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Autore: EmilyAtwood    16/02/2013    0 recensioni
Daniela ha 15 anni, tre grandi amiche, una famiglia litigiosa, un telefilm preferito, una cotta, un sogno. La strada per crescere è lunga e dovrà passarne tante prima di capire quali sono i giusti modi per cambiare.
Potrebbe essere una storia vera, forse lo è, forse lo era.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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PROLOGO

-5 marzo 2005-

"O, SilviO, rimembri ancora quel tempo della tua mezza altezza, quando beltà splendea nei capelli tuoi, tinti e trapiantati, e tu, lietO e pensosO, il limitare del Governo salivi?...Che barzellette soavi, che promesse, che cori, o SilviO miO!...Sonavan le quiete piazze e le vie dintorno, al tuo perpetuo canto: FORZA ITALIA" esclamò Daniela, un libro di letteratura italiana che le copriva il volto contornato da lisci capelli castani lunghi fino alle spalle, occhi grandi e verdi, labbra carnose. Davanti a lei, Sofia, la sua migliore amica, dai capelli castano chiaro mossi e più lunghi di quelli di Daniela, dolci occhi nocciola, riprendeva quella comica scena con il cellulare.
"Ah ah...Dany, ma come lo dici bene 'Forza Italia'...sei molto espressiva!" esclamò Sofia divertita di quella improvvisata scenetta.
"Questo lo devi far sentire a quella anti-Berlusconi della tua prof di ita così è la volta buona che le prende un accidente! Ti immagini, fa togliere Giacomino da tutti i libri!? Sarebbe fico, però mi dispiacerebbe per Leo, mi sta simpatico." constatò Daniela buttandosi sopra il letto ordinato di Sofia e facendo formare pieghette scomposte alle lenzuola.
"Sarebbe un peccato...mi piace tanto questa poesia, A Silvia, non 'A Silvio'! Senti, Dany, ma la lettera quando gliela inviamo?" chiese poi cambiando argomento.
"A chi? A Leo?" Sofia le fece uno sguardo di arresa, ma si stava trattenendo dal ridere a crepapelle. Daniela la faceva sempre ridere, non tanto per quello che diceva, ma per COME lo diceva. Faceva delle facce ammiccanti ed espressive, ed era una ragazza a cui piaceva tanto scherzare. Soprattutto quando aveva qualcuno da far ridere, ed erano poche le persone con cui lei scherzava così apertamente, aveva parecchie conoscenze, ma aveva solo due o tre amiche con cui stava davvero bene e che conoscevano ogni cosa che le succedeva, ogni cotta, ogni problema a scuola. Ma soprattutto Sofia sapeva tutto ma veramente TUTTO, e condividevano anche i sogni.
Daniela sognava di avere un ragazzo, era una romanticona, ma la sua timidezza ed insicurezza, nonchè la sua poca popolarità a scuola la bloccavano e le sue fantasie sarebbero rimaste tali finchè qualcuno non l'avesse fatta uscire dal suo guscio. Quella che aveva più successo con i ragazzi era certamente Sofia, anche se quest'ultima era talmente ingenua che non se ne rendeva nemmeno conto e, anche lei una romanticona, pensava ancora al principe azzurro, al ragazzo perfetto, maturo che l'avrebbe resa felice...insomma, di certo non uno dei ragazzini adolscenti che frequentavano. D'altro canto Daniela era più pratica e meno selettiva, ma il suo carattere un po' da maschiaccio ed i pregiudizi che tutti avevano a scuola nei suoi confronti per il fatto di essere una 'secchiona', nonostante non si ritenesse affatto tale, erano serviti ad allontanare qualsiasi richiesta di uscire. Solo l'estate precedente, lontano dai libri e dalla scuola e con un costumino che mostrava le sue gambe affusolate, il suo seno già pronunciato che faceva invidia alle altre ragazze della sua età, la pelle dorata dal sole che risaltava i suoi occhi, aveva attirato l'attenzione di Luca, un bagnino-cannato pluri-ripetente 17enne amico del cugino di Daniela, Patrizio, e lei all'inizio pensava di poter finalmente uscire dalla sua inesperienza, ma lui non era tipo che si accontentava di qualche bacio romantico, e Daniela di certo non gli avrebbe concesso più di quelli, anzi nemmeno aveva sprecato il suo primo bacio con lui, perché sapeva che non ne valeva davvero la pena con un tipo del genere, così aveva perso 'l'occasione'. Ma poi a Settembre del 2004 qualcosa cambiò in quanto si prese una cotta stratosferica per un suo compagno di classe, per il quale l'anno prima non provava nulla, forse colpita dai tratti lievemente più maturi e 'mascolini' che nei tre mesi lontano da scuola egli aveva aquisito, ma ovviamente non fece niente per mettersi in mostra, era troppo timida e forse temeva di ricevere le stesse richieste che le aveva fatto Luca.
