non appena la frittata fosse stata pronta.
Cominciò ad apparecchiare e proprio in quel momento i suoi figli maggiori scesero le scale.
Avevano i capelli di Harry: sempre in disordine e indomabili.
«Buongiorno mamma» disse James, mentre suo fratello si esibiva in un sonoro sbadiglio.
«Buongiorno, caro! Albus, copriti la bocca, riesco a vederti i calzini da qui!»
«Ma io non ho i calzini».
Ginny guardò i piedi nudi del figlio e sbuffò, e quando il ragazzo si mise a ridere lo minacciò con un mestolo.
Poco dopo anche Harry Potter, il Bambino sopravvissuto di quarantaquattro anni, fece il suo ingesso in cucina. Salutò allegramente i propri figli e diede un affettuoso bacio sulla fronte della moglie.
«Harry» cominciò questa, «potresti andare a svegliare Lily? Sono quasi le nove».
«Agli ordini!» Rispose lui con un sorriso.
Durante la sua assenza, Ginny finì di apparecchiare e servì la colazione. Iniziò un'animata discussione con James e Albus sulla vittoria dei Tornados contro i Cannoni di Chudley.
I ragazzi si divertivano sempre molto a parlare di Quidditch con i loro genitori, visto che entrambi erano degli appassionati. Ginny aveva anche giocato nelle Holyhead Harpies per qualche anno e adesso era giornalista sportiva per la Gazzetta del Profeta.
«Prima o poi i Cannoni vinceranno, me lo sento!» Disse Albus Severus. Il fratello, per tutta risposta, si esibì in una perfetta espressione schifata. «Illuso!» Gli disse.
«Diamine, Al, non avrei dovuto lasciarti così tanto con tuo zio Ron quando eri piccolo. Ha avuto una brutta influenza su di te!» Rispose Ginny.
«Non è vero! Zio Ron è l'unico che mi capisce!»
Ginny ridacchiò e scompigliò i capelli del figlio con una carezza affettuosa.
Harry tornò in cucina con una Lily Potter dall'aria stanchissima.
La ragazza si mise a sedere al suo solito posto senza salutare, poi appoggiò la testa sul tavolo, come se non volesse far altro che tornarsene a dormire.
«Si può sapere fino a che ora sei rimasta in piedi stanotte?» Chiese il più grande dei suoi fratelli.
«Stavo leggendo! Tu non puoi ca...» Lily venne interrotta da un'esclamazione di sorpresa della madre, che stava guardando fuori dalla finestra.
Tutti i membri della famiglia si voltarono nella sua stessa direzione e videro che due gufi si stavano avvicinando alla casetta.
«OH, MIO DIO!» Gridò Lily, improvvisamente vigile.
Lei e Albus furono i primi ad alzarsi e a correre verso la finestra.
Alla fine i gufi si fermarono sul davanzale e porsero le zampe. I ragazzi presero le buste con il loro nome e cominciarono ad aprirle.
Lily si fermò a metà, guardò James con gli occhi sbarrati e gli porse la lettera.
«Fallo tu. Io non ne ho il coraggio!»
Lui alzò un sopracciglio.
«Fai sul serio?» Chiese. Quando la sorella annuì, lui prese la lettera e tirò fuori il foglio con i voti. Dette una rapida lettura e sorrise.
Accarezzò i capelli di Lily con poca grazia.
«Sei stata bravissima, sorellina!»
«Leggi!» Lo incitò lei. Ma prima che James potesse prendere fiato, un sonoro "Sì, DIAMINE!" fece sobbalzare tutti i membri della famiglia e per poco non fece venire un infarto al Bambino sopravvissuto.
«Cos'è successo?» Chiesero Ginny ed Harry all'unisono ad Albus.
Il ragazzo si voltò trionfante con gli occhi lucidi e la lettera in mano. La porse al padre, il quale cominciò a leggere i suoi voti:

Incantesimi: E
Difesa contro le Arti Oscure: O
Erbologia: E
Pozioni: E
Trasfigurazione: E
Rune Antiche: A
Astronomia: O
Storia della Magia: A

Delle esclamazioni di meraviglia e felicità si levarono dal piccolo gruppetto di persone. Harry e Ginny abbracciarono a turno il figlio, stringendolo in un abbraccio soffocante.
«E' meraviglioso!» Disse Albus. «Con tutti questi Eccellente sarà un gioco da ragazzi farsi ammettere ai corsi per Medimaghi!» Aveva le lacrime agli occhi mentre lo diceva.
Diventare un Medimago era sempre stato il suo sogno e ora avrebbe potuto realizzarlo. Era felice. Davvero molto felice.
Adesso era il turno di Lily di sapere i suoi voti. Incitò i parenti al silenzio e poi disse, con aria solenne:
«Leggi, James.» Il fratello si schiarì la voce e lesse:

Incantesimi: O
Difesa contro le Arti Oscure: O
Erbologia: O
Pozioni: E
Trasfigurazione: E
Divinazione: S
Aritmanzia: E

Astronomia: O
Storia della Magia: O

Lily si coprì la bocca con la mano. Non si aspettava tutte quelle O ed era stata bocciata solo in Divinazione. Non che gliene importasse tanto.
C'era ancora la Cooman a insegnare quella materia, spesso sostituita dal centauro Fiorenzo, e ogni volta che vedeva i Potter non faceva altro che predire quanto il loro futuro sarebbe stato felice e tranquillo. Un grande cambiamento, a sentire suo padre.
«Complimenti, tesoro!» Le disse Ginny. «Avete preso entrambi dei voti fantastici! Sono fiera di voi! Certo, Lily, è un peccato che tu abbia perso Divinazione...»
Lily non diede segno di aver sentito quest'ultima frase e sorrise insieme ad Albus, felicissima. Dopo qualche minuto di festa, la minore dei fratelli fece notare alla madre che avrebbero dovuto andare a comprare i nuovi libri a Diagon Alley.
«Giusto», intervenne Harry, «Vado a sentire se sono arrivate le lettere anche a Hugo e Rose, così potremo andare a fare compere insieme, come tutti gli anni».
Senza nemmeno finire la sua colazione, Harry si congedò e andò nel salotto ad accendere il camino. Avrebbe potuto usare un telefono, ma dopo tutti quegli anni, Ron continuava a non capire che non aveva bisogno di gridare come un ossesso per farsi sentire e aveva passato questa strana abitudine anche ai suoi figli.
Intanto, in cucina, il resto della famiglia si rimise a tavola per finire la propria colazione e per discutere delle lettere appena arrivate o fare ipotesi su quelle dei cugini.
«Io sono curiosa di sapere chi saranno i nuovi Prefetti» disse Lily.
Albus era stato sia Prefetto che Caposcuola di Grifondoro. L'unico in famiglia.
James non aveva mai aspirato a tanto. Anzi, non aveva proprio mai voluto diventare Prefetto, era una cosa che non gli piaceva. A parere suo, solo gli stupidi venivano nominati Prefetti o Capiscuola; idea che lo zio George condivideva con lui. James aveva ripetuto la frase migliaia di volte dopo la nomina di Albus, tanto che il fratello fu costretto a lanciargli un Silencio per farlo tacere. Nonostante i vari e frequenti battibecchi, però, i fratelli si volevano un gran bene.
 
«Tienimi aggiornato, mi raccomando!» Le disse Albus. Lei annuì e continuò a parlare.
«Secondo voi come saranno i G.U.F.O. di Hugo? Era abbastanza sicuro che l'avrebbero bocciato a Storia della Magia»
«Be', da quanto ci ha detto, il suo esame non è andato granché bene. Se avesse studiato fin dall'inizio, probabilmente un'Accettabile avrebbe potuto averlo» disse Ginny.
«Diamine! Anche io avevo paura di bocciare, ricordate?»
«Sì, James. Ce lo ricordiamo» risposero Lily e Albus in coro, facendo sorridere la loro madre.
«Fortuna che riuscii a prendere Accettabile, altrimenti non avrei mai potuto seguire il corso di Auror. Le lezioni del professor Rüf erano davvero noiose! Mi chiedo se deciderà mai di andarsene, quel fantasma.»
«Non credo. Sono passati decenni dalla sua morte, ed è ancora convinto di essere vivo!» Disse Albus.
Harry interruppe il discorso dei suoi figli.
«Sono arrivate proprio adesso le lettere di Hugo e Rose. Andremo a casa Weasley alle quattro in punto e da lì partiremo per Diagon Alley; ci saranno anche gli altri zii e cugini con Percy e Lucy. Bill e Fleur con rispettivi figli e Teddy sono ancora in Italia.» Sorrise ai suoi figli.
Lily, Albus e James erano sempre andati d'accordo con i cugini e l'occasione delle compere per Hogwarts li metteva sempre tutti di buonumore; erano dispiaciuti per l'assenza di Teddy e gli altri, ma per fortuna ci sarebbe stata la piccola Lucy, che aveva ricevuto la sua lettera di ammissione ad Hogwarts a Luglio.