 Era stato un mese strano, quel settembre, perché le due amiche avevano visto sui giornali che sarebbe iniziato un nuovo programma, un telefilm per ragazzi, the O.C. L'attore dicevano che somigliasse a Russel Crowe, di aspetto, però secondo loro era più carino questo, un certo Benjamin McKenzie. Ma quel certo attorucolo, presto sarebbe diventato il loro attore preferito, l'unico che le faceva sbavare, ed ogni mercoledì si erano perse davanti quegli occhi blu, sempre più appassionate per il telefilm. Ma quando, il 1 dicembre, il telefilm finì, in loro si insinuò la paura di perdere tutta quella passione. E si erano ripromesse di non dimenticare mai Ben, e addirittura avevano giurato che, al compimento dei 18 anni, sarebbero andate in California a trovare l'attore. E in quella sera, mentre Daniela faceva ridere Sofia, le loro paure non si erano avverate, perché, nonostante fossero i primi di Marzo, dopo 6 mesi, loro erano ancora appassionate come il primo giorno.
Quel sabato si erano viste per scrivere una lettera in inglese, per inviarla a Benjamin e chiedergli un autografo, o qualsiasi cosa, o forse solo per essere più sicure che LUI esistesse davvero. E anche per chiedergli dove sarebbe stato durante l'estate...perché loro volevano andare QUELL'estate in California. O, perlomeno, ci sarebbe andata Sofia, i quali genitori erano amanti dei viaggi e si erano lasciati convincere dalla figli per quella mèta. Daniela, ai suoi genitori non lo aveva ancora chiesto.
"Prima falla vedere alla tua insegnante di Inglese, così la corregge e io nel frattempo stampo qualche foto e facciamo un collage su un foglio nero e le decoriamo con gli Uniposca oro e argento. La lettera poi vediamo come e dove la scriviamo...però cerchiamo di fare tutto entro una settimana, sennò gli arriva quando lo abbiamo già sposato..." spiegò facendo ridere nuovamente Sofia.
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"Oh, è mio padre, devo andare. Buonanotte, Sophie...ti voglio bene!" salutò Daniela con passione. Sofia ormai ci era abituata.
"Grazie!" esclamò divertita. Si salutavano così da quando, il 13 ottobre, era andata in onda la puntata in cui Marissa diceva a Ryan 'ti amo', e lui aveva risposto 'Grazie!'. Erano fissate.
"Ricordati di sbattere il portone bene quando esci" raccomandò Sofia, poco prima di chiudere la porta, appena Daniela entrò nel vano dell'anscensore.
"Siiii, sono anni che me lo ripeti!" esclamò, mentre la porta dell'ascensore le nascondeva il volto. Sofia chiuse la porta e andò in camera sua, spense il cellulare e diede un ultimo sguardo al computer acceso. Erano le 10 e mezza, non le andava di andare a dormire, e poi il giorno dopo non c'era scuola. Si sedette sulla sedia e andò sul file della sua fanfiction 'Sophie&Ryan', scrivendo velocemente sulla tastiera le parole che le venivano dalla sua passione e dai suoi sogni.