Alle quattro in punto, i ragazzi Potter avevano già indossato i loro mantelli ed erano pronti a viaggiare con la Polvere Volante.
Uno per uno, entrarono nel camino gridando il nome di casa Weasley-Granger.
I ragazzi erano felici di vedersi e non appena i Potter misero piede nel bel salotto di Hermione e Ron, quasi assalirono Hugo e Rose per farsi dire i loro voti.
Lily confrontò i suoi G.U.F.O. con quelli del cugino, mentre Albus faceva lo stesso con i M.A.G.O. di Rose.
Ci furono un sacco di complimenti e risate, anche se zia Hermione mostrava il suo risentimento per la bocciatura in Storia della Magia di Hugo a intervalli regolari di un minuto, mentre zio Percy le dava piena ragione.
Dopo circa mezz'ora di confusi discorsi e risate, tutti erano pronti a partire per Diagon Alley.
I ragazzi parlarono, spettegolarono e risero per quasi tutto il tempo, alternando il divertimento a discorsi più o meni seri. La piccola Lucy, timida anche davanti ai propri familiari, si nascondeva dietro il padre e sorrideva imbarazzata di tanto in tanto.
«Molly ha l'influenza e Audrey è rimasta a casa con lei» disse zio Percy in risposta a una domanda di Angelina.
Hugo, che era un appassionato del mondo babbano, parlò con passione dell'ultimo videogioco che Hermione gli aveva comprato. Nonno Arthur aveva istruito Hugo fin da piccolo sugli oggetti della vita quotidiana dei Babbani ed era riuscito a trasmettergli la sua curiosità; tanto che Hugo aveva deciso - nonostante vivesse nel mondo non magico tutti i giorni - di seguire Babbanologia a scuola, e ai G.U.F.O. aveva anche preso un Eccezionale.
Tra vari discorsi che si accavallavano tra loro, si scoprì che Rose aveva trovato quello che lei definiva 'un ragazzo abbastanza intelligente per essere tale'.
«E' un purosangue. Grifondoro. Simpatico. Meglio della maggior parte dei ragazzi, comunque».
«Meglio anche di me?» Chiese James.
«Soprattutto meglio di te» rispose Rose con un sorriso ironico.
«Wow, Rose, un purosangue. Nonno Arthur non ne sarà per niente felice!» Osservò Albus e Lily, Fred e Roxanne annuirono ridacchiando, mentre Hugo scuoteva la testa. Conosceva il ragazzo che stava frequentando sua sorella e non gli stava affatto simpatico: pensava che non fosse così intelligente come diceva Rose e che quest'ultima si fosse presa solo una grandissima sbandata che le impediva di vedere quanto cretino fosse il suo amico. Decise comunque di lasciare perdere e fu ben felice quando i suoi cugini ricominciarono a parlare di G.U.F.O., M.A.G.O. e vari lavori.
Ad un cero punto, Hugo si illuminò. «Lily!» Disse con tanta enfasi che i parenti lo guardarono stupiti, «Posso parlarti in privato?» La prese per un braccio e la costrinse ad allontanarsi dal resto della famiglia.
«Non vorrai mica farmi una dichiarazione d'amore?» Chiese Lily sarcastica.
«Sei mia cugina!»
Lei alzò un sopracciglio e Hugo scosse la testa, come a scacciare quel pensiero.

«Hai presente il mantello di Albus e la Mappa del Malandrino?»
«Ovvio che li ho presenti, i miei fratelli si sono vantati per anni perché loro possedevano delle cose del genere e io no!»
«Oh. Sì, giusto. Comunque sia, adesso che hanno finito la scuola non ne avranno più bisogno, no? Fatteli dare!»
«Tu stai male».
«Cos... e perché?»
«Credi davvero che James mi cederebbe la sua adorata Mappa? Lui ci dorme con quel pezzo di carta, non me la darebbe nemmeno sotto Imperius. Per non parlare di Albus: è così geloso del mantello di papà che si farebbe uccidere piuttosto che regalarmelo».
«Oh, provaci! Sono anni che desidero avere quella roba tra le mani!»
«A chi lo dici. Non sono mai nemmeno riuscita toccarla, quella Mappa. Be', nemmeno il mantello. Anche se ho sempre sperato che, una volta finita la scuola, i miei fratelli mi avrebbero ceduto i loro oggetti magici. Magari con un'espressione fiera in viso e un tono di voce molto... pomposo. Simile a quello di zio Percy. No, magari un po' meno...» Lily gesticolava un sacco mentre parlava, come era solita fare.
«Potrebbero farlo...» ipotizzò Hugo.
«Quei videogiochi ti fanno male al cervello!» Disse lei.
Hugo sbuffò e borbottò qualcosa di poco carino, e insieme raggiunsero il resto della famiglia.
Lily conosceva i suoi fratelli e sapeva che erano innamorati uno della Mappa e uno del mantello. Non aveva il coraggio di fare loro una richiesta del genere, anche se ci stava davvero facendo un pensiero.

Il pomeriggio passò in fretta. La parte più bella arrivò da Madama McClan, quando la povera vecchietta - ormai mezza cieca - infilzò Hugo, Lily, Roxanne e Fred con gli spilli almeno una decina di volte, mentre Rose, James e Albus se la ridevano, guadagnandosi occhiate di fuoco dai cugini.
Mentre loro si preparavano le divise, Ron, Harry, Ginny, Hermione, Percy e Lucy erano andati a comprare i loro libri.
Dopo due ore e qualche colpo di bacchetta, le divise erano pronte e James e Rose pagarono con i soldi che i genitori avevano affidato loro.
Stavano giusto salutando Madama McClan quando un ragazzo alto e dagli anonimi capelli castani entrò nel negozio. Hugo gli andò incontro e i due si salutarono con una pacca sulla spalla. Lily conosceva il ragazzo di vista, era un Tassorosso del loro anno, ma non si erano mai parlati.
Non sapeva che fosse amico di Hugo.
I due ragazzi si scambiarono qualche parola e alla fine si salutarono.
«Ci vediamo a scuola, Skensard!» Disse Hugo sorridendo, e i cugini uscirono tutti insieme dal negozio.
«Skensard? Davvero?» Chiese Rose al fratello mentre si dirigevano verso la Gelateria Fortebraccio. I nuovi proprietari del negozietto con i tavoli all'aperto avevano deciso di mantenere il nome del primo possessore, ucciso dai Mangiamorte durante la seconda guerra magica.
«Sì. Perché?»
«Diamine» intervenne James, «se mi chiamassi Skensard correrei al Ministero e mi farei cambiare nome!»
«Oh, ma quello è il cognome».
«E il nome quale sarebbe?»
«Mirfax».
Tutti risero.
«Oh, certo. Mirfax è decisamente meno imbarazzante di Skensard» rispose James sarcastico.
«Però è un nome che ispira fiducia, no?» Chiese Lily.
«Se proprio vuoi saperlo», rispose ridendo Fred, mentre pagava il gelataio, «mi mette inquietudine».
«Non è vero. Secondo me gli sta bene: si adatta ai suoi occhioni da cucciolo» disse Roxanne. Tutti la guardarono con le sopracciglia inarcate e lei rise divertita.
I ragazzi mangiarono felici il loro gelato. Alla fine vennero raggiunti dai genitori e finirono di comprare il necessario per la scuola.

Alla fine della giornata le varie famiglie erano stanchissime. Si salutarono affettuosamente e decisero che prima dell'inizio della scuola avrebbero pranzato tutti insieme. Nonna Molly era sempre felice di cucinare per loro, anche se questo avveniva tutti i sabati.
Lily si addormentò quasi subito. Nonostante i compiti, lo studio e gli insegnanti, non vedeva l'ora di tornare a scuola. Anche se, doveva ammetterlo, sarebbe stato strano non vedere Albus tutti giorni. Ma si sarebbe abituata, come aveva fatto per James.
Albus, nella sua stanza, si sentiva malinconico: la scuola era finita e così un pezzo della sua vita. Gli sarebbero mancate le giornate per i corridoi di Hogwarts.








Rachel*
Benvenuti al primo capitolo della mia Long. Ancora scorre abbastanza lento, siamo solo all'inizio. :)
Sarei felice di sapere cosa ne pensate per adesso, qualunque sia il vostro giudizio.
Insomma... al momento non so cosa dire e mi fanno male le dita per il troppo battere sulla tastiera. LOL
Ci vediamo al prossimo capitolo, dove conosceremo meglio i nostri personaggi e capiremo le loro età.
A presto! :3



  
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