"Ciao papà!" salutò Daniela, entrando nella Polo grigio metallizzato posteggiata al di là del lungo cancello rosso davanti casa di Sofia.
"Che hai mangiato?" chiese il padre, mentre la riaccompagnava a casa. Era sempre così, ogni volta che il padre la veniva a riprendere dopo cena da Sofia, le chiedeva sempre le stesse cose.
"Hamburger con le patatine fritte" rispose Daniela, mentre poggiava lo zainetto bianco contenente qualche libro di O.C., il diario e un floppy per il computer.
"Che avete fatto?" chiese seguendo il solito copione, mentre si fermava al semaforo.
"Le solite cose, abbiamo chiacchierato e studiato" rispose, in parte mentendo. Di certo avevano chiacchierato, ma di certo non avevano studiato! "Voi che avete mangiato?" chiese appena scattò il verde al semaforo. Era una domanda di routine, tanto per allargare la conversazione.
"Le cotolette" rispose Francesco.
"Paolo è uscito?" chiese ancora Daniela, visto che il padre era arrivato al limite delle otto parole. Solitamente Francesco parlava poco e bofonchiava tanto, e sapevano che la parlantina di Daniela non era ereditata da lui.
"Si" rispose sterzando il volante. Il repertorio di domande era terminato e Daniela si mise a guardare fuori dal finestrino, aspettando il momento in cui sarebbe tornata a casa e pensò che forse prima di andare a dormire poteva andare avanti con la sua fanfiction di O.C., ma pensò che i genitori, e soprattutto la nonna, si sarebbero lamentati. Stava sempre davanti al computer, a chattare con le amiche, a vedere i siti di O.C., a scrivere la fanfiction, a vedere film e ascoltare canzoni, e trovava a malapena il tempo per studiare, anche se a scuola era molto brava. Era quella la sua vita, le piaceva, le doveva piacere per forza, non aveva molte alternative. A parte la ristretta cerchia di amicizie, a scuola non dava grande confidenza visto che la maggior parte dei suoi compagni andavano in discoteca e alle feste tranquillamente senza temere le urla dei genitori, invece nel gruppo delle compagne di danza moderna stava sempre e solo con Francesca, l'altra sua migliore amica, che frequentava la stessa classe di Sofia al classico. Con la sua famiglia invece da qualche tempo sentiva che le mancava qualcosa: mai un pranzo fuori, una festa con i parenti, un viaggio, gli unici momenti in cui stavano tutti in compagnia erano il pranzo e la cena, il più delle volte animati da discussioni da grandi tra i genitori, suo fratello Paolo e sua nonna che stava sempre a lamentarsi che sua nuora, Annamaria, non faceva mai il suo dovere, pensava solo a se stessa e trascurava i figli. Quando diceva quelle cose, Daniela avrebbe voluto spaccarle una sedia dietro la schiena, perché odiava quando Livia offendeva sua madre. Era una cosa abominevole per lei, soprattutto perché Annamaria era perennemente impeganta per la famiglia, a cucinare, lavare, stirare e, se i figli li trascurava, era perché doveva stare dietro a Livia, che si vantava di essere quella che si fa sempre in quattro per gli altri, ma stava rinchiusa nella casa del figlio, con la nuora e i nipoti, vivendo a sbafo, con l'unica preoccupazione di quale telenovela seguire in tivù la sera.
"Buonanotte" disse Daniela sfiorando la guancia di Livia appena tornata. Andò in camera sua e si ficcò sotto le coperte, pensando che per lei era presto andare a dormire a quell'ora, essendo sabato.
"Ne colgo l'occasione per svegliarmi prima domani" pensò, mettendosi la sveglia sul cellulare alle 7 e mezza.
"Almeno mentre tutti dormono potrò fare quello che mi pare" pensò ancora, sperando che la mattina seguente nessuno dei suoi familiari l'avrebbe interrotta con qualcuna delle loro inutili litigate.

  
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